venerdì 25 novembre 2011

Telefono Azzurro: fare chiarezza quando si parla di pedofilia

“La pedofilia è un fenomeno che la società tende a rimuovere. E' un fenomeno pervasivo purtroppo presente in molti  contesti nei quali sono presenti bambini”.  Il Prof. Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro, é intervenuto ieri durante la trasmissione Uno Mattina.

“Bisogna fare chiarezza quando parliamo di pedofilia”. E' questa la precisazione di Ernesto Caffo, presidente di SOS Il Telefono Azzurro onlus, rispetto al tema sollevato ieri durante la partecipazione alla trasmissione. La discussione sulla pedofilia mette in gioco “aspetti mentali, istituzionali, di educazione sessuale, di violenza e di controllo delle pulsioni. La complessità alla base di questo fenomeno impone una necessaria cautela nell'adozione di termini e nella divulgazione di evidenze scientifiche preliminari”.
Il nostro obiettivo prioritario deve essere “mantenere alta la vigilanza su questo tema e condannare e contrastare il criminoso fenomeno della pedofilia in tutte le sue forme”.

Lavoriamo quotidianamente per mantenere questo impegno, sempre dalla parte dei bambini.

arresto Friuli, emergono altri 3 casi di violenza

PORDENONE, 25 NOV - Emergono altri tre casi nell'indagine che ha portato all'arresto di un autotrasportatore friulano per violenza sessuale su una ventina di minori.

Lo si e' appreso oggi da fonti della Procura della Repubblica di Pordenone, che dopo l'arresto dell'uomo sta raccogliendo ulteriori elementi a suo carico. Si e' anche appreso che nelle prossime settimane e' in programma un incidente probatorio, sia sugli strumenti informatici posti sotto sequestro, sia sulle testimonianze dei ragazzini. L'indagine e' svolta dalla compagnia Carabinieri di Spilimbergo (Pordenone). (ANSA).

mercoledì 23 novembre 2011

Bari/ Botte a un alunno, era senza quaderno. Denunciata la prof
Mercoledì, 23 novembre 2011 - 09:33:15

Ha maltrattato un bambino di nazionalità cinese per non aver portato il quaderno a scuola.. È questa l’accusa rivolta ad una maestra di 52 anni indagata dal pm della Procura di Bari, Mafredi Dini Ciacci, per delle presunte percosse nei confronti di un suo alunno di nove anni.

L’episodio è accaduto lo scorso ottobre in un paese della Murgia barese, tra i banchi di una scuola elementare. A denunciare l’insegnante, secondo il Corriere del Mezzogiorno, è stata la mamma del bambino. Secondo il racconto del piccolo, la maestra l’avrebbe punito e insultato per aver dimenticato a casa un quaderno degli esercizi, colpendolo con schiaffi e tirandogli la guancia fino a provocargli un piccolo ematoma. Presunti maltrattamenti che sarebbero stati certificati da un medico: il bimbo infatti è stato trasportato in ospedale dalla mamma e dimesso con una prognosi di quattro giorni.
 
LE INDAGINI - La denuncia è stata presentata alla polizia e gli inquirenti hanno ascoltato i compagni di classe della presunta vittima i quali avrebbero confermato l’episodio. Inoltre, alcuni bimbi avrebbero raccontato, a loro volta, di aver subito in passato percosse simili. La settimana prossima la donna sarà interrogata dal gip di Bari, Vito Fanizzi.

martedì 22 novembre 2011

abusarono di bimbe di 10 e 14 anni, condannati

Hanno abusato di tre bambine e per questo il Tribunale di Catanzaro li ha condannati, rispettivamente, a 8 anni e 6 mesi ed a 3 anni ed otto mesi di reclusione al termine di due processi distinti. Nel primo caso i giudici hanno condannato un cittadino marocchino di 50 anni, accusato di avere abusato di due sorelline che avevano meno di dieci anni. Nel secondo e' stato condannato un catanzarese di 34 anni, ritenuto colpevole di violenza su una bambina che aveva meno di 14 anni. (ANSA).

Treviso, scoperto clan di pedofili. Uno di loro: "Sono malato". La psicologa: "Così si guarisce"


