giovedì 24 febbraio 2011

Botte e abusi sulla figlia minore Tunisino arrestato

L'INDAGINE. I carabinieri di Romano hanno lavorato per quasi due anni
La ragazza ha subìto ripetute violenze sessuali fin da quando aveva 9 anni. Il genitore, oltre a non lasciarla uscire, voleva che portasse il velo islamico

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Un altro caso di abusi e violenze nei confronti di minori è venuto a galla nel Bassanese. Arrestato dai carabinieri l'autore delle violenze
Violentata dal padre fin da quando aveva nove anni, ha dovuto subire anche vessazioni di ogni tipo, come rimanere legata a una sedia per ore e con il volto incapucciato da un sacco dell'immondizia. È una storia agghiacciante quella scoperta dai carabinieri della stazione di Romano e dal servizio di tutela dei minori dell'Ulss 3. La delicata indagine, durata quasi due anni a causa delle reticenze della vittima a confidarsi, è sfociata con l'arresto del genitore, un immigrato tunisino di 47 anni che fino all'anno scorso ha abitato con moglie e tre figli a Romano. Destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, è accusato di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, minacce e maltrattamenti in famiglia.
Il caso è venuto alla luce dopo una fuga di casa da parte della vittima. Il 5 marzo del 2009, la giovane, all'epoca 14enne, è scappata e ha inviato un sms al genitore con questo testo: "Sono da un'amica, dimenticati di me". L'uomo si è rivolto ai carabinieri, e mentre era in caserma ha ricevuto una telefonata della figlia, durante la quale ha tentato inutilmente di farla a rincasare. Alle 23.40 la ragazza si è presentata in caserma: i militari hanno avvertito il papà, ma lei ha accettato di passare la notte solo a casa di uno zio. All'indomani mattina è ritornata in caserma, e qui ha spiegato di non poterne più dei maltrattamenti del padre.
I carabinieri hanno chiamato il servizio di tutela dei minori, e a due operatrici la quattordicenne ha ribadito le percosse subite, raccontando poi un episodio raccapricciante: una sera, per fargli troncare una storiella d'amore che la ragazza aveva con un amico, il genitore l'ha sequestrata in casa, le ha infilato un sacco di nylon in testa e l'ha legata su una sedia. La ragazza, scossa, a carabinieri e assistenti sociali ha minacciato il suicidio, circostanza che ha fatto pensare che l'adolescente avesse subito anche "attenzioni" ben più gravi, alle quali lei ha più volte alluso ma senza entrare nei dettagli. Tanto è bastato comunque perchè carabinieri e Tribunale si attivassero per farla vivere in una struttura protetta.
Frattanto, gli stessi investigatori, d'accordo con il sostituto procuratore Monica Mazza, hanno approfondito la situazione famigliare della vittima con alcune amiche di scuola, le quali hanno confermato la difficile situazione: la ragazza non poteva uscire, non poteva utilizzare il cellulare, nei fine settimana era costretta a indossare il velo islamico e hanno confermato pure che il padre la picchiava.
Dopo venti giorni, la ragazza è tornata a casa, convinta dalla mamma, ma le cose non sono andate bene e lei è tornata a vivere in un'altra struttura protetta. Nell'estate del 2009 è tornata ancora a casa, restando in contatto con le assistenti sociali, e nella primavera dell'anno scorso la famiglia si è trasferita nel Padovano.
La situazione sembrava tranquilla, ma lo scorso novembre è arrivata la svolta. Il fratello 15enne della ragazza, picchiato dal padre, è finito all'ospedale con un braccio rotto e la giovane è scappata ancora in una struttura protetta, i cui responsabili hanno avvisato carabinieri e servizio di tutela. È stato solo allora che l'ormai sedicenne si è convinta a raccontare tutto: fin da quando aveva nove anni, il padre ha abusato sessualmente di lei.
La procura ha ottenuto dal gip l'incarcerazione dell'immigrato 47enne, eseguita dai carabinieri il 20 gennaio.
In queste settimane, la sedicenne è stata sottoposta a incidente probatorio: davanti al giudice e al legale del padre ha confermato le violenze sessuali e i maltrattamenti. Il genitore rischia una condanna severa.D.M.

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