domenica 30 agosto 2015

Stop alla "rete" della pedofilia

Il sito www.unavitasottile.org raccoglie le segnalazioni di qualsiasi cittadino che voglia contribuire ad evitare abusi su bambini: dietro le foto del mondo virtuale infatti ci sono sempre piccole vittime reali. Pertanto chiunque si imbatta per caso, navigando in rete, in siti o immagini pedo-pornografiche, può compilare il modulo di segnalazione pubblicato sul nostro sito aiutando così i più piccoli.
Il personale dell'associazione, autorizzato e preparato, raccoglierà le denunce che, dopo la verifica, saranno inviate alla polizia postale che avvierà le indagini necessarie per individuare gli autori del sito e rimuovere eventualmente il materiale dalla rete.
Pornografia minorile fenomeno in aumento
La pornografia minorile è un crimine in continuo aumento che rientra nell'abuso sessuale ai danni di minori e nello sfruttamento sessuale dei bambini a scopo commerciale. Violenze che hanno ripercussioni enormi a livello fisico, psicologico e sociale sulle vittime. Il fenomeno è in aumento e secondo i dati Eurispes:
  • 70 mila siti pedo-pornografici
  • 12 milioni di immagini che girano sulla Rete
  • 2.5 milioni i bambini coinvolti con un età che varia dai 10 giorni ai 12 anni
  • 25 milioni i minori che ogni giorno navigano in rete.
  • Il 70 per cento delle molestie avviene nelle cosiddette "chat room".
Il giro d'affari legato alla pedo-pornografia on line è altissimo:
  • Solo in Italia fa registrare un fatturato annuo di oltre 11 miliardi di euro.
  • Un sito pedofilo può guadagnare fino a 90 mila euro al giorno.
  • Il prezzo delle fotografie varia dai 30 ai 100 dollari mentre i video hard costano dai 250 ai 300 dollari.
Dopo la legge 269 del 1998 in Italia sono state sequestrate oltre 100mila immagini di pornografia infantile e circa cento persone sono state arrestate.

mercoledì 26 agosto 2015

Pedofilia, usava WhatsApp per inviare foto porno a un bambino: arrestato

Ancora un caso di pedofilia mimetizzata nelle maglie della Rete: l’ennesimo. L’uomo – un cinquantunenne della Valdichiana – agiva indisturbato tramite WhatsApp, attraverso cui inviava foto pedopornografiche a un bambino di 10 anni. Individuato, è stato arrestato dai carabinieri per istigazione a pratiche di pedofilia e pedo-pornografia, pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico.

Pedofilia on line

Le indagini hanno preso il via da quando i sospetti dei genitori della piccola vittima attenzionata dal cinquantunenne toscano hanno comiciato ad avere inquietanti riscontri: i carabinieri di Camucia di Cortona (Arezzo), infatti, sono stati allertati dal papà e dalla mamma di un bambino romano i quali, poco prima, avevano visto che sul telefono cellulare del figlio, tramite l’applicazione WhatsApp, erano state inviate da un’utenza sconosciuta alcune foto chiaramente pedo-pornografiche. Gli accertamenti effettuati sul numero dal quale erano partiti i messaggi hanno permesso di risalire in tempi brevissimi all’identità dell’intestatario, l’orco di turno, individuato il quale come mittente dei messaggi a sfondo pedopornografico, le indagini hanno subìto una svolta immediata.

Le indagini, la svolta

Quindi, con una perquisizione nell’abitazione dell’uomo, i carabinieri hanno trovato la conferma ai loro già nutriti sospetti: tra i riscontri effettuati, il rinvemimento di alcuni telefoni cellulari, nella cui memoria erano conservate immagini a sfondo sessuale, tra le quali anche quelle inviate al minore dal quale è partita l’indagine. Il cinquantunenne è stato quindi arrestato e trasferito nel carcere di Arezzo. Attualmente, le indagini in corso sul caso riguardano l’accertamento sulle modalità attraverso le quali l’uomo, un insospettabile impiegato, individuava i bambini da contattare.

