domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua a tutti, Buona Pasqua a voi cari bambini, Buona Pasqua piccoli angeli!

Con questo video musicale di Giulia Luzi voglio augurare a tutti voi una Buona Pasqua, con la speranza che tutti i bambini possano godere di questo giorno di festa appieno, senza violenza e sopraffazioni di ogni genere e sorta.


Buona Pasqua a voi cari  bambini, la luce del Signore Risorto disperda le tenebre del cuore e dello spirito, Pasqua la festa di chi crede nella bellezza dei piccoli gesti e di chi comprende che la vita sa stupire oltre ogni aspettativa. Questo l'auguro che noi di Una Vita Sottile - dalla parte dei bambini vi poniamo con la speranza che possiate sentire sempre quella pace di serenità e che la gioia pervada il vostro cuore e vi regali felicità inattese.

sabato 30 marzo 2013

Istituto "Toniolo", episodio di bullismo: attesa fuori dalla scuola e presa a schiaffi

Il motivo dell'aggressione è da ricondurre ad alcune offese apparse sulla pagina Facebook Spotted Toniolo, che consente di scrivere commenti anche in forma anonima. La scuola si è rivolta alla Polizia Postale


Offese apparse sulla pagina facebook Spotted Toniolo, in forma anonima, ai danni di una studentessa 15enne delle scuole superiori e poi attribuite ad una 12enne delle scuole medie 'Toniolo', hanno dato vita ad un altro episodio di bullismo in gonnella. A riportare la notizia oggi il quotidiano Il Tirreno che racconta la vicenda avvenuta proprio fuori dalle 'Toniolo'.
La 15enne ha infatti schiaffeggiato all'uscita di scuola la 12enne, accusata di essere l'autrice delle parole offensive apparse sul social network. La giovanissima è tornata a casa in lacrime raccontando l'accaduto alla madre che il giorno dopo è andata a parlare con la vicepreside. L'episodio certo è avvenuto fuori dalla scuola, ma quel profilo Facebook che porta il nome dell'istituto non è accettabile, considerando anche il fatto che la forma anonima fa moltiplicare le offese. Così la scuola si è rivolta alla Polizia Postale per far chiudere quel profilo.


Madre mette all' asta i figli su Ebay

Una madre di circa 30 anni ha messo all' asta i propri figli, un maschio e una femmina di meno di 10 anni, su ebay. Molte persone hanno partecipato all'asta facendo diverse offerte ma, fortunatamente, qualcuno ha ritenuto necessario segnalare il fatto alle autorità che hanno immediatamente oscuratola pagina dell'utente.
La donna si è difesa dichiarando che si trattava di uno scherzo, ma i servizi sociali non l'hanno pensata così e adesso l'incauta madre rischia di perdere i bambini. La vicenda ha destato moltapreoccupazione non solo per il gesto insano della donna e per i numerosi acquirenti che avevano preso parte all'asta, ma anche per l' impatto psicologico che questa storia potrebbe avere sui figli, trattati alla stregua di oggetti usati.

Per 25 anni avrebbe commesso abusi sessuali su bambini e adolescenti. A sostenerlo alcune vittime che a Le Iene hanno accusato Don Nello Giraudo di pedofilia ma soprattutto i vescovi Sanguineti, Lafranconi e Calcagno di sapere e di aver taciuto


Arcivescovo Domenico Calcagno
Può la chiesa cattolica permettere che per 25 anni un prete abusi sessualmente di bambini ed adolescenti, senza muovere un dito? La speranza di tutti è che non sia possibile. Dal racconto minuzioso fatto dalle Iene ieri sera sembra purtroppo emergere invece un'agghiacciante verità. Secondo il servizio trasmesso su Italia 1 gli abusi sessuali ad opera di don Nello Giraudo si sarebbero perpetuati per 25 anni nonostante ben tre vescovi diversi fossero stati informati: da quanto riportato sarebbero stati informati Monsignor Giulio Sanguineti, vescovo di Savona e Noli dal 1980 al 1989, Monsignor Dante Lafranconi vescovo di Savona -Noli dal 1991 al 2001 e Monsignor Domenico Calcagno che dal 2002 al 2007 è stato vescovo di Savona e Noli...

Una storia allucinante che attribuisce a Don Nello Giraudo una sequenza vertiginosa di abusi sessuali su bambini delle parrocchie del savonese. Unico provvedimento preso dai Monsignori quando venivano a conoscenza degli abusi, il trasferimento di Don Nello da una parrocchia all'altra del savonese.
Così dopo essere stato accusato a Valleggia nel 1980 di atteggiamento morboso nei confronti di un bambino mentre insegna a scuola, don Nello viene spostato da Monsignor Sanguineti a Spotorno nel 1984. Qui a Spotorno si perpetuano abusi nei confronti di bambini tra cui quelli a danno di Francesco che dice di aver subito un centinaio di abusi in 5 anni. Don Carlo segnala il problema al vescovo ma non alla magistratura. Il nuovo vescovo Dante Lafranconi sposta Don Nello a Feglino nel 1992. Mirko, un ragazziono di 13 anni, subisce abusi sessuale nel 1994 durante un campeggio scout. Luca nel 2000 è vittima anch'egli di abusi.

