lunedì 28 febbraio 2011

Violenze su minori in un istituto, cinque arresti a Caserta


E' una struttura dedicata all'assistenza sociale della gioventù. 
Ordinanze cautelari per quattro educatori e una professoressa



MADDALONI (CASERTA) – Violenza sessuale sui minori: con questa accusa quattro educatori ed una professoressa della struttura “Il Villaggio dei Ragazzi” di Maddaloni (Caserta) sono stati arrestati. Gli educatori sono indagati per maltrattamenti su minori di età compresa tra gli 11 e i 16 anni; la docente della scuola media è indagata per abuso sessuale ai danni di due alunni di 11 anni. Il “Villaggio dei ragazzi” è un’istituzione di assistenza e beneficenza che ha lo scopo di promuovere iniziative in favore dell’infanzia.
Nell’istituto di assistenza e beneficenza che avrebbe dovuto avere lo scopo di promuovere iniziative in favore dell’infanzia, in realtà, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) avveniva ben altro: ”voluta mortificazione delle vittime”, e anche violenza sessuale.
Uno degli episodi più inquietanti tra i tanti emersi dalle indagini, spiega il procuratore Corrado Lembo, ”è quello verificatosi nel corso di una lezione presso la scuola media statale del Villaggio dei Ragazzi nel novembre del 2008, allorquando la professoressa colpita ora dall’ordinanza cautelare, con l’uso della forza fisica, aveva fatto stendere supini sul pavimento due alunni, entrambi di undici anni, e si era seduta dapprima sopra l’uno e subito dopo sopra l’altro, all’altezza dei genitali, e, quindi, aveva iniziato a prodursi in movimenti ondulatori e sussultori tipici di un rapporto sessuale”.
Gli indagati – Domenico Bellucci (56 anni), Vincenzo Crisci (30 anni), Francesco Edattico (53 anni), Gianluca Panico (33 anni) e Maria Iesu (37 anni) – sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

COSA E'IL 'VILLAGGIO RAGAZZI' DI MADDALONI


La Fondazione Villaggio dei Ragazzi - don Salvatore d'Angelo di Maddaloni, nel casertano, di cui una maestra e quattro educatori sono stati arrestati per violenze su minori, e' un ente di assistenza e di beneficenza (IPAB), riconosciuto con decreti del Presidente della Giunta Regionale Campania, nato alla fine della seconda guerra mondiale per aiutare, in quella fase storica, l'infanzia abbandonata e priva di tutto. Il suo fondatore, don Salvatore D'Angelo, morto il 30 maggio del 2000, era consigliere spirituale e amico di infanzia del senatore Giulio Andreotti, quest'ultimo ancora presidente onorario della fondazione e consigliere di amministrazione effettivo. Un anno fa, l'ex presidente del consiglio aveva ricevuto anche la cittadinanza onoraria dal comune di Maddaloni. Nel 1994 don Salvatore venne coinvolto in una inchiesta su una ipotesi di ricettazione della procura di Santa Maria Capua Vetere, ma la sua figura e' sempre stata legata alla maxi-struttura per i giovani piu' disagiati capace di ospitare oltre 500 persone e introdurre, dopo un percorso formativo, nel mondo del lavoro i giovani ospiti.

Napoli/ Violenza su minori, schiaffi e ingiurie per 5 ragazzi da educatori

Pugni, schiaffi, spintoni che in qualche caso hanno fatto cadere anche dalle scale la vittima, l'uso della cintura come strumento di punizione. Ma soprattutto ingiurie, da 'porco' ad 'handicappato', per tutti i ragazzi che dovevano tutelare e formare, e in particolare per cinque di questi, tra cui un extracomunitari. E' il quadro che viene fuori dall'indagine della Squadra Mobile di Caserta che ha accertato episodi di violenza, per una maestra anche sessuale e ai danni di due minori, fino a maggio dello scorso anno all'interno del 'Villaggio del fanciullo' di Maddaloni. "Continui e reiterati comportamenti arroganti, violenti e prevaricatori", scrive il gip Giugliana Taglialatela che ha accolto la richiesta del pm Giacomo Cilenti, nell'ordinanza di custodia cautelare emessa; il gip ritiene che per i cinque arrestati "sussistano gravi indizi di colpevolezza", suffragati dalle dichiarazioni delle stesse vittime, cui venivano inflitte "abituali sofferenze fisiche e psichiche", e contesta ad alcuni degli indagati l'aggravante di aver commesso il fatto all'interno di una istituto di istruzione e formazione. In particolare all'insegnante arrestata, che presta la sua opera nella scuola media statale del 'Villaggio', e' contestato che "con l'uso della forza fisica" ha fatto sdraiare supini due alunni 11enni sul pavimento nel corso della lezione e si e' seduta sopra di loro all'altezza dei genitali compiendo "movimenti ondulatori e sussultori" tipici di un rapporto sessuale.