Pedofilia violenza minori

"Stavo attraversando un brutto periodo personale, avevo deciso di curarmi da uno psicologo". "Quella ragazza mi ha ingannato, pensavo fosse maggiorenne". Sono questi gli argomenti che Mario Caccavale ed Ennio Costa, i due commercianti di Treviso accusati di pedofilia, hanno usato a loro discolpa davanti al giudice di Venezia durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto.
Caccavale avrebbe ammesso le sue azioni dicendo: "Sono malato, curatemi". Ma il gioielliere ha anche parlato "per ridimensionare le accuse che gli vengono mosse", spiega l'avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli, che ha chiesto al giudice che al suo cliente vengano concessi gli arresti domiciliari. Il clima intorno a Caccavale non è di certo buono. Dopo l'arresto, sul suo negozio è comparsa una scritta: "Porco".
Diversa la linea difensiva di Ennio Costa: "Non sono un pedofilo, non ho mai cercato sesso con dodicenni. Ho solo commesso delle leggerezze con persone che dimostravano più anni di quelli che avevano in realtà".
I due uomini sono stati arrestati lo scorso venerdì dalla squadra Mobile con l'accusa di prostituzione minorile e atti sessuali con minorenni. L'indagine era cominciato lo scorso marzo in seguito a una segnalazione di alcuni operatori sociali del Comune, che avevano scoperto che alcuni minori tra i 12 e i 14 anni si prostituivano in cambio di denaro.
Dopo le indagini sono stati individuati proprio loro due. Gli inquirenti sono arrivati a loro dopo aver appreso che due ragazzine di un istituto scolastico saltavano costantemente le lezioni per andare nei negozi intestati a Caccavale e Costa. Secondo l'accusa, Caccavale e Costa si incontravano con minorenni, sia maschi sia femmine. Per convincere gli adolescenti offrivano piccole somme di denaro, riceriche telefoniche o regali di varia natura.
Caccavale e Costa sarebbero andati avanti per anni. Mario Caccavale, 67 anni, è un noto gioielliere del centro. In città molti lo paragonano a Tom Selleck per il suo afflato, per così dire hollywoodiano. Sarebbe lui ad aver intessuto le relazioni con i ragazzini, sfruttando il suo fascino da ricco tombeur de femme. Costa, 65 anni, è il titolare di una tra le più conosciute aziende di elettronica della zona. Lui metteva a disposizione innanzitutto il suo appartamento, pieno di oggetti sessuali, tra i quali sex-toys, vibratori e manette.
Lo stesso Costa amava farsi riprendere durante i suoi rapporti sessuali. A casa di un 49enne di Padova sono stati trovati circa un migliaio di filmati hard amatoriali: 48 vhs, 880 dvd e 110 cd, nei quali compariva anche Costa. Ma in nessuno di questi video erano presenti immagini pedopornografiche penalmente rilevanti.
E intanto a Treviso corre sempre più netta l'impressione che in città esista un vero e proprio "clan dei pedofili". Qualcuno sapeva e aveva anche partecipato agli incontri organizzati da Caccavale e Costa. La Polizia sta concentrando lo sguardo sulla Rete e sui blog trevigiani, oltre che sull'enorme traffico telefonico dei ragazzini. Ora sono in molti a dire: "L'orco ci ha provato anche con me". Potrebbero esserci altre vittime. E altri carnefici.
Ma la pedofilia può davvero essere considerata una malattia?

L'INTERVISTA ALLA DOTT.SSA MARIA TERESA COGLITORE, Psicologa e sessuologa
Dott.ssa, la pedofilia si può definire una malattia?
"Sicuramente è un comportamento anomalo che deriva da una sessualità non corretta. E' un comportamento deviato che nasce in individui che hanno già delle devianze. Di solito il pedofilo è una persona che soffre molto il rapporto con gli altri individui, in special modo con i propri partner. Fanno fatica a sentirsi alla pari e in generale difficilmente riescono a gestire la realtà di una vita adulta e responsabile. Ma non sono uomini neri, spesso sono anzi persone molto seduttive. E per questo sono ancora più pericolose".
A un pedofilo può servire seguire una terapia?
"Assolutamente sì. La semplice reclusione non serve a nulla, anche perché tra i pedofili c'è un alto tasso di recidiva. Quando escono dal carcere tornano a fare le azioni per cui ci sono finiti. E visto che la pena detentiva non può durare in eterno, sarebbe fondamentale accompagnare alla pena detentiva una terapia psicologica. Sarebbe una cosa utile per tutti, per i pedofili ma anche per la società, che non dovrebbe ogni volta riassorbire persone malate e pronte a compiere di nuovo atti del genere. Ma alla base ci deve essere la volontà della persona di seguire una terapia, altrimenti non si va da nessuna parte. Non serve una terapia coatta".
Ma si può guarire dalla pedofilia?
"Per farlo ci deve essere innanzitutto consapevolezza. Già parlarne e riconoscere in pubblico il proprio problema è un passo avanti. Ma poi ci deve essere anche un consenso responsabile e una ferma volontà di cambiare le cose".
Qual è il principale ostacolo al funzionamento di una cura psicologica?
"Certamente l'omertà. Propria e degli altri. Un pedofilo difficilmente riconosce a se stesso di essere malato. Non riesce a vedere l'aspetto patologico del suo comportamento, e neppure l'aspetto criminale. Il problema non viene affrontato e allora diventa più grave. Non passa e non si risolve perché si incallisce. Il tutto è aggravato dall'omertà dei familiari, che molto spesso fanno da copertura per il pedofilo, pur sapendo. Ci sono problemi di vergogna e anchi problemi economici. La pedofilia resta un mostro innominabile e anche se ce la si ha al fianco si fa finta di non saperlo o di non vederla. Non si pensa però che un pedofilo può essere all'inizio un pericolo per i minori della sfera familiare, ma poi lo diventano anche per quelli di una sfera socialmente più ampia". 

fotografo arrestato, abuso minori con scusa 'scatti'


Su pc immagini pedopornografiche. Violenza ad una quindicenne


Un fotografo di Montecatini Terme e' stato arrestato per violenza sessuale ai danni di minori e detenzione di materiale pedopornografico. Secondo quanto ricostruito dagli uomini della squadra mobile della questura di Pistoia l'uomo attirava ragazze, anche minorenni, attraverso un sito web con il miraggio del mondo dello spettacolo e della moda. All'uomo, sul cui pc sono state trovate immagini pedopornografiche, e' stato contestata la violenza sessuale per aver abusato di una quindicenne caduta della ''rete''. (ANSA).