Nel 2002 Domenico Calcagno diventa vescovo di Savona. Don Carlo va dal vescovo per infpormarlo del caso Don Nello, e anche Francesco Zanardi, vittima di don Nello.
Dopo un anno Monsignor Calcagno scrive al Cardinale Joseph Ratzinger che allora era Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede ...

«Eminenza reverendissima
presento con animo colmo di sofferenza il caso riguardante Don Nello Giraudo, sacerdote di questa Diocesi.
Allego descrizione del suo curriculum Vitae redatto dal vicario generale, Mons. Andrea Giusto. Al momento il Sacerdote in questione ha lasciato la Parrocchia di Feglino ed ha chiuso la comunità alloggio la Lanterna su mia richiesta. Attualmente è trasferito nella parrocchia di Noli ed è affidato al sacerdote don Pinetto.
La documentazione allegata permetterà di conoscere meglio i dettagli: chiedo la cortesia di un consiglio circa l'atteggiamento da tenere, intendendo il Sacerdote continuare con un impegno pastorale. Per quanto possibile, intendo comunque evitare che abbia comunque responsabilità che lo mettano a contatto con bambini o adolescenti.
Devotissimo in Cristo Signore
Domenico Calcagno»

Nel documento allegato Monsignor Calcagno non manca di sottolianeare a Joseph Ratzinger che nulla è uscito sui giornali e che non ci sono denunce in corso.

«La chiesa avrebbe potuto o denunciare il caso alla magistratura o avviare un processo canonico, ma non avviene nulla di tutto questo» fanno sapere dalle Iene.. Don Nello Giraudo viene semplicemente spostato a Portio Magnone, a 10 chilometri da Feglino, e ricompare nel 2005 in un altro campo scout questa volta nelle vesti di educatore spirituale.
Qui incontra Filippo un ragazzo di 17 anni che subisce violenza e lo denuncia alla magistratura.
«Una volta mentre stavo lavando i piatti, don Nello mi avvicinò ed infilò repentinamente una mano sotto le mutande toccandomi il sedere ed il pene. Io ero molto giovane e questo gesto mi turbò profondamente. Scappai fuori ed andai a piangere vicino ad un fiume dove incontrai una ragazza...» Don Nello nel 2012 viene condannato ad un anno di carcere, ma grazie alla condizionale non fa neanche un giorno di carcere. Gli altri abusi sono caduti in prescrizione...
Nel frattempo, mentre Domenico Calcagno è diventato Cardinale e dovrebbe prendere parte al Conclave, nessuno dei tre vescovi, Sanguineti, Lafranconi e Calcagno hanno accettato di parlare sull'argomento per fare chiarezza. 

Droga e abusi sessuali sui minori: arrestato

Abusava di minori sin dal 1993, F.L.,  53enne con precedenti, arrestato, questa mattina, dalla Polizia. Numerose, le testimonianze raccolte nel corso delle indagini: in alcuni casi, l'uomo cedeva a ragazzini, non ancora maggiorenni, sostanze stupefacenti in cambio  di prestazioni sessuali.
Durante le perquisizioni, è stata trovata anche una pistola a gas della Smith e Wesson, usata dallo stesso aguzzino per minacciare le sue vittime, imponendo il silenzio sugli abusi. L'arresto è avvenuto a seguito  di un'ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica.

venerdì 29 marzo 2013

Violentò la figlia della compagna, condannato a sette anni

In seguito alla denuncia la relazione dell'uomo con la madre, che durava da anni, si era interrotta.
L'uomo era stato indagato e gli accertamenti effettuati dalla procura, anche attraverso l'ausilio di psicologi e psichiatri forensi, aveva portato ad acclarare che i racconti della bambina erano plausibili. In primo grado l'uomo era stato condannato a sette anni di reclusione. Stamani il sostituto pg Antonio Lucisano ha chiesto la conferma della pena di primo grado. Il presidente della Corte Guido Machiavello ha accolto la richiesta e confermato la pena di sette anni per violenza sessuale su minore. 

Marianna Cendron: Renzo sa qualcosa sulla sua scomparsa?

