martedì 29 giugno 2010

Abusava dei suoi studenti disabili

"Maestro pedofilo"
foto di bimbi sul pc

TRICARICO - Passava ore e ore davanti al computer, chiuso nella sua stanza. Tutti i giorni. Fino a giovedì scorso, quando gli agenti della polizia postale sono arrivati a casa sua a Matera. Era appena tornato dalla scuola per l’infazia in cui insegna. Ed era già davanti al computer. Lo stesso computerda cui sono saltate fuori foto e video di bambini e bambine. Centinaia di file. Gli sono costati l’accusa di essersi «consapevolmente procurato materiale pornografico realizzato usando minorenni».

Il maestro trentenne Pietro Materi è stato arrestato in flagranza di reato. Una polo color turchese, i jeans elasticizzati. E le manette ai polsi. Dopo le prime giornata passate in carcere il maestro è stato accompagnato in tribunale dagli agenti della polizia penitenziaria. Ieri mattina il capo della Procura di Potenza, Giovanni Colangelo, e il sostituto procuratore Anna Franca Ventricelli l’hanno interrogato per circa un’ora, a seguito di una rogatoria disposta dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello.

E’ da quella Procura che parte l’inchiesta. Gli investigatori della polizia postale di Torino qualche mese fa hanno chiesto ai colleghi dei compartimenti di Potenza e di Matera di verificare un «indirizzo ip», un numero che identifica un dispositivo collegato a una rete informatica. Sospettavano che da quell’indirizzo qualcuno avesse scaricato delle immagini pedopornografiche con un programma «pear to pear», un sistema con cui due computer si possono scambiare informazioni in modo molto veloce. Ma non riservato. Almeno per la polizia postale, che non ha avuto difficoltà a risalire al computer del maestro materano.

La rete dei terminali sospetti è stata monitorata 24 ore su 24. Gli investigatori hanno accertato che erano migliaia, ogni minuto, i contatti tra coloro che in tutto il mondo scaricavano quelle foto. Alcune fonti telematiche sono però difficili da identificare. Altre meno, per una minor praticità nell’uso delle tecnologie da parte degli utilizzatori ma anche, forse, per una loro inconscia consapevolezza d’impunità. Gli appartenenti a questo smisurato mondo sommerso, certi che nessuno possa smascherarli, si scambiavano in pochissimi secondi filmati e foto i cui unici protagonisti erano i bambini. «Un orrore», l’ha definito chi ha potuto vedere quelle immagini.

Non c’erano solo foto oscene sul «server» individuato dalla polizia postale. «Alcune - dicono - erano molto crude». Per le foto e i video è stato disposto il sequestro. L’arresto dell’uomo, invece, è stato eseguito dagli agenti della polizia postale di Torino, di Potenza e Matera e formalizzato dalla Procura di Potenza. Gli investigatori ora stanno cercando di individuare le vittime degli abusi e i loro aguzzini, cosa tutt’altro che facile visto che moltissimi video sembrano girati nei paesi dell’est europeo. La scarsa qualità delle immagini fa pensare a registrazioni amatoriali, come gran parte della pedopornografia dopo il 1998, quando questo genere porno è diventato illegale.

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