giovedì 23 febbraio 2012

Concordia, il disegno per Dayana


Un disegno per Dayana, dell'amichetta Sara

Un disegno per Dayana, dell'amichetta Sara

Dayana: 5 anni, morta in crociera Il mare cancella tutti i suoi sogni Otto corpi recuperati in un giorno


E' morta la piccola Dayana Arlotti, cinque anni, di Rimini. Tutti lo sapevano, perché all'interno della Costa Concordianessuno poteva essere trovato vivo dopo un mese. Ma sapere che quel corpicino trovato sott'acqua dai sommozzatori era quello della piccola di cui per tanto tempo si è parlato, mette un velo di tristezza ulteriore sull'Isola del Giglio, isola da sogno diventata teatro di tragedia.
Otto i morti che nella giornata di ieri i vigili del fuoco hanno recuperato al maledetto ponte 4, quello in basso, quello vicino alle scialuppe, dove in molti non ce l'hanno fatta a salvarsi. Quello che si è rivelato una trappola mortale in quella sera del 13 gennaio, quando la Costa Concordia è affondata.
Otto corpi a cui adesso si dorvrà dare un nome. Non purtroppo, a quello di una bambina trovata nell'acqua, sulle scale, tra i ponti tre e quattro. E' quello di Dayana Arlotti di Rimini. Era partita con il padre Williams Arlotti, anche lui disperso e forse tra i corpi ritrovati. Era partita con lui per un viaggio di festa: Williams aveva superato gravi problemi di salute, e voleva godersi dei giorni di riposo con la piccola e la nuova compagna, Michela Maroncelli, tra le persone invece che sono riuscite a salvarsi.
Dayana era lì, e per i vigili del fuoco che sempre più sfidando il pericolo entrano nella pancia della nave è stato come un colpo in faccia. Loro, padri, mariti e fratelli hanno dovuto scoprire e poi riportare alla luce la piccola, mentre l'elicottero attendeva sopra il relitto per portare all'obitorio di Grosseto le salme.
Era partita con il sorriso sulle labbra Dayana. A casa, sua madre Susy. Che l'avrebbe aspettata al ritorno in Romagna. Dayana non è più tornata e Susy, dopo la notizia del ritrovamento e dopo esser tornata a Rimini avendo inutilmente scrutato per giorni disperata il mare del Giglio, è tornata sull'isola con il suo avvocato, che intorno alle 13 di ieri ha dovuto dare alla donna la notizia.
Dayana e le altre tre salme ritrovate in mattinata sono state trasportate all'obitorio del capoluogo maremmano. Altre quattro, pur individuate, verranno estratte nella giornata di oggi, quando riprenderanno le ricerche, dopo lo stop per il mare mosso e l'oscurità.
Dolore e morte, ancora, per la Costa Concordia. E in tanti ripercorrono gli ultimi momenti di Dayana, come li racconta la compagna di Williams Michela. Che secondo la ricostruzione, mentre la nave si inclinava sempre di più, avrebbe perso contatti con padre e figlia. Dayana sarebbe stata la prima a scivolare.
Michela ha raccontato di averli sentiti gridare per 20 minuti e di aver lasciato il ponte solo quando altre persone le hanno detto di aver visto la piccola e il papa' in salvo. Purtroppo non era vero. E l'acqua li ha inghiottiti.
Quando sono scesi, i vigili del fuoco, li hanno trovati quasi subito.
 Dayana e altre tre vittime - un uomo, forse suo padre ma solo il Dna potra' dirlo con certezza, una donna e una persona di cui non e' stato possibile neanche individuare il sesso - erano una vicina all'altra, in uno spazio di non piu' di 50 centimetri, sulle scale tra il ponte tre e il ponte quattro. Delicatamente, i corpi sono stati messi in sicurezza e portati fuori dalla nave
Un disegno di un'amichetta di Dayana è stato postato su Facebook. L'ultimo regalo a una bimba che non c'è più.

martedì 21 febbraio 2012


Pedofilia: l’orco si nasconde tra gli ‘amici’ dei social network. La denuncia di Meter

Presentato a Roma il Rapporto 2011. Quasi 90.000 bambini abusati e 4.561 coinvolti nel sexting.

