mercoledì 24 aprile 2013

Pornografia minorile, Facebook apre i server e invia al gup le conversazioni


La magistratura milanese è riuscita per la prima volta ad accedere agli archivi centrali di Facebook, in California, per approfondire le indagini su un presunto pedofilo di Bolzanoche adescava le sue vittime proprio sulla piattaforma di Zuckerberg.
Gianluca Mascherpa, cinquant'enne allenatore di pallavolo femminile, era già stato condananto lo scorso 20 Marzo a 11 anni e 4 mesi di carcere per le accuse di pornografia minorile e violenza sessuale: Mascherpa adescava le sue vittime (alcune anche minori di 14 anni) su Facebook utilizzando un nickname falso e chiedendo loro di spogliarsi e di compiere atti sessuali davanti alla webcam.
La condanna non ha però soddisfatto il gup milanese Andrea Salemme che, convinto che alcune vittime del pedofilo non fossero ancora state scoperte, ha inoltrato una rogatoria attraverso l'ambasciata USA di Roma e, grazie all'intervento dell'FBI, è riuscito ad entrare in possesso di una serie di file criptati inviati su alcuni cd direttamente dagli archivi di Facebook.
I file contengono le conversazioni del pedofilo con le sue vittime mentre le foto sarebbero state cancellate dallo stesso Mascherpa prima dell'inizio delle indagini. Grazie alla collaborazione dell'FBI e di Facebook, quindi, si potrà fare totale chiarezza sull'attività del condannato. 
E' la prima volta che Facebook apre i suoi server centrali: quest'indagine potrebbe essere il preludio ad una collaborazione tra Facebook e le forze dell'ordine per smascherare i numerosi pedofili che ricercano vittime sul social network.

martedì 23 aprile 2013

Ciao Laura, ciao piccolo angelo


Ciao piccolo angelo, abbraccia tutti i bambini
che dal paradiso vegliano e proteggono tutti noi.

Ritrovato senza vita il corpo di Laura Winkler 13 anni


Si sono concluse nel peggiore dei modi le ricerche di Laura Winkler, la ragazza di 13 anni di Brunico scomparsa domenica pomeriggio da Anterselva, in Alto Adige: la bimba è stata trovata morta. Per lei si erano mobilitati centinaia di uomini. Poco prima del ritrovamento gli inquirenti avevano fatto sapere che Laura era stata ripresa dalla telecamera di una banca di Brunico. Per i genitori la piccola non si sarebbe allontanata volontariamente.
Il corpo, si apprende da fonti investigative, era in una zona di montagna poco distante da dove si erano perse le tracce. Lunedì i sommozzatori avevano scandagliato un piccolo laghetto che si trova nelle vicinanze. La zona è stata anche sorvolata da un elicottero e per le ricerche è stato anche utilizzato un drone.

Scomparsa dopo aver fatto visita al nonno - Della 13enne si erano perse le tracce domenica pomeriggio durante una visita con i genitori dal nonno materno. Dopo pranzo Laura ha fatto una passeggiata verso il paese, per poi rientrare nella casa del nonno verso le 15. Un'ora dopo, quando i genitori hanno deciso di tornare a casa, Laura era scomparsa. Hanno chiesto informazioni ai vicini e controllato i dintorni del maso, ma della ragazzina non c'era traccia. A questo punto hanno chiamato i carabinieri.

venerdì 19 aprile 2013

STATO DI ALLERTA: Diana Andreea Husarciuc 15 anni



Diana Andreea Husarciuc 15anni

15enne romena scomparsa dalla propria abitazione di Rieti nella mattinata di Sabato 13. La ragazza era uscita di casa la mattina presto per recarsi a scuola frequenta il liceo scientifico a Monterotondo ma in classe non è arrivata e nessuno ha più avuto notizie di lei. Alcune segnalazioni al vaglio degli inquirenti la vedrebbero a Roma. Chi avesse notizie utili al ritrovamento di Diana contatti immediatamente le forze dell'ordine 113 Polizia di Stato direzione centrale anticrimine - ufficio minori, oppure è possibile inviare una mail all'indirizzo sosinfanzia@unavitasottile.org tutte le segnalazioni saranno inoltrate agli organi investigatori. 

Appello per Marianna Cendron


Non si hanno ancora notizie sulla scomparsa di Marianna Cendron la 18enne di Paese in provincia di Treviso scomparsa il 27 febbraio scorso. Chi avesse notizie utili al suo ritrovamento contatti le forze dell'ordine oppure invii una segnalazione a sosinfanzia@unavitasottile.org

Stuprata per anni dal patrigno, 15enne condannata a 100 frustate


La ragazza punita in base alla sharia per aver ammesso 
di aver avuto un rapporto sessuale con un altro uomo

Non abbiano altre notizie sulla sorte di questa ragazza 15enne se non quello già pubblicato. Appena ci saranno altre notizie le pubblicheremo.

