giovedì 27 maggio 2010

Meter: «Così combattiamo i pedofili che infestano la Rete»

Ma serve ancora più decisione (e meno rispetto per la presunta "privacy")

Una comunità di amanti di cani in cui in realtà centinaia individui, oltre a scambiarsi materiale pedopornografico, ne producono essi stessi, facendosi immortalare - senza nemmeno oscurare il volto - mentre sono intenti a violentare bambini. Un problema ripetutamente denunciato dall'associazione Meter Onlus, da anni impegnata nel difficile compito di tenere a freno la diffusione della pedofilia, e che tuttavia continua a ripetersi. Nessuno stupore, dato che c'è di mezzo un giro d'affari che, secondo le stime dell'Onu, ammonta a tredici miliardi di euro l'anno. Ho raggiunto telefonicamente Don Fortunato, per meglio definire i contorni di una vicenda che, nonostante le dimensioni, non ha causato che qualche breve lancio di agenzia.

Don Fortunato, nel comunicato da lei diramato sul sito di Meter Onlus denuncia l'esistenza di "comunità" pedofile su "un noto social network americano". Può dirmi di quale si tratta?
Certo, si può dire senza problemi. Si tratta di Ning.

Da quanto lo state monitorando?
Da circa due anni. Soltanto l'anno scorso cento comunità sono state chiuse su segnalazione nostra o di associazioni americane analoghe alla nostra.

E che accade una volta inviata la segnalazione?
Le comunità vengono chiuse, ma non basta. Il problema è che il social network non fornisce alle autorità i file di log degli utenti coinvolti.

È questo a fare sì che, come lei stesso denuncia, i pedofili non vengano individuati e perseguiti?
Sì. La polizia ne individua qualcuno, ma sono pochissimi rispetto a quanti operano in queste comunità. Pensi che i pedofili ci mettono nome e cognome, violentano e si fanno fotografare a viso aperto. E per la legge sulla privacy queste cose non possono essere pubblicate. Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti, eppure nessuno ne parla. Evidentemente è più facile parlare dei preti pedofili, fa più notizia. Non che non siano da condannare, sia chiaro. E poi in Italia manca una normativa che permetta di colpire la pedofilia.

Quanti sono gli individui che si scambiano materiale pedopornografico su questo social network?
A quanto ci risulta sono oltre ventimila. Noi abbiamo tenuto sotto controllo 584 "comunità", cioè gruppi che magari dichiarano di aggregare amanti dei cani e poi in realtà ospitano materiale pedopornografico.

Queste comunità sono accessibili a chiunque o bisogna registrarsi in qualche modo?
Sono comunità aperte, e che già nella sezione pubblica raccolgono diversi contenuti di questo tipo. Registrandosi poi si ha accesso a ulteriore materiale pedopornografico. Ma noi non l'abbiamo mai fatto, è un compito che spetta alla polizia postale.

È un fenomeno presente anche su Facebook, per quanto ne sa?
Sì, sono decine i gruppi che abbiamo segnalato e sono stati chiusi. Facebook tuttavia collabora più di Ning, nel senso che fornisce i log alla polizia. Comunque tengo a sottolineare che i social network sono sempre positivi, sono una opportunità enorme e non vanno criminalizzati per casi come questi.

Il suo è un lavoro importante, e nonostante questo lei ha recentemente denunciato l'intenzione della regione Sicilia di annullare il finanziamento di 110 mila euro diretto a Meter. Come lo spiega?
Intanto devo dire che grazie alla pressione mediatica il finanziamento è miracolosamente rispuntato. Tuttavia è inquietante che contributi anche di 5-600 mila euro possano venire assegnati o revocati in una notte. E poi Telefono Azzurro, ad esempio, beneficia di 850 mila euro oltre al denaro che già riceve dal ministero. Il tutto senza essere una realtà prettamente territoriale. Noi che invece in Sicilia abbiamo 9 sportelli aperti prendiamo il minimo e quasi ce lo tolgono.

Orrore su internet, bambini tenuti al guinzaglio e violentati. Associazione Meter scopre l'ennesimo sito di pedofili

Una bambina nuda e tenuta al guinzaglio come un cane, come i prigionieri iracheni di Abu Grahib. Un’altra con l’invito esplicito: “Violentami” scritto sul torace. Un’altra ancora violentata sul letto di un hotel (già identificato grazie alle scritte ricamate sulle lenzuola). E per finire un “murale” costituito dal collage di almeno 300 piccole vittime abusate in qualsiasi posizione.

È questo il contenuto di un portale pedofilo segnalato oggi alla Polizia Postale e delle Comunicazioni da parte dei volontari dell’Associazione Meter (www.associazionemeter.org).

“Siamo rimasti tutti scandalizzati qualche anno fa dalle foto della soldatessa Lynndie England con il detenuto al guinzaglio di Abu Grahib.”, dice don Di Noto, per il quale: “Nessuno però ha niente da dire o protestare per una bambina e tanti altri innocenti trattati peggio. Dove sono gli attenti fustigatori della pedofilia nel clero – giornalisti inclusi – che si stracciano le vesti contro il Vaticano a prescindere da tutto? Questo dimostra che non c’è affatto l’intenzione di allargare lo sguardo su un dramma atroce che non è espresso solo dagli abusi di farabutti che non avrebbero mai dovuto essere preti, c’è solo il desiderio di attaccare la Chiesa. E i mostri, nel frattempo, ingrassano”, dichiara.