Yara uccisa subito dopo la scomparsa E' giallo sul segno a X sulla schiena

Yara 2
Yara ha lottato contro il suo assassino. Il suo ultimo gesto disperato è stato quello di strappare un ciuffo d'erba e stringerlo in una mano. Dai risultati delle prime analisi sul corpo la 13enne di Brembate Sopra è stata uccisa subito dopo essere stata rapita. E' stata colpita al collo, al polso e alla schiena. In tutto sei coltellate. Accanto al cadavere la batteria del cellulare e una sim card. Rabbia dei genitori verso il questore: perché ci dicevate che era viva? I sospetti in paese: "Qualcuno non ha detto tutto. L'orco è tra di noi". Oggi l'autopsia. Sul luogo del ritrovamento fiori e biglietti

Yara uccisa da sei coltellate la sera del rapimento: "Ha tentato di difendersi"

Lunedí 28.02.2011 07:53
Yara, un mistero durato tre mesi. IL CASO
Una furia bestiale si e' accanita sulla povera Yara. Lo dicono i primi rilievi sul cadavere della ragazza effettuato all'Istituto superiore di medicina di Milano in attesa dell'autospia di oggi. Il corpo presenta infatti una ferita di arma da taglio alla gola, quattro alla schiena e una a un polso. Una violenza che secondo i primi riscontri si potrebbe spiegare con la volonta' dell'assassino di bloccare la ragazzina che cercava di difendersi, e che prima sarebbe stata colpita alla gola, poi al polso e infine ripetutamente alla schiena.


Ritrovato il corpo di Yara - Olycom
LE IMMAGINI

L'autopsia dovra' cercare di accertare anche da quanto tempo il cadavere si trovava nel punto in cui e' stato trovato. Secondo gli inquirenti, viste le condizioni, potrebbe essere stato li' fin dall'inizio, mentre secondo i volontari che hanno partecipato alle ricerche e hanno perlustrato tre volte proprio quell'area sarebbe stato impossibile non vederlo, in mezzo ad arbusti secchi alti al massimo 80 centimetri. Intanto la strada in cui e' avvenuto il ritrovamento e' stata riaperta al traffico, mentre resta transennata con una fettuccia solo la parte del campo in cui si trovava il cadavere.




Ritrovato il corpo di Yara - Olycom
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CRIMINOLOGI: MOVENTE DI NATURA SESSUALE, E' UNO DEL POSTO - Un impulso irrefrenabile, il rifiuto della piccola Yara, la rabbia e infine l'omicidio. Il Tg5 ha interpellato quattro criminologi, e tutti concordano sul movente dell'assassinio di Yara Gambirasio: e' di natura sessuale. "Eliminata la pista dell'estorsione e della vendetta, quello sessuale e' il movente piu' accreditato nelle ultime ore", ha detto Massimo Picozzi. Secondo il criminologo Vincenzo Mastronardi, si tratterebbe di un omicidio "di natura sessuale, non un semplice tentativo di approccio, ma convintamente sessuale".



LE IMMAGINI

Per il prof. Carmelo Lavorino, l'aggressore "ha perso il controllo, ha cercato di effettuare un'aggressione sessuale nei confronti della piccola, ma quando ha capito di essere andato oltre, ha temuto di essere denunciato e di perdere il rispetto e la dignita' e di vedere infangata la propria situazione sociale: cosi' e' passato all'atto distruttivo aggressivo". "E' un'aggressione premeditata volta ad avere la disponibilita' sessuale di Yara e poi a liberarsene", concorda la criminologa Roberta Bruzzone. Sulla base delle prime informazioni successive al ritrovamente del corpo della tredicenne di Brembate, i quattro criminologi hanno tracciato un profilo del possibile assassino.

"L'ipotesi piu' probabile e' che possa essere un predatore sessuale - ha detto Vincenzo Mastronardi - giovane, ma non eccessivamente, intorno ai 30 anni. Si muove agevolmente perche' abita in quella zona. Il corpo lo ha rilasciato mosso da un rigurgito di 'pietas' cristiana". La tesi del criminologo Carmelo Lavorino e' che si tratti del "classico soggetto insospettabile, di buona famiglia, con dei figli della stessa eta' della vittima e che gode della sua fiducia, proprio perche' era considerato soggetto non pericoloso e che ha potuto abbattere le difese della vittima grazie al rapporto di frequentazione, di conoscenza e di fiducia". Per Roberta Bruzzone si tratterebbe di "una persona che Yara conosceva e di cui probabilmente seppur minimamente si fidava, abbastanza da seguirlo senza particolari problematiche". "L'ipotesi - conclude Massimo Picozzi - e' che si tratti di una persona che conosceva la ragazza e che sul suo corpo aveva delle fantasie perverse oppure qualcuno di occasionale che sempre per queste fantasie ha prima adescato e poi aggredito Yara Gambirasio".


INDAGINE SU CELLULARI PRESENTI IN ZONA LA SERA DEL RAPIMENTO - Dopo quelli condotti nei mesi scorsi a Brembate e Mapello, nuovi accertamenti telefonici saranno effettuati dagli inquirenti che indagano sul rapimento e l'uccisione di Yara Gambirasio. Nei prossimi giorni saranno infatti acquisiti i dati registrati dalla cella telefonica che copre il campo di Chignolo d'Isola, dove e' stato trovato il cadavere della ragazza. Lo scopo e' quello di capire quali cellulari siano passati dalla zona del ritrovamento del corpo la sera del rapimento e nei giorni successivi (l'ipotesi investigativa e' infatti quella che il corpo, viste le condizioni in cui e' stato trovato, sia stato abbandonato a Chignolo tre mesi fa), e se uno di quelli fosse a Brembate Sopra la sera del rapimento. 

domenica 27 febbraio 2011

Yara colpita con almeno sei coltellate. Esperti: "Ha cercato di difendersi"


