venerdì 25 giugno 2010

Abusa della nipote che aveva in affido

Il nonno-orco ha 75 anni: ieri è stato rinviato a giudizio. Gli abusi durati cinque anni

Il nonno si era trasformato in un maniaco. E per la nipote adolescente, che gli era stata affidata per un periodo dai genitori appena separati, la vita era diventata un incubo, con gli strascichi dell’orrore di tutte le storie di pedofilia. La ragazzina, oggi venticinqueenne, aveva subito gli abusi in silenzio, senza raccontare il dramma a nessuno. Poi, diventata adulta, si fece coraggio e presentò una denuncia ai carabinieri. Ieri mattina, l’“orco”, di settantacinque anni, è finito davanti al giudice per le indagini preliminari ed è stato rinviato a giudizio per il reato di “atti sessuali con minorenne”. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 7 marzo del 2011.

La vicenda è finita sui tavoli degli inquirenti nel 2007. L’inchiesta della Procura di Savona era stata condotta nel massimo riserbo per non tornare a sconvolgere la vita di una ragazza che si era lasciata con fatica alle spalle gli anni incriminati. Un percorso difficilissimo grazie al quale era riuscita a superare gli incubi dell’infanzia. Anni in cui aveva subito abusi sessuali dall’adulto che non avrebbe mai creduto potesse farle del male visto che considerava come un padre. Il nonno, infatti, aveva tradito la sua fiducia approfittando di lei e del suo corpo per mesi, in casa, all’insaputa della moglie, della figlia e dei parenti. I fatti risalgono agli anni Novanta e in particolare al periodo tra il 1993 e il 1998.

Uno degli aspetti su cui la magistratura ha compiuto, in passato, molti accertamenti riguarda proprio il contesto familiare che fa da sfondo al dramma. La Procura della Repubblica aveva voluto fare piena luce e nell’indagine aveva disposto accertamenti specifici sulla situazione di casa del settantacinqueenne, con particolare riferimento alla moglie e alla figlia per capire se davvero potevano essere ignare di tutto. Anche se poi, secondo quanto trapelato, fu una stessa parente della giovane ad accompagnarla dai carabinieri per sporgere denuncia.

La storia di pedofilia, come a volte accade, è stata il corollario di una serie di coincidenze che hanno messo la vittima nelle mani del “carnefice”. La ragazzina, infatti, era stata affidata temporaneamente ai nonni perché i suoi genitori si stavano separando e in casa si era creata una situazione difficile.

La bimba, per questo, finì direttamente nella casa dell’orrore, nelle grinfie di un uomo che, senza alcuno scrupolo, usò il suo corpo per dare sfogo alle proprie turbe psichiche, palpeggiandola e toccandosi nelle parti intime davanti a lei. Atti che la ragazzina, stando ai risultati delle indagini condotte dagli inquirenti, subì in vari episodi quando aveva tra i 7 e i 13 anni. Tutto finì solo quando lei riuscì, una volta cresciuta, a liberarsi. Solo anni dopo ha però trovato il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri facendo scattare l’inchiesta della magistratura.

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