Stato di allerta: Nikol Balzan 12anni


Nikol Balzan 12anni

Scomparsa Lunedì 24 intorno alle ore 26 dal quartiere S. Pio X di Rovigo

Ore di ansia nel quartiere San Pio X: da lunedì pomeriggio non si hanno più notizie di una bambina di 12 anni. Il sospetto è che si sia allontanata con un 19enne "che però si finge suo coetaneo"

Sono ore di ansia nel quartiere San Pio X per la scomparsa di una bambina di 12 anni, Nikol Balzan, uscita di casa lunedì pomeriggio per raggiungere le sue amiche al parco Pampanini. "La bambina indossava una maglia nera con teschio argentato e pantaloni neri".
Alcuni testimoni hanno riferito di averla vista allontanarsi in compagnia di un 19enne residente a Granzette, Nicholas Bellini. Il giovane aveva iniziato da qualche settimana a frequentare il parco "spacciandosi per un 13enne", probabilmente per cercare di fare amicizia con la bambina.
I genitori lunedì sera non vedendola ritornare a casa, dopo averla cercata da parenti e amici, si sono rivolti alla polizia per denunciarne la scomparsa. La notizia della scomparsa è stata diffusa su Facebook dalla cugina che ha chiesto la condivisone dell’appello postato, con tanto di foto, per aiutare le ricerche.

lunedì 3 agosto 2015

Il numero 333-9079391 va in pensione - sempre garantiti i servizi di emergenza


A neppure due mesi dal potenziamento delle linee di telefonia mobile, ora anche lo storico numero telefonico dell'associazione Una Vita Sottile - dalla parte dei bambini, va in pensione. A sostituirlo nei prossimi giorni sarà un nuovo numero, che dotato di più servizi e con costi ridotti, garantirà agli operatori una maggiore presenza e reperibilità sul territorio nazionale. Una decisione urgente che il consiglio direttivo ha dovuto prendere a seguito del distacco forzato del numero, eseguito dalla compagnia telefonica. Nell'attesa del nuovo numero di segreteria che coprirà il primo contatto con gli operatori, l'associazione ha messo a disposizione il numero pubblico del Gruppo ETAV - Ente per la Tutela delle Vittime degli Abusi 380-6805608. Sono garantiti i servizi di emergenza

Adesca ragazzini in chat: imprenditore arrestato per pedofilia


Dieci o venti euro, una maglietta in regalo. E’ così che un imprenditore bresciano di 57 anniavrebbe comprato le prestazioni di alcuni ragazzini di 16 e 17 anni. L’uomo è accusato di prostituzione minorile. Secondo l’accusa l’uomo avvicinava i ragazzi su chat come Facebook. Gli appuntamenti avvenivano nei parcheggi di alcuni centri commerciali di Brescia e sul Garda.
I ragazzi sono tutti compagni di scuola, l’indagine è partita dalla segnalazione di una mamma, insospettita dal comportamento del figlio. L’uomo si è difeso dicendo che i ragazzi erano consenzienti.

Insegnante arrestato per pedofilia


Con la scusa di fareripetizioni filmava le studentesse nelle parti intime ma è stato colto in flagranza e arrestato dai carabinieri di Poggibonsi. Si tratta di un impiegato di 42 anni, incensurato, che si recava a domicilio delle vittime e grazie a una mini videocamera riprendeva le studentesse ignare.
La testimonianza di una giovanissima studentessa è stata determinante per far scattare l'arresto. La ragazza ha infatti notato alcune anomalie nel comportamento del "professore" e con i genitori si è rivolta ai carabinieri di Poggibonsi dove ha denunciato alcuni atteggiamenti ambigui e le strane richieste dell'uomo come quella di apprezzare il fatto che la ragazzina usasse minigonne e sandali e di come, poi, durante le ripetizioni, l’uomo cercasse sempre delle posizioni che gli consentissero di avere una visuale libera e diretta sulle zone intime.
Poco meno di 12 ore dopo la denuncia l’uomo è stato colto in flagranza di reato: è stato trovato con in mano una telecamera puntata sulle gambe della sua studentessa. L’immediata perquisizione scattata nell’abitazione dell’uomo ha permesso di recuperare centinaia di dvd e decine di hard disk pieni di video e foto.
Tutto il materiale sequestrato ora è al vaglio per accertarne l’esatto contenuto anche se, per stessaammissione dell’arrestato, si tratta di files pedopornografici e feticisti. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato sottoposto al regime di detenzione domiciliare, in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria.

Anziano pagava ragazzini di 13 anni per fare sesso con loro


Ragazzini di 13-14 anni, che pagava in cambio di rapporti sessuali. Sono durate due anni le indagini che hanno portato la squadra mobile della Polizia a scoprire le responsabilità di un uomo, in là con l’età che era riuscito ad avere rapporti con alcuni ragazzini, dietro i pagamento di piccole somme di denaro.
Le indagini erano partite alla fine del 2013, quando un ragazzo, ormai maggiorenne aveva presentato querela contro un uomo, in età avanzata, perché, quando aveva 13-14 anni, dietro il pagamento di piccole somme di denaro o di qualche denaro, aveva avuto con lui ripetuti rapporti sessuali.
Nel corso delle indagini è emerso che anche il suo fratello minore era stato oggetto di attenzioni a sfondo sessuale da parte dell’uomo che, in una circostanza, avrebbe anche  scattato delle foto alle parti intime del più grande dei due fratelli, dopo avergli mostrato del materiale dal contenuto pornografico (poi sequestrato nel corso della perquisizione a casa dell’uomo). Durante le indagini è emerso che anche altri ragazzini, ormai adulti, tutti grossetani, erano stati oggetto dello stesso tipo di attenzioni da parte dell’uomo.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, competente per materia in merito al reato di induzione alla prostituzione minorile, ha emesso avviso di conclusione delle indagini preliminari, che è stato notificato dalla Squadra Mobile all’indagato. Le accuse per lui sono di induzione alla prostituzione minorile, atti sessuali con minorenni e detenzione di materiale pornografico con minori.

