mercoledì 29 agosto 2012

server unavitasottile.org

Abbiamo iniziato da poche ore lo smantellamento del vecchio server e la costruzione del nuovo. Si stima che il tutto sarà di nuovo attivo entro il giorno 4 Settembre, nel frattempo ricordo che potete continuare a comunicare con noi attraverso l'indirizzo mail: unavitasottile@alice.it

lunedì 27 agosto 2012

trasferimento su nuovo server

Stiamo trasferendo il sito su un nuovo server, più potente e con maggiori funzionalità, ci potranno essere prossimamente dei malfunzionamenti e dei disservizi. A giorni risolveremo tutti i problemi. Le segnalazioni possono essere inviate all'indirizzo mail: unavitasottile@alice.it

venerdì 24 agosto 2012

Esteri: “Troppi bambini cristiani vittime di violenza”: appello al governo e all’Onu

Lahore (Agenzia Fides) – “Le notizie, in continuo aumento, di violenze nei confronti di bambini cristiani sono davvero incresciose, inquietanti. Per i cristiani sembra che vivere in Pakistan sia sempre più difficile. Sono tante le bambine cristiane rapite, violentate e convertite a forza all’islam e perfino uccise come nel caso di Amaria Masih, la ‘Maria Goretti pakistana’. Vi sono bambini rapiti e uccisi per loschi traffici, come il caso recente di Sunil Masih o quello di Shazia Bashir. Ora i bambini sono anche accusati di blasfemia, come Rimsha Masih. Se si colpiscono i bambini, si è davvero giunti a un limite intollerabile di prevaricazione e disumanità”: è quanto dichiara all’Agenzia Fides il domenicano p. James Channan, OP, Direttore del “Peace Center” di Lahore, fortemente impegnato per il dialogo interreligioso. 
Dopo il caso di Rimsha, il Direttore, per anni alla guida della Commissione per il Dialogo della Conferenza Episcopale del Pakistan, riporta l’attenzione sulla legge della blasfemia: “Questa legge controversa, per cui tanto sangue è stato versato in Pakistan, continua a essere strumento per perseguitare cristiani, indù, ma anche fedeli musulmani. E’ una legge ingiusta e ambigua. Noi cristiani chiediamo da tempo di abrogarla, o di modificarla per ridurre gli abusi a cui si presta. E in questa battaglia sono accanto a noi molte organizzazioni per i diritti umani create da cittadini musulmani”.
I cristiani in Pakistan lanciano un appello: “Richiamiamo con forza il governo ad assumersi le sue responsabilità, a garantire il rispetto della dignità umana e dei diritti basilari a tutti i cittadini, qualsiasi credo professino. Ritengo sia necessaria anche la sensibilizzazione internazionale: chiediamo quindi una missione speciale dell’Osservatore Speciale Onu per la libertà religiosa”. 

Padova: adescava minori sui social network, un arresto

Avrebbe adescato ragazzini conquistando la loro amicizia usando anche dei social network, per poi costringerli a compiere atti sessuali che sarebbero stati ricompensati con piccole somme di denaro o regali, come una ricarica telefonica. Questa l'accusa che ha portato all'arresto di Paolo Segato, 52 anni, facchino, da parte dei carabinieri di Albignarego (Padova) in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Padova, Paola Cameran. Segato è accusato di atti sessuali con minorenni, di prostituzione minorile, di detenzione di materiale pedo-pornografico. 

Le indagini condotte dai carabinieri avrebbero accertato che l'uomo, dal luglio del 2009 all'aprile scorso, avrebbe adescato diversi minori, tra i 13 e i 15 anni, riuscendo con l'astuzia a conquistare la loro amicizia per costringerli poi a compiere atti di natura sessuale. 

Nel corso di una perquisizione nell'abitazione dell'indagato è stato trovato del materiale pornografico e una sorta di "libro-cassa" su cui l'uomo annotava i tipi di prestazione sessuale e il denaro consegnato in cambio. In alcuni casi ci sarebbe l'indicazione, al posto del denaro, di regali. I carabinieri sono riusciti a concretizzare le accuse nei confronti dell'indagato anche attraverso la creazione - su autorizzazione del Pm titolare dell'indagine - di un finto profilo su Facebook, uno degli strumenti usati dal Segato per prendere contatto con le sue giovani vittime. (ANSA).