15enne accoltellata per aver difeso sua madre

Sei punti di sutura alla tempia e quattro per un taglio all’altezza del seno. È il referto di una ragazza di 15 anni che domenica sera è stata ferita da una donna peruviana nel tentativo di difendere la madre aggredita da tre sudamericane.
Il movente? Nessuno. Neppure la donna arrestata, la 32enne Flor D.M., pregiudicata, ha saputo spiegarlo alla polizia. La storia inizia attorno alle 22,20 in un vagone della linea gialla, dove Chiara, di 40 anni, sale con i due figli: una ragazza di 15 e un maschio più piccolo. Appena entrati, tre sudamericane iniziano a insultarli senza motivo. La donna mantiene la pazienza fino alla stazione d’arrivo di entrambi i gruppi, Corvetto, dove chiede il motivo di tanto astio. È la scintilla: sulla banchina, davanti ai tanti passeggeri in transito, le sudamericane continuano con le offese, poi passano alle spinte, e quando la ragazzina cerca di difendere la madre spunta un coltello che la ferisce alla tempia e tra il collo e il seno.
Scioccata e spaventata, la madre cerca di tamponare le ferite mentre le straniere scappano all’esterno e si allontanano con un uomo rimasto sconosciuto. Intanto, qualcuno in stazione riesce a chiamare la polizia, e una volante poco dopo individua la peruviana che, senza fare troppa resistenza, ammette tranquillamente le proprie responsabilità, confessando di aver colpito la giovane e di aver gettato il coltello in un punto che non ricorda.
Delle sue complici neppure l’ombra, così come del motivo. Non erano ubriache, non avevano assunto stupefacenti, non avevano questioni in sospeso con la famigliola. Niente. Ed è questo che fa paura.

Anonymous a lavoro per fare chiarezza sul suicidio di Rehtaeh Parsons


Gli Anonymous accusano gli inquirenti e compiono indagini sul suicidio di Rehtaeh ParsonsAveva fatto il giro del web la notizia dello scorso 7 Aprile, quando il corpo della teenager canadese Rehtaeh Parsons era stata trovato la vita nel bagno di casa a seguito della divulgazione di alcune fotografie apparse su Facebook riguardanti lo stupro compiuto nei suoi confronti da parte di alcuni coetanei. Ma per gli Anonymous quel suicidio poteva essere evitato e sarebbe pronto a fare giustizia lì dove le autorità non si sarebbero dimostrate all’ altezza.
E’ in particolare alla polizia ed al sistema scolastico della Nuova Scozia che il gruppo di hacktivisti imputa le maggiori responsabilità per la morte di Rehtaeh tanto che, secondo alcune notizie emerse negli ultimi giorni, il gruppo di hacker professionisti avrebbe svolto una propria indagine indipendente da quella delle autorità attraverso la quale sarebbe giunta all’ individuazione dei quattro soggetti responsabili dello stupro della teenager canadese.
A confermare l’ ipotesi è una recente intervista concessa da un membro degli Anonymous alla rivista Vice, secondo cui l’ obiettivo principale dell’ organizzazione sarebbe quello di dare giustizia alla famiglia di Rehtaeh che, in questa vicenda, sarebbe stata ripetutamente umiliata dall’ indifferenza delle autorità e di molti media che si sono occupati del caso. Particolarmente rilevante sarebbe un articolo pubblicato sul National Post all’ interno del quale aveva giudicato come normale tra gli adolescenti comportamenti a carattere sessuale come quello riservato alla giovane canadese, assimilando sostanzialmente la condivisione di foto piccanti con stupri in piena regola.

Per ora, gli Anonymous si sarebbero limitati a comunicare i nomi dei presunti colpevoli alla madre di Rehtaeh, mentre per la pubblicazione vera e propria sarebbe attesa la certezza della responsabilità che, al momento non sembra essere garantita. La scelta appare necessaria a seguito delle vicende relative ad un caso analogo che l’ anno scorso aveva riguardato, sempre in Canada, il suicidio di Amanda Todd, un’ altra teenager umiliata dalla pubblicazione delle foto del suo seno, dove alcuni hactivisti avevano avanzato il nome di un presunto colpevole poi dimostratosi.
Il commissario di polizia Bob Paulson che si sta occupando della vicenda ha recentemente dichiarato di essere aperto ad una collaborazione con gli Anonymous, a patto che chiunque voglia dare un aiuto concreto per la risoluzione del caso, si tolga (letteralmente in questo caso) la maschera. Non è, invece, tollerato il comportamento di chi vuole farsi giustizia da solo.

