sabato 30 luglio 2011

Il mercato dei video hard delle compagne di classe


Spogliarelli e sesso in aula: i ragazzini si riprendono con i telefonini, si scambiano i video e li vendono in rete


Un’inchiesta esplora questa inquietante realtà giovanileSesso ostentato e mercificato, favorito dai nuovi mezzi di comunicazione.
Tra sesso e minori esiste un rapporto sempre più stretto. I giovanissimi sempre più spregiudicati e precoci esplorano questo delicato territorio che risulta essere sempre meno legato all’affettività ed al desiderio e sempre più ostentazione e merce di scambio. L’età del primo rapporto sessuale si è abbassata a 13-14. L’ha rivelato uno studio dell’Istituo superiore della sanità e l’utilizzo di telefonini e web ha senza dubbio favorito la “maturazione sessuale” anticipata.

STORIE. L’inchiesta del Corriere svela tanti aspetti di questo fenomeno e lo fa parlando con i diretti interessati.

ANDREA 16 ANNI. Studente liceale del nord Italia, Andrea mostra con orgoglio i suoi video hard che hanno come protagoniste le sue compagne di classe. Alcuni li gira lui stesso e dopo li usa come merce di scambio con i coetanei. In uno è possibile “ammirare” una ragazzina di 14 anni che in classe, mentre la professoressa non c’è, accetta la sfida dei suoi compagni: “Facci vedere se il tuo seno è rifatto“. Subito si crea un capannello intorno a lei di ragazzi pronti ad immortalare lo streep che la ragazza, per la gioia degli astanti, ripete più volte ridendo compiaciuta, da vera star. Tutto normale per Andrea che mostra un altro video di una ragazza che simula un rapporto orale con un compagno. Per non parlare della studentessa che mentre il professore spiega con la mano si occupa di tutt’altre faccende.


MARINA 16 ANNI. Per lei l’ostentazione si tramuta in un vero e proprio business. Da due anni infatti si spoglia su Skype in cambio di ricariche telefoniche. Un annuncio su facebook ha dato inizio alla sua “attività”. “Ragazze in vendita cercasi. Lavori su web senza impegno“. E Marina ha pensato fosse un vero affare visto che con poco sforzo poteva guadagnere soldi e apprezzamenti maschili.

RISCHI RILEVANTI. Il Garante della Privacy Francesco Pizzetti commenta questi comportamenti: “Questi ragazzi non conoscono i rischi rilevanti di un comportamento del genere. Devono essere consapevoli che un domani questi video potrebbero essere conosciuti dal datore di lavoro, dal padre del ragazzo con cui vorrebbero fidanzarsi o il fidanzato stesso. Dalla rete è difficile se non impossibile eliminare un documento. Ma ci sono anche problemi di carattere giuridico perché la pubblicazione sul web del video della compagna di classe può integrare reati di pornografia, di corruzione di minore e altro, ai quali si va a rispondere in Procura“.

Atti sessuali con minori: polizia di Padova arresta 72enne triestino


Dopo una segnalazione, la Squadra mobile di Padova, in collaborazione con quella di Trieste, ha rintracciato l'anziano macchiatosi di abusi a una bambina sua parente sul litorale veneto. Le indagini hanno portato a galla anni di soprusi su familiari minori, sempre nella stessa casa al mare

E' finito agli arresti domiciliari per atti sessuali con minorenniun 72enne di Trieste, accusato di aver avuto attenzioni morbose nei confronti di una bambina tra gli 8 e i 10 anni,sua parente, in una località balneare veneta. La misura di custodia cautelare, richiesta dal pm veneziano Giovanni Zorzi, è stata emessa dal gip lagunare Giuliana Galasso.
LA SEGNALAZIONE. Le indagini, svolte dagli agenti dellasquadra mobile di Padova, in collaborazione con quelli di Trieste, hanno preso il via da una segnalazione al 114, il numero per l'emergenza infanzia. A chiamare, una parente della bambina che si trovava nella casa al mare dove da anni la famiglia trascorreva le vacanze estive. La donna ha riferito di aver notato uno strano atteggiamento di imbarazzo da parte dell'anziano e della bambina, che stavano guardando insieme la televisione, nel vederla entrare nella stanza. Dopo due giorni dall'accaduto, si era decisa ad avvertire le forze dell'ordine, una decisione fondamentale per portare alla luce anni e anni di soprusi fin ora impuniti.