Adescava ragazzine online, arrestato 33enne

Ha adescato in chat una cinquantina di ragazzine fra i 13 e i 15 anni in tutta Italia spacciandosi per loro coetaneo, molte ne ha convinte a mandargli foto e video in atteggiamenti provocanti, minacciandole, in caso di rifiuto, di infettare i loro computer. La denuncia di una madre ha consentito alla Polizia Postale di arrestare un 33enne incensurato del Teramano per produzione e detenzione di materiale pedopornografico ed estorsione ai danni di minorenni. Nei suoi computer sono stati trovati video girati con webcam, 800 foto e 70 indirizzi mail. (ANSA).

Adescava giovani sul web, preso pedofilo di 70anni


Si era registrato suFacebook con il proprio nome e cognome, ma per la foto di profilo aveva scelto quella di un ragazzino. Così un anziano 70enne, diVillanova di Guidonia, adescava le sue giovani “prede” sul famoso social network, facendosi passare per un loro coetaneo.
A scoprirlo sono stati gli investigatori del posto di Polizia di Guidonia, diretti dal Dottor Alfredo Luzi, i quali, al termine dell’indagine hanno denunciato all’autorità giudiziaria il pedofilo.
L’inchiesta, da parte delle forze dell’ordine, è stata avviata, grazie alla segnalazione anonima di un genitore, il quale, a fine luglio, aveva rinvenuto una memory card, in possesso della figlia 11enne, con sopra salvato del materiale pornografico. Il padre, dopo aver tranquillizzato la bambina, ha tentato di farsi raccontare dettagliatamente in quale modo fosse entrata in possesso di quei files; una volta scoperto della conoscenza in rete con l’uomo, il genitore ha riferito il tutto alla squadra Anticrimine di Guidonia, che ha tempestivamente avviato le indagini.
Dalle ricostruzioni, fatte dai militari, è emerso che l’uomo aveva molti contattivirtuali con altrettanti giovani, da cui acquisiva il materiale pornografico, lo registrava su delle memory card e poi, successivamente, lo diffondeva peradescare sessualmente altri minorenni.
Dopo la prima segnalazione, ne sono arrivate tante altre da genitori disperati, i quali riferivano degli adescamenti a discapito dei propri figli, da parte dello stesso uomo.
Pertanto, dopo aver individuato il 70enne, ieri, la Polizia di Guidonia, coordinati dal dirigente Lusi, si sono recati presso l’abitazione del sospetto, in località Villanova di Guidonia.
Durante il controllo, resosi conto di essere stato ormai scoperto, l’anziano ha deciso di collaborare, consegnando spontaneamente tutto il materiale informatico che deteneva all’interno della propria abitazione, anche, a suo dire per “purificarsi” dai sensi di colpa che lo stavano angosciando.
Al termine degli accertamenti il pedofilo è stato denunciato in stato di libertàper possesso di materiale pedopornografico; è stato anche chiesto, all’autorità giudiziaria, un provvedimento restrittivo in materia di reati di pedofilia minorile.

mercoledì 15 agosto 2012

la foto della donna che a Venezia ha torturato e violentato insieme al figlio una 13enne


Jasar Nermin

Ecco il volto della donna che a Venezia, ha torturato e stuprato insieme al figlio 17enne, una ragazzina macedone di 13 anni, acquistata dai genitori per darla in sposa al figlio alcolizzato e già conosciuto alle forze dell'ordine per reati minori.

Venezia: 13enne venduta per 3 mila euro, stuprata, torturata e segregata


Sono stata venduta, stuprata, torturata con un filo elettrico e segregata. Inizia così il racconto della 13enne venduta per 3mila euro in Macedonia dalla propria famiglia ad un'altra del suo paese, ma residente a Venezia, come promessa sposa per il loro figlio 17enne. 

Arrivata in Italia assieme alla futura suocera, la 13enne ha tentato di ribellarsi, subendo però violenza sessuale completa da parte del ragazzo con l’aiuto della madre che, immobilizzava la giovane ed incitava il figlio a compiere il suo 'dovere'. 