Suicida a 17 anni dopo uno stupro di gruppo. La foto della violenza era finita sul web


Rehtaeh Parsons era riuscita a combattare il peso dellaviolenza sessuale di gruppo subita nel novembre 2011, quando aveva 15 anni, ma non ce l'ha fatta quando pochi giorni fa uno scatto dello stupro è finito su Facebook. La giovane è stata presa di mira ed etichettata con il termine "Slut". Così il 7 aprile, colta da un momento di disperazione, è andata nel bagno di casa e si è impiccata.
E' stata vittima due volte Rehtaeh, prima di quattro ragazzi e della legge, la polizia ha chiuso il caso per mancanza di prove, e poi delcyberbullismo. Così la madre le ha dedicato una pagina sul social network descrivendola come una ragazza solare e amante degli animali, prima di subire lo stupro. "Il suo spirito era cambiato", è scritto. "La pagina su Facebook è stata creata per tutte quelle ragazze, che, come lei, hanno subito violenza e per non dimenticare".

Su internet è partita invece una petizione online per costringere la polizia americana a riaprire il caso. E se la distribuzione di foto non è un buon motivo per farlo, forse lo sarà la pedopornografia (lo scatto è stato fatto quando Rehtaeh aveva 15 anni). "E' stato fatto davvero troppo poco - ha detto la madre -, i giovani sono stati interrogati insieme e alla buona, e poi non hanno subito alcuna condanna". Non è servito neanche cambiare città per la giovane, che, a soli 17 anni, dopo aver subito una violenza sessuale, ha dovuto rivivere quei momenti terribili, e pubblicamente. Questa volta, però, Rehtaeh non è riuscita a mettere il "silenziatore" ai pregiudizi della gente e alla vergogna dell'esperienza subita, che è tornata.

Anonymous scova gli aggressori - 
Anonymous, il collettivo di hacker che l'anno scorso mise in piazza l'identità di un cyber-bullo che aveva spinto una teenager al suicidio, si prepara a fare altrettanto con un banda di ragazzi accusati d'aver stuprato in branco una adolescente inducendola a togliersi la vita per la disperazione. Adesso Anonymous sostiene di aver identificato due dei presunti aggressori e di ''star confermando'' l'identità del terzo: ''E' solo questione di tempo per trovare il quarto'', ha avvertito il collettivo in un video sul web in cui si chiede giustizia per Rehtaeh e la sua famiglia.

La polizia: "No alla giustia privata" - La polizia della Nova Scozia ha condannato tuttavia la giustizia privata di Anonymous: ''Diamo il benvenuto al dibattito ma non perdoniamo quando c'eè gente che vuole risolvere casi da sola'', ha detto il portavoce delle 'giubbe rosse' locali, Scott McRae. E' il secondo caso in pochi mesi di una vendetta privata di Anonymous: gli 'hacktivisti', che due anni fa avevano messo in ginocchio i siti online di MasterCard, Paypal e Visa in appoggio a Wikileaks, lo scorso ottobre avevano rivelato l'identità del cyber-bullo che avrebbe spinto la liceale canadese Amanda Todd al suicidio diffondendo sul web sue foto in topless.

Bullismo: aumentano i casi sulla rete Fenomeno in crescita, il 30% ne e' vittima, ma prevale l'omertà

Il bullismo e' una forma di abuso di potere. Il 60 per cento dei bulli rischia, in eta' adulta, di diventare un delinquente, di avere esperienze carcerarie, e di fare uso di droghe e di alcol. Ma a preoccupare di piu', perche' in continua crescita, e' il fenomeno del cyberbullismo: secondo uno studio presentato oggi a Napoli il 30% dei ragazzi intervistati dichiara di esserne gia' stato vittima.
Le nuove tendenze sono emerse nel corso di un incontro a Citta' della Scienza.(ANSA).

Bullismo, minacce via social network a otto ragazzine

Minacce via social network ad otto ragazze in età compresa tra gli undici e i tredici anni dell'istituto comprensivo Vittorini. E' allarme bullismo in città. Il preside Roberto Trimarchi ha presentato una denuncia alla polizia. Otto delle alunne della scuola media che sorge al rione Annunziata, zona nord della città, hanno ricevuto gravi minacce. Sullo sfondo l'esistenza di una baby gang che sarebbe nota come il gruppo de "gli incappucciati". I bulli sarebbero stati protagonisti di alcune aggressioni a coetanei nelle principali piazze cittadine. I messaggi che hanno raggiunto le alunne della scuola media facevano riferimento proprio al gruppo di bullli che minacciava di effettuare un raid teppistico in classe. Lo stato di allerta è alto. Sono già scattati i controlli da parte delle forze dell'ordine. Il preside Trimarchi assicura che comunque il controllo, sia da parte dell'istituto che da parte delle forze dell'ordine, è alto e raccomanda ai genitori di vigilare da casa sui figli quando navigano e chattano. Trimarchi non esclude che anche altri istituti possano essere stati oggetto di analoghi episodi magari non denunciati dai ragazzi. 