Yara Gambirasio è stata colpita dal suo assassino con almeno sei coltellate, alcune delle quali inferte con molta violenza. L'esame del cadavere ha evidenziato una ferita alla gola, una al polso e 4 alla schiena, una delle quali molto profonda all'altezza dei reni. L'ipotesi degli esperti è che la 13enne sia stata prima colpita al collo, poi al polso, nel tentativo di difendersi, e infine alla schiena. Il questore: "Trovati indizi importantissimi".
"Yara colpita da sei coltellate"Yara è stata colpita dal suo assassino con almeno sei coltellate, alcune delle quali inferte con molta violenza. L'esame del cadavere avrebbe evidenziato una ferita alla gola, una al polso e ben quattro alla schiena, una delle quali molto profonda all'altezza dei reni. L'ipotesi è che la ragazza sia stata prima colpita al collo, poi al polso, nel tentativo di difendersi, e infine alla schiena.
Finiti rilievi della scientificaGli esperti della scientifica hanno finito i rilievi sul luogo del ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio. Sul posto, oltre ai giornalisti, è arrivata anche una folla di curiosi, da soli o intere famiglie, che sotto la pioggia indica i luoghi del ritrovamento e discute della vicenda.
"Cadavere aveva braccia all'indietro"Il corpo di Yara Gambirasio era disteso sulla schiena con le braccia all'indietro. A riferirlo è un testimone oculare, uno dei primi arrivati sul posto, che ha potuto osservare la scena del crimine prima che tutti venissero allontanati per fare spazio agli uomini della Scientifica. La scena apparsa davanti agli occhi delle prime persone accorse sul posto è stata quella di un cadavere in avanzatissimo stato di decomposizione.
Brembate in luttoE' un paese in lutto quello che si è risvegliato il giorno dopo il ritrovamento del corpo di Yara. La tradizionale sfilata di carnevale è stata sospesa. Così come sono state rinviate le partite di calcio e
le altre manifestazioni sportive in programma. ''Nessuno ha voglia di festeggiare, è tutto un incubo - dice
la titolare di un bar vicino a via Rampinelli -, nessuno voleva credere che sarebbe finita così''.
Genitori compiono riconoscimento cadavereAll'istituto di medicina legale di Milano Mara e Fulvio Gambirasio, i genitori di Yara, hanno compiuto il riconoscimento del cadavere. La madre della ragazza è uscita sorreggendosi al marito e a un'altra persona (nella foto).
Investigatori: "Il corpo lì da tempo"Gli investigatori, nonostante le testimonianze che raccontano di non aver visto lì corpo di Yara recentemente nel campo di Chignolo d'Isola, prediligono l'ipotesi opposta, cioè che il corpo della ragazza sia rimasto in quell'angolo di campagna ai margini di una zona industriale a lungo, anche perché è stato trovato in condizioni tali che un ipotetico trasporto recente risulta difficile da immaginare.
Segni di ferite a schiena e colloLa piccola Yara è stata trovato in un campo incolto in una zona industriale. Secondo quanto riferisce il sito internet dell'Eco di Bergamo, il corpo era supino, con ambe e braccia leggermente allargate. Sul cadavere, stando ai primi esami, sarebbero state trovate delle lesioni: ferite al collo e alla schiena compatibili con un'arma da taglio. Alcuni segni sarebbero stati individuati anche su un polso, ma gli inquirenti sono molto cauti sulla natura di tali ferite. Quelli che potrebbero sembrare segni di violenza o lesioni, infatti, potrebbero essere riconducibili alla lunga permanenza del corpo in balia degli agenti atmosferici.
"Pellegrinaggio" di curiosi sul luogo del ritrovamentoGià dalle prime ore di domenica mattina è iniziato un "pellegrinaggio" di curiosi sul luogo in cui è stato trovato il corpo di Yara Gambirasio a Chignolo d'Isola. Nonostante il freddo e la leggera pioggia, c'è chi non ha rinunciato, per curiosità o per raccogliersi in un momento di preghiera, a una "visita" in località Bedeschi. Il campo in cui è stata trovata Yara è ancora transennato e le persone sono tenute a una trentina di metri di distanza per permettere agli uomini della scientifica di effettuare i rilievi.
Carnevale Viareggio dedicato a Yara
La sfilata del Carnevale di Viareggio è dedicata a Yara Gambirasio. Lo ha deciso il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini. Il secondo corso del Carnevale si svolgerà nonostante la pioggia anche se una parte dei carristi aveva chiesto che, in caso di precipitazioni, fosse rimandato.
Iniziano a trapelare i dettagli sulla fine della povera ragazzina, ritrovata ieri nelle campagne vicino casa
Yara Gambirasio e’ stata colpita dal suo assassino con almeno sei coltellate, alcune delle qualiinferte con molta violenza. E’ quanto apprende l’ANSA da fonti qualificate che stanno indagando sulla morte della tredicenne di Brembate. L’esame del cadavere avrebbe evidenziato una ferita alla gola, una al polso e ben quattro alla schiena, una delle quali molto profonda all’altezza dei reni. L’ipotesi e’ che la ragazza sia stata prima colpita al collo, poi al polso, nel tentativo di difendersi, e infine alla schiena.
BREMBATE – E’ intanto caccia all’orco a Brembate, il paese della piccola. “Sono sicuro che qualcuno non ha detto tutto, non in malafede, ma con la convinzione che parlando avrebbe intralciato il ritrovamento di Yara: ora e’ il momento che si dica tutto”. Lo ha detto Giovanni Valsecchi, responsabile della Protezione Civile di Brembate e coordinatore delle decine di volontari che per tre mesi hanno cercato la ragazzina scomparsa, ritrovata ieri sera morta. “Non e’ questa la conclusione che avremmo voluto – ha detto ancora Valsecchi – per tre mesitrovare quella ragazza e’ stato il pensiero fisso di tanti di noi, io me la sognavo anche di notte, sognavo di trovarla in mezzo al fango”. Secondo Valsecchi, con il ritrovamento della ragazzina l’incubo non e’ finito, ma comincia ancora piu’ forte. ‘Ora piu’ che mai dobbiamo stare attenti ai nostri ragazzi’, ha detto.
FACEBOOK - Sul popolare social network non sono mancate testimonianze in ricordo della giovane, ma qualcuno è andato oltre creando un gruppo scoperto e denunciato dall’associazione meter di Don Fortunato Di Noto. “La memoria della piccola Yara “e’ stata oltraggiata su Facebook, si individuino subito gli autori e si puniscano con la massima severita’”. Così ha commentato il vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia, Fabio Granata, il ‘gruppo’ su Facebook che pubblicizza il nome e il volto di Yara attraverso una finta locandina cinematografica e definendo la ragazzina Zombi. Secondo Granata si tratta di “un barbaro segnale di cinismo atroce che va represso nel modo piu’ immediato e rigoroso. Ecco l’Italia a cosa si sta riducendo: nessun rispetto neanche per la piu’ triste e atroce delle storie”

