giovedì 24 giugno 2010

Violenza padre-figlia, la sentenza dice “colpevole”: per lui 9 anni di carcere

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ABUSO' DI FIGLIA RITROVATA, CONDANNATO

Bimba tolta piccolissima ai genitori e maggiorenne cerco' padre

(ANSA) - SAVONA, 23 GIU - Condanna a 9 anni per un uomo accusato di aver abusato ripetutamente della figlia che aveva conosciuto solo da pochi mesi. Lei, che il giudice aveva tolto piccolissima ai genitori perche' tossicodipendenti, una volta diventata maggiorenne aveva cercato di conoscere il padre, di 43 anni, mai incontrato. L'uomo pero' l'ha costretta a subire approcci e rapporti sessuali.


Savona. Hanno atteso la sentenza seduti allo stesso banco, a pochi metri l’uno dall’altro, e separati solo dai propri avvocati. Lo sguardo basso di chi non riesce più a guardarsi in faccia e aspetta che venga pronunciata la parola “fine” per una vicenda da dimenticare. Quella parola, per il padre 43enne accusato di violenza sessuale nei confronti della figlia e che aspetta impaziente in un’aula blindatissima del tribunale di Savona al fianco dell’avvocato Levrero, è “colpevole”. I giudici lo hanno infatti condannato a nove anni di reclusione, oltre che ad un risarcimento di 100mila euro (più le spese processuali) e all’interdizione a vita dai pubblici uffici.

Si è conclusa in questo modo la brutta storia di violenze ed abusi tra un padre e una figlia iniziata tra il marzo e il maggio 2009 a Savona. La giovane, maggiorenne ai tempi in cui sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali con il padre, avrebbe subito “attenzioni particolari” proprio in quel periodo, facendo così arrestare l’uomo un mese dopo. Per lei questa è la fine di un incubo, una vera e propria liberazione che si scatena in un pianto dirompente una volta uscita dall’aula in cui è stata letta la sentenza insieme al proprio avvocato, Luciano Chiarenza. Fuori da qualla porta, e lontano da quell’uomo che le ha fatto del male, ci sono i parenti, gli amici, la sorella e il fidanzato che la abbracciano e la baciano. “Da oggi posso ricominciare a vivere – ha detto la giovane -. Provo un misto di sentimenti, tra cui un senso di colpa per aver denunciato mio padre. Sono stata combattuta a lungo, ma alla fine questa era la cosa giusta da fare”. Gli amici la consolano, i parenti non nascondono di essere sollevati. Da domani, si torna a vivere.

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