Per aver tentato di scappare da quel destino che non le apparteneva la 13enne è stata segregata in casa, picchiata giornalmente e punita con un filo elettrico. La ragazza, infatti, veniva immersa nella vasca da bagno e il filo elettrico serviva a darle scosse che le hanno procurato delle bruciature alle gambe. Per fortuna l’incubo è finito. Adesso resta il racconto di un incubo finito al quale, però, bisogna rendere giustizia. 

Lei, intanto, è stata messa sotto protezione dalla squadra mobile di Venezia, che ha arrestato il promesso sposo 17enne e la futura suocera. Le indagini erano iniziate il 2 agosto, quando gli agenti avevano trovato una ragazzina con il volto tumefatto. La giovane è stata portata in ospedale dove i medici hanno riscontrato diversi traumi e bruciature sulle gambe e hanno disposto il ricovero con una prognosi di circa un mese. 

Sulla base degli accertamenti svolti la polizia ha dapprima sottoposto a fermo di polizia giudiziaria il 17enne macedone e poi ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti della madre del giovane. 

Questa nel frattempo era fuggita, nascondendosi a Napoli, dove è stata rintracciata con il sostegno della 'mobile' partenopea. Madre e figlio sono accusati di violenza sessuale aggravata ai danni di minore, maltrattamenti e lesioni aggravate.

Palpeggia bimba di 8 anni per strada, arrestato

LONGOBUCCO (COSENZA), 15 AGO - E' stato visto mentre, per strada, durante una festa, palpeggiava una bambina. Per questo un pensionato di 73 anni e' stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri. Il fatto e' accaduto a Longobucco, nel cosentino. Alcuni passanti hanno visto l'atteggiamento dell'uomo ed hanno avvertito i militari. La bambina, straniera, affidata temporaneamente ad amici dei genitori, e' stata visitata dai medici che non hanno riscontrato segni di violenze. (ANSA).

martedì 14 agosto 2012

Venezia: venduta come sposa, torturata e violentata a 13 anni


13enne venduta e torturata
Ancora un caso di violenza sui minori: anche questa volta non si è consumato in uno sperduto paese del Terzo Mondo ma in Italia, per la precisione a Venezia. Se si pensava che la vendita di esseri umani facesse parte di un periodo storico ormai dimenticato, c’è ancora chi scambia la propria figlia, cedendola a un’altra famiglia per 3.000 euro. In questo caso, una giovanissima 13enne macedone è stata spedita in Italia per andare in sposa a un 17enne originario di un paese vicino al suo ma residente nel Veneto. Quello che già di per sé è una violenza atroce per una giovane donna, essere venduta come carne da macello, tutto è diventata poi una prigione ancora più terribile di quello che si poteva aspettare.

Arrivata in Italia infatti è stata vittima di violenza sessuale da parte del futuro sposo 17enne, costretto dalla madre a “fare il proprio dovere“. La ragazzina era infatti immobilizzata dalla “suocera” durante le torture, che non si limitavano agli atti sessuali: bruciature con fili elettrici, botte e sevizie erano la triste quotidianità di questa ragazzina, che ha trovato in Italia il suo inferno personale. La giovane però è riuscita a ribellarsi, scappando e chiedendo aiuto, con il volto tumefatto nei pressi di Marghera, in provincia di Venezia, dove alcuni cittadini hanno segnalato agli agenti gli evidenti segni di maltrattamento sul corpo della ragazzina. Dopo essere stata portata in ospedale e aver scoperto lo stato terribile in cui versava, la 13enne è stata ricoverata con una prognosi di circa un mese.
Dopo gli accertamenti del caso da parte della polizia, è scattato il fermo della polizia giudiziaria per il giovane 17enne, seguito poi dal fermo della madre. La donna era già fuggita a Napoli, per scappare ai provvedimenti nei suoi confronti da parte delle autorità competenti, ma, grazie alla collaborazione della polizia partenopea, è stata rintracciata e fermata. Le accuse a loro carico sono di violenza sessuale aggravata ai danni di minore, maltrattamenti e lesioni aggravate.