domenica 20 novembre 2011

Giornata Mondiale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza

Il 20 novembre è la XXII Giornata Mondiale per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza che celebra l’importanza del bambino e dell’adolescente e il rispetto e l’attenzione che ne deve avere l’adulto.La Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia è stata approvata il 20 novembre del 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: si tratta di uno strumento giuridico, di un vincolo per gli Stati che la approvano. Ad ogni bambino va garantito: 1. Il diritto all'eguaglianza senza distinzione o discriminazione di razza, religione, origine o sesso; 2. Il diritto ai mezzi che consentono lo sviluppo in modo sano e normale sul piano fisico, intellettuale, morale, spirituale e sociale; 3. Il diritto ad un nome e ad una nazionalità; 4. Il diritto ad una alimentazione sana, alloggio e cure mediche; 5. Il diritto a cure speciali in caso di invalidità; 6. Il diritto ad amore, comprensione e protezione; 7. Il diritto all'istruzione gratuita, attività ricreative e divertimento; 8. Il diritto a soccorso immediato in caso di catastrofi; 9. Il diritto alla protezione contro qualsiasi forma di negligenza, crudeltà e sfruttamento; 10. Il diritto alla protezione contro qualsiasi tipo di discriminazione ed il diritto ad un'istruzione in uno spirito d'amicizia fra i popoli, di pace e di fratellanza. Moltissimi bambini e ragazzi non godono di questi diritti basilari. Prostituzione, violenza, maltrattamenti, razzismo, mancanza di cibo, di amore, di istruzione, di libertà sono ovunque, nelle baraccopoli e nelle case del centro, persino in seno alle famiglie che li hanno chiamati al mondo. Dante Alighieri scrisse sette secolo fa: Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.

Pedofilia: bimbi adescati con marchio Disney

I pediatri: «Educare i più piccoli a una navigazione consapevole».



Furto di identità, cyberbullismo e siti pedopornografici che sfruttano nomi cari all'infanzia, per esempio quello della Walt Disney, per attirare nelle loro maglie i piccoli internauti. È una rete internet che rischia di diventare sempre più una trappola per i più piccoli. Colpa anche di un sistema legislativo con qualche falla di troppo che ancora non riconosce come reati alcuni comportamenti lesivi. E le conseguenze spesso sono davvero drammatiche: scambio di materiale pedopornografico, incontri off-line con sconosciuti e danni psicologici che portano ad anoressia, bulimia e tentativi di suicidio.
Si è parlato di questo il 19 novembre al convegno Bambini, adolescenti e web organizzato dalla Società italiana di Pediatria al Maschio angioino di Napoli, in occasione della giornata mondiale del bambino e dell'adolescente. «Bisogna educare i più piccoli a una navigazione consapevole», spiega Fulvio Turrà, presidente campano della Società italiana pediatria, «soprattutto oggi che il computer é uscito dal chiuso delle camerette per arrivare direttamente in tasca con sui telefonini di nuova generazione».
IL 41% DEI RAGAZZINI INCONTRA CONTENUTI PERICOLOSI. Turrà cita i dati del Safer internet programme della Commissione europea. Innanzitutto sulla dipendenza che in Italia colpisce il 18% dei ragazzini tra 11 e 16 anni. A questo si aggiunge il problema dei contenuti pericolosi, incontrati in internet dal 41% dei ragazzini, 12% dei quali dichiara di esserne rimasto turbato. I contenuti a rischio generati da altri utenti, incontrati dal 18% dei piccoli naviganti, che incitano all'odio, all'anoressia, all'autolesionismo, al consumo di droga e al suicidio. Il tutto all'insaputa dei genitori che nel 73% dei casi non vedono rischi nell'utilizzo di internet da parte dei propri figli.

Sono circa 1.000 all'anno le denunce di furto di identità su internet

A smentire ulteriormente questo eccesso di sicurezza dei genitori italiani, ci sono i dati della polizia Compartimento postale e comunicazione della Campania. «Sono circa  mille all'anno le denunce di furto di identità su internet», spiega il dirigente Domenico Foglia, «Duecento i casi di cyberbullismo e purtroppo incalcolabili, per la vastità del fenomeno, i casi di pedopornografia. Un universo di naviganti che adescano in chat i ragazzini e che con schede telefoniche, film o piccoli regali 'acquistano' loro foto e video o peggio li convincono a incontri off-line».
DISNEY E I SITI CIVETTA. Proprio nella pedopornografia esistono tranelli in cui per i piccoli è davvero facile cadere. È il caso dei siti civetta, spiega il presidente del tribunale dei minori di Napoli, Gustavo Sergio, sui quali si finisce digitando sui motori di ricerca parole come 'disnei' - il celebre marchio di cartoni animati, storpiato dall'inglese claudicante di un bambino - e che istallano in automatico dei programmi pornografici.
Esiste poi una vasta gamma di molestie e di abusi sul web altrettanto gravi, ma non ancora codificati come reati. «Come per esempio», spiega il presidente del tribunale dei minori di Potenza, Gemma Tuccillo, «i continui sfottò sui social network. Prese in giro che dal chiuso di un'aula si amplificano all'infinito su internet e che, in alcuni casi, hanno provocato enormi traumi psicologici e hanno portato al rifiuto di andare a scuola, di parlare alla cattedra e addirittura all'anoressia, alla bulimia e ai tentativi di suicidio».

