sabato 17 luglio 2010

Torniamo a parlare dell'opsicologo arrestato ieri mattina

Pedofilia, giovane psicologo in manette

«Sto cercando di curarmi». Una frase appena sussurrata agli agenti quando, ieri mattina, l’hanno arrestato nel suo studio nel centro di Roma. È accusato di detenzione di materiale pedopornografico lo psicologo di 33 anni, da 7 in piena attività come “terapeuta familiare”. Nella mansarda in cui viveva da solo, sopra l’appartamento dei genitori, gli inquirenti hanno trovato centinaia di migliaia di fotografie e filmati di bambini dai tre anni in su meticolosamente catalogate nell’hard disk del pc. «Le immagini erano scrupolosamente divise per fasce di età e raccolte in diverse cartelle - spiegano gli esperti della polizia postale che hanno condotto l’operazione -. Ma in casa non abbiamo trovato solo quelle». Slip da bimbi ancora nelle loro confezioni, collant da femminuccia strappate nelle zone intime, giocattoli e pubblicazioni scientifiche, fra queste «Nella testa dei figli» e «Abusi sessuali: i bambini raccontano». Indagine difficile, partita da un paio di server gestiti da una società in Lussemburgo attraverso i quali lo psicologo e un 40enne, anche lui arrestato nell’ambito della stessa operazione, scaricavano migliaia di file per arricchire l’inquietante raccolta. Un “collezionista di bambini” lo definiscono gli investigatori, da mesi sulle tracce di un giro di pedofili in rete. Come l’editore fiorentino di Ostia Antica, conosciuto su Internet con il nomignolo “The Slurp”, fondatore assieme a un illustre medico catanese e a uno stimato ingegnere campano del «Manifesto italiano della pedofilia».
A firmare l’ordinanza di custodia in carcere per lo psicoterapeuta il pm del Tribunale di Roma Nicola Maiorano. «Da chiarire - sottolineano gli inquirenti durante una conferenza stampa - se l’indagato abbia commesso abusi nei confronti dei suoi piccoli assistiti, visto che si occupava specificatamente di problemi legati al rapporto genitori - figli». Un lavoro complesso: gli agenti hanno appena cominciato a visionare il materiale trovato nel computer sequestrato e nella libreria del professionista. Sui nomi dei due arrestati bocche cucite, anche se nell’ambiente universitario il cerchio dei sospetti si starebbe stringendo. Una decina le perquisizioni eseguite dai poliziotti nella capitale e nel Lazio, otto le persone denunciate nell’ambito del blitz, alcuni di questi in contatto on line con i due arrestati e, soprattutto, clienti dei server lussemburghesi. Secondo la polizia quella dello psicologo era diventata una vera e propria ossessione: oltre alle mutandine e ai filmati dei piccoli dai 3 ai 15 anni, nel locale sono state trovate calze strappate, album fotografici riempiti con ritagli di giornali, pastelli, pennarelli e altri giochi da utilizzare durante le sedute. Il padre dell’arrestato lo difende: «Mio figlio non è un mostro. È una persona stimatissima anche sul posto di lavoro. Se ha scaricato del materiale “proibito” è ovvio che pagherà per questo, ma non ha abusato di nessuno nè ha mai avuto contatti con bambini sul lavoro. I pazienti di mio figlio sono anziani disturbati. A lavorare con i bambini è solo una sua collega».

Nessun commento:

Posta un commento