lunedì 25 ottobre 2010

SARAH: ACCERTAMENTI IRRIPETIBILI AL RIS


ROMA - Sono iniziati nella sede del Ris dei Carabinieri di Roma gli accertamenti tecnici sui reperti relativi all'omicidio si Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana, uccisa, secondo la Procura di Taranto, lo scorso 26 agosto, dallo zio Michele Misseri e da sua figlia Sabrina. Trattandosi di accertamenti tecnici non ripetibili, su reperti che possono deteriorarsi dopo le verifiche, e, dunque, non essere più utili ai fini investigativi, agli esami partecipano anche le parti: gli avvocati e i consulenti tecnici, dei due indagati e della famiglia Scazzi. Quest'ultima, tramite gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile ha nominato l'ex comandante del Ris di Parma, il generale Luciano Garofano. Per Sabrina Misseri è invece presente l'anatomopatologa Carla Vecchiotti, dell'università di Roma Sapienza , mentre per Michele Misseri c'é il suo avvocato Daniele Galoppa. La Procura di Taranto, infine, ha nominato come consulente gli stessi Ris. Dalla riunione di oggi, comunque, non emergeranno novità: per i risultati bisognerà infatti attendere almeno 30 giorni, anche se è possibile che qualche esame venga concluso prima. Gli accertamenti "dattiloscopici, biologici, chimici e informatici" verranno svolti su tutti i "reperti acquisiti al procedimento": il cellulare e la batteria del telefonino di Sarah, i tamponi biologici prelevati sul cadavere della quindicenne, il dna, i rilievi e i reperti acquisiti sulla Seat Marbella di Michele Misseri, all'interno del garage e dell'abitazione dei Misseri in via Grazia Deledda ad Avetrana.
NUOVO SOPRALLUOGO INQUIRENTI IN CASA MISSERI - Un nuovo sopralluogo e' in corso da parte degli inquirenti in casa Misseri, in via Deledda ad Avetrana, nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Sarah Scazzi.

Valentina Misseri incontra in carcere per la prima volta il padre Michele, reo confesso dell'omicidio della nipote Sarah Scazzi e colui che ha chiamato in correità l'altra figlia, Sabrina. Ma perché quest'ultima, nell'interrogatorio del 15 ottobre, finito con il suo fermo, disse ai magistrati che aveva intenzione quel giorno di chiedere un 'faccia a faccia' con il padre, prima ancora di essere ascoltata, visto che l'accusa di complicità rivoltale da Michele Misseri le era stata comunicata solo poco prima, nella stessa caserma? Non c'é giorno di tregua nella infinita vicenda del delitto della quindicenne di Avetrana. La notizia dell'incontro tra Valentina Misseri e suo padre, che sarebbe avvenuto in carcere il 22 ottobre, rimbalza dagli schermi televisivi. A riferirla è l'avv. Daniele Galoppa, il legale d'ufficio di Michele, intervenendo alla trasmissione di RaiUno 'L'arena'.

Il motivo è presto detto: Galoppa ha detto che Valentina ha suggerito al padre di revocare il mandato a Galoppa per scegliersi un legale di fiducia. Sarebbe stata la stessa Valentina a comunicarlo telefonicamente a Galoppa, il quale non ha spiegato i motivi per cui Valentina Misseri starebbe cercando di convincere il genitore ad escluderlo dalla difesa e ha detto di non ricordare se Valentina abbia indicato anche il nominativo del legale che dovrebbe sostituirlo per difendere il padre. Quando Michele Misseri confessò il delitto e fu arrestato, Valentina commentò che, se era vero quello che aveva fatto, era giusto che trascorresse il resto dei suoi giorni in cella. Ora lo avrebbe incontrato in carcere per dargli un consiglio sulla sua difesa. E Valentina è la stessa persona che ha sempre detto di ritenere innocente la sorella Sabrina. Sabrina che, nell'interrogatorio di quel 15 ottobre che ha segnato la sua vita, racconta ai magistrati, poco dopo aver saputo di tutte le accuse di complicità fatte dal padre, che proprio quel giorno aveva intenzione di confrontarsi con il genitore. "Io avrei preferito...io, guarda - dice Sabrina rivolgendosi al magistrato che la sta interrogando - avevo proposto di far venire mio padre di fronte ed io di qua con tutti i testimoni, guardandomi in faccia, e di avere il coraggio di dire quello che...". Il magistrato, evidentemente un po' sorpreso, le chiede cosa volesse proporre e sottolinea "se lei non sapeva nemmeno quello che stava dicendo?".