Marianna Cendron: Renzo sa qualcosa sulla sua scomparsa?Marianna Cendron è una diciottenne di Paese che da più di un mese non fa ritorno a casa. La ragazza, di origine bulgara, è stata adottata da piccola dai coniugi Cendron. Nell’orfanotrofio, purtroppo, è stata vittima di violenze e questo ha lasciato delle ferite profonde nella sua anima. Questo dolore è riaffiorato nell’età adolescenziale, quando Marianna Cendron ha iniziato a soffrire di anoressia e problemi alimentari. Tuttavia, Marianna ha sempre mostrato forza ed indipendenza ed ha voluto emanciparsi dai genitori, cercando di superare i suoi problemi. Il suo carattere ribelle non ha facilitato un dialogo in famiglia, nonostante il padre abbia sempre appoggiato i suoi propositi di emancipazione. Da qualche tempo, Marianna lavorava in un ristorante e si recava a lavoro in parte in bici, in parte tramite corriera.
Una sera, però, il fidanzatino l’ha aspettata invano sino alle 22:30, davanti ad un istituto agrario, senza avere più notizie della ragazza. C’è da premettere che la giovane si era da poco trasferita da un “amico”, Renzo, un quarantenne che sembrava comprendere le problematiche della ragazza e che si era offerto di aiutare Marianna a rendersi indipendente. Tuttavia, i genitori hanno raccontato di una rapporto strano e disturbato tra i due. Pare che l’uomo, infatti, con famiglia tra l’altro, si fosse recato già in passato per svolgere dei lavori a casa Cendron e Marianna si comportava in modo strano quand’egli arrivava e si richiudeva nella sua stanza. Perché? Qual era il vero rapporto tra i due? E perché Renzo avrebbe dovuto aiutare Marianna ed ospitarla in casa propria?
La mattina della scomparsa Renzo ha accompagnato Marianna alla corriera ed ella si è recata a lavoro. Egli ha dichiarato che la ragazza gli ha riferito che non sarebbe tornata la sera, poiché aveva appuntamento col suo fidanzatino. Tuttavia, nel tardo pomeriggio, Marianna avrebbe ricevuto una chiamata proprio da Renzo. Cosa voleva dirle l’uomo di così urgente?
Di Marianna e della sua bici non c’è più alcuna traccia! Che fine ha fatto? Ci auguriamo davvero che non si tratti, anche in questo caso, di una tragedia violenta a danno di una giovane donna…

giovedì 28 marzo 2013

Marianna Cendron, nessuna notizia da un mese

Marianna Cendron, appello dei genitori a un mese dalla scomparsa

Marianna non si fa sentire da un mese e mercoledì sera la famiglia Cendron ha lanciato un nuovo appello.
La trasmissione televisiva di RaiTre "Chi L'ha Visto?" è tornata a occuparsi della scomparsa di Marianna Cendron, la 18enne di Paese svanita nel nulla il 27 febbraio scorso.
"Voglio dire a Marianna di essere forte per superare i momenti bui che sta vivendo dentro di lei - ha detto papà Pierfrancesco ai microfoni della trasmissione - La aspettiamo, speriamo che trovi la forza di farsi aiutare".
Marianna ha fatto perdere le sue tracce un mese fa. Uscita dal ristorante "Teatro Al Golf" di Salvarosa, dove lavora come cuoca, la 18enne di origini bulgare sembra essersi volatilizzata.
Quella sera Marianna ha lasciato il ristorante in sella alla sua bicicletta bianca, come di consueto. Ma di lei e della sua bici nessuna traccia. Muti anche i suoi due telefoni cellulari.
L'ipotesi principale resta quella dell'allontanamento volontario, sebbene non sia chiaro il motivo che ha spinto la ragazza a lasciare Paese. Da qualche settimana Marianna viveva da un vicino di casa, Renzo di 40 anni, che è stato più volte sentito dagli inquirenti senza esisto. E proprio su Renzo, mercoledì sera, i genitori di Marianna hanno sollevato dubbi.
Le ricerche intanto continuano, ma al momento non ci sono risvolti positivi. Nessun riscontro nemmeno nelle segnalazioni arrivate a "Chi l'ha Visto?" e alle forze dell'ordine, che volevano Marianna a Mestre e nel Vittoriese.


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Altavilla (Pa): arrestato insegnante di religione per abusi su minori


Avrebbe abusato di 4 ragazzini di età inferiore ai 14 anni. Con questa pesante accusa un insegnante di religione di Altavilla, centro in provincia di Palermo, è stato arrestato per la seconda volta. L’uomo, 40 anni, è stato raggiunto da un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Termini Imerese, Stefania Galli, su richiesta del pubblico ministero Paolo Sartorello. Il 40enne è finito agliarresti domiciliari.
Il 40enne, catechista e insegnante di scuola primaria, è molto noto in ambito locale per la sua partecipazione attiva all’interno della parrocchia, per la gestione dei ministranti, dei campi estivi e dei diversi gruppi giovanili ruotanti intorno alla chiesa di Altavilla.
Un anno fa l’insegnante era finito ai domiciliari dopo una denuncia da parte di una comunità alloggio delle morbose attenzioni dell’uomo nei confronti di un 13enne che seguiva un corso di preparazione alla cresima.
Durante le indagini è emersa la vicenda degli abusi nei confronti di altri 4 minorenni a lui affidati in qualità di catechista. L’arrestato, secondo le indagini, ha continuato a mantenere un rapporto privilegiato con i minorenni, conservando un atteggiamento volto a lusingarli, offrendogli tutto ciò che non avevano, sostituendosi alle persone di famiglia nelle vesti di padrino, offrendo loro oggetti di valore e la possibilità di uscire in compagnia.

lunedì 25 marzo 2013

Maestro di musica denunciato per diffusione di materiale pedo-pornografico

I Carabinieri di Riva del Garda (Tn) hanno denunciato all'Autorita' giudiziaria un maestro di musica nato ad Arco (Tn) per diffusione e possesso di materiale pedo-pornografico. L'indagine -coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia- e' nata a seguito del monitoraggio telematico delle attivita' del ragazzo 35enne, che piu' volte ha scaricato immagini a contenuto pedo-pornografico tramite il sistema E-Mule.

