A Brescia una ragazzina rom di 13 anni è stata data in sposa ad un giovane di 21 anni malato di Aids. Sono finiti in galera lo sposo e la madre.
E’ andata in sposa ancora bambina, affidata a 13 anni ad un ragazzo di 21 che non aveva mai visto prima. Era arrivato dall’Italia in Romania a settembre per celebrare il rito rom così come concordato tra le due famiglie.
E’ andata in sposa ancora bambina, affidata a 13 anni ad un ragazzo di 21 che non aveva mai visto prima. Era arrivato dall’Italia in Romania a settembre per celebrare il rito rom così come concordato tra le due famiglie.
Poi ha preso la sua piccola consorte e se l’è portata a casa, nel campo dove vive a Brescia. Ma lo sposo è malato di Aids. Lui, preoccupato anche delle complicazioni che posso sorgere in caso di gravidanza, porta dal medico la sposa bambina. I sanitari avvisano la polizia e le indagini, condotte dalla squadra mobile di Brescia, chiudono in carcere sia lo sposo che la madre di lui con pesanti accuse: violenza sessuale e riduzione in schiavitù.
La bimba non è mai stata maltrattata, ma era tenuta nascosta e non aveva il permesso di frequentare la scuola. Ora è stata affidata ad una comunità protetta.
Nessuno è ancora riuscito a spiegare allo sposo in cosa consista il suo reato, che male ci sia a prendere in sposa, così come è consentito e naturale nella tradizione rom, una tredicenne.
Secondo i dati del Centro nazionale di documentazione e analisi dell’infanzia e adolescenza, sono forse 2.000 le spose-bambine in Italia, mentre nel 2007 le minorenni che hanno celebrato legalmente il matrimonio nel nostro paese sono 156. Un dato in costante diminuzione negli ultimi 10 anni.
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