ATTENZIONE:

Se individuate in internet o sui social network gruppi o pagine che offendono la memoria della povera Yara Gambirasio segnalateli immediatamente inviando una mail con il link sospetto all'indirizzo: segnalazioni@associazionemeter.org. Visto il dilagare di questi siti, il blog "una vita sottile" e il suo indirizzo mail: unavitasottile@alice.it fungeranno da collettore per le segnalazioni, che possono essere effettuate anche cliccando sulla foto di Yara qui a fianco.

Yara, finiti i rilievi della polizia scientifica, luogo del ritrovamento invaso dai curiosi

Gli esperti della scientifica hanno finito i rilievi sul luogo del ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio. Il corpo è stato trovato a Chignolo d'Isola, nella Bergamasca, in un campo incolto della zona industriale. Sul posto, oltre ai giornalisti, è arrivata anche una folla di curiosi, da soli o intere famiglie, che sotto la pioggia indica i luoghi del ritrovamento e discute della vicenda.

Offese alla memoria di Yara Gambirasio Gruppo Facebook denunciato da Meter

L'associazione METER ha segnalato l'episodio alla polizia postale
Internet si rivela, purtroppo, anche un pericoloso veicolo di oscenità . Lo sa bene l’associazione Meter onlus, in prima linea nella lotta alla pedofilia e alla pedopornografia. I volontari guidati da don Fortunato Di Noto hanno intercettato, durante la loro attività di monitoraggio della rete, un gruppo in Facebook che riporta contenuti offensivi della memoria di Yara Gambirasio, la giovane ritrovata cadavere dopo tre mesi dalla sua scomparsa. “Yara Zombie - Anche i morti ballano”, l’ipotetico nome di un film a cui si sono ispirati i creatori della pagina, che l’associazione Meter ha immediatamente denunciato alla polizia postale di Catania e Milano.
“Ti decomporrai dalle risate” è il farneticamente slogan con cui l’evento choc è pubblicizzato dal gruppo Facebook che contava oltre 700 iscritti, fino al primo pomeriggio. Nella bacheca una sfilza di insulti dalla moltitudine di internauti che disapprovano la macabra iniziativa così descritta dai suoi ideatori: “Prossimamente, nelle migliori sale cinematografiche, la triste vicenda di Yara, la campionessa indeFESSA. La sua promettente carriera non ha fine, nonostante abbia accettato le famose caramelle dallo sconosciuto. Preparatevi ad un suo imminente ritorno, nella rivisitazione del famoso pezzo di un altro morto eccellente. Vedremo Yara interpretare la parte che fu di MJ nel video che lo rese celebre: Thriller. Con la partecipazione straordinaria di Barbara D'Urso.”

“Don Fortunato Di Noto e tutta Meter - scrivono in un comunicato - è costernata da come degli “imbecilli” possano giocare con le tristi vicende umane.” Sgomentano il gusto per il macabro e la totale mancanza di rispetto per la vita umana, che si vorrebbero far passare come arte e umorismo. Fanno pensare tutti quei volti di giovani, tra cui probabilmente anche qualche minorenne, che non hanno perso tempo per confermare, a centinaia, la propria iscrizione al gruppo. Un vuoto di idee e di valori che aggiunge altro dolore alla triste vicenda vissuta in prima persona dai familiari di Yara. Rattrista e sconforta vedere come tanti giovani trascorrano le proprie giornate davanti al computer sfruttando nel peggiore dei modi le straordinarie potenzialità del web in termini di diffusione e visibilità. Un veicolo di libertà e progresso che viene trasformato in macchina dell’orrore, del turpe, del sadico. E’ l’uso distorto di Internet che, secondo alcuni, è opera dei “Troll”, soggetti che si inseriscono on line come elementi di disturbo con messaggi provocatori, non sense, per fomentare gli animi e stimolare valanghe di insulti. L’humour del gruppo "Yara Zombie" ironizza anche sulla tragica storia di Sarah Scazzi.Tra le foto diffuse, infatti, anche un suggerimento per chi è alla ricerca di un’idea per Carnevale: travestirsi con la maschera di zio Michele Misseri. “Nella confezione sono compresi il sasso, la corda e i disegni da colorare” è scritto in un’immagine.
 