Pedopornografia: spiava nei bagni con la sua webcam, arrestato dalla Polizia Postale

Villa San Giovanni (Reggio Calabria) - Una webcam nella toilette del posto di lavoro e i video poi andavano su internet tramite il noto software “eMule”, consentendone la visione a chiunque. È quanto metteva in pratica regolarmente un uomo di 43 anni di Villa San Giovanni, arrestato dalla Polizia Postale di Reggio Calabria. B.F. (queste le iniziali dell’uomo) si è reso responsabile dei reati di detenzione di materiale pornografico, realizzato anche mediante l’utilizzo di minorenni, con la consapevolezza delle caratteristiche proibite di questo materiale; situazione aggravata anche dall’aver inserito questo materiale vietato all’interno del sistema software “eMule”, ulteriore reato. L’ordinanza di misura cautelare in carcere è stata emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Tommasina Cotroneo su richiesta del sost. Proc. Stefano Musolino.
La misura cautelare emessa nei confronti del 43enne arriva a termine di un’attività svolta dalla Sezione Investigativa del Compartimento, partita in seguito ad una denuncia, sporta da una donna nei confronti del suo datore di lavoro, B.F. appunto, accusato di averla ripresa con la webcam mentre era in bagno. Questo è stato l’input per la Polizia Postale, che ha poi svelato uno scenario ben più ampio. Infatti, dopo un’accurata perquisizione all’abitazione del denunciato e poi presso i luoghi di lavoro, è stata rinvenuta la famosa microcamera, nascosta all’interno della toilette, e poi altro materiale informatico che, dalla successiva analisi dei periti tecnici, ha consentito di scoprire una grande quantità di file a contenuto pedopornografico. Pedopornografico perché nei video sono coinvolte anche persone che non hanno raggiunto i 18 anni. Dunque, un reato ben più grave di quello inizialmente ipotizzato, cioè di violazione della privacy.
Inoltre, sono in corso ulteriori indagini da parte di inquirenti e Polizia postale per capire se ci sono altri responsabili dei medesimi reati.

giovedì 17 novembre 2011

Trieste, pedofilo arrestato in Germania: abusava della figlia e di un altro minore

L'uomo era stato condannato nel 2004 dal Tribunale di Trieste per aver abusato dei due per oltre dieci anni, sentenza confermata dalla Corte d'Appello nel 2009 e infine dalla Corte di Cassazione nel maggio di quest'anno. Il provvedimento definitivo di condanna ha consentito al pm Pietro Montrone di emettere l'ordine di carcerazione


E' stato arrestato in Germania un triestino di 66 anni accusato di pedofilia, in esecuzione di un mandato di arresto internazionale emesso dalla Procura della Repubblica di Trieste. Deve scontare dodici anni di carcere. Per oltre dieci anni aveva abusato della figlia e di un altro minore. L'uomo era ricercato dalla Squadra Mobile di Trieste da diversi mesi. Poi, la localizzazione nella Repubblica Dominicana, dove si era rifugiato per sottrarsi all'arresto. Nei mesi precedenti l'emissione del mandato di cattura internazionale, il pedofilo viveva in provincia di Arezzo e si era sposato con una donna originaria della Repubblica Dominicana.
Il latitante, nell'imminenza dell'emissione del provvedimento di cattura, ha deciso di trasferirsi insieme alla donna e alla figlia di 17 anni a Santo Domingo, ma il coordinamento dell'Interpol con la polizia italiana e dominicana ha consentito di rintracciarlo. Ieri mattina, ha reso noto la Polizia solo oggi, l'uomo e' stato fermato all'aeroporto di Francoforte dalla Polizia appena sceso da un volo proveniente da Santo Domingo.
In particolare, il pedofilo era stato condannato nel 2004 dal Tribunale di Trieste per aver abusato della figlia e di un altro minore per oltre dieci anni, sentenza confermata dalla Corte d'Appello nel 2009 e infine dalla Corte di Cassazione nel maggio di quest'anno. Il provvedimento definitivo di condanna ha consentito al pm Pietro Montrone di emettere l'ordine di carcerazione.

Violenta per anni bimba, al processo scopre che e' sua figlia


La madre era stata per anni amante dell'uomo, decisivo esame Dna


Per oltre un decennio ha abusato sessualmente di una bambina ritenuta soltanto figlia della sua amante. E' stato denunciato e durante il processo ha scoperto, dopo un'esame del Dna, di essere il padre della vittima dei soprusi. L'imputato e' un uomo di 67 anni di Messina che e' stato condannato dal gup a sei anni di reclusione per pedofilia.
Era stato arrestato ad aprile scorso dopo la denuncia della ragazza violentata da quando aveva 4 anni. (ANSA).

In carcere 60enne per tratta e violenza minori


Uomo arrestato a Poggibonsi andava spesso in Brasile


Tratta sessuale, anche di minori, e violenza sessuale su minori sono le accuse che hanno portato in carcere un sessantenne di Poggibonsi (Siena) su disposizione del gip di Firenze su richiesta della Dda. Secondo quanto si e' appreso l'uomo, conosciuto nella zona, andava spesso in Brasile dove convinceva i minori, con promesse di lavoro, a venire in Italia. I reati sarebbero stati commessi anche nella zona della Valdelsa. (ANSA).

sabato 12 novembre 2011

viaggi dell'orrore


Ottantamila “turisti”
italiani vanno
a caccia di minorenni

I numeri di Telefono Azzurro. Tra le mete preferite, Thailandia, Vietnam, Cambogia, Brasile, Messico e Venezuela


Sarebbero 80 mila le persone che partono ogni anno dall’Italia alla ricerca di rapporti sessuali con minorenni: il 60% sono occasionali, il 35% abituali e il 5% appartiene a reti organizzate di pedofili. Le stime sono contenute nel Dossier 2011 sulle violazioni dei diritti dei bambini e degli adolescenti nel mondo, a cura del centro studi di Telefono Azzurro, reso noto in occasione della conferenza internazionale sugli abusi all’infanzia in corso al Senato.

