venerdì 31 maggio 2013

Il suicidio di Carolina


Carolina Picchio la ragazza 14enne che si è suicidata a Novara nel gennaio scorso verrà seguito dal blog del servizio informatico all'indirizzo: http://informatico.unavitasottile.org

60enne arrestato per pedopornografia Portò illegalmente un bimbo dalla Thailandia

Un uomo di 60 anni è stato arrestato oggi dai carabinieri di Milano per possesso di materiale pedopornografico e alterazione di segni dello Stato. L'uomo, dedito a "turismo sessuale" in Thailandia, viveva con un bambino di 10 anni di origine thailandese che aveva portato in Italia dopo aver falsamente attestato di esserne il padre all'ambasciata di Bangkok e averlo fatto naturalizzare.

Il bambino, che oggi ha 10 anni, è giunto in Italia quando ne aveva 3, dopo essere stato naturalizzato dal padre e prima iscritto alle liste dei residenti all'estero e infine portato a casa dell'uomo, un imprenditore con precedenti in Thailandia, dove era stato addirittura arrestato dopo aver molestato dei minori. Stamani, al momento dell'arresto del "papà" su ordinanza di custodia cautelare da parte degli investigatori del Nucleo investigativo di Milano, il bambino è stato affidato a dei parenti.

È stata la confidenza di un altro giovane, insieme agli accertamenti su internet, a mettere gli investigatori dell'Arma sulle tracce dell'imprenditore. Il ragazzo, che all'epoca dei fatti che ha descritto era minorenne, avrebbe detto di "non volere che quel bambino passasse quel che ha passato lui" adducendo molestie subite dallo stesso uomo. Al momento, hanno precisato i carabinieri, nonostante il molto materiale pedopornografico trovato nella sua abitazione, non ci sono prove dirette di abusi compiuti dal falso padre sul bambino, che ovviamente nei prossimi giorni verrà sentito con metodologie opportune. Ma non subito: l'unica preoccupazione, al momento, è quella di tutelare il ragazzino, che sta scoprendo in un sol giorno di non essere figlio di suo padre e di saperlo in arresto. 

Pedopornografia: “istigazione” su Facebook, indagato 40enne


Aveva pubblicato sul proprio profilo Facebook e Twitter frasi a sfondo pedopornografico, così un quarantenne livornese è stato indagato per istigazione a commettere reati di natura sessuale in danno di minori. Ieri, la polizia postale di Livorno, in esecuzione a un decreto di perquisizione della Procura di Torino (competente per i reati sulla pedopornografia) ha sequestrato all'indagato un personal computer, supporti informatici e telefoni cellulari che saranno sottoposti ad accertamenti tecnici per appurare eventuali contatti con minori.
Secondo quanto è emerso nel corso delle indagini, le affermazioni del quarantenne avevano suscitato da tempo la preoccupazione di migliaia di utenti dei due social network, che avevano prodotto numerose segnalazioni alla polizia postale.
L'attività d'indagine della Procura di Torino ha permesso di individuare in tempi brevi il quarantenne, grazie anche alla fattiva collaborazione dei due social network. Durante la perquisizione domiciliare effettuata dagli agenti della polizia postale livornese, l'uomo si sarebbe detto sorpreso, affermando che le sue tesi non potessero configurare reato

Pedopornografia: nei guai 70enne in possesso di foto di minori

I Carabinieri della Stazione di CORTEMILIA e della Compagnia di ALBA, nell’ambito dell’attività investigativa condotta da alcuni mesi tesa a contrastare il fenomeno della diffusione di materiale dal contenuto PEDOPORNOGRAFICO che lo scorso 14 maggio aveva portato all’arresto di un albergatore a BAGNASCO in seguito scarcerato e sul quale proseguono le indagini, hanno denunciato alla Procura della Repubblica di ALBA un imprenditore agricolo in pensione 70enne che abita in VALBORMIDA per il reato di detenzione di materiale pedopornografico segnalandolo anche alla Prefettura di CUNEO per detenzione di sostanze stupefacenti.