Gli inquirenti hanno perquisito stamani l'insegnante, ad Arco. Nel corso della perquisizione i militari dell'Arma hanno sequestrato diversi apparati informatici e telematici (che saranno sottoposti a perizia). I Carabinieri si sono presentati sia presso l'abitazione dell'indagato sia nella sede dello Smag (Scuola musicale Alto Garda), sia in altri istituti dove il docente insegna musica. Il denunciato collabora infatti con varie scuole medie della zona del lago di Garda trentino, con diverse bande musicali e lavora anche nella limitrofa provincia di Brescia.

domenica 24 marzo 2013

Pedopornografia su Facebook, l'ira degli utenti


Non sono passate inosservate anche in Ticino le immagini che, tramite un tam tam quasi immediato, sono giunte a noi attraverso diverse segnalazioni. È bastata una veloce verifica per constatarne la veridicità. Ed ecco sulla pagina di un utente Facebook un video amatoriale che mostra senza censure il rapporto sessuale tra un pedofilo e una bambina che avrà circa 3 o 4 anni.
"Facebook fa una magra figura in quanto il video è stato segnalato da diverse persone e non è ancora stato rimosso", scrive un lettore indignato. "Su altri social network, come ad esempio Badoo, vi è una moderazione molto più attenta delle fotografie. Non capisco come mai il video non sia stato tempestivamente bloccato. Facebook non lavora?" prosegue.
A questa domanda al momento non sappiamo dare risposta, ma abbiamo prontamente allertato la polizia che a sua volta ci ha riferito di essere al corrente della cosa e di essersi attivata al fine di rimuovere le crude e raccapriccianti immagini.
Rimosse foto artistiche su Facebook - Senza voler esprimere un giudizio di merito sull'operato dei software del social network, questa segnalazione appare ancor più strana alla luce delle recenti polemiche circa la censura da parte di Facebook di foto che con la pornografia non hanno niente a che vedere. L'ultimo caso ha riguardato la pagina Facebook del noto museo parigino Jeu de Paume, bloccata per 24 ore a causa del nudo femminile degli anni ‘40 postato sul profilo.
Unica soluzione: segnalare - Ma cosa occorre fare in questi casi? "L'unica cosa possibile è segnalare il link incriminato a noi e a Facebook. Poi bisogna aspettare i tempi tecnici affinché venga rimosso- ci spiegano dalla Polizia Cantonale -. È la prima volta, in ogni caso, che riceviamo una segnalazione simile".

Pedopornografia: la lotta al fenomeno deve diventare una priorità. Rafforzare subito la tutela delle piccole vittime e impegnarsi per la loro identificazione

Pedopornografia su facebook


Su Facebook ha iniziato a circolare pochi giorni fa un video che mostrava una ragazza molto giovane violentata da un uomo adulo. Il video in poche ore è stato condiviso 16mila volte ed ha ottenuto oltre 4mila “like”, malgrado la scena raccapricciante. Immediata è scoppiata la polemica: molti utenti dei social network hanno espresso la loro indignazione sia per le immagini diffuse, sia per il fatto che abbiano riscosso tanto successo e non siano state invece immediatamente rimosse. Il video è successivamente stato eliminato ma ha comunque fatto il giro del web. Il recente scandalo ha rimandato al problema della pedopornografia in rete e a quanto i controlli non siano ancora sufficientemente rigidi. Facebook si è giustificato dicendo che il programma attualmente utilizzato per la ricerca di immagini illegali è controllato con molta attenzione e che blocca numerosi file al giorno, ma che qualcosa può sempre sfuggire.


Infine i vertici del social network hanno voluto scusarsi con gli utenti. Lo hanno fatto con una mail inviata al quotidiano Leggo: “Per Facebook niente è più importante della sicurezza delle persone che utilizzano la piattaforma, e questo materiale non deve trovare posto su Facebook. Non tolleriamo in nessun modo la presenza di contenuti pedopornografici su Facebook e siamo estremamente determinati nell'adottare ogni misura per prevenire la pubblicazione e rimuovere questo genere di materiali. La tempestiva segnalazione di questo contenuto ci ha permesso di rimuoverlo il più rapidamente possibile”.

sabato 23 marzo 2013

Una Vita Sottile - dalla parte dei bambini: da Gennaio 630 segnalazioni

Nei primi tre mesi dell'anno segnalati alla Polizia Postale 630 siti pedo-pornografici


Un report più dettagliato si avrà verso la fine dell'anno, ma il numero dell'orrore riguardante i primi tre mesi dell'anno è già alto. Una vergogna che grida giustizia, impegno e coraggio da parte di tutti, per denunciare questo orrore che si consuma a danno di bambini innocenti, sulle nostre strade, le nostre case e le chiese. Orrore che molte vittime nascondono per paura o perché minacciate, o da altri adulti per vigliaccheria o complicità. Aiutateci a fermare la violenza sui bambini e sugli adolescenti.

Segnalate subito: sosinfanzia@unavitasottile.org l'ascolto e la segnalazione aiutano il bambino e l'adolescente ad uscire dall'incubo della violenza e dell'abuso.


