martedì 30 agosto 2011

Stuprata fuori dalla discoteca: Una condanna


Tre anni di reclusione per aver stuprato una minorenne all’uscita della discoteca. Al momento, dopo il primo grado di giudizio che si è svolto con rito abbreviato, per Louis Jean Francois Palmyre, il giudice ha ritenuto sufficiente la misura dell’obbligo di presentarsi ai carabinieri di Palermo. Originario delle Isole Mauritius, il trentenne è infatti residente del capoluogo siciliano. Ma nel luglio del 2010 si trovava in Maremma, quando in una nota discoteca della costa ha puntato gli occhi per la prima volta sulla sua preda.
Lei era lì con gli altri amici. Era stata a cena con i genitori, poi aveva preso il motorino ed era passata dalla nonna. Aveva incontrato il gruppo al solito posto e poi la tappa finale della serata, a ballare. Dopo la serata si è poi fatta riaccompagnare a casa della nonna, dove aveva lasciato il motorino. È salita in sella, ha acceso. Ma in un attimo ha avuto la sensazione che qualcosa avesse afferrato il suo motorino e gli impedisse di muoversi. Ha appena fatto in tempo a voltarsi, quando quel qualcosa ha afferrato anche lei, per un braccio e per una gamba.
Travolta dalla forza dell’aggressore ha tentato di resistere. Ha tentato di opporsi con calci e pugni, annaspando. «Adesso stai un po’ con me» le ha detto quella voce. Una mano troppo forte da fermare le ha strappato i vestiti e la biancheria. E l’ha penetrata. Il dolore le ha dato la forza di urlare più forte, e solo a quel punto lui ha deciso che poteva bastare. Si è voltato ed è scomparso, dietro i giardini pubblici, inghiottito da quel buio dal quale era uscito. Lei ha raccolto il motorino, reggendosi a stento sulle proprie gambe. È partita ma ha perso la borsa dopo pochi metri, si è fermata, è tornata indietro. Il giorno dopo ha raccontato tutto agli amici e ai genitori.
E quindi, ai carabinieri. Finché una sera, nella stessa discoteca, ha riconosciuto gli occhi che le si erano di nuovo posati addosso. Ha chiamato i carabinieri. Lo hanno fermato. E ha confessato. Le attenuanti generiche e la riduzione di pena per il rito abbreviato hanno fissato la condanna a tre anni di reclusione. In attesa che passi in giudicato, per lui il giudice ha disposto come misura cautelare prima l’obbligo di dimora, poi quello di presentarsi ai carabinieri per firmare. Per la ragazza, 25mila euro di risarcimento.

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