I militari sono arrivati all’anziano, incensurato ed al di sopra di ogni sospetto, analizzando i rapporti di amicizia dell’albergatore di BAGNASCO arrestato due settimane prima. I sospetti dei Carabinieri si sono rilevati poi rivelati fondati quando, nel corso di una perquisizione domiciliare, sono state rinvenute e sequestrate 12 fotografie stampate a colori con adulti, in un paio di casi lo stesso indagato, che compiono atti sessuali con ragazze minorenni alcune delle quali dalle fattezze somatiche orientali. Inoltre in casa vi erano alcune dosi di MARIJUANA di cui il pensionato ha asserito farne uso personale e che sono state sequestrate.

E’ verosimile che l’anziano abbia compiuto in passato qualche viaggio con finalità di turismo sessuale in estremo oriente proprio per avere rapporti sessuali a pagamento con ragazze minorenni.

Le indagini dei Carabinieri di CORTEMILIA ed ALBA proseguono per individuare altri indagati per reati dello stesso tipo, identificare le minori italiane o straniere ritratte nelle foto e risalire all’agenzia turistica che può aver organizzato i viaggi di turismo sessuale in oriente.

L’anziano denunciato ora rischia una condanna sino a tre anni di reclusione, come prevede la norma introdotta nel 1998 nel Codice Penale che punisce, tra l’altro, anche gli operatori commerciali che attuano iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile anche all’estero con pene sino a 12 anni di reclusione, come è probabilmente che sia accaduto in questo caso.

Internet, attenzione al cyber-bullismo: La metà dei ragazzi risulta essere a rischio; il 12% ha subito un danno reale

La metà dei ragazzi europei è a rischio cyber-bullismo. Il 41% dei ragazzi ha infatti rischiato di essere una vittima del cyber-bullismo, mentre il 12% ha subito un danno reale. È quanto emerge dalla ricerca di Kids online condotta su oltre 25 mila ragazzi e genitori in 25 Paesi europei. Il bullismo cibernetico è ormai all’ordine del giorno. Negli Stati Uniti, ad esempio, è già passato come l’emergenza educativa più grave dei prossimi dieci anni. Infatti, anche se i bulli tradizionali sono ancora i più diffusi e coinvolgono il 19% dei giovani europei (1 su 5), le vittime sul web sono arrivati al 6% . In particolare in Italia si conta l’11% dei ragazzi come vittime di bullismo tradizionale e il 2% per quello telematico. “Le differenze con il bullismo tradizionale sono molteplici - sottolinea Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap, associazione Europea disturbi da attacchi di panico - Non parliamo di ambienti ristretti come la scuola, la classe, la palestra. Internet è un mondo. La vittima del bullismo cibernetico si trova a combattere contro un avversario invisibile che lo insegue, lo aggredisce senza nessuna possibilità di difendersi - conclude l’esperta - Se già di fronte ad un gruppo che ti perseguita è difficilissimo avere la capacità di rimanere stabili e sereni, di fronte ad un aggressore occulto è praticamente impossibile”.

mercoledì 29 maggio 2013

Fabiana Luzzi: la storia della ragazza bruciata viva dal fidanzato


Il messaggio per il suo assassino
Corigliano Calabro ha detto addio alla giovane Fabiana Luzzi. Migliaia di persone si sono riversate nel Palazzetto dello Sport della cittadina in provincia di Cosenza, per rendere omaggio alla sedicenne accoltellata e arsa ancora viva dal fidanzato Davide, di soli 17 anni. Sconcerto e rabbia sono i sentimenti condivisi dalla popolazione di Corigliano, che ha salutato il feretro di Fabiana con alcuni palloncini bianchi a forma di cuore, a riprodurre le lettere del suo nome. Il Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili Josefa Idem, presente alla celebrazione (alla quale non sono stati ammessi fotografi, secondo i dettami della comunità dei Testimoni di Geova di cui fa parte la famiglia Luzzi), ha voluto esprimere il cordoglio di tutto il Paese e dell'esecutivo: "Di fronte alla scomparsa di Fabiana ribadisco l'impegno di tutto il Governo e del Ministero da me guidato a fare della lotta alla violenza di genere un punto qualificante di questa legislatura". Il primo passo in tal senso è la ratifica della Convenzione di Istambul contro ogni forma diviolenza contro le donne, effettuata nelle scorse ore dalla Camera dei Deputati e sottolineata da un lungo applauso dedicato alla stessa Fabiana. La stessa Presidente di Montecitorio Laura Boldrini aveva aperto la seduta parlamentare con un personale ricordo della giovane.
"Sei l'amore/errore più grande della mia vita": erano queste le ultime parole usate da Fabiana Luzzi in un biglietto indirizzato al suo fidanzato-omicida Davide, per il quale ilTribunale dei Minori di Cosenza ha peraltro formalizzato l'arresto per omicidio volontario aggravato. Il messaggio (custodito da un'amica intima della ragazza) era stato scritto prima che il 17enne compiesse l'efferato gesto, accecato dalla gelosia. Forse un presentimentoper la sedicenne Fabiana che, come ha raccontato a melty.it una coetanea di Corigliano, veniva spesso picchiata dal fidanzato. Un delitto in parte "prevedibile" che ha sconvolto un'intera comunità, arrivando a scuotere l'animo di una vecchia conoscenza della zona, divenuta star del calcio: "Temo che il problema più sottovalutato sia la monotonia e il vuoto delle vite di tanti giovani. Un vuoto che li può spingere, quasi senza rendersene conto, a buttare via la propria, di vita, e quella degli altri" scrive l'ex campione del Milan Rino Gattuso, in una lettera a "Repubblica""L'Italia sta vivendo una profonda trasformazione sociale" continua il Campione del Mondo 2006, "e i ragazzi più giovani non vanno lasciati soli". Donne e uomini di sport, come la Idem e Gattuso, possono contribuire a tener vivi i riflettori su una tragedia che riporta in prima pagina i fenomeni di violenza e femminicidio, purtroppo anche tra i giovanissimi.