“Yara, con commozione, sarà ricordata - annuncia l‘associazione Meter -, e lo diciamo con tristezza e amarezza, nella preghiera nella prossima XV Giornata dei Bambini vittime che ogni anno è celebrata in Italia dal 25 aprile alla prima domenica di Maggio: per non dimenticare e per rilanciare l’impegno di tutti a favore dell’infanzia contro ogni forma di sfruttamento.”

Gruppo su Facebook offende Yara: siti già denunciati alla polizia postale dall'associazione METER

Un gruppo su Facebook offende Yara Gambirasio. La pagina è aperta nella categoria «Arti e Spettacolo, Umorismo» del social network. Tralasciando quando compare nella descrizione, che non merita neppure di essere citata, va segnalato che la pubblicazione è stata denunciata dalla polizia postale di Catania e Milano dall'Associazione Meter onlus, impegnata nella difesa dei diritti dei bambini, fondata da don Fortunato Di Noto.
Al momento risultano iscritte 567 persone. Ma molti, nella bacheca dei messaggi, protestano per quanto affermato. Don Fortunato Di Noto e tutta Meter, in una nota, si dicono costernati «da come degli imbecilli possano giocare con le tristi vicende umane. Yara, con commozione, sarà ricordata, e lo diciamo con tristezza e amarezza, nella preghiera nella prossima XV Giornata dei Bambini vittime che ogni anno è celebrata in Italia dal 25 aprile alla prima domenica di maggio: per non dimenticare e per rilanciare l`impegno di tutti a favore dell`infanzia contro ogni forma di sfruttamento».

Yara, scientifica ancora al lavoro, Corpo portato a Milano per l'autopsia

Sono ancora in corso i rilievi della polizia scientifica in località Bedeschi a Chignolo d'Isola, dove è statotrovato il corpo di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa da Brembate Sopra il 26 novembre scorso. Sul posto è arrivato per un breve sopralluogo anche il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, che poi si è recato a Brembate dalla famiglia Gambirasio. Intanto il corpo di Yara è stato portao a Milano per l'autopsia.
L'esame del cadavere verrà effettuato all'Istituto di medicina legale di Milano nota anatomopatologa Cristina Cattaneo. L'esperta, affiancata da un genetista, cercherà di far sulle cause del decesso e sul giallo del ritrovamento.

Nella zona infatti pochi credono che il corpo di Yara possa essere rimasto in quel campo per tre mesi senza essere notato, tantopiù visto che l'area era stata perlustrata varie volte dai volontari con i cani. Da qui le voci sull'avvistamento ieri di una macchina dalla quale sarebbe stato scaricato il corpo prima di una fuga a tutta velocità.

Gli investigatori prediligono invece l'ipotesi opposta, cioè che il corpo della ragazza sia rimasto in quell'angolo di campagna ai margini di una zona industriale a lungo, anche perché è stato trovato in condizioni tali che un ipotetico trasporto recente risulta difficile da immaginare.

Il primo a notare il corpo di Yara è stato un aeromodellista che si stava esercitando a non più 300 metri dal comando della polizia locale dell'Isola Bergamasca, che coordinava i volontari nelle ricerche della ragazza. L'area si trova nel comune di Chignolo d'Isola (Bergamo) in fondo a via Bedeschi, una larga strada alberata fiancheggiata da capannoni industriali. Per questo gli investigatori hanno subito acquisito le immagini delle telecamere di sicurezza di alcune delle aziende che sorgono intorno al luogo del ritrovamento.

Nel frattempo Brembate si è svegliato sotto shock. La tradizionale sfilata delle maschere di carnevale in programma domenica è stata annullata e casa Gambirasio è stata protetta da un cordone di sicurezza. Sabato sera il parroco del Paese, don Corinno Scotti, ha dato la triste notizia durante la messa delle 18 e domenica guiderà una veglia funebre dalla parrocchia fino al cappella di San Rocco.

Segni di ferite a schiena e colloLa piccola Yara è stata trovato in un campo incolto in una zona industriale. Secondo quanto riferisce l'Ecodibergamo.it, il corpo era supino, con ambe e braccia leggermente allargate. Sul cadavere, stando ai primi esami, sarebbero state trovate delle lesioni: ferite al collo e alla schiena compatibili con un'arma da taglio. Alcuni segni sarebbero stati individuati anche su un polso, ma gli inquirenti sono molto cauti sulla natura di tali ferite. Quelli che potrebbero sembrare segni di violenza o lesioni, infatti, potrebbero essere riconducibili alla lunga permanenza del corpo in balia degli agenti atmosferici.

"Pellegrinaggio" di curiosi sul luogo del ritrovamentoGià dalle prime ore di domenica mattina è iniziato un "pellegrinaggio" di curiosi sul luogo in cui è stato trovato il corpo di Yara Gambirasio a Chignolo d'Isola. Nonostante il freddo e la leggera pioggia, c'è chi non ha rinunciato, per curiosità o per raccogliersi in un momento di preghiera, a una "visita" in località Bedeschi. Il campo in cui è stata trovata Yara è ancora transennato e le persone sono tenute a una trentina di metri di distanza per permettere agli uomini della scientifica di effettuare i rilievi.