Pedofilia, contatti con 300 minorenni sul web: arrestato

L'indagine è stata avviata dopo una segnalazione dell'associazion Meter di don Fortunato Di Noto, che aveva scoperto su Facebook un uomo sospetto che metteva sul proprio profilo immagini di bambini nudi


Catania, 14 feb. (Adnkronos)- La polizia postale e delle comunicazioni di Catania, ha arrestato in flagranza di reato un uomo romano di 63 anni ritenuto responsabile di produzione e detenzione di materiale pedopornografico.
L'indagine e' stata avviata dopo una segnalazione dell'associazion Meter di don Fortunato Di Noto, che aveva scoperto su Facebook un uomo sospetto che metteva sul proprio profilo immagini di bambini nudi.
L'indagine, coordinata dalla procura distrettuale etnea, si e' avvalsa dell'attivita' di un agente della polizia postale, che per alcuni mesi ha agito sotto copertura entrando in contatto con l'indagato e scoprendo che l'uomo nel suo profilo aveva come 'amici' oltre 300 minorenni.

Pedofilia: tenta violenza su amica figlia, ai domiciliari

POTENZA, 21 FEB - Al termine dell'interrogatorio di garanzia, il gip di Potenza Rosa Larocca ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un uomo di 39 anni, accusato di tentata violenza sessuale in danno di una bambina di 11 anni, amica di sua figlia, alla quale aveva mostrato i genitali. Nel corso delle indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Melfi (Potenza) e coordinate dal pm di Potenza Francesco Basentini, sono stati raccolti ''gravi indizi''. (ANSA).

venerdì 3 febbraio 2012

"Continuate a cercare la mia Dayana, il mare non può essere la sua tomba"

La madre della bimba dispersa al Giglio chiama Gabrielli


Grosseto, 2 febbraio 2012 - La tomba di Dayana non può essere il mare. Se non ci sono più speranze di trovarla viva, almeno voglio una tomba su cui portare dei fiori». Con queste parole Susy Albertini, mamma di Dayana, la bimba di cinque anni dispersa sulla Concordia assieme al padre Williams Arlotti, ha chiesto al suo avvocato, Davide Veschi, di fissare un incontro urgente con Franco Gabrielli per chiedere chiarimenti sulla sospensione delle ricerche. «Ci siamo già messi in contatto con il capo della protezione civile — conferma il legale — mi è sembrato disponibile, stiamo definendo tempo e luogo dell’incontro. Oggi o domani al massimo Gabrielli dovrebbe vedere la mamma di Dayana, che vorrebbe maggiori chiarimenti sulla decisione di sospendere le ricerche. Non possiamo accettare che si dica “Basta non ci immergiamo più perché è pericoloso”.

Questo vorrebbe dire trovare la bambina tra più di sei mesi, quando sarà raddrizzata e portata via la nave. E allora cosa sarà rimasto della piccola Dayana? Temo niente. Per questo lo stop dei soccorsi ha allarmato molto Susy e ha aggravato ulteriormente il suo stato d’animo. Dopo la speranza in un miracolo, alla fine si stava abituando all’idea che le venisse restituito almeno il corpicino della sua bimba e ora sembra che nemmeno questo sia possibile. Mi sembra troppo da sopportare per una mamma. Per questo ha chiesto un incontro urgente con Gabrielli, e pretende dettagli da chi ha la responsabilità delle operazioni di ricerca e soccorso».
Lo stop ufficiale alle ricerche, sospese per il maltempo, non c’è ancora: dovrebbe essere comunicato oggi, in un vertice tra i soccorritori al Giglio. E mentre le ore passano senza che i sub si immergano, Susy non si dà pace. «Non sta bene, non può accettare che le ricerche siano sospese» spiega il suo comapgno Francesco, che risponde per lei al cellulare, per evitarle ogni ulteriore emozione. «Devono chiarire — precisa ancora il compagno, facendosi portavoce di Susy — perché alcune ricerche sono state sospese e altre invece no. Una madre ha diritto a sapere, ad avere delle spiegazioni». 
Più razionale Sabrina Ottaviani, cugina di Williams e Dayana: «Comprendo lo stop alle ricerche, non si può pensare che i sub rischino la vita per cercare un corpo che forse il mare non ci restituirà mai. Il dolore è immenso, ho lanciato tanti appelli su Facebook e sperato fino all’ultimo che la piccola Dayana potesse essere salva, magari portata via da altri naufraghi a cui non aveva saputo dire il proprio nome. Mentre per mio cugino Williams le speranze si sono spente prima, senza i suoi farmaci non ce l’avrebbe fatta comunque. Ora l’unica speranza per tutti noi sarebbe riavere una tomba su cui deporre un fiore, ma non a costo di altre vite».