Abusi sui bambini, la metà dei medici non denuncia. Trecento casi l’anno a Milano

«il 10% delle 1.400 denunce per maltrattamenti riguardava figli, spesso minorenni, e genitori. Poi ci sono 199 violenze sessuali ai danni di minori»


Violenza su bambini (Pianetafoto)
Trecento casi a Milano ogni anno, di maltrattamenti, percosse, violenze sessuali, minacce o ingiurie contro i minori. In media: nell’anno compreso tra luglio 2011 e giugno 2012 «il 10% delle 1400 denunce per maltrattamenti riguardava figli, spesso minorenni, e genitori. Poi ci sono 199 violenze sessuali ai danni di minori», spiega il procuratore aggiunto Pietro Forno. E sono solo i reati registrati dalle forze dell’ordine, «la punta dell’iceberg», osserva Federica Giannotta, responsabile dei diritti dei bambini della ong Terre des hommes che insieme allo Sbam, Sportello bambino adolescente maltrattato della Clinica Mangiagalli, ha condotto un’indagine tra i medici di base e i pediatri di Milano e hinterland.
Risultati: il 66% ha avuto almeno una volta il sospetto di visitare un bambino maltrattato, a quasi metà (il 48,5%) è capitato di non far seguire ai dubbi una segnalazione. Il questionario è stato inviato a mille medici di famiglia e 170 pediatri, di base e ospedalieri, alla fine del 2012. Meno di un quarto l’ha restituito e tra i compilatori di quelli validi, 259, più del 60% ha superato i 50 anni e i 20 di professione. E 178 dichiarano di aver sospettato situazioni di maltrattamento, abuso o incuria, ma solo 95 hanno saputo indicare quante; 318 quelle così censite tra il 2009 e il 2011, più della metà (159) ai danni di bambini italiani, la maggioranza (137) bambine. Anche tra i minori sono le femmine le più esposte, confermano Terre des Hommes (l’indagine fa parte della campagna «in/difesa», lanciata con la Giornata mondiale delle bambine), i dati nazionali (nel 2011 erano il 61% delle quasi cinquemila vittime di abusi, aumentati del 15% dal 2010) e quelli milanesi, col 79% di bimbe tra le vittime di violenza sessuale. Confermano anche dalla Mangiagalli, che allo Sbam, che affianca lo storico Soccorso violenza sessuale e domestica, l’anno scorso ha gestito 28 casi di maltrattamenti (15 contro bambine e ragazzine) e 115 di abuso sessuale (7 ai danni di maschi, tutti sotto i 7 anni).
Ma perchè quasi metà dei medici resta col dubbio? Il 55% dice di non aver avuto elementi di sospetto abbastanza forti, il 13,6% di aver temuto le conseguenze sulla famiglia e sul bambino, il 18,3%(quasi uno su cinque) ammette di non sapere a chi rivolgersi e come fare; e in effetti poco più del 5% possiede un modulo prestampato di supporto alla diagnosi. Sulla metà abbondante che si fa frenare dall’incertezza pesa poi la scarsa preparazione nel riconoscere gli abusi: il 75,6% dei medici intervistati non ha mai partecipato a un corso di formazione sul maltrattamento dei minori; quasi metà, negli ultimi tre anni, nemmeno a un congresso o a una conferenza, il 33,6% non ha letto neanche un articolo sul tema. Eppure, l’89% sente la necessità di essere aggiornato. Allora Terre des Hommes e lo Sbam fanno tre proposte, semplici: istituire almeno un momento di formazione all’anno, mettendo insieme la Asl, il Comune e l’Ordine dei medici; fornire - con l’aiuto della Regione - a tutti i medici ospedalieri e ai pediatri di base il famoso modulo standard per la segnalazione, e un vademecum per orientarsi.

Omicidio Sarah Scazzi a che punto siamo!


Due giornate molto importanti, quelle del 4 e 5 marzo, per il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. Si è infatti conclusa la requisitoria della Pubblica Accusa e sono state rese note le richieste di condanna per i 9 imputati.

Il pm Mariano Buccoliero si è concentrato sulle fasi del delitto e sulle innumerevoli versioni dei fatti fornite da Michele Misseri. A proposito di queste ultime, il pm ha sottolineato l’assoluta inverosimiglianza della tesi auto-accusatoria, dal momento che Michele non ha mai fornito una spiegazione di come e perché avrebbe ucciso Sarah: “Una corda c'era in garage, ma è rimasta sul trattore – spiega Buccoliero - In garage c'era una sola cintura ma era troppo larga per essere l'arma del delitto, e peraltro non è stata trovata alcuna traccia dai Ris. La storia del compressore sul quale sarebbe caduta Sarah mentre veniva strangolata è una barzelletta: anche lì nessuna traccia”.
E ancora: “Lui parla per la prima volta di una cintura il 5 novembre 2010, ma della cintura quale arma del delitto si viene a sapere come procura solo il 12 novembre. Misseri dice addirittura di averlo saputo dal suo avvocato Daniele Galoppa e dalla consulente Roberta Bruzzone e che quest'ultima gli avrebbe mostrato le foto dell'autopsia, che invece non erano state ancora depositate in procura”.