uomo arrestato per abuso di tre minori


Ancora abusi sessuali minorili nella provincia di Chieti dove un romeno è stato arrestato con l’accusa di aver abusato di tre bambini di 4, 6 e 14 anni; a denunciare l’accaduto la madre di uno dei bambini. 
Dopo l’accusa, infatti, gli uomini dell’Arma si sono mossi per cercare le indagini e pochi giorni fa l’uomo era stato denunciato in stato di libertà con l’accusa di abuso minore, ma ora, su disposizione del gip del Tribunale di Chieti e dopo le ricerche accurate dei carabinieri, è stata richiesta un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Il romeno è stato rintracciato nella sua abitazione di Ortona ed è stato trasferito nel carcere su disposizione dell’Autorità giudiziaria: dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale e atti sui minorenni aggravati e continuativi.

giovedì 18 aprile 2013

Sportello Meter Padova - XVII Giornata della Memoria dei Bambini Vittime

Come ogni anno lo Sportello Meter di Padova celebra la Giornata della Memoria dei Bambini Vittime della Violenza, dello Sfruttamento e della indifferenza. La Santa Messa verrà celebrata il 5 Maggio presso la parrocchia di Santa Rita da Cascia in Padova alle ore 11:00. Una Vita Sottile - dalla parte dei bambini accoglie l'evento e parteciperà.


Abusi sessuali su minori: romeno arrestato dai carabinieri


Un romeno abitante nella provincia di Chieti e' stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di violenza sessuale su minori.
Le indagini condotte dagli uomini dell'Arma hanno permesso di accertare che l'uomo, da tempo, abusava sessualmente di tre minorenni rispettivamente di 4, 6 e 14 anni.
Le indagini sono scaturite dalla denuncia della madre dei minori che si e' rivolta ai militari per sporgere denuncia.
L'uomo, alcuni giorni fa, era stato denunciato in stato di liberta' con l'accusa di violenza sessuale in danno di minori.
Ieri, su disposizione del gip del Tribunale di Chieti che ha condiviso i risultati investigativi prodotti dai militari, i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti.
Il romeno, rintracciato nella sua abitazione, e' stato quindi trasferito in carcere a disposizione dell'Autorita' Giudiziaria.
Dovra' rispondere dei reati di violenza sessuale e atti sessuali con minorenni, aggravati e continuati.

In libertà il maestro pedofilo, a scuola solo due alunni

Un ex maestro che era accusato di abusi su minori compiuti nei confronti dei suoi alunni è tornato in libertà e così come forma di protesta contro questa decisione si sono presentati a scuola solo due alunni su trecento. Una delle accuse più infamanti per cui si può finire in carcere è certamente quella di pedofilia visto che finiscono per essere vittime bambini innocenti che ricorderanno questo trauma per tutta la vita soprattutto se il colpevole è un maestro della scuola elementare che dovrebbe avere come unico compito quello di insegnare ai propri alunni. Proprio per questo a Palosco, nella Bergamasca, dove un maestro elementare era stato accusato tempo fa di abusi sessuali su minori, si è deciso di attuare una forma di protesta molto particolare ora che l'uomo alla scadenza dei termini di custodia rè stato rimesso in libetà. Per questo già ieri davanti alla Procura di Bergamo un gruppo di persone ha iniziato a distribuire una serie di volantini con il volto e il nome del maestro e la scritta "Ricercato", ma oggi si è proseguito con la protesta del Comitato Genitori di Palosco che ha invitato per oggi tutte le famiglie allo sciopero, ovvero a lasciare i propri figli a casa da scuola. 
L'adesione a questa iniziativa è stata particolarmente alta visto che praticamente non è stato possibile fare lezione (si sono presentati solo due alunni su cento), ma elevata è stata l'adesione anche alle scuole medie che appartengono allo stesso istituto. Davvero pesante è stato anche il cartello con la scritta 'Il colpevole c'é, va punito" che era presente oggi davanti alla scuola. 
Dopo avere trascorso i domiciliari in una struttura protetta ora il maestro potrà quindi assistere al processo a cui sarà sottoposto da uomo libero.

martedì 16 aprile 2013

Continua il mistero sulla scomparsa di Marianna Cendron

Continua il mistero della sparizione di Marianna Cendron, la ragazza diciottenne della quale non si hanno più notizie da quel sempre più lontano 27 febbraio: 48 sono i giorni passati senza che la giovane abbia dato il minimo segnale di sé. Nelle ultime ore c'è stata molta apprensione legata al ritrovamento di due corpi: ma in entrambi i casi familiari, amici, chiunque speri in un positivo esito della vicenda ha potuto infine tirare un sospiro di sollievo.