Meter, gli orchi non vanno in vacanza, segnalati 112 profili Facebook

Non c'e' vacanza per i pedofili, sempre attivi e pronti a tendere trappole. Oggi l'Osservatorio Mondiale contro la pedofilia dell'Associazione Meter Onlus con i collaboratori argentini ha segnalato alla polizia postale e delle comunicazioni di Catania e alla Procura distrettuale per i provvedimenti urgenti del caso n. 112 fra gruppi e profili sospetti pedofili a contenuto pedopornografico e come mezzo di adescamento presenti su Facebook. Non mancano, segnala Meter in una nota, profili di "sexting" dove adolescenti attirano i sex offender con la presenza di immagini hard realizzate con webcam e chat. Un fenomeno in aumento: esporre se stessi per farsi guardare, al semplice costo di una ricarica telefonica: e' questa la nuova forma di prostituzione minorile online. Nello specifico sono stati segnalati: 33 Gruppi; 8 sospetti traffici di prostituzione minorile; 57 profili di sospetti pedofili, in questi profili specificatamente si chiedono contatti con altri pedofili, ricerca di bambine disponibili, si divulga materiale pedopornografico, si chiedono contatti per appuntamenti e scambio di minori. Con particolare evidenza, sottolinea Meter, e' presente una pagina riferita alla divulgazione di materiale pedopornografico con ''protagonisti'' di eta' tra i 13 e 17 anni. Le stesse ''bambine'' si auto fotografavano in atteggiamenti sessuali espliciti. Solo in quel gruppo circa 200 minori si sono coinvolte in questo drammatico fenomeno definito sexting. "Non mancano i profili di bambini -conclude la nota- che per semplice gioco o per ostentazione dell'immagine di se' rivelano intimi particolari".

lunedì 13 agosto 2012

Abusi sessuali su minori: arrestato autista di scuolabus


MOZZANICA — Terza terribile vicenda di pedofilia che riguarda la Bergamasca nel giro di pochi mesi. Un meccanico di 51 anni, residente a Mozzanica e autista dello scuolabus di un Comune della Cremasca, è stato arrestato sabato scorso dalla polizia per abusi sessuali su minore.
L’uomo è stato scoperto grazie al racconto di una bambina di 11 anni che ha rivelato al padre le attenzioni morbose dell’uomo. Da qui è scattata la denuncia e le indagini che hanno portato all’arresto.
Ora gli inquirenti vogliono capire se nella vicenda siano coinvolte altre bambine che prendevano lo scuolabus.
Il 51enne si trova agli arresti nel carcere di Cremona, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
L’uomo vive a Mozzanica con moglie e due figli grandi. E’ accusato di aver abusato sessualmente, per oltre un anno e fino al dicembre scorso, di una bambina di 11 anni.
Gli agenti del commissariato, durante la conferenza stampa hanno detto di avere a sostegno delle indagini “materiale probatorio interessante”, senza fornire ulteriori dettagli.

Twitter usato dai pedofili per scovare vittime o scambiare materiale illecito


Pedofilia.jpg
Da una ricerca del Sunday Mirror si è scoperto che su Twitter la pedofilia trova terreno fertile: i pedofili sul social network cinguettante cercano vittime o scambiano materiale con altri depravati. In venti minuti ne sono stati trovati 20 e in due ore 200.
E' una notizia di cui non vorremmo venire a conoscenza quella pubblicata dal Sunday Mirror che ha deciso di controllare l'eventuale presenza di pedofili su Twitter con un'indagine. I tweet agghiaccianti trovati hanno spinto chi conduceva la ricerca a informare la polizia, che è subito intervenuta arrestando due utenti del social network.
Il Sergente Simon Gilles ha ringraziato pubblicamente il Sunday Mirror, settimanale britannico nelle edicole la domenica e legato al Daily Mirror, per aver contribuito nella lotta alla pedofilia. Anche Twitter stesso ha preso provvedimenti, chiudendo 36 account legati a questo mondo: alcuni profili utilizzano addirittura username che richiamano la pedofilia o immagini di bambini o ragazzi nudi. Questa triste scoperta rafforza ancora di più la tesi secondo cui Internet è uno strumento inadatto ai minori non accompagnati nella navigazione dai genitori.
Sono diversi infatti i minorenni che sono iscritti al social network da 140 caratteri, vista l'abbondanza di vip tra gli utenti, e questo ha innescato l'interesse di elementi pericolosi. Il criminologo William-Thomas, che ha portato avanti la ricerca del Mirror, ha affermato cheTwitter deve prendere contromisure per evitare che il fenomeno abbia possibilità di proliferare e ha aggiunto che è cinque anni indietro rispetto a Facebook sotto il punto di vista del monitoraggio dei post. Inoltre, chiudere un profilo non è sufficiente per impedire l'apertura di uno nuovo.
Per svolgere l'indagine, William-Thomas ha creato un account su Twitter inserendo alcune parole che richiamassero l'argomento peodiflia: in poco tempo questo fake è entrato in contatto con diversi altri utenti che hanno raccontato le loro perversioni o richieste, che vi risparmio. Del Harvey, direttore della sicurezza di Twitter, ha dichiarato che il problema della pedofilia è un argomento molto importante e che sta molto a cuore dell'azienda: vedremo in futuro se e come il servizio di microblogging agirà per fermare questi personaggi.

