sabato 22 febbraio 2014

Violentata per 16 ore da quattro uomini mentre un rottweiler faceva guardia


La giovane rumena, 16 anni, ha poi fatto arrestare il suo aguzzino, un 30 enne tunisino, che si sarebbe già macchiato in passato di episodi simili. La polizia indaga su altri tre membri del branco
Il fatto risale allo scorso novembre, e sembra che non sia stato un episodio isolato. Una ragazzina di 16 anni sarebbe stata violentata a turno per 16 ore da quattro uomini in una casa del centro storico di Ferrara, mentre un rottweiler faceva la guardia. La vittima è una giovane prostituta romena che con la sua denuncia è riuscita a far arrestare un 30 enne, capo della branco di aguzzini, tutti di nazionalità tunisina, e far venire alla luce violenze e abusi subite dalle ragazze di strada. L’uomo, con precedenti per droga, secondo ipotesi investigative era diventato un vero e proprio incubo per le giovani prostitute della zona. Due di loro, romene, secondo le denunce raccolte, erano state violentate dall’uomo e sempre in gruppo. Ora il 30 enne tunisino è in carcere accusato di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona.
Ci sarebbe infatti un’altra prostituta sempre rumena, che ha raccontato di essere stata violentata lo scorso settembre dall’uomo, che l’avrebbe anche derubata di cellulare e borsetta. La giovane afferma di essere riuscita a fuggire da una finestra dell’appartamento in cui era stata costretta a subire gli abusi, dopo che il nordafricano l’aveva avvicinata per strada per un rapporto sessuale. Adesso è caccia agli altri 3 carnefici, connazionali del tunisino. Il Comune di Ferrara intende costituirsi parte civile al processo, fornendo alla giovane rumena tutta l’assistenza legale di cui ha bisogno. La prima ragazza sarebbe stata invece violentata in via Aguiari dalla mezzanotte fino alle quattro del pomeriggio del giorno dopo e controllata dal grosso cane che le avrebbe impedito di scappare.

venerdì 21 febbraio 2014

Operazione "Sleeping dogs" contro la pedopornografia: 10 arresti


Quindici persone responsabili di divulgazione e produzione di materiale pedopornografico che, navigando su reti sommerse del deep web, erano certi di rimanere anonimi ed invisibili; dieci gli arresti, tutti a carico di italiani. Tre i minori, tra i 5 e i 10 anni, identificati e vittime di abusi sessuali. E' questo il bilancio dell'operazione della polizia postale, denominata "Sleeping dogs", che per la prima volta entra nel misterioso mondo delle reti alternative, le cosiddette reti darknet, dove gli indagati si ritenevano al sicuro nello scambio di materiale pedopornografico.
Antonio Apruzzese, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, spiega i risultati raggiunti: "Ha prodotto risultati soprattutto in termini di collaudo di sistemi e di metodi investigativi, sia sul piano di connessioni con altri paesi, sia per utilizzazioni di nuovi strumenti tecnologici".
Le indagini, grazie agli agenti del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia on-line, sono avvenute in collaborazione con l'Fbi. Che giudica fondamentale la collaborazione Italia-Usa. Jason Fickett, responsabile dell'ufficio dei federali in Italia. "E' molto importante la collaborazione tra Stati Uniti e Italia nella lotta alla pedopornografia. Negli anni abbiamo sviluppato tecniche sempre più sofisticate per individuare i colpevoli. I risultati sono stati buoni e continuiamo a lavorare in questa direzione".

film su web in anonimato Prima operazione in Italia di 'darknet', abusi anche su minori

Scambio di filmati pedopornografici autoprodotti sul 'deep web',il web che non lascia tracce. 10 pedofili (tra i 24 e 65 anni, residenti al Nord e al Centro) sono stati arrestati dalla Polizia postale nella prima operazione in Italia di 'darknet', lo spazio in cui si può navigare in anonimato.Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Roma che ha istituito un pool di tre magistrati specializzati con la collaborazione dell'Fbi. In tre casi sono stati compiuti anche abusi sui minori.