In Francia un corpo carbonizzato è stato rinvenuto dai carabinieri di Grasse, in Provenza, a pochi chilometri di distanza da Cannes, venerdì 12 aprile. Alta tensione in procura, allertata dalla Gendarmeria, che ha in mano le foto di Marianna (ricordiamo che una pista (al momento privilegiata) la vorrebbe in Francia con un complice col quale avrebbe organizzato la "fuga perfetta"); l'età della vittima e il fatto che non la si identifichi ancora farebbe pensare alla giovane di Paese. Ma ci sono almeno due fattori, in base ai quali l'ipotesi può essere scartata ancor prima dell'esito dell'esame del DNA: a) un'analisi sul calco dei denti non sarebbe compatibile con una radiografia dell'arcata dentaria consegnata dai genitori agli inquirenti; b) dal rogo (dal quale la ragazza francese non avrebbe avuto scampo) si sono salvati miracolosamente alcuni brandelli di 
Marianna Cendron, famiglia e amici vivono ore di apprensione
vestiti e le scarpe, le quali sono state mostrate al fidanzatino che non le avrebbe mai viste calzare da Marianna. Il mancato riconoscimento degli oggetti della povera ragazza quindi farebbe ben sperare per Marianna, portando quasi ad escludere a priori l'ipotesi che si tratti di lei. In zona inoltre, pare aggirarsi un serial killer, è la terza vittima uccisa in circostanze simili nel giro di pochi mesi.

Un altro corpo è stato rinvenuto nel fiume Bacchiglione in località di Cervarese Santa Croce, in provincia di Padova. Il cadavere era in stato di decomposizione avanzata, la conservazione poteva essere compatibile con i tempi di sparizione di Marianna; il corpo era di una ragazza dall'età apparente di vent'anni o giù di lì e sarebbe stato trascinato dalla corrente per chilometri, forse addirittura da Vicenza. Non essendoci segnalazioni di scomparsa in zona, i carabinieri hanno allargato il raggio d'azione arrivando, appunto, a considerare l'ipotesi che potesse essere Marianna. Altre ore d'angoscia hanno tormentato famiglia e amici della giovane, in attesa di una risposta, un esito che potesse risollevare gli animi e riportare la speranza. Anche qui la smentita non ha tardato ad arrivare, già nel pomeriggio di domenica: anche in questo caso le radiografie dell'arcata dentaria di Marianna è stata confrontata con quella della giovane sconosciuta, dando esito negativo; il cadavere inoltre indossava un orologio di gomma e degli stivali "Camperos" (altra nota di incompatibilità); s'è saputo poi che il corpo era in uno stato di decomposizione troppo avanzato per poter essere quello di Marianna, ed apparteneva a una donna di età più avanzata. Una volta scartata l'ipotesi che possa essere Marianna, s'è creato un giallo nel giallo, riguardo l'identità della donna rinvenuta tra le acque del Bacchiglione, indagine che risulta difficile, in mancanza di segnalazioni di scomparsa in zona.

Il secondo ritrovamento ha fatto molta più paura del primo, dato che non tutti sono convinti della fuga in Francia, non sono in pochi a credere che Marianna (nonostante la sua attrazione, i suoi contatti e i curriculum inviati nel paese francese) in Francia non sia mai arrivata.

Una volta scartate queste ipotesi, la famiglia e quanti conoscono Marianna possono quindi tornare a sperare che gli inquirenti cerchino una ragazza viva e che stia bene, essendosi allontanata di sua volontà. La famiglia vive ore comprensibilmente difficili, di speranza e sconforto che si alternano ed accavallano senza sosta.

Gli inquirenti passeranno al setaccio tutta la zona della sparizione per ricominciare dall'inizio, nella ricerca della bicicletta, volatilizzata insieme a lei. Bisogna fare molta attenzione a non restare fermi alle fattezze delle foto che circolano della ragazza: se fosse sparita di sua volontà, probabile che abbia cambiato look, in modo da essere meno riconoscibile e dare meno nell'occhio, e contemporaneamente prendere tempo fuggendo più lontano possibile.

lunedì 15 aprile 2013

L’Australia processerà i preti pedofili


L’Australia, e più precisamente nella città di Melbourne, è partita un’inchiesta nazionale relativa ad abusi sui bambini condotti da personaggi ecclesiasticinon solo Tali abusi avrebbero coinvolto circa 5000 persone, tutte in grado di provare la violenza.
Il primo ministro del paese australe Julia Gillard ha spiegato che la commissione diffonderà alcune verità ritenute estremamente “scomode”. La donna ha poi aggiunto che tale inchiesta rappresenta un momento di alta importanza morale per l’Australia. Gli inquirenti si occuperanno di analizzare quanto successo nei gruppi religiosi, nelle organizzazioni non governative ed in quelle statali di controllo ed aiuto pubblico. Ma gli stessi inquirenti hanno reso noto che l’attività d’indagine si concluderà, almeno, nel 2015.
 Il motivo di tale lentezza risiede nella necessità di controllare quanti più dati possibili, in relazione all’enorme numero (circa 5000 persone) di testimoni chiamati a raccontare il loro passato, oltre ai membri delle istituzioni che potrebbero essere colpiti a vario titolo dalle denunce.
L’inchiesta venne annunciata direttamente dal primo ministro Gillard lo scorso novembre su pressione dell’autorità giudiziaria e della polizia, i quali sostenevano come fossero stati registrati degli abusi da parte dei preti pedofili.