Inoltre, Michele non può aver occultato il cadavere da solo: troppo difficile infilarlo all’interno del pozzo di contrada Mosca. L’uomo, sempre secondo l’Accusa, sarebbe stato aiutato da due persone, il fratello Carmine Misseri e il nipote Cosimo Cosma.

sabrinaMa facciamo un passo indietro, e torniamo al momento del delitto. Secondo la ricostruzione del pm Buccoliero, quel 26 agosto 2010 Sarah arriva a casa Misseri intorno alle 13.50. In quel mentre Sabrina è in veranda, mentre Michele, che poco prima era in cucina, scende in garage. Sarah e Sabrina hanno un'accesa discussione, probabilmente relativa a delle dinamiche interne alla loro compagnia, che Sarah avrebbe “spifferato” in giro. Duramente rimproverata dalla cugina, Sarah esce da casa Misseri, imbocca via Deledda e inizia a ripercorrere a piedi la strada verso casa.

In questo frangente viene vista dal fioraio Buccolieri, che un attimo dopo assiste al “rapimento” da parte di Sabrina e Cosima: “Se Cosima è uscita e ha preso l'auto per riprenderla - ha detto il pm - vuol dire che era necessario impedire che Sarah tornasse a casa e raccontasse le ragioni del litigio e di tutto ciò che era accaduto in casa Misseri. Qualcosa di grave, legato allo stato di tensione tra le due cugine”. A scatenare la furia omicida non sarebbe solo il fatto che Sarah abbia fatto circolare la voce del rapporto intimo tra Sabrina e Ivano Russo, ma la paura che possa raccontare anche altro.

Il pm, infatti, ha letto in aula alcuni sms tra Sabrina e Ivano, dai quali emerge il contesto scabroso intorno al quale ruotava quella compagnia di  ragazzi di Avetrana. Sarah, ricordiamolo, era la più giovane del gruppo, la più ingenua, quella che forse si sarebbe lasciata sfuggire una parola di troppo su quei giochi erotici, quegli “spogliarelli maschili con paghetta” che avrebbero messo in imbarazzo e in cattiva luce gli amici più grandi.

Alle 14.10, quindi, Sarah viene riportata di forza in casa Misseri e qui, in una stanza (ancora non nota),  tra le 14.18 e le 14.23 viene uccisa dalla zia e dalla cugina unite da “una comune volontà omicida”. Subito dopo il corpo della quindicenne viene portato nel garage e caricato nel bagagliaio dell’auto di Michele, che con la moglie decide il da farsi, mentre Sabrina va incontro a Mariangela Spagnoletti, l’amica che nel frattempo è arrivata a prendere lei e Sarah per andare al mare.

Finalmente al termine del quarto giorno di requisitoria nell’aula della Corte di Assise di Taranto, il pm Mariano Buccoliero ha reso noto le richieste di condanna dell’Accusa, tanto pesanti quanto prevedibili, almeno per le due maggiori imputate che secondo il pm hanno ucciso per “motivi abietti”:

cosimaCOSIMA SERRANO – (accusata di concorso in omicidio volontario, concorso in sequestro di persona, concorso in soppressione di cadavere, concorso in furto aggravato) ergastolo con isolamento diurno per sei mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale e decadenza della potestà genitoriale; pubblicazione della sentenza di condanna mediante affissione nei Comuni di Taranto e di Avetrana, nonché sul sito internet del Ministero della Giustizia per 30 giorni.

SABRINA MISSERI -  (accusata di concorso in omicidio volontario, concorso in sequestro di persona, concorso in soppressione di cadavere, concorso in furto aggravato e calunnia) ergastolo con isolamento diurno per sei mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale e decadenza dalla potestà genitoriale; pubblicazione della sentenza di condanna mediante affissione nei comuni di Taranto e di Avetrana, nonché sul sito internet del Ministero della Giustizia per 30 giorni.

MICHELE ANTONIO MISSERI – (accusato di concorso in soppressione di cadavere, danneggiamento seguito da incendio, furto aggravato)  nove anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale e sospensione della potestà genitoriale per la durata della pena; non doversi procedere per il reato di danneggiamento, così derubricato dall’imputazione originaria, per difetto di querela; a pena espiata, un anno di libertà vigilata.

CARMINE MISSERI - (accusato di concorso in soppressione di cadavere)  otto anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale e sospensione della potestà genitoriale per la durata della pena; a pena espiata, un anno di libertà vigilata.

COSIMO COSMA - (accusato di concorso in soppressione di cadavere) otto anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale e sospensione della potestà genitoriale per la durata della pena; a pena espiata, un anno di libertà vigilata.

VITO RUSSO JUNIOR - (accusato di intralcio alla giustizia e favoreggiamento personale) tre anni e sei mesi di reclusione, interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, interdizione dall'esercizio della professione per la durata della pena.

ANTONIO COLAZZO - (accusato di favoreggiamento personale) tre anni di reclusione, interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

GIUSEPPE NIGRO (accusato di favoreggiamento personale) tre anni di reclusione, interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

COSIMA PRUDENZANO - (accusata di favoreggiamento personale) tre anni di reclusione, interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

La Procura ha anche chiesto alla Corte d’Assise la trasmissione degli atti al proprio ufficio nei confronti di otto testimoni “per evenutali profili di illiceità penale nelle loro deposizioni”. Si tratta di Ivano Russo, Alessio Carlo Pisello, Anna Scredo, Giuseppe Olivieri, Anna Lucia Pichierri, Giuseppe Serrano, Salvatore Serrano ed Emma Serrano. Per tutti loro il rischio è di essere incriminati per falsa testimonianza.