Fabiana Luzzi: la storia della ragazza bruciata viva dal fidanzato


Fabiana Luzzi è stata lasciata un’ora tra i rovi a dissanguarsi. E quando è stata bruciata era ancora viva, come ha ammesso il suo ex “fidanzatino” non ancora diciottenne D. M., che oggi è in carcere. La storia dell’ennesimo omicidio “passionale” (parola orribile) va in scena in piena Calabria.
fabiana luzzi corigliano calabro
Qui, racconta il Corriere, è accaduto tutto:
Qui lui l’ha lasciata, tra i rovi, a dissanguarsi. Qualcuno passando avrebbe potuto perfino salvarla, ma era controra piena, chi vuoi che attraversi dopo pranzo questo viottolo sterrato in contrada Chiubbica, alle porte del paese nuovo e sotto le pendici della rocca storica di Corigliano? Così è rimasta per quasi un’ora la piccola Fabiana Luzzi, dieci anni di danza classica, un portento a Ragioneria, tre sorelle che l’adoravano, sedici anni da compiere il 13 giugno: un’ora infinita, lì, ad aspettare che tornasse il suo boia. Lui diciotto anni li farà ad agosto, dunque siamo ancora costretti a coprirlo con le iniziali: «D. M.». Nei titoli i giornali lo chiamano «fidanzatino »: ogni tanto le cronache ci consegnano questimostri veri o presunti, vezzeggiati da diminutivi incongrui; «l’assassinino», scrissero una volta di un famoso biondino poi assolto e ora di nuovo sulla graticola. Una tenerezza da Peynet e una ferocia damostro di Firenze simischiano in dirette tv che nulla spiegano. Il fidanzatino vaga in paese, in quella controra del venerdì, un’amica di Fabiana lo vede rosso in faccia sul motorino e quasi si spaventa. È uno bruciat’i capa, un mezzo matto, dicono del resto qui al bar di via Nazionale: due sospensioni all’istituto geometri, qualche pasticca di troppo, forse. «Mi sono fermato all’Agip, ho riempito una tanica di venti litri, sono tornato indietro, volevo incendiare il corpo. Ma lei era ancora viva. Mi insultava ancora, “bastardo”, mi diceva… Le ho versato la benzina addosso, ho dato fuoco, lei strillava, “non farlo!”, iomi sono scottatomani e faccia. Ho buttato borsetta e cellulare tra i fichi d’india, e pure il coltello. Sono andato in ospedale a farmi medicare e mi sono inventato le storie che vi ho raccontato prima. Ma è tutto falso. L’ho ammazzata io, Fabiana, però l’amavo. Eravamo gelosi, tanto».
fabiana luzzi corigliano calabro
E qui, racconta il Corriere, i genitori di lei hanno saputo:
Subito, già nelle prime ore della scomparsa di Fabiana, hanno puntato il dito sul fidanzatino, «è stato lui». Si schiude mezza porta della stanza di lei, si vedono due grandi cuori di pezza, un peluche, dentro ci sono i carabinieri. «Stiamo facendo delle cose importanti», dice il papà abbracciando chiunque. Probabilmente si lavora sui diari, si cerca un perché alla ferocia, manca un movente vero. «Lui la picchiava», dice la gente a mezza bocca, salendo le scale del palazzo. «Una volta lei aveva la faccia gonfia». Vai a sapere, lui non può difendersi. C’era stata una denuncia a gennaio, subito ritirata, non ne resta traccia, il ragazzo non ha pendenze. Simollavano e si pigliavano da due anni, un anno fa se n’erano scappati a Bologna insieme per un abbozzo di fuitina, e qualcuno dice che lei si vedesse con un amico di lui. Venerdì, all’uscita di scuola, lei l’aveva scorto sul motorino e aveva provato a svicolare, lui l’aveva quasi rincorsa. E allora? È questo lo sfondo plausibile di una barbaria?