Yara Gambirasio, la rabbia del popolo del web


Ha lasciato tutti di sasso il ritrovamento del corpo della piccola Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa da tre mesi esatti da Bembrate di Sopra, in provincia di Bergamo, il cui corpo senza vita è stato ritrovato nel pomeriggio di ieri in una campagna incolta a circa 10 chilometri dal paese dal quale è scomparsa e nel quale viveva insieme alla sua famiglia.
Tre mesi di ricerche, di disperazione e di speranze, interrotte all’improvviso ieri, in seguito al ritrovamento del suo corpo, che ha così messo, solo in parte, la parola fine alla vicende che ha tenuto per tre lunghi mesi l’intero Paese col fiato sospeso.
La commozione, però, soprattutto tra gli utenti di Internet, ha lasciato subito spazio a sentimenti di rabbia, nei confronti dell’assassino, o dei potenziali assassini, che hanno spezzato le ali ad un angelo ancora troppo giovane.
I messaggi di indignazione su Facebook, in particolare sulla pagina dedicata alla ragazzina e che era stata adoperata come un invito a non fermare le ricerche, si sono quindi susseguiti, prendendo il sopravvento, quasi, su quelli di cordoglio e solidarietà. Vogliono l’assassino, il “maledetto” al quale augurare il peggio, morte compresa. Per lui, “solo la pena di morte”. ““In questi casi nemmeno la tortura renderebbe giustizia, che mostri schifosi, datelo a noi”, si legge ancora.
E poi, i messaggi di quanti invece pensano ai genitori e alla famiglia intera della piccola, con una proposta dal gruppo Facebook “Gruppo per ritrovare Yara”: “Accendiamo tutti una candela simbolica da pubblicare sui nostri profili. Facciamo una fiaccolata per Yara e per mostrare tutto il nostro calore alla famiglia”, condivisa subito dai numerosi utenti del web.

sabato 26 febbraio 2011

Trovato il corpo di Yara Gambirasio era in un campo a dieci km da casa

La tredicenne sparita da 3 mesi
riconosciuta per l'apparecchio
Un testimone: ho visto un'auto
sul posto che stava fuggendo

BERGAMO
Il cadavere di Yara Gambirasio è stato ritrovato in un campo in località Madone, a circa 10 chilometri dalla casa della tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso. Il cadavere è in avanzato stato di decomposizione tanto che il volto della tredicenne è totalmente irriconoscibile. A far identificare il corpo sono stati gli abiti, gli stessi che aveva il giorno in cui si sono perse le sue tracce, e "i primi sommari rilievi antropometrici", tra cui l'apparecchio per i denti.

Il cadavere è stato rinvenuto da alcuni ragazzi appassionati di aeromodellismo che si sarebbero imbattuti proprio sul corpo e hanno subito chiamato la polizia. Il corpo infatti è stato ritrovato in una località non molto distante dal centro di coordinamento delle ricerche, ed è un luogo frequentato da persone che fanno jogging o portano a spasso il cane.

Il ritrovamento è avvenuto in un punto in cui la vegetazione e l'erba raggiungono anche i due metri di altezza e il cadavere potrebbe essere rimasto lì anche da tre mesi, cioè da subito dopo la scomparsa di Yara. Un'altra ipotesi tenuta presente dagli investigatori è che il corpo possa essere stato trasportato dal vicino fiume. In questo caso sarà determinante l'autopsia per capire se il cadavere sia rimasto o meno in acqua.

Più improbabile, date le condizioni del luogo in cui è stato ritrovato, che il corpo sia stato trasportato in quel luogo recentemente. Un testimone tuttavia avrebbe visto una automobile arrivare nella zona industriale e ripartire in tutta fretta. E questo sarebbe avvenuto nel pomeriggio di oggi.

Anche Luca Aresu, un giovane di Madone che ha partecipato tra novembre e dicembre alle ricerche di Yara Gambirasio con alcuni amici alpini e che spesso ha attraversato la zona dove oggi è stato trovato il cadavere della ragazza facendo jogging, esclude che il corpo sia rimasto lì per tre mesi. "E' una zona dove sono andato spesso a correre - e che ho attraversato anche con il mio setter almeno un paio di volte. L'avremmo trovata diecimila volte. Tanta altra gente è passata di lì con i cani".

Aresu definisce "remota" anche l'ipotesi che il corpo di Yara sia stato trasportato dal torrente Dordo che scorre nella zona di campagna dove è stato trovato il cadavere. "Anche il fiume è stato battuto" aggiunge il trentenne. 

Yara è morta: trovato il cadavere in un campo a 10 km da Brembate


Forse e' stato abbandonato la sera stessa della scomparsa


MILANO, 26 FEB - E' stato trovato il cadavere di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa tre mesi da Brembate Sopra, nel Bergamasco.
Il corpo della ragazzina e' stato trovato a Ponte San Pietro, ad una decina di chilometri da Brembate, abbandonato in un campo incolto, tra l'erba alta. Il cadavere potrebbe essere stato abbandonato nel campo dove oggi e' stato trovato la stessa sera della scomparsa, il 26 novembre. (ANSA).