Foto di bambini torturati e uccisi sul computer di due torinesi


Blitz della polizia: scoperti
archivi con migliaia di file
MASSIMO NUMA
TORINO
Gli insospettabili della porta accanto. Il primo ha 32 anni, è un tecnico, moglie e due figli. Due i precedenti specifici nel suo passato: un tentativo di violenza ai danni di un’adolescente, figlia di un amico, con relativa condanna a due anni, e un processo in corso, per detenzione di materiale pedo-pornografico. Il secondo, incensurato, ne ha 51, è un libero professionista, pure lui moglie e due figli. Arrestati dal pm Alessandro Sutera Sardo per i loro spaventosi archivi digitali pedo-pornografici. Di più. Tra le immagini acquisite dai detective della polizia postale di Torino anche foto di bimbi che fanno parte della loro cerchia familiare, scambiate con altri soggetti dediti a questo squallido e macabro scambio. Macabro perché, nelle migliaia e migliaia di
files, alcuni riproducevano sequenze di torture, orribili violenze sessuali e persino pestaggi la cui conclusione inevitabile è la morte. Le vittime sono bimbi di pochi mesi, di cinque o sei anni. Poi stupri di gruppo, con protagonisti bambini che purtroppo è molto difficile identificare. I film sono girati nei paesi dove la tutela dei minori è pari a zero: alcune regioni dell’Est Europa, dell’Asia, ma da qualche tempo i set - forse - sono anche in Italia. Lo si deduce da alcuni particolari degli arredamenti, dagli scorci di paesaggio che si intravedono nelle case dei mostri, nei tratti antropometrici dei violentatori e nei loro vestiti. Dettagli in apparenza senza importanza ma utilissimi per tentare di localizzare almeno le zone geografiche dove operano i pedofili.

Cinquant’anni
L’uomo, che abita con la famiglia in una villetta della cintura, quando la polizia - all’alba di alcuni giorni fa - ha bussato alla sua porta, tutt’altro che stupito, ha mormorato poche parole e infine ammesso tutto: «So perché siete qui». Da dieci anni quest’uomo colleziona e scambia snuff-film, video amatoriali in vendita a prezzi elevati sul web (anche 500, 1000 euro e oltre), che riproducono vere sessioni di tortura e spesso, anche, gli ultimi istanti di vita di vittime sconosciute. L’uomo aveva in archivio una ventina di gigabyte di materiale illegale, frutto di un’intensa e continua ricerca sulla rete.

Nei pc del tecnico, invece, (finito in carcere il 20 aprile scorso) oltre trentamila clip pedo-pornografiche, quindicimila filmati e altrettante fotografie. Protagonisti di quei file erano bambini, anche neonati. Violentati e sadicamente torturati da adulti, spesso, persino a volto scoperto.

Il finto amico
Smascherato da un poliziotto sotto copertura, che per un anno ha finto di essere un pedofilo alla ricerca di materiale di un certo tipo, di foto e filmati per i quali si pagano anche somme rilevanti di denaro. L’agente è riuscito finalmente a ottenere la fiducia dei pedofili, ha chiesto e ottenuto di far parte di un circolo ristrettissimo di utenti che, attraverso un software che usa un linguaggio criptato, scaricano foto e video pedo-pornografici su chat rigorosamente segrete, che si appoggiano su server internazionali in Paesi dove non vige alcun controllo o contatti con i sistemi di sicurezza occidentali. E non solo: anche video e immagini di bambini sottoposti a torture di ogni tipo.

