venerdì 23 luglio 2010

Tappeto rosso per stupratori e pedofili

Violenza sulle donne

Fa discutere la sentenza che propone misure alternative alla detenzione preventiva per chi commette reati sessuali. Contro la pronuncia della Corte Costituzionale Pdl indignato.

«Non esiste e non possiamo accettare una "classifica della brutalità": per noi, cioè coloro che hanno scritto e approvato questa legge, chi violenta una donna o, peggio, un bambino deve filare dritto in carcere, senza scusanti, da subito». Tuona il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, commentando la sentenza della Cassazione che giudica incostituzionale l'automatismo secondo il quale gli imputati per violenza sessuale su donne e minori vengono ora custoditi in carcere in attesa del giudizio. «L'intervento della Corte - ha lamentato la Carfagna - è giustificazionista, lontano dal sentire dei cittadini, e, purtroppo, ci allontana, sebbene di poco, dalla strada verso il rigore e la tolleranza zero contro i crimini sessuali che questa maggioranza ha intrapreso sin dall'inizio della legislatura. Sono sicura che i magistrati continueranno a dimostrare la dovuta sensibilità nei confronti di questi reati odiosi, valutando con estrema severità le esigenze di carcerazione preventiva di chi li commette. Restano in vigore tutte le altre parti del provvedimento e tra queste l'eliminazione dei benefici premiali, quali arresti domiciliari o sconti di pena, la difesa gratuita per le vittime e le aggravanti grazie alle quali ora chi stupra una donna rischia fino a 14 anni di carcere».


Non meno tenera Roberta Angelilli, vice-presidente del Parlamento europeo e delegata per i diritti dei minori: «Non ci sono molte parole per definire la sentenza della Corte Costituzionale se non "scioccante". Una sentenza che offende profondamente le vittime di uno dei reati più aberranti di cui possa macchiarsi un essere umano e che stride con l'impegno che l'Europa e l'Italia stanno portando avanti nella lotta contro gli abusi sessuali ai danni dei minori e delle donne». Poi ha spiegato come «la protezione dei bambini e delle persone vulnerabili, quali le donne vittime di violenza domestica e di genere, sia una priorità del Parlamento europeo. A questo proposito sono già in corso i lavori su una proposta di un Ordine Europeo di Protezione, che si presenta come uno strumento globale, intento a colmare le lacune esistenti in ambito legislativo. Avendo la finalità di creare un piano di azione che prevede misure concrete indirizzate alla salvaguardia della vita, dell'integrità fisica e psicologica, della libertà e dell'integrità sessuale di persone vittime di violenza. Ulteriore obiettivo è quello di realizzare una rete di cooperazione rafforzata tra gli Stati membri affinchè si raggiunga un elevato livello di protezione e tutela dei diritti fondamentali all'interno dell'UE». «Inoltre - ha concluso - la nuova direttiva europea relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia presentata dalla Commissione europea, della quale sono relatrice per il Parlamento europeo, ha tra i suoi obiettivi principali oltre alla prevenzione del crimine e a una maggiore tutela delle vittime, anche pene più dure per chi compie questo odioso reato. Proprio per tale motivo sembra ancora più incomprensibile questa sentenza».


Unica voce fuori dal coro di reazioni sdegnate del Pdl, il sottosegretario alle Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi: «Mi sembra che i tanti che hanno così duramente criticato la sentenza della Corte Costituzionale confondano un'accusa di violenza sessuale o di pedofilia con una sentenza di condanna per questi ignobili reati. Giustamente - secondo Giovanardi - la Consulta ha ricordato che non si può applicare automaticamente la custodia cautelare in carcere "applicando un trattamento riservato al colpevole, prima della sentenza di condanna", soprattutto quando è ragionevole applicare altre misure cautelari. Questo principio è ancora più valido se si pensa che nel nostro Paese purtroppo, assai spesso, persone incarcerate con accuse di questo tipo risultano poi totalmente innocenti all'esito del processo». Certo non è d'accordo il Ciatdm (Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Diritti dei Minori) che, per bocca della presidente Aurelia Passaseo, ha affermato: «Troviamo indecente e scandalosa la decisione della Corte Costituzionale. Questa sentenza sicuramente non rende onore all'Italia, tantomeno alle donne e ai bambini, reali vittime di reati sessuali e della giustizia. Sono amareggiata, schifata e delusa».

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