lunedì 22 marzo 2010

PEDOFILIA: PARLA UNA VITTIMA IN IRLANDA, LETTERA DEL PAPA NON BASTA

Dublino, 22 mar - ''Li voglio vedere davanti alla giustizia''. In un'intervista all'AFP, John Kelly, una delle vittime degli abusi sessuali commessi dai preti cattolici in Irlanda, giudica insufficiente la lettera del papa sullo scandalo che ha coinvolto la Chiesa locale.

Kelly, che aveva 13 anni quando sono iniziati contro di lui i maltrattamenti e gli abusi sessuali durati oltre due anni, ha ricordato in particolare una notte, quando i colpi di frusta furono talmente forti che svenne. ''Quella notte ho perduto la fede, ma piu' di tutto si e' rafforzata l'idea di aver perso ogni umanita''', ha aggiunto l'uomo, che oggi ha 59 anni, ricordando le fruste di cuoio piene di nodi per aumentare il dolore. ''Erano dei criminali, li voglio vedere davanti alla giustizia'', ha aggiunto Kerry, il quale giudica la lettera di Benedetto XVI un ''passo avanti'' che tuttavia non basta. ''Il papa ha detto a coloro che sono implicati che devono sottomettersi alla richiesta di giustizia. Abbiamo pero' l'obbligo di chiarire cosa volesse dire. Voleva dire che i vescovi devono rendere conto degli abusi? Che devono consegnarsi alla polizia? Non e' chiaro''.

Kelly ha chiesto un incontro al primate di Irlanda, Sean Brady, che nei giorni scorsi ha presentato le sue scuse per la condotta omertosa mantenuta nei confronti di Brendan Smyth, un prete accusato di numerosi atti di pedofilia. ''Le sue dimissioni non sono una soluzione'', ha detto Kelly.

''Noi vogliamo vedere se ha ancora l'autorita' morale per continuare''.

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