Le mete
Le destinazioni prevalenti di questo ignobile turismo sessuale sono Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia, Brasile, Repubblica Dominicana, Messico, Venezuela e Kenya. Secondo il dossier, che cita studi recenti, la maggiore disponibilità di pornografia su Internet contribuisce a sessualizzare i bambini e favorisce gli abusi sessuali; la International Telecommunications Union riferisce che un bambino su 5 ogni anno viene contattato da un molestatore o da un pedofilo e il 30% delle adolescenti ammette di essere stata sessualmente molestata in una chat room. In Italia, solo il 16,9% dei genitori di figli minorenni ha installato sistemi di protezione della navigazione online.

I numeri
Tante le cifre del dossier: il 10-20% dei bambini e adolescenti europei rischia di essere vittima di abuso sessuale, e alcune situazioni come periodi di recessione economica ed elevata disoccupazione possono aumentare le violenze sui minori. Ancora, in 78 Paesi del mondo sono ancora autorizzate le punizioni corporali da parte degli insegnanti. Ogni settimana nel mondo occidentale muoiono 66 bambini sotto i 15 anni per abusi o maltrattamenti, 27 dei quali negli Usa; e sono i bambini sotto l’anno di età maggiormente a rischio di essere uccisi. Secondo le stime dell’International Centre for Missing and Exploited Children, riportate nel dossier, 8 milioni di bambini scompariranno nel mondo nel corso del 2011. In Italia, dal gennaio 2011 sono sbarcati 4.012 minori immigrati, e dei 6.946 minori segnalati attualmente sul nostro territorio 6.020 risultano ancora privi di identità anagrafica.

Le richieste di aiuto
Nel 2010 Telefono Azzurro ha ricevuto 2.830 richieste di aiuto da parte di bambini e adolescenti, di cui il 12,7% per maltrattamenti fisici, l’11,7% per violenze psicologiche, il 5,9% per abusi sessuali. “La violenza sessuale sui minori - ha commentato il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo - è purtroppo in aumento per molti motivi: la fragilità della famiglia, l’utilizzo improprio di Internet che porta a contatto con persone che poi possono commettere abusi sui minori. L’utilizzo delle nuove tecnologie crea problematiche nuove, spesso gli autori dei reati possono essere molto giovani, per questo gli interventi possono essere molto difficili. Bisogna pensare a come coadiuvare l’azione legislativa con degli strumenti nuovi più appropriati. Bisogna coinvolgere anche le aziende che si occupano dello sviluppo delle nuove tecnologie, con tutti quei Paesi che hanno delle carenze legislative importanti dove la pedofilia ancora non é considerata reato”.

Violenza sui bambini, figli nelle gabbie per cani

Facce lombrosiane per una storia orribile. Teneva i propri figli rinchiusi in un recinto per cani di un metro quadro, in terribili condizioni igieniche, lasciando che si sporcassero tra spazzatura, urina e feci. E’ questa l’incredibile scoperta fatta dalla polizia del Nebraska, Stati Uniti; scoperta che ha permesso di mettere in salvo i piccoli. I quattro bambini sono stati immediatamente sottratti ai genitori aguzzini, vivevano in una roulotte malmessa e sudicia e due di loro, un bambino di 3 ed uno di 5 anni, venivano ripetutamente tenuti all’interno di un recinto per cani.
Il tenente che ha condotto l’operazione, Rich Hoaglund ha raccontato che la polizia aveva ricevuto la segnalazione, allarmato dalle condizioni di igiene delle roulotte. Appena entrati hanno capito che quel che c’era lì dentro superava le peggiori previsioni; fetore persistente di escrementi, umani e animali, spazzatura ovunque. E in quel momento sono stati trovati i piccoli, chiusi nel recinto, con un piccolo materasso, rotto e sporco che serviva da letto, con un cancelletto chiuso a chiave che impediva di uscire. La madre dei 2, appena 22enne ha tentato di spiegare che il luogo destinato ai bambini serviva a far sì che di notte si arrampicassero per gettarsi fuori.
Assieme alla madre, nello stesso piccolo posto, viveva una sua amica, ed una giovane coppia che aveva a sua volta con se due figli, uno di 8 ed uno di 10 mesi. I loro bambini erano a loro volta tenuti in pessime condizioni igieniche, per quanto non rinchiusi. Questo ha evitato ai genitori di finire direttamente in carcere. I figli gli son stati comunque sottratti, per una tutela altamente inadeguata. Dal canto loro, per fortuna, i piccoli non portano segni di denutrizione, violenza fisica o abusi.

Si finge donna e adesca minorenni su Fb


E' uno studente di 20 anni, vittime una trentina di ragazzi


Uno studente universitario di 20 anni di Biella e' stato denunciato dalla Polizia postale per pedopornografia, minacce ed estorsione per aver adescato sul web, prima con l'inganno poi con le minacce e il ricatto, una trentina di ragazzi, tra i 16 e i 20 anni, per avere rapporti sessuali con loro. Lo studente aveva aperto un profilo su Fb fingendo di essere una donna pronta ad avere incontri hard. Si faceva mandare fotografie dei ragazzi nudi e con queste poi li ricattava.