Marianna Cendron ancora nessuna notizia

Proseguono senza sosta le ricerche di Marianna Cendron la 18enne scomparsa da Paese in provincia di Treviso il 27 febbraio scorso. Chi avesse notizie utili al ritrovamento contatti immediatamente il 113 oppure invii una mail a sosinfanzia@unavitasottile.org tutte le segnalazioni saranno immediatamente inoltrate alle forze dell'ordine.

Novara, suicidio 14 enne: indagati otto minori per pedopornografia


Carolina Picchio
Novara – Svolta nelle indagini sul suicidio, lo scorso gennaio, di una studentessa di Sant’Agabio (Novara) di 14 anni, Carolina Picchio; nell’ambito dell’inchiesta sul tragico gesto – condotta dal pm Valentina Sellaroli della Procura dei minori di Torino – risultano coinvolti otto ragazzi minorenni, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, con pesanti accuse: pedopornografia e istigazione al suicidio. Sotto i riflettori, ancora una volta, i social network.
La scelta della ragazza di gettarsi dal balcone provocò già all’epoca una vera “condanna” da parte della famiglia e degli amici del dilagante cyberbullismo sui social, fenomeno di cui Carolina sarebbe stata vittima. Quella tragica sera di 5 mesi fa – era infatti la notte tra il 4 e il 5 gennaio – la giovane, tornata da una festa durante la quale gli amici hanno detto di non aver notato nulla di anomalo, si era gettata nel vuoto saltando dal terzo piano.

La decisione del pm di indagare gli otto minori è l’ultimo atto di questa inchiesta e risulta attualmente affidato affidato a tecnici del Politecnico di Torino l’iPhone di Carolina, sotto sequestro per un’analisi dei contenuti. Si cercano quindi proprio attraverso questo strumento tecnologico, che senza dubbio la ragazza come molti coetanei usava per comunicare attraverso Facebook e Twitter, tracce a conferma di quelle gravi accuse per cui i ragazzi fermati sono iscritti nel registro indagati della Procura torinese: detenzione di materiale pedopornografico e istigazione al suicidio.
Alcune voci tra quelli che conoscevano Carolina avevano infatti denunciato già mesi fa, dopo il suicidio,derisioni e insulti sulla pagina Facebook della studentessa da parte di alcuni conoscenti, forse proprio i minori ora indagati. Ombre oscure quelle della pedopornografia che si allungano sulla drammatica scelta di una ragazzina di 14 anni di togliersi la vita.

domenica 26 maggio 2013

Ragazza uccisa a Corigliano Calabro, il fidanzato confessa: "Le ho dato fuoco quando era ancora viva"