Le indagini non sono ancora concluse, la procura vuole identificare gli altri insospettabili che utilizzavano le chat dei pedofili. Il cinquantenne usava tecniche sofisticate, segno di una profonda conoscenza sull’uso dei pc e su come navigare, in modo anonimo, sul web. Il poliziotto sotto copertura che lo ha seguito per mesi ha individuato, con infinita pazienza, i suoi numerosi nickname con cui cercava di nascondersi.

Le manette
Il loro arresto ha gettato nella disperazione le famiglie. Mogli inconsapevoli della sconvolgente doppia vita dei mariti, persi nel labirinto dei loro incubi, di un’ossessione implacabile. Il tecnico lo avevano trovato ancora davanti alla tastiera, impegnato in una scambio. L’altro, nella villetta, aveva trasformato un locale, sempre chiuso a chiave, nell’archivio dell’orrore.

Fonte La Stampa

venerdì 10 agosto 2012

Il padre la picchia con violenza perché non vuole portare il velo


Modena: violenta aggressione davanti a un supermarket ai danni di una ragazza. 18 anni, non voleva neppure sposare l'uomo scelto per lei. Ha una prognosi di 21 giorni. Era già stata allontanata dalla famiglia. La solidarietà del ministro per l'Integrazione Riccardi: "Le tradizioni non possono essere imposte con la violenza"


Calci, pugni, ginocchiate al volto. Una ragazza di 18 anni, di origine marocchina, è stata brutalmente picchiata dal padre, incontrato casualmente in un centro commerciale di Modena. La giovane non voleva portare il velo ma soprattutto non voleva sposare l'uomo che avevano scelto per lei.

La ragazza era già stata allontanata dalla famiglia quando era minorenne, per volere dei servizi sociali, ed era stata ospitata in una comunità nel modenese. Raggiunta la maggiore età, ha lasciato la struttura, cercando ospitalità da amici. Fino all'altra sera, quando ha incontrato il padre che l'ha aggredita davanti ai clienti del supermercato, procurandole una prognosi di 21 giorni.

Solo l'intervento dei passanti ha salvato la ragazza dalla furia del padre. E' stata accompagnata all'ospedale di Baggiovara dove è stata medicata e ha raccontato ai medici del velo. Come riportano le Gazzette di Modena e Reggio, adesso indagano sia la polizia  - a Modena - sia i carabinieri a Brescello, nel reggiano, dove vive la famiglia della ragazza. E' scattata immediatamente la denuncia alle forze dell'ordine per lesioni aggravate.

La solidarietà del ministro Riccardi. "Esprimo la mia più totale solidarietà alla giovane marocchina picchiata dal padre nel modenese perché si era opposta al velo e al matrimonio combinato" ha affermato in una nota il ministro dell'Integrazione Andrea Riccardi, che ha aggiunto: "Le tradizioni sono importanti, ma non possono mai essere imposte in violazione della legge italiana e, tanto meno, con la violenza. La giustizia farà il proprio corso, ma anche la politica deve fare di più. Bisogna ribadire che il rispetto delle regole e dei diritti inviolabili della persona sono la precondizione necessaria per l'integrazione". Riccardi ha concluso: "Voglio rivolgere un pensiero particolare a quelle donne immigrate che sono ancora vittime di soprusi e maltrattamenti, in casa e fuori di casa".

Le reazioni. "Non ci possono essere comprensioni o compromessi di fronte alla violenza di un padre contro la propria figlia, e non si può accampare a giustificazione alcuna tradizione pseudoreligiosa". Lo afferma l'europarlamentare Debora Serracchiani (Pd). L'ultimo grave fatto di cronaca, in un centro commerciale a Modena, ferisce non solo la giovane che lo ha subito, ma offende anche i valori fondanti della nostra società. E' un fatto che va oltre alla violenza, e la aggrava motivandola con precetti religiosi e culturali che sono totalmente incompatibili con i principi della nostra carta costituzionale". Lo ha affermato il Vicepresidente dei Deputati del Pdl, Isabella Bertolini, Presidente dell'Associazione Valori e Libertà, annunciando la presentazione di una interrogazione parlamentare.