I PRECEDENTI. Gli accertamenti condotti dalle forze dell'ordine hanno rivelato infatti che per il 72enne, sposato e con figli, non si trattava della prima volta: "Diversi familiari incoraggiati dal fatto hanno testimoniato di essere stati oggetto delle stesse attenzioni da parte dell'uomo quando erano minorenni - spiega Marco Calì, capo della Squadra mobile di Padova - tutti gli episodi si svolgevano nella stessa casa al mare: evidentemente l'anziano approfittava da anni della conviveza estiva con i bambini per rivolgere loro attenzioni illecite".

ABUSI SUI CUGINETTI: FERMATO GIOVANE DI 21 ANNI

LECCO - Un giovane kosovaro di 21 anni residente in un centro della Valsassina, in provincia di Lecco, è stato arrestato dalla Polizia in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, per violenza sessuale, con l'accusa di aver abusato per un anno dei suoi due cuginetti (una bimba di 4 anni e il fratellino di 8 anni). La denuncia da parte della famiglia dei piccoli, con i genitori che avevano raccolto le confidenze dei bimbi, ha fatto scattare le indagini, delicatissime e condotte con l'ausilio di esperti del settore. Protetti i bambini, alla fine la magistratura ha deciso per l'arresto del giovane parente delle vittime, in Italia con permesso di soggiorno e con una regolare occupazione.

Abusi su figliastra, 6 anni carcere per brindisino

Brindisi - Un uomo di 65 anni e' stato arrestato dagli agenti delle Squadra Mobile di Brindisi, in esecuzione del provvedimento definitivo, con pronuncia della Corte di Cassazione, di condanna a 6 anni di reclusione per i reati di violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minorenne e minacce.
L'uomo era stato arrestato dalla polizia nel maggio del 2009, perche' - accertarono le indagini- per circa 4 anni ed anche giornalmente, aveva costretto una bambina di 9 anni di origine russa, figlia della moglie, a compiere e subire atti sessuali, offrendole in cambio somme di denaro e altre piccole regalie, minacciandola di non riferire alla madre quanto accaduto prospettandole eventuali ritorsioni negative.

venerdì 29 luglio 2011

Conflitti tra Vaticano e Irlanda sullo scandalo pedofilia

Sui conflitti tra Vaticano e Irlanda sullo scandalo pedofilia, non voglio commentare, in quanto le linee guida pubblicate dalla Santa Sede, sembrano parlare chiaro ma, non è ancora il momento secondo il mio punto di vista commentarle. Quando sarà il momento ne parleremo, per ora attendiamo sviluppi su ambedue i fronti.

VIOLENT0' NIPOTE MINORENNE, OPERAIO ARRESTATO

Vibo Valentia, 29 lug. - Un uomo di 65 anni, Domenico Antonio Marturano, e' stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Tropea diretti dal capitano Francesco Di Pinto, dovendo lo stesso scontare una pena divenuta definitiva di 3 anni e 6 mesi. L'arresto e' avvenuto a Rombiolo, un comune del vibonese, dove i carabinieri di quella stazione al comando del maresciallo Carmine Pica stanotte hanno bussato alla sua porta e lo hanno ammanettato. L'uomo, una decina di anni fa, abuso' a lungo della nipote allora tredicenne, rovinandogli l'avvenire. Infatti la ragazza non si e' piu' ripresa dal trauma subito. Abbandonato dalla moglie non finì mai di commettere atti di carattere sessuale.

giovedì 28 luglio 2011

le "educatrici" Antonia Silvestri, 56 anni - Anna Maria Tozzi, 50 anni - Antonietta Silvestri, 31 anni


le facce delle tre aguzzine
non voglio commentare, non ne vale la pena, non meritano alcuna voce.