“Era ancora viva quando le ho dato fuoco". È la sconvolgente rivelazione fatta agli inquirenti dal sedicenne reo confesso dell'omicidio della fidanzata coetanea a Corigliano Calabro. Il ragazzo ha raccontato i particolari dell'omicidio al pm della Procura di Rossano durante l'interrogatorio avvenuto nella notte.
Il giovane ha ammesso di aver carbonizzato il corpo della ragazza, Fabiana Luzzi, in un casolare abbandonato, provando poi a nasconderne il cadavere in una vegetazione molto fitta poco lontana dal rudere. Ha raccontato tutto al termine di un lungo interrogatorio condotto dai carabinieri cittadini e dal pm di Rossano, Maria Vallefuoco, che lo ha sentito su delega della procura dei minori di Catanzaro. Magistrati e carabinieri lo hanno messo sotto torchio dopo averlo fatto tornare dal Centro grandi ustionati di Brindisi dove era stato trasportato venerdì sera, quando s'era presentato nell'ospedale di Corigliano con ustioni al volto e alle mani.
Aveva raccontato ai medici d'essersele provocate sistemando lo scooter, ma gli investigatori, allertati dai sanitari, non ci avevano creduto, anche perché nelle stesse ore i genitori di Fabiana ne denunciavano la scomparsa. La quindicenne, infatti, che il 13 giugno avrebbe compiuto 16 anni, non era tornata a casa dopo la scuola. Ieri il sedicenne ha provato a depistare le indagini, spiegando d'essere stato aggredito da alcuni giovani, di cui ha pure indicato i nomi, per uno sgarro.
Ma le verifiche immediatamente eseguite dai militari non hanno trovato riscontri alle sue parole. Così in serata, incastrato dalle evidenze e dalle contraddizioni della sua ricostruzione, ha raccontato tutto fornendo anche le indicazioni sul luogo, una contrada di campagna alla periferia di Corigliano, dove aveva abbandonato il corpo della povera Fabiana.

Il sedicenne ha raccontato d'esserla andata a prendere a scuola con lo scooter venerdì mattina per parlarle e chiarire l'ennesima lite (pare che lui fosse ossessivamente geloso). Poi, però, la situazione è degenerata arrivando al dramma nella stradina appartata poco lontano dall'istituto tecnico commerciale frequentato da Fabiana.
Corigliano, comune di 40 mila persone della costa ionica cosentina, stamattina si è svegliato sconvolto per quanto accaduto. Tra l'altro oggi la cittadina è interessata al voto amministrativo per eleggere il sindaco e il consiglio comunale dopo due anni di gestione commissariale in seguito allo scioglimento dell'assise municipale per infiltrazioni della criminalità organizzata.
Fabiana, ultima di quattro figlie avute dal padre in due matrimoni, era conosciuta in paese, così come il suo fidanzatino. Già ieri sera, quando sono cominciate e circolare le prime indiscrezioni su quanto successo, prima i compagni di scuola della ragazzina e poi anche altri cittadini s'erano radunati dinanzi alla caserma della compagnia carabinieri, ma il presunto assassino era già stato trasferito in un altro luogo. Stamattina molta gente è assiepata dinanzi all'abitazione della ragazza. Nella notte il sedicenne è stato sottoposto a fermo di polizia quale indiziato di delitto per omicidio volontario, ma non è escluso che le evidenze investigative possano portare a galla anche la premeditazione.
È il dolore il sentimento dominante tra i parenti e gli amici della sedicenne. Dall'alba si registra un mesto via vai nell'abitazione dei genitori della ragazza. Il padre è un commerciante di ricambi per auto, mentre la madre è casalinga. Parenti, amici e conoscenti da stamani fanno visita ai genitori della vittima nel loro appartamento al primo piano di una palazzina bianca nella frazione Scalo di Corigliano. Poca la voglia di parlare con i giornalisti che si trovano davanti la casa. Sguardi bassi e rifiuto di rispondere alle domande su una tragedia che appare inspiegabile e che ha sconvolto tutti.

Choc: bimbo accusa una suora di pedofilia e viene rinchiuso in manicomio

Una caso a dir poco terribile sta per riaprirsi in queste ore. Protagonista di questa storia è un bimbo di soli 7 anni, il quale qualche anno fa denunciò un caso di pedofilia avvenuto all’interno del suo asilo, gestito da alcune suore.