Facebook accusato di pedofilia attacca il Daily Mail

Sempre al centro del ciclone il social network più usato al mondo, Facebook.
Il giornale Daily Mail, che non è nuovo ad attacchi del genere nei confronti del servizio di Mark Zuckerberg, ha pubblicato lo scorso Venerdì unduro articolo cartaceo che si intitola: 'Quante sono le vittime delle sex gang a causa di Facebook?'
in uno degli articoli il Daily Mail parla di predatori del sesso su Internet che utilizzano Facebook e social network come Bebo per adescare bambini nella zona di Torbay nel Devon in UK dove sono successi circa 20 casi.
una banda di pedofili inneggia i minori a compiere atti di pedofilia e secondo il Daily Mail utilizzano Facebook per comunicare tra di loro. L'accuse di favoreggiare la pedofilia sono dure tanto da aver fatto scattare una reazione di Facebook che ha intenzione di aprire un'azione legale nei confronti del quotidiano britannico.
Facebook ha chiesto al Daily di correggere il tiro e cambiare le parole e scrivere delle scuse, cosa che non ha fatto sia sul sito che nella versione cartacea in quanto il Daily Mail ritine che le accuse fossero infondate perchè attualmente oggetto di indagini da parte degli inquirenti.
I legali e portavoci di Facebook hanno sostenuto che non è possibile affermare che il loro servizio favorisce volontariamente la pedofilia e che aspettano dal Daily Mail una chiara presa di posizione e rettifica di quanto scritto prima di cominciare una disputa legale.
Il fenomeno del child grooming è preoccupante indipendentemente da tutto e va combattuto anche offline.
Facebook ultimamente sembra 'litigare' e scontarsi con tutti e ne è un esempio la lotta sulla gestione dei contatti su dispositivi Android come il Nexus S.

giovedì 24 febbraio 2011

Filmava il marito mentre stuprava la figlia: condannata a 26 anni


SEATTLE – Aveva osservato e filmato il marito mentre stuprava la figlia di 4 anni per poi far circolare il video su Internet ad uso e consumo di altri pedofili.
Per questo, Hollie Beston, una mamma americana di Burien (Seattle), è stata condannata a 26 anni di carcere.
Il marito, Brian, che aveva fisicamente commesso la violenza, era già stato condannato all’ergastolo nel giugno scorso, per abusi e sfruttamento sessuale di minore, oltre che per pedopornografia. Entrambi i coniugi, durante il processo, si erano dichiarati colpevoli.
I Beston erano stati arrestati nell’ottobre 2009 dopo che un uomo di San Diego, condannato a 42 anni di prigione per abuso di minore, aveva parlato di loro all’Fbi. Il pedofilo californiano, Richard Hockaday, aveva raccontato di averli conosciuti su Craigslist, fingendosi una madre single che cercava altri genitori per sperimentare le proprie fantasie.
Tra Hockaday e i Beston era cominciata una lunga “corrispondenza”: la coppia di Seattle, in 3 mesi, gli aveva inviato circa 50 immagini pedopornografiche della figlia e tramite una web-cam lo aveva fatto assistere allo stupro compiuto dal padre. Hockaday aveva anche chiesto ai Beston di poter violentare a sua volta la bambina, ma pare che questo non sia avvenuto.

Botte e abusi sulla figlia minore Tunisino arrestato

L'INDAGINE. I carabinieri di Romano hanno lavorato per quasi due anni
La ragazza ha subìto ripetute violenze sessuali fin da quando aveva 9 anni. Il genitore, oltre a non lasciarla uscire, voleva che portasse il velo islamico

Zoom Foto
Un altro caso di abusi e violenze nei confronti di minori è venuto a galla nel Bassanese. Arrestato dai carabinieri l'autore delle violenze
Violentata dal padre fin da quando aveva nove anni, ha dovuto subire anche vessazioni di ogni tipo, come rimanere legata a una sedia per ore e con il volto incapucciato da un sacco dell'immondizia. È una storia agghiacciante quella scoperta dai carabinieri della stazione di Romano e dal servizio di tutela dei minori dell'Ulss 3. La delicata indagine, durata quasi due anni a causa delle reticenze della vittima a confidarsi, è sfociata con l'arresto del genitore, un immigrato tunisino di 47 anni che fino all'anno scorso ha abitato con moglie e tre figli a Romano. Destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, è accusato di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, minacce e maltrattamenti in famiglia.
Il caso è venuto alla luce dopo una fuga di casa da parte della vittima. Il 5 marzo del 2009, la giovane, all'epoca 14enne, è scappata e ha inviato un sms al genitore con questo testo: "Sono da un'amica, dimenticati di me". L'uomo si è rivolto ai carabinieri, e mentre era in caserma ha ricevuto una telefonata della figlia, durante la quale ha tentato inutilmente di farla a rincasare. Alle 23.40 la ragazza si è presentata in caserma: i militari hanno avvertito il papà, ma lei ha accettato di passare la notte solo a casa di uno zio. All'indomani mattina è ritornata in caserma, e qui ha spiegato di non poterne più dei maltrattamenti del padre.
I carabinieri hanno chiamato il servizio di tutela dei minori, e a due operatrici la quattordicenne ha ribadito le percosse subite, raccontando poi un episodio raccapricciante: una sera, per fargli troncare una storiella d'amore che la ragazza aveva con un amico, il genitore l'ha sequestrata in casa, le ha infilato un sacco di nylon in testa e l'ha legata su una sedia. La ragazza, scossa, a carabinieri e assistenti sociali ha minacciato il suicidio, circostanza che ha fatto pensare che l'adolescente avesse subito anche "attenzioni" ben più gravi, alle quali lei ha più volte alluso ma senza entrare nei dettagli. Tanto è bastato comunque perchè carabinieri e Tribunale si attivassero per farla vivere in una struttura protetta.
Frattanto, gli stessi investigatori, d'accordo con il sostituto procuratore Monica Mazza, hanno approfondito la situazione famigliare della vittima con alcune amiche di scuola, le quali hanno confermato la difficile situazione: la ragazza non poteva uscire, non poteva utilizzare il cellulare, nei fine settimana era costretta a indossare il velo islamico e hanno confermato pure che il padre la picchiava.
Dopo venti giorni, la ragazza è tornata a casa, convinta dalla mamma, ma le cose non sono andate bene e lei è tornata a vivere in un'altra struttura protetta. Nell'estate del 2009 è tornata ancora a casa, restando in contatto con le assistenti sociali, e nella primavera dell'anno scorso la famiglia si è trasferita nel Padovano.
La situazione sembrava tranquilla, ma lo scorso novembre è arrivata la svolta. Il fratello 15enne della ragazza, picchiato dal padre, è finito all'ospedale con un braccio rotto e la giovane è scappata ancora in una struttura protetta, i cui responsabili hanno avvisato carabinieri e servizio di tutela. È stato solo allora che l'ormai sedicenne si è convinta a raccontare tutto: fin da quando aveva nove anni, il padre ha abusato sessualmente di lei.
La procura ha ottenuto dal gip l'incarcerazione dell'immigrato 47enne, eseguita dai carabinieri il 20 gennaio.
In queste settimane, la sedicenne è stata sottoposta a incidente probatorio: davanti al giudice e al legale del padre ha confermato le violenze sessuali e i maltrattamenti. Il genitore rischia una condanna severa.D.M.