Professore aveva rapporti con due minorenni: una storia di pedofilia, ricatti e disagio sociale

Da Modica (Ragusa) arriva una storia drammatica di pedofilia, ricatti e disagio giovanile. Il protagonista assoluto della storia è un professore, ormai in pensione, che da anni intratteneva rapporti sessuali con due bambini rumeni. In tutta questa storia c'è la complicità del padre dei due bambini, un uomo di 44 anni, che ha in pratica venduto i suoi figli in cambio di soldi.

Questa storia andava ormai avanti da anni e l'anziano professore era finito per passare da carnefice a vittima, ricattato dal padre dei ragazzini ogni qualvolta ritardava nei pagamenti. Oltre a dare soldi liquidi, l'ottantenne faceva ricariche telefoniche, aveva comprato pc e aveva perfinopromesso l'acquisto di una macchina, tutto in cambio di rapporti sessuali con i due minorenni.

L'acquisto dell'auto ormai era divenuto il cruccio del padre dei due rumeni, ma l'anziano pensionato aveva ormai esaurito le risorse economiche finendo sul lastrico, dopo aver venduto uno serie di beni immobili proprio per far fronte ai ricatti dell'uomo che minacciava di andare alla Polizia e denunciare il professore per pedofilia.

Le indagini di Polizia sono scattate a settembre su segnalazione anonima e sono continuate con appostamenti e intercettazioni. Ieri l'uomo è stato colto in flagrante mentre, davanti ad una scuola, era intento a intrattenere un rapporto sessuale con uno dei fratellini. Il professore è stato arrestato, e anche per la sua età avanzata si trova adesso agli arresti domiciliari; il padre dei ragazzini è stato arrestato con l'accusa di estorsione, stessa accusa per i minorenni che, in assenza della madre, sono stati portati in una casa famiglia. Alla fine a rimetterci sono sempre i bambini.

Per un italiano su tre è accettabile il sesso tra adulti e adolescenti


I rapporti sessuali tra adulti e adolescenti sono accettabili per il 38% degli italiani, siano esse virtuali o fisiche. Lo rivela una ricerca Ipsos di Save the Children. Il 28% degli adulti tra i 45 e i 65 anni ha tra i propri contatti giovani che non conosce personalmente; oltre 1 su 3 vuole trovare in rete un rapporto di affetto o di amore. Per quasi 1 italiano su 10 l’iniziativa parte dai ragazzi. Alla vigilia del Safer Internet Day, l’organizzazione fotografa per la prima volta la percezione degli adulti sulle relazioni che intrattengono con minori e sul comportamento di questi ultimi, nonché sul ruolo di internet come strumento di incontro a sfondo sessuale.
Tra gli over 45, sono molti coloro che si affacciano alla rete per colmare un importante vuoto relazionale e affettivo della vita reale: il 37% degli italiani infatti afferma di utilizzare il web, e soprattutto i social network, per conoscere persone disponibili a fare amicizia o a intrattenere un rapporto di affetto o amore. L’81% degli italiani pensa che le interazioni sessuali tra adulti e adolescenti siano diffuse e trovino in internet il principale strumento per iniziare e sviluppare la relazione, che può portare nell’incontro fisico.
“Nella nostra esperienza di lavoro sul campo coi ragazzi, veniamo spesso a conoscenza di tentativi di relazione da parte di un adulto con un minore – commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children -. Non ci aspettavamo un grado di tolleranza così alto dei rapporti da parte l’opinione pubblica che, a nostro avviso, prelude a un’accettazione di una deresponsabilizzazione e di un disimpegno degli adulti rispetto al loro ruolo nei confronti degli adolescenti” . Il 49% degli intervistati attribuisce agli adulti la responsabilità dell’iniziativa di contatto nell’interazione con un adolescente, ma secondo il 41% anche gli adolescenti hanno una parte attiva nell’iniziativa del contatto (per il 33% condividono questa responsabilità con gli adulti, mentre per quasi 1 italiano su 10, sono i ragazzi i principali responsabili).
I ragazzi di oggi sono considerati infatti dagli italiani più disinvolti nell’approccio con gli adulti (48%) e sessualmente più precoci (61%), ma comunque impreparati nel gestire una relazione sessuale con una persona matura (36%). Per contro, per 1 intervistato su 100, la relazione sessuale con un adulto potrebbe addirittura essere formativa per il minore. La consapevolezza e la parziale accettazione delle relazioni di natura sessuale tra adulti e minori, tuttavia, non esclude il giudizio sugli adulti che intraprendono relazioni di natura sessuale con adolescenti, ritenuti irresponsabili dal 51% degli intervistati o emotivamente immaturi (34%).
Il 48% degli intervistati, infatti, pensa che gli adolescenti abbiamo comportamenti più disinibiti con gli adulti, il 49% ritiene che abbiano esperienze sessuali più precoci, ben il 59% che raggiungano prima la maturità sessuale ma non quella emotiva, il 56% che abbiano meno pudore. Circa 1 intervistato su 5, per contro, ritiene che gli adolescenti siano comunque più maturi di un tempo sotto tutti i profili (22%), e che siano maggiormente in grado di gestire le proprie relazioni interpersonali (17%).