Medico a processo per pedofilia, chiesti 10 anni carcere

Dieci anni di carcere sono stati chiesti durante un processo con rito abbreviato nei confronti di un medico bergamasco di 55 anni accusato di abusi e molestie sessuali su una dozzina di suoi pazienti, tutti minorenni tra gli 11 e i 17 anni. L'uomo si trova ai domiciliari dallo scorso dicembre. L'inchiesta parti' nell'ottobre 2010, dopo il racconto di un bimbo di undici anni ai genitori, che denunciarono il medico, facendo partire l'inchiesta. I casi accertati sarebbero tredici. Il Tribunale ha aggiornato l'udienza al 28 novembre. (ANSA).

giovedì 10 novembre 2011

eh... le linee guida della chiesa contro la pedofilia???


Pedofilia in parrocchia,
arriva il “colpo di spugna”


Il Gip del tribunale costretto ad archiviare il fascicolo perchè i reati sono ormai prescritti. Il diacono Briano non pagherà per gli abusi dei quali era accusato

Savona. Archiviato per sopraggiunta prescrizione dei reati. Una pietra tombale, un “colpo di spugna” sulle accuse di pedofilia nei confronti di Franco Briano, 63 anni, diacono e assistente di don Lupino nella parrocchia di San Dalmazio a Lavagnola.
Il giudice delle indagini preliminari Fiorenza Giorgi ieri non ha potuto far altro che ratificare le conclusioni a cui era giunto il sostituto procuratore della Repubblica Alessandra Coccoli a seguito dell’inchiesta avviata in seguito alle denunce di Francesco Zanardi, una delle vittime della pedofilia che alla fine degli anni ’90 ha infestato la curia savonese.
«Si tratta di fatti accertati e ammessi da Briano che risalgono al ’76. È tutto prescritto, anche l’ultimo episodio che ha coinvolto un maggiorenne nel 1996» ha spiegato il gip. Briano in un drammatico interrogatorio di un anno fa in procura ha ammesso gli addebiti, ha raccontato di aver toccato i ragazzini che frequentavano la parrocchie, i campi scout, i campi estivi, infilandosi nelle brande al momento di andare a dormire. E per convincere le sue giovani potenziali vittime a partecipare all’attività esterna non esitava a fare regali.
Per poi entrare in azione con i suoi squallidi giochini al momento dell’adunata per andare a letto. E quei terribili momenti sono stati raccontai da Briano, ma anche dalle vittime dell’epoca che ora sono quarantenni di successo. Briano che non sembra essere sfuggito allam terribile “legge” che «gli abusanti di oggi sono gli abusati di ieri»,
La prescrizione ha cancellato quei reati, non assolto Franco Briano che invece dovrà rispondere di possesso di materiale pedopornografico, reati di competenza della procura di Genova. Sul pc di Briano, infatti, sono state ritrovate immagini di bambini nudi che l’assistente della parrocchia di san Dalmazio ha scaricato da internet. E per quel reato sarà processato.
Ma il buco nero della curia savonese nel campo della pedofilia ha coinvolto anche altri parroci: don Nello Giraudo, don Achille, don Rebagliati, quest’ultimo sotto inchiesta per favoreggiamento della prostituzione.
E i destini giudiziari di molti di loro pauiono destinati tutti alla stessa conclusione: prescrizione. Al momento il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro non ha ancora adottato provvedimento ufficiali, ma nonostante la gravità dei fatti contestati anche le accuse nei confronti di don Nello Giraudo, ora fuori dalla Curia, sono prescritte. Al pari di quelle per don Achille. Violenze datate nel tempo che se penalmente non avranno ripercussioni, dal punto di vista sociale mettono in luce uno spaccato preoccupante all’interno della chiesa savonese negli anni ’80 e ’90.
Don Rebagliati, infine. Sarà interrogato forse la settimana prossima dal pm.

abusa di tre fratellini, arrestato pregiudicato. L'inchiesta avviata dopo le rivelazioni di una delle vittime

PALERMO, 10 NOV - Con l'accusa di avere abusato di tre fratellini e di avere picchiato il maggiore che all'epoca dei fatti aveva sette anni la polizia ha arrestato a Palermo un pregiudicato di 57 anni. I piccoli che abitavano in un quartiere in periferia erano figli di un amico di famiglia dell'indagato.
L'inchiesta e' stata avviata dalle rivelazioni di uno dei bambini. Il piccolo ha raccontato con dovizia di particolari gli abusi subiti da lui a dai fratellini. Il pregiudicato e' stato arrestato a Bologna.(ANSA).