Scoperta una comunità - lager a Rodi Garganico

Maltrattamento di minori, sequestro di persona e lesioni aggravate per futili motivi. Sono le pesanti accuse con cui questa mattina sono state arrestate tre educatrici della comunità "Il Melograno" di Rodi Garganico che ospitava una decina di bambini dai 4 ai 15 anni costretti a subire pesanti angherie, fisiche e psicologiche, da parte delle tre persone arrestate questa mattina, e poste ai domiciliari, dalla squadra mobile di Foggia su un ordine emesso dal gip del tribunale di Lucera.

I bambini che si trovavano in comunità, con alle spalle situazioni familiari particolarmente difficili, erano costretti a subire pesanti punizioni o umiliazioni se non facevano i compiti o si rifiutavano di mangiare, venivano percossi con schiaffi, cucchiai di legno sulle mani, chiusi in camera per diverse ore. Addirittura ad una bimba di 6 anni che vomitava è stata fatta mangiare con forza della pasta condita con il rigurgito, e un bimbo è stato messo con la testa nel water per essersi bagnato con la pipì.

Le tre donne arrestate sono la responsabile della cooperativa "Il Melograno" Antonia Silvestri, 56 anni, la coordinatrice del centro Anna Maria Tozzi, 50 anni, e l'educatrice Antonietta Silvestri, 31 anni, nipote della coordinatrice. La procura di Lucera, tramite il pubblico ministero Mara Flaiani, ha chiesto la misura in carcere, ma il gip Ida Moretti ha disposto i domiciliari per l'incensuratezze delle tre. I piccoli ospiti sono stati trasferiti in altre strutture su disposizione del tribunale dei minori di Bari.

Le indagini sono partite a seguito di un esposto anonimo giunto al procuratore di Lucera Domenico Seccia tra i mesi di marzo ed aprile, con i bambini che sono stati spostati di struttura già a partire dal mese di maggio. Le vittime hanno avuto timore di raccontare le gravi esperienze vissute per paura di ritorsioni, che giungevano anche dai ragazzi che veniva ospitato nella parte penale della struttura che venivano ripagati con alcune sigarette dalle tre educatrici per terrorrizzare gli altri ospiti della struttura.

Foggia, sevizie su minori. Arrestate tre educatrici di una comunità di recupero

Non passa mese negli ultimi anni in cui non si senta parlare di abusi e violenze su minori. Gli autori di queste angherie, come in questo caso, sono lupi vestiti da agnelli. Educatori, parenti, amici della famiglia delle vittime. Persone che sfruttano la propria posizione per commettere i propri crimini indisturbati.
La vicenda. Tre educatrici di una comunità di recupero di Rodi Garganico sono state arrestate questa mattina dagli agenti della squadra mobile. Si tratta di Antonia Silvestri, responsabile della struttura, della nipote Antonietta Silvestri, educatrice, e di Anna Maria Tozzi, coordinatrice. Il gip del Tribunale di Lucera, Ida Moretti, ha infatti accolto le richieste avanzate nei loro confronti dal sostituto procuratore Mara Flaiani.
Le accuse. Le donne sono indagate per maltrattamenti su minorisequestro di persona e lesioni aggravate. Aggravate dai futili motivi e dalla crudeltà. Le indagini, partite da un esposto anonimo, riguardano un periodo che va dal luglio 2009 sino ad aprile di quest’anno. Da quanto si apprende (fonte: Repubblica.it) i piccoli “erano costretti a  rimangiarsi il vomito per punizione, e se osavano farsi la pipì addosso, cosa che accadeva spesso perché si trattava di bambini in preda al panico, venivano spinti con la testa nel water”. In altri casi “era stato chiesto a uno dei piccoli ospiti di picchiarne un altro in cambio di una sigaretta, mentre una bambina era stata costretta a camminare completamente nuda tra i maschietti e insultata pesantemente perché figlia di una prostituta”.
Le vittime hanno dai 4 ai 7 anni ed erano state affidate alla comunità “Il melograno” dopo esser state allontanate dalle loro famiglie. Bambini quindi ancora più fragili, perché già vittime di abusi o problematiche di estrema delicatezza.  Le donne,incensurate, hanno ottenuto gli arresti domiciliari. Contro di questi il probabile ricorso del Procuratore Capo Domenico Seccia che chiederà la detenzione in carcere.