La criminologa Roberta Bruzzone spiega la pedofilia e la violenza Ospite a Barletta della onlus “La Caramella Buona” «Sono cicatrici che difficilmente si rimarginano»


Vietato chiudere gli occhi, vietato tapparsi le orecchie. Quando si parla di violenza, e di quella violenza più brutta che colpisce le vittime più piccole e indifese come la pedofilia, la reazione di molti è far finta che non esista, non accettare di ascoltarla o di capirla. Contro questo comune sentimento di omertà, a Barletta già da diversi mesi "La Caramella Buona" cerca di sensibilizzare su temi forti come la pedofilia e le varie forme di violenza contro i bambini, attraverso incontri, dibattiti, momenti di condivisione col pubblico per dimostrare che queste aberrazioni esistono, sono intorno a noi e bisogna imparare a riconoscerle e a combatterle.

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Ospite dell'incontro che si è svolto ieri sera presso il Circolo Unione è stata la criminologa Roberta Bruzzone, nota per aver partecipato come consulente in alcuni dei più importanti casi di cronaca nera a livello nazionale, come la strage di Erba, l'omicidio di Sarah Scazzi e la morte di Melania Rea. Affiancata dagli avvocati Grazia Corcella e Rosanna Fiorella, responsabili della locale sede de "La Caramella Buona", Roberta Bruzzone ha spiegato al pubblico numeroso presente all'evento i risvolti più nascosti e più crudeli di un fenomeno inquietante ma reale: la pedofilia. Commentando alcuni angoscianti racconti brevi su storie di bambini "violati" narrati dall'attrice barlettana Maria Filograsso, la criminologa ha illustrato le caratteristiche della pedofilia: il segreto, le tecniche di manipolazione, l'incontinenza dell'impulso, lo sfruttamento dei più naturali vincoli di natura affettiva, come quelli tra padre e figlia. «Tanto più è piccola la vittima, tanto più quest'opera di mistificazione ha effetto» spiega la Bruzzone, non solo criminologa, ma anche ambasciatrice del Telefono Rosa nel mondo, docente negli istituti di formazione per i Carabinieri e la Polizia di Stato. «Si tratta di soggetti che sono in mezzo a noi, indistinguibili, insospettabili, si confondono in mezzo agli altri, nelle maglie della società. Sono esperti a mantenere il segreto inconfessabile della loro coscienza. E poiché nella maggior parte dei casi di pedofilia si tratta principalmente di attività sessuali di tipo masturbatorio, ci troviamo di fronte ad una violenza che non lascia segni e l'unica testimonianza può essere quella della vittima. L'indicatore principale è la variazione del comportamento della vittima, la cui sofferenza è difficile non cogliere».Il tema è forte, crea turbamento e attenzione, perché parliamo di ciò che di più puro esiste al mondo, i bambini, violati e segnati a vita dal comportamenti spesso lucido e premeditato di individui "nascosti", di veri e propri criminali della vita. «Sono cicatrici che difficilmente si rimarginano: neanche la psicoterapia riesce a lenire questo tipo di violenza» continua la criminologa, che spiega come questi eventi però non restano del tutto invisibili, perché emergono ossessivamente nei giochi dei bambini, nei disegni, una volta che la loro vita è cambiata per sempre. Occorre aprire gli occhi e non far più finta che terrori come questi non esistano: per combattere la pedofilia, bisogna conoscerne le conseguenze per poterla identificare e denunciare, per poter cogliere dietro la sofferenza di un bambino un dolore nero e terribile che neppure immaginiamo.

abusi su minori: catechista arrestato per la seconda volta

L'arrestato è una persona nota in ambito locale per la sua partecipazione attiva all'interno della parrocchia, per la gestione dei ministranti, dei campi estivi e dei diversi gruppi giovanili ruotanti intorno alla chiesa

Un catechista quarantenne, insegnante di scuola primaria, e' stato arrestato dagli agenti della squadra Mobile di Palermo per violenza sessuale nei confronti di 4 ragazzini. L'arrestato e' una persona nota in ambito locale per la sua partecipazione attiva all'interno della parrocchia, per la gestione dei ministranti, dei campi estivi e dei diversi gruppi giovanili ruotanti intorno alla chiesa.
La vicenda ha avuto un prologo circa un anno fa, quando sempre la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese ordino' l'applicazione di una prima misura cautelare domiciliare per l'uomo. Prima di allora l' equipe di una comunita' alloggio per minori aveva denunciato gravi episodi nei confronti di un tredicenne. L'atteggiamento ossessivo ed invadente dell'indagato, protrattosi nel tempo, aveva turbato a tal punto il minore, da convincerlo a confidarsi con gli educatori della comunita' che, allarmati, avevano inoltrato una denuncia alla Procura di Termini Imerese.
Cosi' come accertato da nuove indagini condotte dalla Squadra Mobile palermitana, l'uomo avrebbe abusato di altri 4 minorenni a lui affidati quale educatore parrocchiale e catechista. Le vittime hanno fornito ulteriori elementi indizianti nei confronti dell'indagato che, "nonostante il suo precedente coinvolgimento in gravi analoghi episodi, aveva continuato ad accettare incarichi di supplenze presso istituti scolastici, mantenendo attivo il suo coinvolgimento nelle attivita' connesse alla chiesa".