1.300 foto di bimbi nudi al mare, arrestato 53enne


Scattava le immagini negli stabilimenti balneari

L'uomo aveva portato in uno studio fotografico il supporto informatico per far fare sviluppo e copie. Il titolare dell'attività ha informato la polizia. L'arresto in flagranza al ritiro del materiale
Pedopornografia su Internet (Fotogramma Stefano De Grandis)
Pedopornografia su Internet 
Ascoli, 10 agosto 2012 - Arrestato ieri sera in flagranza di reato un pedofilo a San Benedetto del Tronto dalla Polizia postale, in collaborazione con personale del Commissariato di San Benedetto del Tronto: S.L. (53 anni) è stato trovato in possesso di un supporto informatico con circa 1.300 foto autoprodotte, ritraenti bambini e bambine riprese in stabilimenti balneari.
In particolare S.L. aveva portato in uno studio fotografico di San Benedetto del Tronto il supporto informaticochiedendo lo sviluppo di diverse copie di fotografie. Il titolare dello studio, visto il contenuto, ha avvisato la polizia che ha acquisito il supporto informatico e chiesto ausilio alla Postale di Ascoli Piceno.
Al momento del ritiro delle foto l'uomo è stato fermato ed arrestato in flagranza per produzione di ingente materiale pedopornografico. Nel corso della perquisizione domiciliare veniva rinvenuto e sequestrato numeroso materiale informatico.

Infanzia - Violenza sui bambini e assistenti sociali assenti


La violenza sui bambini sta spesso sulle prime pagine dei giornali ed è sempre in mostra nella cronaca nera.
Sia che provochi rabbia e sconcerto, sia che lasci perplessi, stancamente disgustati, ci fa porre sempre la domanda: "Si poteva evitare? Si poteva intervenire prima?"
La questione riguarda tutti noi: i figli senza una protezione familiare diretta sono sotto la tutela della comunità, in pratica sotto la responsabilità di tutti, almeno dal punto di vista etico e morale.
Non possiamo limitarci a delegare alle istituzioni, allo Stato, questo compito: siamo tutti chiamati a dar sollievo al dolore di queste creature innocenti.
Non voglio invitare a denunciare tutti i padri e le madri che sgridano i propri figli per qualche monelleria, neppure a chiamare i carabinieri per i capricci del bambino della porta accanto.
Le sevizie sono una faccenda seria: non bisogna confonderle con gli strilli di qualche marmocchio non maltrattato, ma unicamente troppo viziato.
Non abbassare la guardia significa non solo esprimere disgusto e disprezzo per i violenti, ma badare di più alle reali condizioni di degrado, compreso quelle psichiatriche: dovremmo intervenire di più sugli adulti, sui potenziali carnefici, che spesso sono persone che soffrono in solitudine.
Si può pretendere lo stanziamento di più risorse, non solo economiche, a favore di centri di ascolto, di aiuto alle famiglie in difficoltà: esistono, grazie a Dio, persone che operano in silenzio, senza fine di lucro, e fanno molto senza ricevere un grazie.
Tutti gli operatori, nonostante la loro buona volontà, avranno sempre difficoltà a rompere il muro di mutismo, di autentica omertà che si instaura nelle famiglie malate: è risaputo che "i panni sporchi si lavano meglio in famiglia".
Comunque è sbagliato ritenere che unicamente nel degrado economico e sociale certi orrori possono capitare.
In alcuni gruppi sociali, ceto medio e medio alto, nell'apparente normalità, può avvenire, certamente raramente, che la perversione, la brutalità mettano le radici: in questi casi riconoscere i sintomi che qualcosa non funziona diventa quasi impossibile.
C'è anche il concetto malsano di onore della famiglia, dell'onorabilità dei suoi componenti, che impedisce di penetrare dentro fatti sgradevoli, "indecorosi", da "plebei".
In questa situazione, (è incredibile) i figli dei ricchi sono discriminati rispetto a quelli dei poveri, che hanno almeno la possibilità di essere difesi da qualche ligia e attenta assistente sociale.