lunedì 25 luglio 2011

"LA PEDOFILIA NON VA IN VACANZA, LE VACANZE DEI NOSTRI OPERATORI, DIFENDERE I BAMBINI"


Per la consueta campagna: "LA PEDOFILIA NON VA IN VACANZA, LE VACANZE DEI NOSTRI OPERATORI, DIFENDERE I BAMBINI" Quest'anno siamo partiti un pochino tardi, ma possiamo darvi dei consigli utili a prevenire l'abuso sui bambini, a riconoscere se un bambino ha subito abusi e a chi rivolgersi in caso di necessità, dubbi o emergenze. Per pubblicare i nostri consigli abbiamo pensato di creare una pagina con una apposita sezione denominata "Consigli per prevenire l'abuso". La pagina la trovate allo spazio Pagine in alto a sinistra. Prossimamente collegandosi al nostro sito web, sarà possibile scaricare le nostre pubblicazioni in formato PDF.

domenica 24 luglio 2011

campagna: "LA PEDOFILIA NON VA IN VACANZA, LE VACANZE DEI NOSTRI OPERATORI, DIFENDERE I BAMBINI".


Per la campagna annuale "LA PEDOFILIA NON VA IN VACANZA, LE VACANZE DEI NOSTRI OPERATORI, DIFENDERE I BAMBINI" quest'anno volevamo fare qualcosa di diverso, iniziare a dare dei consigli sul cosa fare e sul come riconoscere un eventuale abuso su un minore, consigli chiari alla portata sia del bambino che del genitore. Stiamo elaborando diverse proposte e al più presto troveremo la soluzione, nel frattempo ricordo che i nostri operatori non vanno in ferie e ci potete contattare continuando ad utilizzare i link qui a fianco, oppure scrivendo una mail a unavitasottile@alice.it

sabato 23 luglio 2011

un video per non dimenticare il sacrificio dei nostri piccoli angeli, aiutaci a salvarli chiama subito 800/455270


Per non dimenticare i nostri piccoli angeli, aiutaci a salvare i bambini, dalla violenza, dallo sfruttamento e dalla indifferenza, chiama subito 800/455270 associazione METER Onlus di don Fortunato Di Noto. Dalla parte dei Bambini contro la pedofilia.

campagna: "LA PEDOFILIA NON VA IN VACANZA, LE VACANZE DEI NOSTRI OPERATORI, DIFENDERE I BAMBINI".



AL PIU' PRESTO PUBBLICHEREMO I NOSTRI CONSIGLI RELATIVI ALLA CONSUETA CAMPAGNA: "LA PEDOFILIA NON VA IN VACANZA, LE VACANZE DEI NOSTRI OPERATORI, DIFENDERE I BAMBINI"