giovedì 20 febbraio 2014

Bambina di 4 anni massacrata da un gruppo di 15 bulli

jersey lou perry
Le hanno massacrato il viso senza tener conto che fosse una bimba di 4 anni che non aveva fatto nulla. Circa 15 teppisti adolescenti l’hanno picchiata con un mattone mentre era seduta sul seggiolino della sua auto. Un 17enne, trattenuto tutta la notte dalla polizia, è stato arrestato. La piccola Jersey-Lou Perry ha il naso e due denti rotti e durante l’aggressione è stata scaraventata fuori dalla macchina.
Tutto questo è successo perchè il padre della bambina ha chiesto a un gruppo di bulli di smetterla di tirare pallonate alle automobili. “Non avrei mai creduto che qualcuno potesse fare del male a una bambina così piccola – ha raccontato il padre della bambina, il 23enne Kyle Perry, distrutto dal dolore – come si può colpire con un mattone una creatura innocente, avrebbero potuto ucciderla”. Gli adolescenti hanno prima lanciato il mattone contro l’auto, facendo entrare anche pezzi del finestrino dell’auto nelle guance della bambina, e poi hanno continuato a colpirla.
Finchè non verrà visitata da uno specialista, la prossima settimana, non sarà possibile capire se la piccola subirà danni a lungo termine. Alla mamma di Jersey-Lou, la 22enne Laura Mussel, da poco separata dal compagno, si è spezzato il cuore quando le ha visto il viso in quello stato. “Se fossi la madre di uno di quei vigliacchi sarei piombata nella vergogna e avrei già trascinato con la forza mio figlio dalla polizia”, ha commentato la donna.

venerdì 7 febbraio 2014

Pedofilia, Ferrara: molestie a bimbo, chiesto giudizio per prete

Dopo due anni di indagini la procura di Ferrara ha chiesto il rinvio a giudizio per un sacerdote 60enne, di Ferrara, con l'accusa di molestie sessuali su un bambino che all'epoca dei fatti aveva 4 anni. Del procedimento, da fissare davanti al gup, è stato informato anche il vescovo Luigi Negri. Ad accusare il prete è il padre del bimbo che il sacerdote aveva accolto in casa sua. Ma per la difesa del sacerdote, il prete sarebbe stato ricattato, minacciato e perseguitato dal padre.

Pedofilia, Onu: “Vaticano ha permesso gli abusi dei preti”. La Chiesa: “Interferenza”

La commissione ONU ha posto una serie di domande al Vaticano e ha chiesto una serie di documenti, che però non sono stati forniti. Al tempo stesso, fino ad oggi la Santa Sede ha sempre rifiutato il dialogo con vittime ed associazioni omettendo anche qualunque tipo di supporto alle vittime, ha anzi continuato a demonizzarle e screditarle, aumentando così la loro agonia.