martedì 8 novembre 2011

Sempre più neonati vittime della pedopornografia: L'ALLARME LANCIATO DA METER

Sempre più neonati sono vittime della pedopornografia, aumentano gli abusi dei minori sui minori mentre i i pedofili dilagano sui social network e web, segnalati 16mila siti in 10 mesi, 1600 al mese: è l'allarme lanciato da . Meter, e il presdiente-fondatore don Fortunato Di Noto, rivolge anche un appello al presidente e della Repubblica Giorgio Napolitano e affinché «sia frenata questa violenza»
Lo sfruttamento sessuale dei bambini e la produzione di materiale foto e video pedofilo - sottolinea Meter - è inarrestabile, con un aumento dei neonati: 16mila siti denunciati in sei mesi, pari a 1600 al mese, 53 al giorno, al Cncpo, Centro nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, e alla polizia postale. Una mole di segnalazioni dettagliatamente documentate che hanno permesso di aprire fascicoli di indagine per chiudere i siti, ma soprattutto individuare i bambini vittime di violenza sessuale.
E le tecniche per l'accesso alle pagine proibite sono sempre più sofisticate, con password e comunicazioni che vengono immediatamente comunicate attraverso sms a cellulari personali o riservati. Una metodologia tutta nuova che i social network dei paesi dell'Est permettono di utilizzare per eludere così i controlli. E secondo le stime di Meter aumenta il fenomeno dei minori che abusano di minori: «I pedofili per estendere la normalizzazione del fenomeno tra i minori stessi fanno compiere atti sessuali tra minori», come dimostrano video e foto in Rete.
E' necessario «chiudere e oscurare i siti attraverso il congelamento dei dati», perché solo l'analisi del flusso dei dati permette d'individuare anche i produttori di materiale pedopornografico.
L'altra strada da percorrere - sottolinea Meter - è l'individuazione delle vittime. «La fiducia si spegne se nascondi un abuso»: con questo slogan l'associazione lancerà una campagna di informazione rivolta a tutte le vittime di pedopornografia e pedofilia, «chiedendo di uscire dal silenzio» e denunciare: «Le vittime non devono sentirsi sole e possono a testa alta uscire dal silenzio, dall'imbarazzo e dalla vergogna». Solo lo scorso anno Meter ha contato sul web 68.950 volti di bambini violati.
«Lo chiedo al presidente della Repubblica, alla politica, alle Nazioni Unite ed all'Europa: fermate questa ignobile violenza e strage di innocenti», dice don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore di Meter.

ABUSA DI DUE BAMBINE A MESSINA, ARRESTATO OPERAIO

Messina, 8 nov. - Un operaio edile e' stato arrestato dalla Squadra Mobile della questura di Messina con l'accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di due bambine di 8 anni. Il provvedimento cautelare nei confronti dell'uomo, che ha 56 anni e la cui identita' non e' stata resa nota, e' stato firmato dal Gip Daria Orlando su richiesta del sostituto procuratore Anna Maria Arena. A denunciare il pedofilo le madri delle due bambine, le quali lo scorso mese di luglio, nel rione Giostra dove abitano, sarebbero state avvicinate dall'operaio che si sarebbe abbassato i pantaloni e si sarebbe fatto toccare da una delle due nelle parti intime. L'altra sarebbe invece fuggita ed avrebbe raccontato alla madre quanto successo.
Sentite dalla Mobile le due piccole vittime hanno ricostruito lo stato dei luoghi e quanto avvenuto aiutandosi anche con dei disegni. Poi sono state le madri ad effettuare il riconoscimento fotografico dell'orco, che e' stato cosi' arrestato.

ADESCAVA RAGAZZINI SU FACEBOOK, ARRESTATO

Padova, 8 nov. - Adescava minorenni sui social network e cercava approcci sessuali offrendo in cambio ricariche telefoniche. Un imprenditore vicentino di 56 anni e' stato arrestato dalla squadra mobile di Padova con l'accusa di pedofilia. L'indagine era partita grazie alla denuncia di una madre che aveva scovato il profilo dell'imprenditore su Facebook, social network abitualmente frequentato da suo figlio di 14 anni. L'uomo aveva regalato al ragazzino una ricarica telefonica indirizzandogli messaggi a sfondo sessuale. Le indagini della polizia hanno appurato che la prassi era ormai rodata e che l'uomo, titolare di una ditta di componentistica per prodotti elettronici, era anche riuscito a incontrare numerose vittime per rapporti sessuali. Tutti giovanissimi tra i 14 e 17 anni d'eta'.

lunedì 7 novembre 2011

Giostraio rapisce e violenta dodicenne

Un uomo di 30 anni, di nazionalità romena, residente a Taranto per motivi di lavoro, giostraio presso un Luna park instaurato nel capoluogo jonico, avrebbe circuito una ragazzina di dodici anni, inducendola a subire rapporti sessuali completi con lui. 
I genitori della minore avevano denunciato la scomparsa della bambina, due giorni fa.  A seguito di assidue ricerche, gli inquirenti sono venuti a conoscenza delle ultime frequentazioni della dodicenne, dalle quali è emersa la figura di un giostraio romeno che probabilmente si trovava a Taranto. 
I carabinieri hanno quindi avviato le indagini nella zona dove è stato allestito il Luna park, individuando subito la ragazzina scomparsa in compagnia del trentenne.  
Entrambi sono stati accompagnati in caserma. La ragazzina, che aveva mostrato un atteggiamento confuso e sottomesso nei confronti dell’uomo, è stata sottoposta a visita medica presso l’ospedale “Santissima Annunziata” di Taranto, dove i sanitari hanno dichiarato che la minore aveva subito rapporti sessuali completi la notte precedente. 
Il giostraio è stato arrestato con l’accusa di abusi sessuali su minore.

Abusi sessuali e pedopornografia, indagato medico di Forlì Scoperti oltre 5.000 file

Le indagini sono partite a marzo quando una 30enne con problemi psicologici aveva denunciato di essere stata costretta a subire rapporti sessuali dal professionista
Un medico cinquantenne forlivese indagato per violenza sessuale e’ stato trovato in possesso su un computer di un’ingente quantita’ di materiale pedopornografico. Durante le indagini sulla prima ipotesi di reato, condotte dalla squadra Mobile e che avrebbero per vittima una paziente con problemi psicologici, gli investigatori hanno scoperto nel computer del professionista oltre 5.000 file, foto e video, dal contenuto ‘hard’ con minori, anche giovanissimi. Il materiale e’ stato sequestrato e il fascicolo finira’ alla Direzione distrettuale antimafia di Bologna.
 