venerdì 22 luglio 2011

E’ allarme per l’utilizzo scorretto di farmaci sui minori

L'ultimo Rapporto OsMed 2010, appena pubblicato e redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, ha rivelato dati allarmanti sul fenomeno dell'abuso di farmaci nei bambini del nostro Paese. Otto bambini italiani su dieci, infatti, ricevono in un anno almeno una prescrizione medica, in particolare diantibiotici antiasmatici a riprova dei nefasti influssi dell'inquinamento sulla loro salute. I più piccoli, tuttavia, in piena tendenza coi livelli di guardia a livello globale (circa un milione di casi l'anno solo negli Stati Uniti), sono vittime di un uso inadatto e non sempre razionale di prodotti farmaceutici, spesso somministrati non per il loro benessere ma come supporto esterno agli adulti che non riescono a gestire i propri figli.
Dall'indagine viene fuori che il bambino che "ha la tosse da tanto tempo", che "non dorme mai", che "non vuole mangiare" appare come un problema da risolvere pur in assenza di specifiche ed evidenti complicanze sul piano clinico. Insomma, complici anche gli enormi interessi delle multinazionali farmaceutiche, per ogni malanno vero o presunto e per ogni bambino ci deve essere un rimedio farmacologico. In proposito, proprio negli Stati Uniti è stato pubblicato di recente uno studio dell'Università del Colorado e del Rocky Mountain Poison Drug Centero sul Journal of Pediatrics, che dimostra le proporzioni dell'abuso dei farmaci nei bambini attraverso i dati rilevati nel 2010.

Lo studio evidenzia come nessuna delle forme ufficiali di abuso su minori classificate dalle autorità, includa chiaramente l'utilizzo criminale di farmaci di cui i piccoli non avrebbero affatto bisogno. Una carenza normativa che, secondo i ricercatori, sarebbe decisamente sottostimata. Il 
team universitario ha incluso nell'analisi i documenti relativi alla somministrazione "con secondi fini" di alcool, antidolorifici, farmaci per la tosse e il raffreddore, sedativi, sonniferi e antipsicotici. Degli oltre 1.400 bambini studiati, circa il 14% ha avuto conseguenze di qualche entità, anche importanti, incluso il decesso. Le conclusioni dell'indagine tracciano l'elenco di quali sarebbero le motivazioni di quella che si profila come una vera e propria forma di violenza, più o meno consapevole, degli adulti sui bambini: punizioni alternative, semplice divertimento, desiderio di prendersi una pausa dalle responsabilità genitoriali.

In Italia, per fortuna, ancora non si registrano fattispecie così estreme a livello domestico ma il ricorso a
farmaci "non necessari" è divenuto assai frequente, soprattutto nel campo del sonno pediatrico e delleallergie respiratorie, perfino delle patologie gastrointestinali dei primi mesi di vita. Bisogna prestare molta attenzione all'iperemotività dei genitori, che vivono male i sintomi delle patologie dei propri figli, perchè l'ansia e la volontà di una guarigione repentina è spesso alla base dell'abuso di farmaci. Molti bambini hanno patologie lievi seppur con sintomi fastidiosi, ma non per questo devono essere "ipertrattati" a livello medico. I piccoli vanno certamente curati quando ne hanno necessità, ma vanno anche capiti e protetti.

Se i genitori fossero meno ansiosi e più tolleranti, oltre che realmente consapevoli delle conseguenze dei propri comportamenti, probabilmente avremmo bambini più sani sia nel corpo che nella psiche. Ma questa nuova forma di "
ansia da prestazione educativa" non riguarda soltanto i papà e le mamme. Non molto tempo fa, tanto per citare un esempio eclatante, è salito alla ribalta della cronaca un episodio di cattiva gestione della responsabilità sui minori ad opera di alcuni insegnanti di un asilo di Nardò, in provincia di Lecce, dove di pomeriggio venivano somministrati psicofarmaci ai bambini ritenuti "troppo vivaci". I tranquillanti hanno effetti collaterali forti e provocano danni anche negli adulti, figurarsi nei minori.

Le stesse 
associazioni di categoria dei farmacisti hanno avuto modo di denunciare, a più riprese, come questo malcostume di somministrare a bambini e adolescenti psicofarmaci per risolvere problematiche di qualsiasi tipo (esistenziali, psicologiche, comportamentali), risulti ormai avviato su un sentiero di crescita costante. E' una pratica da scoraggiare non soltanto attraverso una più severa previsione legislativa, ma anche con la continua sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Sarebbe il caso, inoltre, di cominciare ad indagare seriamente per verificare quanto davvero sia diffusa la somministrazione di farmaci e psicofarmaci sui minori proprio nelle nostre strutture pubbliche, nelle scuole e negli ospedali ad esempio.