Il bimbo, rimportò l’episodio con una serie a dir poco incredibile di particolari che lasciarono i genitori a bocca aperta, i quali decisero di rivolgersi a chi di dovere per denunciare il tremendo accaduto. Da quel momento in poi è iniziato il calvario per il piccolo Gianni.
Ascoltato per ore e ore dagli inquirenti, ogni volta il piccolo ripeteva con grande lucidità i terribili episodi di pedofili che si svolgevano all’interno dell’asilo con protagoniste le suore. Le Istituzioni, però, anzichè proteggere il bambino e prendere dei seri provvedimenti contro la suora si sono accaniti contro il piccolo, il quale è stato affidato ai servizi sociali, strappato dalla sua famiglia. Gli inquirenti, infatti, hanno dichiarato che all’interno delle ricostruzioni fatte dal bimbo non erano stati riconosciuti segni di pedofilia, e hanno accusato la mamma dei disturbi psichici di cui soffriva.
Il piccolo è stato così ricoverato in una casa famiglia, lontano dai genitori, nonostante non fossero mai emersi indizi di maltrattamento in famiglia. Ma le condizioni del piccolo Gianni, costretto ad allontanarsi dai suoi genitori in questo modo così vile, in questi mesi sono peggiorate e il piccolo è andato in encandescenza di fronte a questa decisione delle Istituzioni, e ogni giorno chiede di poter tornare dalla mamma, piangendo e disperandosi in continuazione.
Motivo per il quale gli assistenti sociali hanno deciso di trasferirlo in un reparto di psichiatria, in quanto, secondo loro, il bambino soffre di un grave disturbo del comportamento e dell’umore. Il bimbo è quotidianamente sedato con un potente antipsicotico, il Risperdaol, che di sicuro avrà degli effetti negativissimi sulla sua salute.
Proprio per questo, nei giorni scorsi l’avvocato della famiglia, ha depositato il mandato affinchè venga riaperto il caso e venga fatta luce su questo terribile caso di pedofilia.

Chioggia, sesso in cambio di soldi Pensionato indagato per pedofilia


Attirava le giovani vittime nel suo appartamento di Chioggia e chiedeva loro del sesso orale in cambio di soldi e cd. Pedofilia. Per questo un pensionato della città clodiense molto conosciuto in citta, secondo La Nuova Venezia, sarebbe indagato dalla Procura. La sua abitazione sarebbe stata già perquisita dagli agenti del commissariato locale, che avrebbero iniziato a indagare dopo la denuncia di un genitore che avrebbe scoperto quando accadeva in quella casa.
Sesso a pagamento. E non è da escludere che coloro che sarebbero caduti nella trappola siano più d'uno. Su questo punto gli inquirenti hanno il sospetto che la voce si sia sparsa tra i coetanei della città. E che quindi qualcuno di loro abbia "invitato" altri amichetti (una tesi tutta da dimostrare ancora), dicendo loro che c'era la prospettiva di rimpinguare le paghette dei genitori.
Alcune vittime sarebbero state già ascoltate attraverso interrogatori protetti e avrebbero confermato gli indizi raccolti dagli investigatori. Il padre di uno dei ragazzini avrebbe anche schiaffeggiato il pensionato dopo aver scoperto che il figlio era finito nel giro a luci rosse.

Pedofilia, quattro arresti: genitori abusavano dei figli per girare video


Filmavano video pedopornografici coi propri figli da mettere in rete Deep Web, una zona ‘invisibile’ di internet. La Procura di Catania nell’ambito dell’operazione antipedofilia Tor ha disposto l’arresto di quattro persone e l’iscrizione nel registro degli indagati di altre cinque. Sono finiti in manette un romano di 41 anni al quale la polizia postale ha trovato immagini da lui stesso prodotte mentre abusava della figlia di 9 anni, e una catanese che vestita da suora in una chiesa faceva violenza sul figlio di 10 anni. Insieme a loro anche un 64enne residente a Torino e un 28enne trovato in possesso di oltre 75 mila file pedopornografici, alcune delle quali riguardavano anche una giovane di 12 anni adescata su Facebook. Fotografie in cui la ragazza era nuda e che sono state diffuse in rete.
La polizia postale e delle telecomunicazioni di Catania, coordinata dal procuratore capo Giovanni Salvi e dal sostituto Marisa Scavo, ha scoperto nella rete invisibile di internet Deep Web, un gruppo di nove persone ritenute responsabili a vario titolo di produzione, commercio, divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico. Secondo gli inquirenti, la chiesa nella quale la catanese avrebbe girato le immagini “sarebbe in Piemonte”. Dalle indagini è emerso che l’uomo arrestato a Torino sarebbe parente della donna e secondo l’accusa era lui a chiederle di “esibirsi” su richiesta di “clienti”. I cinque indagati appartenevano al gruppo ed erano in contatto con il piemontese anche sul Deep Web perchè “fortemente interessati a quel particolare tipo di materiale pedopornografico realizzato accostando in maniera sacrilega gli abusi sui minori agli oggetti religiosi”.

venerdì 24 maggio 2013

25 maggio: giornata mondiale per i bambini scomparsi


«Non dimenticate i bimbi scomparsi»
In Italia 718 casi irrisolti in soli nove mesi


