martedì 9 agosto 2011

Yara, lettera anonima: «Sono l'assassino»

Ma l'autopsia ha svelato che la ragazza è morta di freddo e stenti


La redazione del quotidiano L'eco di Bergamo ha ricevuto l'8 agosto una lettera anonima composta con il normografo da un individuo che ha dichiarato di essere l'assassino di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra (nella provincia bergamasca) scomparsa il 26 novembre del 2010 e ritrovata morta tre mesi dopo.
L'autore della missiva ha raccontato di avere iniziato a frequentare la ragazzina 
circa due mesi prima della scomparsa, avvicinandola fuori dalla palestra di Brembate dove si era recato con la precisa intenzione di approcciare delle giovanissime «perché le donne non me vogliono, mi imbarazzo con adulti».
«SONO UN PEDOFILO, I CARABINIERI MI CONOSCONO». La lettera, contenente numerosi e vistosi errori di ortografia e grammaticali, è giunta in redazione all'Eco dal centro meccanografico posta di Genova, responsabile per la Liguria e la provincia di Alessandria.
Chi l'ha redatta ha sostenuto di essere un pedofilo già noto ai Carabinieri di Ponte San Pietro, sempre nella bergamasca, per atti di pedofilia; e di avere condotto Yara Gambirasio con sé a Mapello dove, secondo il racconto, le aveva raccontato di doversi recare per lavoro.
In auto, e dopo le perplessità di Yara circa la richiesta di spegnere il cellulare, a seguito di una reazione della ragazza a un probabile tentato approccio sessuale («mi colpì ai testicoli» e «avevo perso la testa per il fatto che poteva rovinare il mio corpo»), sarebbe scattato il raptus fatale.
«L'HO UCCISA CON UNA PIETRA A MAPELLO». Secondo l'anonimo Yara ha tentato la fuga ed è stata poi colpita, dopo un inseguimento, con una pietra, nonostante che il mittente abbia sostenuto di avere avuto anche un coltello, il che risulterebbe coerente con le ferite riportate dalla giovane.
Secondo l'Eco di Bergamo, quanto è riportato dal foglio A3 scritto su entrambe le facciate, potrebbe essere stato ricavato anche da una attenta lettura dei giornali e inoltre c'è una discrepanza fra il luogo in cui il presunto omicida ha dichiarato di avere abbandonato la vittima (Mapello) e quello dove è stata effettivamente ritrovata, cioè Chignolo d'Isola.
L'AUTOPSIA: «MORTA DI GELO E PRIVAZIONI». Non solo. A contraddire il contenuto della lettera, che è stata tuttavia trasmessa al Reparto scientifico dei Carabinieri, il noto Ris di Parma, sarebbe anche il risultato dell'autopsia che ancora l'Eco di Bergamo, il 9 agosto, ha diffuso. E che ha riferito che nessuna delle ferite subite da Yara Gambirasio è stata mortale. A uccidere la piccola ginnasta bergamasca sono stati il freddo e le privazioni.


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