Sarah Scazzi. Ore decisive, attesa per la sentenza


Cresce l’attesa - ormai è questione di giorni- per conoscere quale sarà la sentenza di primo grado per l'omicidio di Sarah Scazzi. Dopo le ultime repliche, la Corte si ritira in camera di Consiglio


Il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi è giunto alle ultime repliche della parte civile e delle difese. Se l’udienza, ripresa questa mattina nella sala Alessandrini del Tribunale di Taranto, non si protrarrà a lungo, è possibile che la Corte di Assise si ritiri in Camera di Consiglio già da questa sera. Colpevoli o innocenti? Sono ore decisive le prossime in cui i giudici saranno chiamati a pronunciarsi sul destino di Sabrina e Cosima,che hanno sempre difeso a spada tratta la loro innocenza. Mai un tentennamento, mai un “passo falso”, sempre ferme sulle proprie posizioni quasi a compensare Michele Misseri che, invece, non solo ha  cambiato più volte versione ma non ha perso occasione utile per ribadire, a gran voce, la sua colpevolezza. Ma fuori dai talk show televisivi, al chiuso la storia cambia: qui i pubblici ministeri hanno chiesto l’ergastolo, la difesa delle due donne (Franco de Jaco e Luigi Rella per Cosima Serrano; Franco Coppi e Nicola Marseglia per Sabrina Misseri) l’assoluzione piena. Non resta che attendere il verdetto per sapere quale finale è stato scritto nella già complessa trama di questo delitto. Quel che è certo è che Sarah nella villetta di via Deledda è arrivata ancora viva.
Nicodemo Gentile, legale di parte civile di Concetta Serrano Spagnolo, aprendo l'udienza del processo per l'uccisione della quindicenne di Avetrana ha dichiarato  «la famiglia Scazzi non è venuta qui a raccattare giustizia». «Qualcuno - ha aggiunto Gentile - ha cercato di descrivere Sarah come una ragazzina che mendicava coccole. Basta leggere, invece, un messaggio di Sabrina Misseri a Ivano del 6 luglio 2010: “quando mi arrabbio esce il peggio di me stessa per contrastare mia madre e la mia paura più grande è di diventare come lei”. Ecco l'errore fatto da Sarah e da Concetta: l'aver frequentato quella casa perché lì è stata uccisa».
«La famiglia Scazzi - ha concluso - vi ha consegnato il suo dolore e attende una risposta dalla giustizia italiana che non sia muscolare né una vendetta». 

Maestra fa sesso con un 13enne: ora è indagata per pedofilia


Una delle fantasie erotiche più ricorrenti coinvolge un'aula scolastica, una cattedra e la propria mestra (o maestro) particolarmente affascinante. Di solito però si tratta solo di sogni, punibili a norma di legge se dovessero trasformarsi in realtà. È quello che, su per giù, è accaduto a Roma dove un'educatrice di scuola materna, B.D 30 anni, adesso rischia una condanna per aver fatto sesso con un ragazzino conosciuto in rete di soli 13 anni. La maestra è già stata interrogata dal pm Barborini; ai pm ha negato qualsiasi rapporto, ma delle foto la tradirebbero. Ora i fatti. 

Galeotto web - La storia è iniziata su internet, dove i due si sono conosciuti, e velocemente è passata al sesso virtuale, per poi concludersi con un vero e proprio rapporto sessuale consumato in un parcheggio, in macchina e in pieno giorno. La tresca clandestina, risalente al 2011, è stata scoperta per caso dalla madre del ragazzo che disgustata ha avvertito le autorità e i carabinieri di Tor Bella Monaca. L'insegnante per adesso è stata rinviata a giudizio ma rischia un'imputazione per pedofilia, atti sessuali con un minorenne di 14 anni e detenzione di materiale pedopornografico.

Le parole della madre - "Mio figlio ha 13 anni e frequenta il secondo anno della scuola media. Abbiamo un buon rapporto e spesso si confida con me. A giugno mi ha raccontato di aver avuto contatti su Facebook insieme ad altri amichetti con una donna di circa trent'anni, dedita a rapporti completi con minorenni. Poi ho saputo che la donna era arrivata a spogliarsi e a masturbarsi davanti alla web cam mentre loro ridevano e giocherellavano".  Così la donna allarmata ha iniziato a controllare il computer del figlio e il suo cellulare, ed eccoli i messaggi per combinare l'incontro: "Ti verrò a prendere in un altro momento, ora non posso" e ancora "Ci vediamo un altro giorno". In seguito alle denunce l'insegnate è stata interrogata dal pm Barborini.