Solo una minoranza di casi fa notizia. Purtroppo. Bambini inghiottiti dal nulla, e spesso mai ritrovati. Roma, come molte altre capitali, partecipa alla Giornata Internazionale dei Bambini Scomparsi, in programma mercoledì 25 maggio. Un’iniziativa lanciata nel 1983 a New York per ricordare il piccolo Ethan Patz, rapito il 25 maggio del 1979.
Quali dimensioni, quale prevenzione e quali interventi?» – ospitato nella biblioteca del Senato «Giovanni Spadolini». I dati sono allarmanti anche in Italia. Tra il primo gennaio e il 30 settembre 2010, i minori italiani o stranieri scomparsi (e mai ritrovati) sono 718, secondo i dati riferiti dal commissario straordinario per le persone scomparse, Michele Penta.

NOVEMILA SVANITI NEL NULLA  «I minori scomparsi dal ‘74 sono più di 9 mila - osserva Penta, nel corso del convegno– Di questi, oltre due terzi sono minori stranieri non accompagnati, quindi il fenomeno è connesso all’immigrazione clandestina». Il numero 11.60.00, affidato dal ministero dell’Interno a Telefono Azzurro, in due anni, ha gestito 202 casi di scomparsa. Nella maggioranza delle volte, il 54%, si è trattato di sottrazioni internazionali, mentre quelle nazionali sono state il 16%.
IL 18% FUGGE DI CASA - Il 18% dei minori scomparsi è fuggito da casa o da un istituto, per il 12% dei piccoli, la situazione è ancora da chiarire. Telefono Azzurro ha inoltre gestito 148 avvistamenti e 41 ritrovamenti. A questi casi, si aggiungono le 239 scomparse gestite dall’associazione e segnalate a Emergenza infanzia tra il 2006 e il 2011 e i 145 della linea 196196. A denunciare la scomparsa sono padri (31.3%) ed estranei (25.2%). La Polizia si occupa, ogni anno, di 3.000 piccoli scomparsi. Dati preoccupanti, all’interno di un fenomeno mondiale: negli Stai Uniti, nel 2010, i minori scomparsi sono stati 800.000, oltre 2000 al giorno.
VICINI «SENTINELLE» – Dietro la scomparsa, oltre alla fuga volontaria, spesso, si scoprono situazioni drammatiche (abusi sessuali, fisici e psicologici). «E’ importante che l’intera collettività - sottolinea Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - dalle famiglie alle istituzioni, dalle scuole alle Forze dell’Ordine, passando per i mass media e tutta la società civile, siano sempre più attenti al tema della scomparsa minorile. Fondamentale che anche in Italia vengano quanto prima recepite le linee guida europee e ci si adegui al modello dell’Amber Alert per la segnalazione dei bambini rapiti». Insomma che tutti, dagli amici ai vicini di casa, si trasformino in sentinelle della sicurezza e serenità dei bambini.
TRAGICHE STORIE - «Il dramma della scomparsa, anche solo temporanea, di un bambino - scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - e angoscia dei suoi familiari devono trovare una risposta nell’impegno sempre più attivo delle istituzioni». Hanno voluto far sentire il loro sostegno alla Giornata dedicata ai bambini scomparsi anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e quello del Senato, Renato Schifani.
«La scomparsa dei minori spesso nasconde tragiche storie di abusi e violenze – scrive Fini a Telefono Azzurro – e stride con i più elementari principi giuridici e morali di una società civile». «Si tratta di un fenomeno drammatico e angosciante che riguarda tutti noi – commenta Schifani – e impone alle istituzioni di promuovere attivamente e con decisione una sempre più piena tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti».
AMNESTY INTERNATIONAL – E nel ventennale della ratifica dell’Italia della Convenzione sui diritti dell’infanzia, il 27 maggio 2011, sono in uscita le prime tre pubblicazioni della collana i Quadernoni di Amnesty, quaderni da leggere e colorare che insegnano ai bambini i loro diritti giocando. I quadernoni, editi da Notes edizioni, tornano in libreria in un’edizione riveduta e corretta: il numero 1, «per scoprire cosa sono i diritti dei bambini», è rivolto ai bambini di 6 e 7 anni, mentre il 2 è dedicato alla «scoperta degli altri intorno a noi» e si rivolge ai piccoli di 7 e 8 anni. Il Quadernone 3 di Amnesty, «storie fantastiche e fatti reali sulle bambine e i bambini del mondo», è invece rivolto ai bambini di 9-10 anni.

domenica 19 maggio 2013

Pedofilia e Bullismo Parliamone... società in-civile nei confronti della tutela dei bambini.