mercoledì 23 febbraio 2011

Abusi sulla figlia 11enne due anni al padre-orco

Ferrara, 23 febbraio 2011 - Una volta un bacio sulla bocca, in altre occasioni le avances si manifestavano con palpeggiamenti nelle parti intime. In altre ancora, durante la doccia fatta insieme, con quelle mani che, d’improvviso, si allungavano sul corpicino indifeso. Atti commessi sulla figliastra undicenne, lui che di anni ne ha 30 in più e che per gesti commessi in un recente passato su un’altra minore è già stato condannato a sette anni di reclusione. «Sono stato io — ha confessato l’imputato davanti al giudice —, sentivo delle voci nella mia testa».
Dramma. Una storia squallida, devastante finita nel chiuso dell’aula del gup Monica Bighetti che ha condannato, in abbreviato, il 41enne ferrarese a due anni di reclusione (cinque quelli richiesti dalla Procura). Gli abusi contestati sono poco meno di una decina, andati avanti dalla fine del 2007 fino ai primi mesi dell’anno successivo in un’abitazione della città.
Leggi l'articolo completo sul Carlino Ferrara in edicola oggi
tratto da: "il resto del carlino"

Gemelline scomparse: il mistero dei due bicchieri


Sono trascorse tre settimane dalla scomparsa delle due piccole gemelle, Alessia e Livia, di sei anni, e dal suicidio del padre, Matthias Schepp. Ancora nessuna traccia.
La madre, Irina Lucidi, non trova pace e non riesce a chiudere occhio se non in compagnia dei due pupazzetti di peluche delle figlie. Il procuratore della Repubblica di Foggia - Vincenzo Russo - ritiene che le bambine non siano mai giunte in Italia, opinione sostenuta dal fatto che le segnalazioni e le testimonianze non sono ancora state confermate da alcun elemento certo.
Intanto balza all'attenzione degli inquirenti un nuovo elemento che porta gli investigatori verso quella che già la stampa francese considera la soluzione più tragica e tuttavia più probabile: che Alessia e Livia siano state avvelenate dal padre, ma c'è di più: è possibile che siano state avvelenate nella stessa abitazione del padre, e questo sospetto deriva da due elementi.
Primo: dall'appartamento di Matthias Schepp mancano due valigie, modello da barca, utilizzate per le gite in barca appunto, che lo stesso Schepp compiva di frequente, e che non sono state ritrovate né nell'auto abbandonata a Cerignola prima del suicidio, e che potrebbero state usate per nascondere i corpi. Secondo: il ritrovamento di due bicchieri, sul tavolo della cucina, sempre in casa Schepp, che sono stati utilizzati probabilmente dalle due gemelle e al momento al vaglio della Scientifica per rilevare eventuali tracce di sostanze venefiche. In caso positivo, sarebbe una traccia fondamentale che porta all'avvelenamento e alla conclusione che il triste destino delle gemelle si sia concluso in Svizzera.

Giallo di Avetrana, arrestati fratello e il nipote di Misseri


Incredibile colpo di scena nell’indagine sulla morte di Sarah Scazzi; gli inquirenti hanno arrestato il fratello ed il nipote di Michele Misseri con l’accusa di concorso in soppressione di cadavere.
Dopo aver incriminato Michele Misseri per omicidio in correità con la figlia Sabrina, gli investigatori in questi mesi avrebbero trovato le prove di ulteriori complicità da parte della famiglia Misseri e indagando sottotraccia sarebbero arrivati a Carmine e Cosimo Cosma, che verranno ora interrogati dagli inquirenti.
Le mogli dei due arrestati si sono presentate in caserma questa mattina, forse per rispondere alle domande

dei pubblici ministeri e non è escluso che si possa assistere ad altre rivelazioni da parte della famiglia che assomiglia sempre di più ad un clan.
Per oggi comunque sono attese le dichiarazioni delle parti in causa che chiariranno le proprie posizioni sulla vicenda che ricordiamo mostra ancora dei lati non risolti e che potrebbero non portare a sentenze di colpevolezza.
Aggiornamento: I due arrestati, Carmine Misseri e Cosimo Cosma, sarebbero stati incastrati da due telefonate avute con Michele Misseri e che avrebbero deciso l’arresto odierno.