Marianna Cendron: disperato appello dei genitori e intanto sciacallaggio su Facebook

«Marianna, le forze dell’ordine ti stanno cercando. Vogliamo solo sapere dove sei, se stai bene e che non sei in pericolo». È l’appello che i genitori della diciottenne Marianna Cendron, scomparsa lo scorso 27 febbraio da Paese, hanno lanciato ieri al termine del vertice in Prefettura a Treviso, convocato dal prefetto Aldo Adinolfi per coordinare le ricerche della ragazza. Papà Pierfrancesco e mamma Emilia si sono rivolti non solo alla figlia, ma anche a tutti coloro che potrebbero fornire informazioni utili per rintracciare Marianna, che potrebbero averla incrociata. Un appello nato dal cuore, dopo che da undici giorni la loro figlia, originaria della Bulgaria e arrivata in Italia quando era una bimba, è scomparsa nel nulla. Ieri le ricerche coordinate dal comando provinciale dei carabinieri si sono concentrate in particolare nella zona attorno al ristorante “Teatro Al Golf” di Salvarosa di Castelfranco, dove la diciottenne lavorava da due mesi come cuoca. I cani molecolari, specializzati nell’individuare e seguire le tracce, hanno battuto la zona palmo a palmo per individuare eventuali segnali del passaggio di Marianna. Al momento, tuttavia, non sarebbe stato individuato alcun elemento utile. Proprio alla fine del turno di lavoro, il 27 febbraio alle 18.30, la diciottenne, appena intascato lo stipendio, è sparita nel nulla. Marianna si è allontanata dal ristorante in bicicletta: sulla due ruote da donna di colore bianco, con il cestino sul manubrio, copriva il tragitto dalla fermata della corriera al ristorante di Salvarosa. Il giorno successivo, la giovane ha spento il suo telefono cellulare, un Samsung di colore nero. Le ricerche, come spiegato dal prefetto Aldo Adinolfi al termine del vertice di ieri con le forze dell’ordine, si stanno sviluppando anche secondo le indicazioni sulla vita, le passioni e i contatti di Marianna date dalla famiglia alle forze dell’ordine e sono estese all’estero. In particolare alla Francia, dove è possibile che la diciottenne avesse dei contatti. Nell’ultimo periodo, tra l’altro, la giovane cuoca aveva anche iniziato a studiare qualche parola di francese. Le forze dell’ordine non escludono che si possa trattare di una fuga d’amore, anche se tutte le piste sono al momento aperte. La ragazza aveva più volte manifestato il desiderio di indipendenza lontano da casa. Alla fine di gennaio aveva lasciato un messaggio inquietante su Facebook: «Un caro saluto a tutte le persone che conosco e che non vedrò più. Mi dispiace, ma le cose si complicano per me». Dal primo di febbraio viveva da un conoscente, a poca distanza dalla casa dei genitori. Al momento della scomparsa, indossava un giubbotto bianco, pantaloni neri, un berretto di lana lilla e aveva con sé uno zaino celeste. È alta un metro e sessanta, con corporatura molto esile, occhi e capelli castani. Della sparizione di Marianna Cendron si è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?”. Intanto una nota stonata sul web: è stato aperto un gruppo Facebook che sta facendo sciallaggio nei confronti della ragazza, con insulti. Possibili provvedimenti dalla polizia postale.

venerdì 22 marzo 2013

Le ricerche di Marianna Cendron continuano

Tornerà in azione il cane molecolare per trovare una traccia di Marianna Cendron, la diciottenne di Paese scomparsa dal 27 febbraio scorso. Le ricerche, coordinate dai carabinieri del comando di Montebelluna, si concentreranno in questa fase nella zona a ridosso della casa della diciottenne, in via Treforni a Paese. Nei giorni scorsi era stata passata al setaccio l'area del ristorante “Teatro Al Golf” di Salvarosa, dove Marianna lavorava, e il Golf Club. Proprio al termine del turno al ristorante, la diciottenne è sparita. Sulla pagina Facebook della ragazza, intanto, alcuni amici hanno lasciato dei messaggi per invitare Marianna a tornare. «Ti volevo solo dire che manchi a tutti e che ti rivogliamo a casa», ha scritto Jacopo. La foto e la scheda di Marianna sono state rilanciate anche da “Penelope Veneto”, l'associazione dei familiari delle persone scomparse.

Sospetto di pedofilia: licenziato agente

Dimesso dalla Polizia comunale di Sion, l'uomo avrebbe abusato di 30 ragazzini


Sospettato di pedofilia, un agente della Polizia comunale di Sion è stato licenziato con effetto immediato. Lo annuncia venerdì in un comunicato l'esecutivo cittadino, precisando che il dossier è nelle mani del Ministero pubblico. Stando alla stampa romanda, l'agente è stato arrestato a fine febbraio con l'accusa di aver abusato di una trentina di ragazzini nell'ambito delle sue attività di allenatore di una squadra di calcio giovanile.