Le indagini sono partite a marzo quando la donna, di circa trent’anni e residente nel Nord Italia, aveva denunciato di essere stata costretta a subire rapporti sessuali dal medico, che collaborava con una clinica privata di Forli’ e che la seguiva dal settembre 2010. La clinica aveva subito interrotto la collaborazione con il professionista, e il pm Marilu’ Gattelli, nell’ambito degli accertamenti, ha incaricato un perito di analizzare i computer a disposizione del medico. A quanto si e’ appreso non sono emersi dati utili per l’indagine, ma da un hard disk sono comparsi migliaia di file ‘hot’.

Il video di Belen è pedopornografia

La procura di Milano sta indagando a seguito della diffusione del filmino

Nei giorni scorsi la rete è letteralmente impazzita per la vicenda del video hard di Belen Rodriguez, che sarebbe stato diffuso attraverso alcuni siti internet e poi è finito nelle piattaforme P2P, garantendone una capillare distribuzione tra curiosi. Dopo esserci chiesti quali potrebbero essere le conseguenze a cui gli utenti vanno incontro scaricandolo sul proprio computer, arrivano anche gli sviluppi della procura di Milano.
PREVEDIBILE - Come  spiegava Daniele Minotti in un editoriale della scorsa settimana,
E INFATTI - Come le agenzie spiegano oggi,
La procura di Milano sta indagando per diffusione di materiale pedopornografico in relazione al video “a luci rosse” apparso sul web nei giorni scorsi e che mostra scene di sesso tra la showgirl Belen Rodriguez (all’epoca minorenne) e un suo ex fidanzato argentino. Su questo video era già stato aperto un fascicolo per tentata estorsione, perché  la stessa Belen aveva denunciato nel maggio 2010 che le erano stati chiesti soldi affinché le immagini non finissero in rete.

È dunque possibile che chiunque abbia scaricato il video su eMule possa correre dei rischi: tramite reti P2P, quando si scarica un file lo si condivide anche, in automatico, sulle reti stesse.

giovedì 3 novembre 2011

L'associazione Meter Denuncia: sempre più pedofili sui social network

Pedofilia, Don Di Noto a Napolitano e ONU: 'fermate questa violenza e strage'
Avola (Sr), 03 novembre 2011 - Inarrestabile lo sfruttamento sessuale dei bambini e la produzione di materiale foto e video pedofilo, con un aumento dei neonati. 16.000 siti denunciati in sei mesi (pari a 1600 al mese, 53 al giorno) al CNCPO (Centro Nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia) e al Compartimento "Sicilia Orientale" della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Procura Distrettuale di Catania. Una mole di segnalazioni dettagliatamente documentate che hanno permesso di aprire fascicoli di indagine per chiudere i siti, ma soprattutto individuare i bambini vittime di violenza sessuale.


SOCIALNETWORK SOTTOACCUSA. Tecniche sempre più sofisticate per l'accesso alle pagine proibite. Password e comunicazioni vengono immediatamente comunicate attraverso sms a cellulari personali o riservati. Una metodologia tutta nuova che i social network dei paesi dell'est permettono di utilizzare e così eludere i controlli.

MINORI CHE ABUSANO DI MINORI. Un fenomeno in crescita. I pedofili per estendere la normalizzazione del fenomeno tra i minori stessi fanno compiere atti sessuali tra minori producendo anche didascalie accanto alle foto e ai video dove dichiarano che un bambino di anni 8 può fare sesso con uno di 3; come uno di 10 con uno di 5; uno di 12 con uno di 6 etc.

CONGELAMENTO E OSCURAMENTO DEI SITI. Chiudere e oscurare i siti attraverso il "congelamento dei dati" che non possono essere cancellati o perduti da parte dei server provider. Solo l'analisi del flusso dei dati permette l'individuazione dei soggetti e molto spesso i soggetti pedopornografici non sono solo quelli che detengono e diffondono materiale, ma sono anche produttori.

COLPIRE I PRODUTTORI/INDIVIDUARE LE VITTIME. "LA FIDUCIA SI SPEGNE SE NASCONDI UN ABUSO". Con questo slogan Meter avvierà nei prossimi giorni una campagna informazione rivolta a tutte le vittime di pedopornografia e pedofilia, chiedendo di uscire dal silenzio, dal nascondimento e inoltrare una segnalazione e una denuncia alle autorità competenti e anche a Meter: le vittime non devono sentirsi sole e possono a testa alta uscire dal silenzio, dall'imbarazzo e dalla vergogna. Centinaia di migliaia di bambini violati, i loro volti circolano liberamente sul web, violenze visibili sotto gli occhi di tutti che spesso il senso di colpa e la vergogna delle vittime li costringono a rimanere nell'oblio del loro dolore. Solo lo scorso anno Meter ne ha contate una per una 68.950.

DON DI NOTO: FERMATE QUESTA VIOLENZA SU INNOCENTI: “Lo chiedo al presidente della Repubblica, alla politica, alle Nazioni Unite ed all’Europa: fermate questa ignobile violenza e strage di innocenti”, dice don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore di Meter. “Lo chiedo a nome di vittime rimaste violate due volte: dalla violenza e dall’indifferenza del diritto”, conclude.