martedì 8 febbraio 2011

La Giornata europea per la sicurezza di Internet

Eccessiva, secondo uno studio promosso dal Moige, la sottoutilizzazione di sistemi di parental control sui pc, nonostante la pedofilia online resti la prima preoccupazione. Grave anche l’ignoranza dei giovani netsurfer sulle regole a tutela della privacy. Dal Papa lodi ‘prudenti’ al Web: "Una grande opportunità se usata bene"

Il logo di Safer Internet Day 2011
ROMA -
Il Safer Internet Day 2011, istituito dalla Commissione europea e da Insafe, la rete europea per la sicurezza in Internet quest'anno, fissato all'8 febbraio, è accompagnato dallo slogan: "È più di un gioco, è la tua vita", una frase significativa perché, guardando al rapporto tra vita reale e vita virtuale, con particolare riferimento ai giochi on line, impone un'attenta considerazione della percezione del pericolo che sia i genitori sia i ragazzi hanno rispetto a quanto circola nel Web.
Un quadro interessante a tal proposito è offerto dallo studio condotto dal Movimento dei genitori, Moige, in collaborazione con l'azienda trend Micro che incrocia i dati relativi all'Internet vista da genitori e figli rispetto all'ottica della sicurezza. E così si scopre che mentre 9 ragazzi su 10 si incontrano regolarmente su Facebook, social network preferito, solo il 40% tra essi conosce le impostazioni per la privacy. Dall'altra parte, se per i genitori i rischi di pedofilia online generano ancora la preoccupazione maggiore, meno di 8 adulti su 100 utilizza il parental control per la sicurezza dei pc.
I numeri ci inducono quindi a considerare che la sensazione di pericolo dei genitori riguardo l'uso del web da parte dei minori è abbastanza relativa e scaturisce solo da eventi di cronaca o da informazioni provenienti da fonti autorevoli. E secondo lo studio del Moige prevarrebbe un "controllo ambientale generico", basato su una selezione di tempi e possibilità di utilizzo di Internet e su un generico ricorso al dialogo, nella quasi totale assenza di software specifici e funzioni di parental control.  Entrano nello specifico dei dati si scopre che: 6 genitori su 10 (60%) si limitano a parlare genericamente dell'argomento con i propri figli, 4 su 10 (43%) navigano insieme a loro, dato che scende però al 28,1% se i figli hanno 15-16 anni, e solo 3 genitori su 10 (33,3%) condividono la scelta dei siti da visitare. E ancora, il 40% controlla periodicamente siti visitati e le attività online, mentre pochissimi, solo 8 genitori su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di parental control messe a disposizione dai software di sicurezza. Un dato, quest'ultimo, che purtroppo è anche tra le cause principali dell'alto tasso di computer - il 45% secondo le rilevazioni di Eurostat - che, almeno una volta, sono stati "infettati" da virus pericolosi in azione nella rete, almeno il 45%.
Di fronte a tale situazione scatta l'allarme perché, come spiega Elisabetta Scala, responsabile dell'Osservatorio Media del Moige: "I dati dimostrano ancora una volta la necessità di intervenire per tutelare concretamente i minori ed educarli a un uso corretto e responsabile della rete, sensibilizzando allo stesso tempo anche i genitori". Una maggiore consapevolezza sull'uso del web resta quindi un obiettivo primario da raggiungere, sottolinea Elisabetta Scala, investendo "nell'informazione e nella prevenzione dei rischi connessi alla navigazione in Internet, senza tuttavia dimenticare la necessità, in questo settore, di superare l'attuale e poco efficace sistema di autoregolamentazione, con una co-regolamentazione normativa".
Di Internet e delle sue potenzialità, sempre che si usi ‘'cum grano salis', è convinto anche Benedetto XVI che, in occasione di un incontro in cui è tornato a difendere il valore dell'insegnamento della religione, ha ribadito il proprio avviso circa l'importanza della rete sottolineando come: "Internet, per la capacità di superare le distanze e di mettere in contatto le persone - ha affermato il Papa - ha grandi possibilità anche per la Chiesa".

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