Video contenenti scene di violenze sessuali nei confronti di bambini: arrestato un disoccupato nisseno

Gli uomini del Compartimento della Polizia postale di Palermo hanno arrestato un disoccupato nisseno di 56 anni, perche' colto nella flagranza del reato di detenzione e diffusione, tramite internet, di una enorme quantita' di video contenenti scene di violenze sessuali nei confronti di bambini e neonati. Le indagini sono scaturite da una segnalazione pervenuta mesi fa dalla Lombardia che aveva evidenziato delle sessioni di chat a sfondo pedopornografico con diversi utenti.

Abusi sessuali, sacerdote arrestato per pedofilia

Aveva chiesto, e ottenuto, un periodo di distacco dagli impegni pastorali. Nessuno ad Omegna, sul lago d'Orta, sospettava però che dietro a quella voglia di staccare la spina si celasse una accusa di pedofilia. Don Marco Rasia, 44 anni, coadiutore nell'oratorio della parrocchia del paese in provincia di Verbania, è stato arrestato su ordine della Procura di Novara. Avrebbe commesso abusi sessuali su minori, secondo l'accusa, quando prestava servizio presso la parrocchia di Castelletto Ticino (Novara).

L'arresto, eseguito dalla squadra mobile di Novara, all'alba di ieri mattina, è stato reso noto soltanto oggi, dopo la diffusione di un comunicato della Diocesi di Novara,in cui si esprime "sorpresa, sgomento e tristezza" per la custodia cautelare del sacerdote.

La Diocesi non fa nessun riferimento all'accusa, ma assicura "profonda fiducia nell'operato della magistratura inquirente", che mantiene il massimo riserbo sull'inchiesta. E, in attesa degli sviluppi della vicenda, garantisce "massima trasparenza nei confronti della comunità civile ed ecclesiale". Poi una precisazione: la decisione di acconsentire alla rinuncia all'incarico di coadiutore, avanzata da don Marco e ottenuta una settimana fa, "era motivata da elementi per i quali non era possibile prevedere i successivi sviluppi".

Don Marco, infatti, avrebbe motivato la richiesta accolta dal vescovo, monsignor Franco Giulio Brambilla, con ragioni di tipo famigliare.

Ordinato sacerdote nel 1997, don Marco è stato a Castelletto Ticino fino al 2009. E proprio a questo periodo di 12 anni, secondo quanto si è appreso, risalgono le accuse di pedofilia che hanno portato la procura guidata da Francesco Saluzzo a chiedere la custodia cautelare per il giovane prete. Le indagini devono accertare se i comportamenti di cui il sacerdote deve ora rispondere si siano ripetuti anche ad Omegna.

Ed è proprio questo, insieme alla delicatezza della vicenda, uno dei motivi per cui investigatori e magistrati non hanno voluti rivelare i particolari dell'inchiesta, che è stata condotta per mesi nell'ombra. Fino all'arresto, appunto, che ha suscitato molto scalpore, sia a Castelletto Ticino che ad Omegna.

domenica 14 aprile 2013

Padova. Troppo "europea", 15enne marocchina litiga col padre e fugge di casa

Dopo una nottata di apprensione per la sua famiglia, è tornata a casa una ragazzina 15enne di origini marocchine, residente nel Padovano, che si era allontanata dopo un litigio con i genitori, che le contestavano uno stile di vita troppo europeo. L'adolescente aveva da tempo dissidi in particolare con il padre, operaio e fervente attivista della comunità islamica. Tra i motivi della lite, però, ci sarebbero anche i risultati scolastici della ragazza.

Dopo l'allarme lanciato dai genitori, i carabinieri hanno tenuto sotto controllo i movimenti della giovane, sino al suo rientro a casa. ''La ragazza si sente a tutti gli effetti europea - spiega il sindaco di Limena, Giuseppe Costa, che sta seguendo il caso - mentre i genitori hanno una visione della vita differente dalla loro figlia. Di qui il dissidio''.

I Servizi sociali del Comune stanno già seguendo il caso. Per trovare una mediazione che ponga fine al disagio della giovane, che comunque già questa mattina si è ripresentata a scuola''.

