NEW YORK, 24 agosto 2011 – Sculacciate e restrizioni televisive non funzionavano con il figlioletto indisciplinato, cosi’ una mamma dell’Alaska ha iniziato a sperimentare metodi alternativi: salsa piccante in bocca e docce gelate. Non contenta ha registrato un filmato e raccontato in televisione i suoi metodi ‘educativi’. Oggi Jessica Beagley e’ stata condannata per abusi sui minori e rischia fino ad un anno di detenzione.
Gli otto minuti del video mostrano la donna, 36 anni, che discute con il piccolo Kristoff, 7 anni, il figlio di origine russa adottato nel 2008 insieme al gemello. Jessica lo accusa di aver mentito a scuola, e poco dopo versa la salsa piccante nella bocca del bimbo, obbligandolo a non sputarla per oltre un minuto nonostante i suoi pianti disperati. Poi ancora lo costringe a farsi una doccia gelata.
L’episodio, andato in onda sul programma televisivo ‘Dr. Phil Show’, ha inorridito gli spettatori spingendoli a chiamare il tribunale di Anchorage, la citta’ dell’Alaska dove la Beagley vive con il marito, ufficiale di polizia. Poco dopo la procura ha deciso di mandare la donna sotto processo per maltrattamenti. “La coppia aveva cercato di usare punizioni piu’ tradizionali, ma non hanno funzionato - spiega l’avvocato difensore William Ingaldson, convinto dell’ingiustizia della decisione – Con questi metodi sperava di insegnare finalmente al figlio ad ubbidire. Se lei deve essere punita meriterebbero lo stesso trattamento la maggior parte dei genitori”. Ingaldson ha spiegato che il piccolo ha sempre creato parecchi problemi alla madre a causa del suo carattere, mentre il gemello si e’ adattato immediatamente alla nuova famiglia.
Ma le sue giustificazioni non hanno convinto l’opinione pubblica. In America il caso sta fomentando il dibattito sulla sottile linea che separa educazione severa e illegalita’, mentre in Russia, paese natale dei due gemelli adottati dai Beagley, il video ha suscitato indignazione e ora sono in molti a chiedere che i due bambini vengano tolti alla famiglia adottiva e riportati in patria.
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