A questo punto Sabrina spiega: "Voglio vedere a quattr'occhi se è capace di dire che stavo giù in cantina con lui". Un rapporto difficile da decifrare, quello di Sabrina con papà Michele, soprattutto quando c'é di mezzo la cuginetta Sarah. Perché, ad esempio, fu Sabrina ad invitare il genitore a non dare più soldi a Sarah. Lo dice la stessa indagata, sempre quel 15 ottobre. Sabrina riferisce ai pm di aver chiesto a Sarah perché lo zio le avesse dato per due volte cinque euro, e la cugina le avrebbe risposto "me li ha regalati così". Sabrina racconta allora di essere andata dal padre a chiedere spiegazioni, e che il genitore le rispose di aver voluto dare una mano alla nipote perché usciva tutte le sere con lei e a pagare era Sabrina. "Io dissi - prosegue Sabrina - 'papa', guarda non c'é bisogno, tanto pago sempre io, Sarah lascia i soldi a casa quindi è inutile che lo fai". Michele Misseri avrebbe risposto: "Se mi dici così non le regalo più niente" e da quel momento Sarah non avrebbe più detto a Sabrina di aver avuto in regalo soldi dallo zio. Nel pomeriggio l'avv. Vito Russo, che insieme alla moglie Emilia Velletri difende Sabrina, si è recato a casa Misseri. Aveva con sé un bel po' di documenti, ha parlato a lungo con i famigliari di Sabrina (in casa c'erano la madre Cosima e la sorella Valentina), ed è andato via tenendo in mano quei documenti. Domani mattina al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Roma inizieranno gli accertamenti tecnici irripetibili sulle impronte trovate sul cellulare di Sarah e su rilievi e reperti acquisiti nel corso delle indagini. Sarà compito anche dei consulenti dare a questa inchiesta altri elementi di verità.
STRADE SBARRATE,NIENTE CURIOSI IN ZONA TRAGEDIA - Tanti curiosi, nessun turista o quasi, anche se la morbosità di scattare foto sui luoghi della tragedia non è affatto scemata: Avetrana ha vissuto un'altra domenica anomala per la vicenda di Sarah Scazzi, sulla quale i riflettori non accennano ad abbassarsi. In paese era stato annunciato nelle ultime ore l'arrivo di autobus con a bordo presunti turisti che avrebbero voluto affacciarsi nelle vicinanze delle abitazioni delle due famiglie coinvolte in questa terribile storia, quella di Sarah e l'altra degli zii e delle cugine Misseri. Alla resa dei conti non si è vista l'ombra di un pullman, ma il paese ha vissuto ugualmente una giornata strana perché il sindaco, Mario De Marco, si era visto costretto ad ordinare preventivamente la chiusura al traffico delle strade di accesso alle due abitazioni. Così l'intera via Verdi, dove abita la famiglia di Sarah, e via Bernini e via Sanzio, che portano su via Deledda dove risiedono i Misseri, sono state sbarrate ai veicoli. Accesso consentito solo ai residenti, e qualche volta non senza discussioni. A vigilare che non ci fossero problemi per le due famiglie ci hanno pensato una trentina di unità della Protezione civile, insieme a vigili urbani, carabinieri e poliziotti. Tutto questo però non ha impedito alla gente del posto e dei paesi limitrofi di inscenare, soprattutto in serata, una sorta di 'movida' nella zona in cui si trovano le abitazioni Scazzi e Misseri, che distano a piedi poco più di 400 metri l'una dall'altra. Tanta gente incuriosita soprattutto a ridosso di casa Misseri, per via da un lato delle 'fly' delle tv che stazionano lì da giorni, e dall'altro per una inspiegabile morbosità della gente. E si è ancora assistito più volte alla scena di chi ha deciso di farsi fotografare dinanzi al garage nel quale Sarah sarebbe stata uccisa. Un garage che ormai resta chiuso giorno e notte, e dinanzi al quale c'é anche chi si avvicina ancora per depositare un fiore. Quello della fotografia é diventato un hobby macabro oggi anche al cimitero, dove più di qualcuno non è riuscito a respingere la tentazione di fotografare, persino a cancelli chiusi, la tomba di Sarah, situata poco dopo aver varcato la soglia dell'ingresso principale. Diverso invece il clima che si respirava nelle vicinanze di casa Scazzi. Il fratello di Sarah, Claudio, stamani si è recato in auto al cimitero insieme ad un parente, entrambi accompagnati dall'avv. Nicodemo Gentile, uno dei legali della famiglia. Sulla tomba di Sarah è stato deposto un mazzo di fiori, mentre a pochi metri papà Giacomo, muratore, lavorava con altri operai alla realizzazione di quel monumento-ricordo in memoria della quindicenne che l'amministrazione comunale di Avetrana ha deciso di far erigere all'ingresso del cimitero. Claudio è tornato a casa intorno alle 11,30, papà Giacomo poco prima dell'ora di pranzo: e da quel momento la famiglia di Sarah si è richiusa nel suo dolore silenzioso. E' rimasta invece deserta la zona di campagna nella quale si trova il pozzo che per 42 giorni ha nascosto agli occhi di tutti il corpo della ragazzina. Solo qualche auto isolata è stata vista addentrarsi in quei 'tratturi' in contrada Mosca che Michele Misseri ha scelto, 59 giorni fa, per occultare il corpo di Sarah. Anche lì, vicino al pozzo maledetto, alcuni mazzi di fiori testimoniano l'orrore di questa tragedia familiare.

A 'DOMENICA IN' DEBUTTA ANCHE LA DOCUFICTION - Dopo il drammatico reality del ritrovamento del cadavere con le notizie apprese anche dalla famiglia in diretta tv, le dosi massicce di inviati e collegamenti, l'omicidio di Sarah Scazzi è diventato anche lo spunto di una docufiction, andata oggi in onda su Raiuno all'interno di Domenica in - L'Arena, lo spazio condotto da Massimo Giletti. Il filmato ha sceneggiato una parte dell'interrogatorio di Michele Misseri, reo confesso dell'omicidio della nipote, interpretato da un attore con tanto di cappellino azzurro da pescatore calato sugli occhi, identico a quello con cui l'uomo é apparso nelle interviste dopo la scomparsa di Sarah. Del testo dell'interrogatorio - che, ha sottolineato Giletti, è disponibile in versione integrale anche sul sito del Tg1 - è stata 'messa in scena' la parte in cui Michele racconta com'é avvenuto l'omicidio di Sarah. Al dibattito in studio hanno partecipato l'avv. Daniele Galoppa (difensore di Michele Misseri), Vittorio Sgarbi, Simona Izzo, il sociologo Domenico De Masi, lo psichiatra Luigi De Maio, il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Carlo Bollino e, in collegamento da Milano, Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma e consulente di parte della famiglia Scazzi.

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