Il pensionato che adescava i minori al parco

E’ accusato di violenza sessuale aggravata un pensionato di 57 anni del Bresciano che adescava minori in parco giochi per poi attirarli nella sua abitazione e compiere molestie. Il presunto pedofilo catturava l’attenzione e la fiducia dei ragazzi grazie a lusinghe e regali.
IL SOSPETTO DELL’INSEGNANTE – Ad incastrarlo, ora, è il racconto delle sue vittime. Ne parla il quotidiano Brescia Oggi in un articolo a firma di Franco Mondini:
L’intuito di un’insegnante di una scuola media prima e le indagini condotte dai carabinieri poi, sono riusciti a fare breccia nel muro di omertà cementato da vergogna e pudore. E alla fine alcuni dei ragazzini vittime delle attenzioni di un pensionato hanno raccontato i particolari degli adescamenti al parco e dei successivi torbidi incontri consumati a casa del 57enne in cambio di piccoli regali o dell’opportunità di vedere dei videopornografici. La squallida vienda, che ha portato all’arresto del pensionato, è avvenuta in un paese della Bassa. A farla emergere con delicatezza e grande umanità i carabinieri di Calcinato e Desenzano. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il 57enne agiva con un copione consolidato. Per carpire la fiducia degli adolescenti gli offriva da bere, piccole somme di denaro e sigarette. Poi, conquistata la fiducia, invitava le vittime a casa sua per guardare insieme dei film hard. «Una storiaccia» l’ha definita il comandante dei carabinieri di Desenzano Fabrizio Massimi, che ha ribadito l’importanza della segnalazione dalla scuola.
GIOCHI EROTICI – Il pensionato riusciva ad appartarsi con gli adolescenti nella sua casa. I ragazzi sarebbero stati vittima di giochi erotici. Continua Mondini su Brescia Oggi:
Tutto è cominciato ad aprile in modo casuale. Un insegnante ha assistito ad un alterco tra due studenti. Da una frase pesante, a sfondo sessuale, ha intuito che uno dei ragazzi subiva le attenzioni sessuali di un adulto. A quel punto il docente ha informato i carabinieri di Calcinato, che con i colleghi di Desenzano hanno cominciato a indagare coinvolgendo subito i genitori delle presunte vittime e un pool di psicologi. A piccoli tasselli, il sordido mosaico è stato ricomposto. «Sono una decina i ragazzi coinvolti, sei quelli che hanno ammesso di aver accettato in cambio di denaro di andare a casa del pensionato» ha spiegato Massimi. Durante gli accertamenti è emerso un altro particolare scabroso: col passaparola fra i ragazzini che frequentavano i due parchi per giocare a pallone, le fila delle potenziali vittimesi era allargata a dismisura tanto che, talvolta, il 57enne si appartava in casa con tre o quattro adolescenti. In quegli incontri, stando alle testimonianze dei ragazzi che hanno accettato di parlare, si sarebbero svolti esclusivamente del petting, strofinamenti e giochi erotici.
AUTOEROTISMO E FILM HARD – I minori molestati hanno oggi un’età compresa tra i 14 e i 16 anni. Alcuni hanno raccontato di essere stati costretti dall’orco ad assistere ad atti di autoerotismo:
Il 10 luglio la conclusione dell’indagine. I carabinieri di Desenzano hanno arrestato il presunto pedofilo al termine dell’inchiesta coordinata dal pm Leonardo Lesti. Il gip Enrico Ceravone ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per «violenza sessuale aggravata continuata». All’indagato sono stati concessi i domiciliari. Gli episodi di pedofilia che vengono contestati al pensionato riguardano ragazzi nati tra gli anni 1996 e 1998. Le vittime hanno ammesso in caserma, con un comprensibile imbarazzo, di essere stati avvicinati dall’uomo mentre giocavano a pallone nel parco e di averlo seguito nella sua abitazione. In cambio di modeste somme di denaro sarebbero stati costretti ad assistere ad atti di autoerotismo dell’uomo, mentre in tivù scorrevano le immagini dei film hard. I carabinieri e la magistratura sospettano però che, in alcuni casi, ci siano stati anche abusi sessuali.