Pakistan, violenze sui bambini cristiani

Pakistan, violenze sui bambini cristiani
In Pakistan i bambini appartenenti alle famiglie di religione cristiana sarebbero vittime di violenze e abusi.
La notizia è stata riferita da Michael Javed, un parlamentare cattolico che avrebbe denunciato le violenze a cui sono sottoposti i bambini e le famiglie della comunità cristiana di alcuni quartieri della metropoli Karachi.
Ormai da alcuni mesi i membri dei movimenti politici a forte connotazione etnica e islamica starebbero perpetrando violenze sulla popolazione inerme, le vittime inoltre non hanno mai il coraggio di denunciare i propri aguzzini e gli abusi subiti per timore di ritorsioni.
Molti bambini sarebbero stati rapiti e stuprati; per rilasciare i piccoli ostaggi i malviventi chiedono un riscatto fino a 100 mila rupie e se le famiglie non possono pagare, i piccoli vengono torturati fino a diventare irriconoscibili.
Il fine di tutte queste brutali violenze sarebbe quello di eliminare la presenza cristiana dalla zona, dunque una sorta di spietata pulizia etnica.

Contatta 12enne via facebook: arrestato con accusa di stupro

VICENZA - Conosce una 12enne su Facebook e la costringe ad avere rapporti sessuali: con l'accusa di violenza sessuale aggravata i carabinieri di Valdagno hanno arrestato Marco Zamborlin, 42enne di Grezzana, in provincia di Verona.

"ERA CONSENZIENTE". L'uomo, dopo aver conosciuto la minore tramite il social network, l'ha convinta ad accompagnarlo nella sua abitazione e a trascorrere con lui la notte ed il giorno seguente. Dopo la denuncia di scomparsa sporta dai genitori della piccola sono scattate le indagini dei carabinieri. L'uomo, in attesa di essere sentito dal gip, si è difeso dicendo che la minore era consenziente.

Verona, 14enne stuprata da due coetanei: volevano mettere foto su Facebook

Attirata in un negozio, fatta ubriacare e poi violentata. E’ quanto e’ accaduto ad una ragazzina di 14 anni che si e’ presentata in questura a Verona raccontando una vicenda inquitente, accompagnata dalla madre. La vicenda e’ stata denunciata ai poliziotti della Squadra Mobile – Sezione Specializzata Minori.
Secondo quanto ricostruito dalla piccola il tutto sarebbe avvenuto qualche giorno fa dopo la scuola, quando si e’ incontrata con due amici nel negozio, in quel giorno chiuso, del padre di uno dei ragazzi per una sorta di festicciola. Una volta all’interno del locale, accese soltanto poche luci, i due ragazzini hanno prima offerto da bere bevande alcoliche alla ragazzina per poi abusarne. A compiere la violenza solo uno dei due ragazzini, il secondo sarebbe stato respinto. Nella sua testimonianza la ragazza ricorda di essere stata fotografata: i due giovani avrebbero voluto pubblicare su Facebook le immagini dell’aggressione.
Secondo la Questura di Verona i due ragazzi, uno dei quali non imputabile in quanto tredicenne, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Venezia per violenza sessuale aggravata; a carico loro sono state effettuate delle perquisizioni con il successivo sequestro di telefonini, computer e chiavette di memoria che verranno analizzate proprio per verificare l’eventuale presenza di foto o filmati.

violenza su una tredicenne. Minore agli arresti

Violenza sessuale su una tredicenne, un minore finisce agli arresti domiciliari. Si sono concluse le indagini a Sassari per gli abusi compiuti nei confronti di una ragazza di tredici anni . In manette è finito un ragazzo sedicenne

SASSARI - I fatti risalgono allo scorso settembre ma ieri il personale della Squadra Mobile assieme a quello della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica del Tribunale per i Minorenni di Sassari ha concluso le indagini riguardanti la vicenda di violenza sessuale della quale è stata vittima una tredicenne.

Agli arresti domiciliari è finito un ragazzo sassarese 16 enne, indagato per violenza sessuale aggravata ed atti persecutori. Il provvedimento, emesso dal Gip. Guido Vecchione, su richiesta del sostituto procuratore Luisella Paola Fenu, titolare delle indagini, scaturisce dagli accertamenti eseguiti dal personale della Sezione Minori della Squadra Mobile dopo la proposizione della denuncia formulata dalla giovane vittima nel settembre scorso, nella quale ha raccontato di una violenza subita qualche mese prima in strada da parte dell’attuale indagato, con il quale, prima del deplorevole episodio, aveva intrattenuto un rapporto di amicizia. Il ragazzo, poi, per intimorire la giovane vittima e costringerla a non raccontare l’accaduto, in più circostanze nei giorni seguenti l'avrebbe minacciata arrivando anche a minacciarla con un coltello.