Armi, droga, pedofilia: scoperto un mercato nel “Deep Web”


Un mercato fantasma nascosto nelle pieghe oscure di internet, il regno dell’illegalità dove oltre 14mila persone hanno cercato e ottenuto armi, droga, documenti falsi, migliaia di file pedopornografici: l’ha trovato la Polizia al termine di un’indagine durata 2 anni e che ha consentito, per la prima volta in Italia e la seconda al mondo, di sequestrare migliaia di wallet, vale a dire portafogli, di moneta virtuale. E l’indagine è tutt’altro che conclusa: ci sono oltre 170mila transazioni economiche che vanno analizzate, per individuare chi in quel mercato è entrato e ha fatto acquisti. 

L’operazione che ha portato alla scoperta del “market place” è stata svolta in collaborazione con Europol nasce due anni fa quando gli investigatori della Polizia Postale erano alla ricerca di una “porta” per entrare in una comunità di pedofili che si scambiava file su internet. Quella porta, alla fine, l’hanno trovata in un sito che si chiamava “Free net service” e sul quale venivano organizzati viaggi per i turisti del sesso con i bambini. Una volta dentro, però, gli investigatori sono arrivati fino ad un vero e proprio “market place”, una piazza del mercato in cui si vendeva e si acquistava di tutto. 

«Da tempo cercavano un sito di e-commerce illegale dove si vendeva di tutto, droga, armi, kit di hackeraggio, codici per la clonazione delle carte di credito, passaporti e documenti falsi e, ovviamente, si scambiavano migliaia di file pedopornografici - ha spiegato il capo della polizia postale, Roberto Di Legami - e alla fine abbiamo trovato questo mercato fantasma nel deep web. Un vero e proprio punto d’incontro tra domanda e offerta dove ogni cosa veniva venduta e comprata in maniera del tutto anonima». Per arrivarci, i poliziotti hanno lavorato «al 100% sotto copertura»: significa che si sono spacciati per finti acquirenti o venditori, conquistando la fiducia degli altri utenti che frequentavano il mercato e riuscendo così ad individuare ogni sorta di illegalità che si svolgeva in quel luogo virtuale. 

Ma non solo: gli uomini della polizia postale hanno anche individuato e denunciato il gestore del mercato, un italiano che in casa aveva ben 12 hidden server, ognuno dei quali garantiva il completo anonimato agli utenti e serviva per uno specifico ambito: passaporti, truffe documenti falsi. Nel corso della perquisizione, inoltre, sono stati sequestrati 11 mila portafogli di cryptomoneta o bitcoin, ognuno dei quali vale circa 253 euro: era il denaro con cui sono state effettuate le oltre 170mila transazioni scoperte nel mercato. È la seconda volta che accade nel mondo: la prima era stata un anno fa nel corso di un’operazione del Fbi negli Stati Uniti. 

«Questa è un’indagine modello - ha sottolineato il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino - che segna da un lato l’impegno della Dda su nuove frontiere investigative fino ad oggi inesplorate e dall’altro un eccezionale livello di professionalità raggiunto dagli investigatori. per la prima volta in Italia è stata svelata una di quelle cose di cui tanti parlano ma pochissimi hanno visto. E quasi nessuno ne conosceva la dimensione. Un mondo parallelo ad internet dove le reti darknet rappresentano una vera e propria comunità criminale, con gerarchie e regole chiare». Entrare in questa comunità che aveva 14mila iscritti, aggiunge il procuratore, «è stato il primo grande risultato investigativo. e una volta penetrati è stato possibile ricostruire regole e scambi che avvengono in questo mondo». Che andrà ancora esplorato. «Per noi - ha confermato Prestipino - questo è un punto di partenza e non certo di arrivo. In un terreno di sabbie mobili rappresenta un punto dove abbiamo potuto poggiare un piede e muovere dei passi». «Abbiamo scoperchiato un vaso di pandora - sottolineano gli investigatori - ed ora dovremmo proseguire le indagini per bloccare ulteriori illeciti.