Al momento il Vaticano non è ne affidabile, ne credibile cioè non è in grado di fornire nessuna procedura che garantisca la tutela dei minori affidati al clero. La documentazione che emerge fino ad oggi prova che il Vaticano, al di la delle dichiarazioni ha continuato sistematicamente a insabbiare crimini, proteggere i criminali pedofili e tutelare l’immagine della chiesa. Per questo motivo, più che legittimo l’ONU è arrivato a ragionevoli conclusioni.

L’opinione di Francesco Zanardi, sulle lamentele di don Fortunato Di Noto per il taglio di fondi alla sua associazione.


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Don Fortunato Di Noto in una intervista di pochi giorni fa, lamenta il taglio dei fondi da parte della Regione Sicilia (63.000€) alla sua associazione, METER che da anni combatte la pedofilia online. Anche le la CEI, Conferenza Episcopale Italiana ha chiuso i rubinetti dal 2013 e Di Noto puntualizza anche che una delle sedi ha già dovuto chiudere e l’altra rischia la stessa sorte.
Leggendo le dichiarazioni ho creduto indispensabile puntualizzate alcune cose.
Il problema principale che emergerebbe dal titolo sono i “Tagli all’associazione Meter” non dimenticando naturalmente di vantare anche il risultato “Ha denunciato 57 mila siti pedopornografici”.
Caro don Di Noto, come ho detto, non che non apprezzi la tutela dei bambini, ma come in altre occasioni le ho detto, trovo ambiguo il fatto che un sacerdote, che come ha contestato pochi giorni fa al Vaticano anche l’ONU, fa parte di una istituzione che non solo ha altissime percentuali di criminali pedofili al suo interno, ma che non sta facendo nulla da sempre per contrastare il problema, cerchi a suon di decine di migliaia di euro i siti pedopornografici, quando in realtà questo lavoro è già ampliamente wsvolto dalla Polizia Postale e dalla Guardia di Finanza.
E’ anche corretto aggiungere, che non serve chissà quale esperto, ma una persona che sta un’ora al giorno davanti ad un computer trova parecchio, e basta poco per scoprire anche che questo genere di commercio online arriva da provider residenti in paesi dove non vi sono norme precise in materia e dove anche la Polizia Postale ha difficoltà ad intervenire.
A mio avviso, sarebbe più utile e semplice più facilità, cercare i pedofili all’interno dell’istituzione ecclesiastica, sarebbe certo anche più economico e – mi permetta – anche più alla sua portata, in quanto la chiesa certamente si sentirebbe tutelata dalla discrezione di un uomo di chiesa. Tutto questo comprendendo l’obbligo di denuncia dei casi alle autorità civili.
Purtroppo non mi risulta che fino ad ora abbia mai denunciato un collega alla magistratura. In quanto esperto, come lo sono io, sa bene che nella chiesa il primo mastodontico problema è la pedofilia, il secondo è la potenzialità quando il pedofilo è un prete, in quanto i sacerdoti sono a contatto quotidianamente con milioni di bambini, il terzo è l’omertà, quella che da sempre impedisce che questi criminali non solo vengano assicurati alla giustizia, ma che vengano anche messi in condizione di non continuare a fare danni.
Io non sono un uomo di chiesa, ma se lo fossi, vorrei il bene della mia chiesa, l’onorabilità della stessa, mi muoverei anche, forse principalmente, per garantire pulizia all’interno dell’istituzione che offre di combatterla. In questo modo invece, qualche malizioso potrebbe pensare quasi ad uno specchietto per le allodole, utile soltanto a spostare altrove l’attenzione.
Spero non me ne abbia a male ma mi sentivo di esprimere quello che è il mio personale pensiero don Fortunato, non intendo screditare l’indiscutibile lavoro che lei ha fatto, peraltro fino ad ora ben retribuito.
Tengo a puntualizzare che in Italia ci sono associazioni che sono nate e stanno crescendo, senza dubbi a fatica, ma senza aver mai ricevuto un solo centesimo. Associazioni che fanno un enorme lavoro e che 63mila euro non li hanno mai visti da quando sono nate.
tratto da: Rete L'abuso