Sono purtroppo a sottolineare con grande rammarico che all'incontro: Pedofilia e Bullismo Parliamone, organizzato per la data di ieri 18 Maggio 2013 presso la sede di Agire Veneto a Montegrotto Terme, non si sia presentato nessuno. questo dimostra quanto ancora ci sia da lavorare per la promozione dei diritti dell'infanzia in una società che si crede sviluppata ma che in realtà pecca ancora di molto e sulla cosa più importante, l'infanzia, quindi il nostro futuro.
Una Vita Sottile - dalla parte dei bambini si riserverà di organizzare nuovamente altri incontri. Seguite il calendario eventi per avere sempre le date aggiornate.

giovedì 16 maggio 2013

Pedofilia e Bullismo Parliamone, incontro pubblico Sabato 18 Maggio ore 15:30 a Montegrotto Terme presso la sede di Agire Veneto


Chat e foto: Due arresti per pedopornografia


Un uomo, 42enne, residente a Siracusa, contattava via chat e cellulare alcune ragazzine, alle quali proponeva proprio l’invio di alcune foto abbastanza intime e sessuali.
Proprio per questa accusa l’uomo, su cui la Polizia postale e delle comunicazioni del Trentino Alto Adige ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare dopo un’indagine partita proprio dalla segnalazione di una madre.
È stato arrestato, durante l’indagine, anche un giovane 25enne, residente a Crema (CR), che custodiva su supporti informatici un’ingente quantità di materiale pedopornografico. 

Violenza sessuale e pedopornografia, tenta approcci hot con la madre e la figlia di 11 anni: arrestato 27enne

In seguito a una denuncia-querela presentata da una donna di quarant’anni, ieri è stato arrestato un 27enne residente nella provincia di Lecce. Le accuse a suo carico sono di violenza sessuale e pornografia minorile.

Stando a quanto pervenuto dalle indagini, il 27enne , mediante violenza e minaccia, avrebbe costretto la 40enne  a subire atti sessuali all’interno della propria abitazione. L’uomo avrebbe così iniziato a toccarla, contra la sua volontà, nelle parti intime. Inoltre, al fine di portare a termine il suo intento, il 27enne si sarebbe abbassato i pantaloni. Per fortuna è stato bloccato dai militari.
Ma nono finisce qui perché l’uomo, stando a quanto reso noto, avrebbe persino tentato di avere approcci con la figlia di appena 11 anni della donna: riuscito ad ottenere il numero del suo telefonino, avrebbe iniziato a contattarla inviandole messaggi a sfondo sessuale.
Al momento sono stati sequestrati il telefono cellulare dell’arrestato, quello della minorenne e un perizoma che l’uomo avrebbe portato nell’abitazione della donna. Sequestrato anche il notebook del 27enne, in cui i militari avrebbero accertato che con quel computer sarebbero stati visitati alcuni siti porno, taluni anche a sfondo pedopornografico.

Arrestata banda di pedofili, hanno drogato e stuprato venti bambine in otto anni

La polizia britannica ha arrestato sette persone a Oxford accusate di fare parte di una banda di pedofili che in otto anni ha abusato sessualmente di una ventina di ragazzine minorenni tra cui una bambina di 11 anni. I sette uomini finiti in manette con le pesanti accuse sono due coppie di fratelli e tre complici tutti di origine straniera di età compresa tra i 27 e i 38 anni. Come racconta il quotidiano britannico The Indipendent, i sette pur avendo già precedenti per reati sessuali e droga, hanno potuto agire indisturbati per anni abusando di bambine già in difficoltà che avrebbero dovuto essere seguite dai servizi sociali, ma che con l'uso di droga e alcolici la banda di pedofili rendeva più arrendevoli. La maggior parte delle ragazzine infatti venivano drogate e ubriacate per poi essere stuprate. Come hanno ricostruito gli inquirenti gli abusi su minori da parte della banda di pedofili è durato per ben otto anni con  episodi accertati che vanno che va dal 2004 fino al 2012.