Macedone 15enne picchia la sorella «Perché vive troppo all'occidentale»


Un quindicenne macedone è stato arrestato dai carabinieri di Treviso per aver picchiato selvaggiamente la sorella di 20 anni, tanto da costringerla al ricovero in ospedale, perché «viveva all' occidentale». Denunciati invece i genitori. La giovane vittima è stata dimessa nel pomeriggio e giudicata guaribile in 45 giorni. Ha riportato trauma cranico, distorsivo cervicale, trauma all'addome e toracico, contusioni ed escoriazioni varie. La ragazza ha lasciato casa sua e sarà ora ospite in un'altra famiglia.
La vicenda è accaduta in un comune vicino Montebelluna, nel trevigiano. La giovane lavora in un'azienda dei dintorni, si è perfettamente integrata con la gioventù locale: una come tante che veste normale, con in vezzi della sua età senza alcun estremismo. Ma alla sua famiglia il suo comportamento all'occidentale non andava giù. Punizioni, violenze e soprusi l'hanno accompagnata negli ultimi anni perché «ribelle», osteggiata non solo dal fratello che più volte l'aveva già percossa, ma anche dal padre che più di tanto non poteva aggredirla perché invalido, e dalla madre che ha fatto fuggire, qualche mese fa, il "moroso" italiano (perchè cattolico) picchiandolo sonoramente. Ora aveva un nuovo fidanzato, un sudamericano, ma anche questo non andava bene ai familiari che hanno tentato di imporle una vita diversa, più consona alla loro fede musulmana. Costrizioni a cui la ventenne si è opposta facendo infuriare il fratello che, spinto dalle imprecazioni dei genitori ha preso a calci e pugni la ragazza, facendola finire all'ospedale. (Ansa)

Marianna Cendron, non è suo il cadavere nel Bacchiglione

L'autopsia esclude che sia di Marianna Cendron il cadavere trovato nel Bacchiglione nel Padovano. Si tratterebbe di una donna di 35-40 anni. Si attendono ancora gli esiti del test del DNA sul corpo trovato in Francia


Non è di Marianna Cendron il corpo restituito una paio di giorni fa dalla acque del Bacchiglione a Cervarese Santa Croce (PD).
Ad escludere questa eventualità sono i risultati dell'autopsia effettuata dall'istituto di medicina legale di Padova sui resti recuperati dai vigili del fuoco e che dal Vicentino sarebbero stati trascinati dalla corrente del fiume fino alla provincia di Padova.
Si tratterebbe di una donna di età più adulta rispetto a quella della 18enne di Paese, scomparsa lo scorso 27 febbraio. Il cadavere, rimasto in acqua almeno una settimana, apparterrebbe a una donna di età compresa tra i 35 e i 40 anni.

Si attendono ora gli esiti del test del DNA sull'altro cadavere rinvenuto
, quello arso dalle fiamme nelle campagne di Grasse in Provenza. I primi riscontri - le scarpe e l'impronta dentale - sembrerebbero escludere anche in questo caso che si tratti di Marianna, ma la certezza arriverà solo con il responso dei Ris di Parma.

sabato 13 aprile 2013

Violenza su minore, il pm chiede 8 anni

Una storia «di abbandono familiare, di trascuratezza, di solitudine interiore», nella quale una minorenne trovava «un adulto che si interessa a lei». Ma non era un innocente interesse volto a «riempire un vuoto di solitudine», quello dell’uomo, bensì finalizzato ad atti sessuali, «abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica» della studentessa. Dopo oltre un’ora di requisitoria, il pubblico ministero del tribunale di Pordenone Maria Grazia Zaina ha chiesto la condanna ad 8 anni di reclusione per Leonardo Dimitri, 59 anni, di Porcia, autista dell’Atap (ora sospeso, in quanto in custodia cautelare), a processo per sottrazione consensuale di minore e violenza sessuale con abuso della condizione di inferiorità psichica e fisica e l’aggravante di avere commesso i reati da incaricato di pubblico servizio nei confronti di una minore affidata alla sua custodia.
Il pm Zaina ha ricostruito i fatti contestati tra la primavera del 2008 e l’estate del 2009. La studentessa era entrata in confidenza con l’autista utilizzando il servizio extraurbano. Per più volte la ragazza, è l’accusa, era stata indotta a rimanere sul bus anziché andare a scuola, «nella consapevolezza della contraria volontà della madre della minore». Quindi i rapporti sessuali, nonostante «la ragazza si fidasse dell’uomo, perché riempiva la sua solitudine e il suo disagio, anche fisico», nell’abitazione dell’autista. Condotte che proseguirono, ha evidenziato il pm, anche dopo la denuncia della madre.
La studentessa si è costituita parte civile: chiede 200 mila euro di risarcimento per danni morali, 50 mila di provvisionale.
I legali del 59enne, in un’ora, hanno delineato la linea difensiva, a partire dal profilo psicologico. Secondo uno dei due legali «non vi è certezza che vi sia stata una relazione sentimentale. Si accusa il nostro assistito di avere tenuto una condotta tale da impedire alla studentessa di autodeterminarsi nelle proprie scelte sessuali. La ragazza, invece, ha fantasticato molto su Leonardo Dimitri, tanto che lui aveva cercato di staccarsi, ma lei lo cercava di continuo».
Il processo è stato aggiornato a venerdì: in tarda mattinata è attesa la sentenza.

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/04/12/news/violenza-su-minore-il-pm-chiede-8-anni-1.6869457