sabato 9 ottobre 2010

omelia del parroco di Avetrana Don Dario De Stefano

Omelia

Facci conoscere, Signore, le tue vie, insegnaci i tuoi sentieri (Sal 121)
 Si, Signore, rivelati a noi con la forza del tuo amore e mostraci le tue vie, perché siamo afflitti, troppo grande è il nostro dolore! Abbiamo bisogno della tua luce per continuare a vedere i segni della tua misericordia per noi. Fratelli carissimi, e’ purtroppo un giorno triste questo, che chiude un tempo di attese e sofferenze, di speranze e di delusioni. Siamo davanti a Dio con tante domande, con le nostre sconfitte, i nostri errori, i desideri più profondi del nostro cuore. C’è anche Sarah, la nostra Sarah, che abbiamo cercato per tanti giorni senza mai arrenderci. Abbiamo lottato con tutte le forze, perché volevamo rivedere il suo sorriso, la sua voglia di vivere, ascoltare i suoi progetti e i suoi desideri…ma tutto questo non si è potuto realizzare. Ora, come dice il profeta Daniele (Dn 9,8) “A te solo la giustizia, Signore, e a noi la vergogna sul volto”. Siamo sicuri, però, che Sarah è ormai nell’abbraccio misericordioso di Dio Padre, che ama tutti di un amore infinito e davanti a Lui canta la bellezza della vita, quella vita che è stata breve in questo mondo, spesso malvagio e crudele, ma che sarà eterna nella luce di Dio: Sei tu, Signore, che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo (Sal 138). Sì, la vita è un prodigio di Dio, siamo opera delle sue mani; Egli conosce cosa c’è nel nostro cuore, sa tutto di noi; è più intimo a noi di quanto noi lo siamo a noi stessi (S. Agostino). Spesso egli sceglie dei modi imprevedibili e impensabili per incontraci. E’ lì, nel profondo dell’animo umano, che è custodito ciò che noi siamo veramente; è lì, nel dialogo del cuore, che germoglia il desiderio di Dio ed emerge il nostro essere creati a sua immagine e somiglianza per condividere la sua vita divina. E’ l’esperienza di ogni uomo che cerca Dio: Signore tu ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto fin quando non riposa in te (Agostino). Anche Sara nel suo cuore aveva sentito la voce del Signore, che la chiamava ad un’amicizia più profonda con Lui; aveva più volte manifestato il desiderio di conoscerlo e di crescere insieme ad altri fratelli nella fede della Chiesa cattolica. E’ per questo motivo che, accogliendo il desiderio esplicito della famiglia, oggi ci siamo raccolti in preghiera in questa liturgia esequiale, impegnandoci a rendere possibile questo desiderio di Sarah. Così, nella sua vita, si realizza la preghiera di Gesù: “Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli ai rivelato i misteri del regno di Dio”. Dio si rivela con pazienza e amore a chi lo cerca.
Ci siamo tutti, perché Sarà è e resterà nel cuore di tutti noi e credo di tutti gli italiani; ci siamo per esprimere il nostro affetto e la nostra vicinanza alla famiglia, che con dignità ed equilibrio vive questo immenso dolore; un dolore che è diventato di tutti e deve essere portato da tutti, con la forza dell’amore che sola può unirci, farci superare la disperazione e aprirci a un futuro pienamente umano, fatto di condivisione e solidarietà e non di odio e di violenza. Solo quando il dolore è condiviso, quando siamo capaci di portare gli uni i pesi degli altri, quando  decidiamo di non vivere ripiegati su noi stessi, solo allora può nascere la speranza di un mondo nuovo. Gesù, Figlio di Dio, venuto nel mondo, crocifisso per amore degli uomini, morto e risorto ci insegna proprio questo: non c’è amore più grande che dare la vita. La grande vocazione dell’uomo è l’amore, un amore, però, che ha sempre bisogno di crescere nella misura di Dio e di purificarsi dalle scorie dell’egoismo umano; solo nel dono sincero di noi stessi agli altri c’è la verità più autentica sull’uomo. Siamo qui per dire anche il nostro bisogno di Dio: sappiamo che senza di lui non possiamo far nulla (Gv 15,5) e spesso rischiamo di vivere nello smarrimento e nell’errore, di sentirci forti quando in realtà siamo deboli, di perdere di vista il senso autentico della vita per vivere nei nostri egoismi, di nasconderci dietro scelte che annullano noi stessi e gli altri. Se il mondo non ritornerà a Dio non ci potrà essere futuro. Dove andremo senza Dio? Accogliamo, perciò, l’invito di Gesù, lasciamoci attrarre da Lui:”Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò; prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime”(Gv25,30). Troveremo la pace solo se incontreremo veramente Dio; siamo qui infine perché sentiamo tutti di avere una grande responsabilità nei confronti dei nostri ragazzi e dei nostri giovani, che si esprime nel nostro impegno di custodirli, accompagnarli e orientarli nell’arduo ma entusiasmante cammino di crescita perché possano compiere scelte che diano senso alla vita. Non dobbiamo aver paura di incontrali nel loro vissuto quotidiano perché solo così potremo capire i loro sogni, le loro fragilità e le loro paure; cerchiamo con ciascuno un dialogo paziente e ricco di saggezza, che li faccia sentire amati; aiutiamoli a comprendere ciò che veramente vale nella vita, ma soprattutto impegniamoci, in un mondo che vive la crisi dei modelli o li costruisce erroneamente, a diventare testimoni della bellezza della vita, del senso autentico della gioia, della condivisione, dell’amore e della solidarietà, del rispetto delle cose e soprattutto del rispetto della dignità degli altri, di ogni uomo, che è mio fratello. Non è vero che sono vuoti, sono solo fragili e spesso non hanno la forza per far emergere tutta la ricchezza di cui sono portatori. Cari giovani, non abbiate paura di raccontare le vostre difficoltà, i vostri dubbi, i vostri desideri a chi vi ama veramente e può donarvi un consiglio, può indicarvi una strada sicura e ridonarvi il coraggio di lottare per un mondo migliore. Non chiudetevi nella vostra solitudine che può diventare oscurità, pericolo e angoscia. Ognuno di noi ha bisogno degli altri per imparare a camminare sulle strade della vita, a rialzarsi quando cade, a cercare la meta quando tutto sembra confuso.
Cara Sara, ora ci rivolgiamo a te;
è giunto il momento di affidarti al Signore.
Vorremmo che questo splendido sole ci parlasse un po’ dell’amore infinito di Dio  in cui ora ti trovi coccolata dalla sua tenerezza di Padre.
Vogliamo ricordarti così, con il tuo sorriso e i tuoi sogni…
Tra poche ore il cielo diventerà oscuro, ma siamo sicuri che brillerà per l’eternità una nuova stella di nome Sarah.
Arrivederci Sara…ora prega per noi! Amen
Amen.

Nessun commento:

Posta un commento