Perchè a volte, nella società del "tutto e subito", dietro singoli episodi possono nascondersi metodologie ben più diffuse e maligne. Come dimostra la recente ammissione del Ministro per la Salute Fazio che, sollecitato nel question-time alla Camera, ha dovuto confermare l´esistenza presso l'Istituto "Stella Maris" di Pisa di una sperimentazione in corso su bambini, con somministrazione di una molecola psicoattiva per migliorarne l'attenzione. Si tratterebbe di un vecchia molecola anti-ipertensiva che si sta cercando, evidentemente per le pressioni della lobby delle aziende farmaceutiche, di riciclare come psicofarmaco pediatrico. Cosa assai discutibile dal momento che neppure se ne conoscono i possibili riflessi sul cervello dei bimbi.
L'associazione Giù le Mani dai Bambini, il più rappresentativo Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica, da tempo sta denunciando, in modo circostanziato, la strategia in corso per medicalizzare i comportamenti di fasce sempre più ampie di bambini italiani. "La Guanfacina di Shire - sostengono dall'associazione - è una molecola apolide che non rendeva più. Dunque cosa c´è di meglio che inventare da zero una nuova applicazione terapeutica per guadagnare altri soldi a spese della salute dei più piccoli?".
Nonostante l'ammissione a denti stretti del ministro Fazio, nella manovra ecnomica appena approvata non c'è traccia dei fondi a suo tempo promessi per incrementare la vigilanza anti-abuso e iscrivere sul registro di controllo anche le somministrazioni di anti-depressivi ai bimbi, utilizzati in misura 15 volte maggiore degli psicofarmaci per l´iperattività. Un ulteriore segno di ipocrisia e di cedimento alla propaganda, tant'è che non di rado le stesse istituzioni si prestano alle strategie di marketing elaborate dalla agenzie a libro paga delle case produttrici di farmaci, attraverso forme di patrocinio o mediante partecipazioni dirette in convegni e seminari, vale a dire là dove si crea artificialmente il bisogno di un farmaco in particolari segmenti di popolazione. Si tratta di una spirale palesemente criminale, attuata da sciacalli senza scrupoli.
Il dossier relativo allo "Stella Maris" di Pisa, nel frattempo, è arrivato al Parlamento Europeo, dove negli atti della Commissione preposta si legge testualmente: "la Guanfacina è un vecchio brevetto da tempo in cerca di una malattia a cui essere associato. In genere succede il contrario, di fronte ad una malattia si fa della ricerca per trovare antidoti e terapie. Che un´agenzia di relazioni pubbliche si presti a simili tentativi è un problema di etica professionale che non vogliamo affrontare, ma che una casa farmaceutica operi cercando ipotetici clienti per una molecola esistente e non più usata per il primitivo scopo, ci sembra un´operazione assai disinvolta, che rovescia la scala di valori alla quale ci si dovrebbe attenere quando si tratta di salute: prima i bambini e poi il business".
Giusto, prima i bambini e dopo gli affari. Ma in questa Italia delle cricche e della spregiudicatezza elevata a sistema, che ha da tempo deciso di sacrificare i suoi figli più giovani e le sue risorse migliori relegando un'intera generazione in un limbo senza speranze e senza futuro in nome dell'egoismo del mondo degli adulti timorosi di perdere le residuali rendite di posizioni economiche e sociali accumulate in anni ed anni di eccessi, possiamo davvero credere che esista qualcuno disposto a rinunciare a interessi miliardari per salvaguardare la salute dell'infanzia?
tratto da: www.agoravox.it/

martedì 19 luglio 2011

zii abusano di 5 nipotine, condannati a Palermo

PALERMO, 18 LUG - Per due anni, tra il 2005 e il 2007, 5 sorelline di eta' compresa tra gli 8 mesi e gli 11 anni sono state vittime di abusi da parte dei due zii paterni. I due uomini sono stati condannati oggi dalla corte d'appello di Palermo rispettivamente a 4 e 10 anni di reclusione con il rito abbreviato. I fatti sono avvenuti in un paese della provincia di Palermo in un contesto sociale di estrema poverta' e di enorme degrado. Gli abusi sono stati scoperti dagli assistenti sociali che si occupavano della famiglia in seguito ad alcune segnalazioni sullo stato di abbandono delle 5 bambine. (ANSA).

lunedì 18 luglio 2011

L'Unione Europea promuove nuove misure contro la pornografia infantile su internet.

Norme UE più severe per combattere la pedopornografia on-line

Secondo gli studi, tra il 10% e il 20% dei minori europei potrebbe essere vittima di abusi sessuali durante l'infanzia. Data l'entità del problema, i membri della commissione Libertà civili hanno stabilito, martedì, pene più severe per questo tipo 

di reati: rimozione alla fonte di tutti i materiali pedopornografici presenti sul web, pene minime obbligatorie e regole più severe anche dopo che i colpevoli hanno pagato il loro conto alla giustizia.
Il testo della relatrice italiana del PdL (PPE) Roberta Angelilli, approvato in commissione parlamentare il 12 luglio, stabilisce le pene minime per 20 reati di abuso sessuale sui bambini e pornografia infantile. I deputati si sono battuti per punizioni più severe, specialmente quando gli autori degli abusi sono persone di fiducia (familiari, insegnanti, ecc..).
"È un testo di compromesso molto valido, ottenuto da un buon dialogo a tre con Consiglio e Commissione. Abbiamo deciso di seguire la scelta politica forte fatta dall'intero Parlamento. Il voto su questa direttiva ha rappresentato una priorità", ha commentato l'Angelilli.
Nuove misure contro la pornografia infantile su internetSecondo il nuovo accordo, tutte le pagine contenenti materiali pedopornografici devono essere rimosse. L'eliminazione deve avvenire alla fonte e gli Stati membri sono tenuti a cooperare con i paesi terzi se le pagine incriminate sono ospitate al di fuori dell'UE. Il blocco diventa un'opzione solo se questi paesi rifiutano di collaborare, con la rimozione della pagina.
Pene minime obbligatorie,che gli Stati hanno facoltà di aumentare, sono state stabilite anche per la produzione e il possesso di pornografia infantile. Anche la sola visualizzazione potrebbe essere perseguita, se si dimostra l'intenzione di accedere al sito in questione e la consapevolezza sul suo contenuto.
Nuovi concetti e reati sono stati introdotti per la prima volta nella legislazione comunitaria, come quelli di "turista sessuale" - persona che viaggia all'estero per abusare dei minori - o di "grooming" - termine inglese che indica l'adescamento di bambini e adolescenti on-line, attraverso tecniche psicologiche che inducono alla fiducia.
Chi si è macchiato di reati sessuali dovrà accettare condizioni più severe anche dopo aver scontato la pena. Potrebbe, ad esempio, subire limitazioni nel praticare attività professionali che prevedono il contatto con i minori. Gli Stati potranno inoltre scegliere di inserire i criminali sessuali in appositi registri, così da facilitare il reperimento delle informazioni da parte dei datori di lavoro.
"Il testo sarà a disposizione delle autorità competenti e delle ONG per assicurare tolleranza zero in tutti i crimini contro i bambini" ha detto ancora la relatrice Roberta Angelilli.
Prossimi passi.L'accordo sarà votato in Aula nel mese di settembre e, poco dopo, adottato formalmente dal Consiglio dei ministri. In questo caso la direttiva sostituirà l'attuale legislazione europea, che risale al 2004. Gli Stati avranno due anni per recepire le nuove regole nelle loro leggi nazionali.