E continua: “Come mai da mesi segnalo siti, violenze, forum e video di ogni tipo ma nessuno si interessa di questo sui giornali? Forse perché sono un prete? Forse perché non vado in Tv a dire che un prete mi ha violentato? Mi aspetto una prova di maturità dalla stampa di questo Paese. Almeno spero”, conclude.

martedì 25 maggio 2010

Gruppo Facebook «Picchiamo i bambini» Indaga la Polizia Postale

La presenza del gruppo sul social network segnalata dall'associazione Meter

La Polizia Postale e delle Telecomunicazioni sta verificando il contenuto di un gruppo del social network Facebook che si chiama «Picchiamo i bambini», la cui presenza è stata segnalata dall'associazione Meter Secondo quanto rende noto l'associazione, il gruppo «invita al ritorno alla vecchia pedagogia che faceva degli schiaffi il simbolo di una strategia educativa assolutamente errata».

250 MESSAGGI IN BACHECA -
In bacheca ci sono 250 messaggi, che Meter definisce «assolutamente volgari e pesantissimi». «Questo "profilo" - ha detto don Di Noto fondatore di Meter - è a dir poco inquietante e ancora di più lo sono le foto caricate e quelle che alcuni iscritti dicono di possedere». Don Di Noto, che osserva come la creazione del gruppo «potrebbe essere una goliardata che però potrebbe creare emulazione», ha lanciato un appello ai responsabili di Facebook «affinchè possano intervenire».

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MINORI: NAPOLITANO, MISURE ANTI-VIOLENZA

Schifani: azioni tempestive per combattere pedofilia

(ANSA) - ROMA, 25 MAG - 'Vanno ulteriormente perfezionate anche sul piano sanzionatorio le misure per combattere ogni forma di violenza sui minori' dice Napolitano. In un messaggio a TelefonoAzzurro nella Giornata internazionale dei bambini scomparsi il presidente aggiunge: 'La scomparsa, anche solo temporanea, di un bambino o di un adolescente e' fonte di tremenda angoscia per i famigliari'. Secondo Renato Schifani sono necessarie 'tempestive azioni collettive' per combattere la violenza sui minori.




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MINORI:OLTRE MILLE SCOMPARSI IN 2009

Telefono Azzurro, soprattuto stranieri tra 15 e 18 anni

(ANSA) - ROMA, 25 MAG - Sono 1033 i minori italiani e stranieri scomparsi in Italia nel 2009. Dal primo gennaio al 4 marzo 2010 le segnalazioni sono state 222. Il dato, della Direzione centrale anticrimine dellaPolizia di e' stato reso noto al convegno di TelefonoAzzurro a Roma. Dal 2007 al 2009 si e' verificato un costante incremento dei casi. La maggior parte delle scomparse riguarda minori stranieri tra i 15 e i 18 anni: ragazzi che si allontanano volontariamente dacasa o da comunita'.

lunedì 24 maggio 2010

Nuovo... il canale tv dell'associazione Meter

PEDOFILIA: SUL WEB NUOVO GRUPPO DI "ORCHI"

PEDOFILIA: SUL WEB NUOVO GRUPPO DI  ORCHI

(AGI) - Siracusa, 24 mag. - Amavano i cani ma solo per finta.
In realta' lo spazio,utilizzato da centinaia di utenti da tutto il mondo, anche italiani, aperto su un noto social network americano, serviva per lo scambio di foto e video pedopornografiche. "E tutto questo accade malgrado quel network, prima ad accesso libero, abbia introdotto l'obbligo di registrarsi. Esigiamo una spiegazione", dice don Fortunato Di Noto, il sacerdote e fondatore dell'Associazione Meter (www.associazionemeter.org), che ricorda: "Su questo social network, che e' uno dei piu' famosi, abbiamo fatto segnalazioni alla Polizia Postale italiana che con il Comitato di Sicurezza Americana in un anno sono stati chiusi 100 comunita' e circa 20.000 utenti/profili su 584, ma questo non ha fermato i pedofili. Che, ripeto, continuano a servirsi di questo network e a diffondere centinaia di miglia di foto e video". Continua don Di Noto: "Faccio anche presente questo, e cioe' che nonostante le denunce e quant'altro, nonostante i contatti anche con polizie estere, non siamo riusciti a ottenere piu' della semplice chiusura con oscuramento dei profili. Ma questo non basta piu': bisogna fare un passo avanti e questo passo avanti e' uno e uno solo: individuare le vittime e i pedofili e gli stupratori, che ormai si mostrano a viso aperto perche' evidentemente si sono convinti del fatto che ormai nessuno le perseguitera'. Ed e' questo il messaggio sbagliato che ad ogni costo dobbiamo impedire di far filtrare", conclude. L'emergenza pedofilia non e' finita, anzi, il fenomeno ha assunto proporzioni stratificate, trasversali e in mani alla pedo-criminalita'. Non e' solo scambio e detenzione di materiale, ma soprattutto "produzione" con bambini piccolissimi che fa girare un ammontare di affari pari a 13 miliardi di euro l'anno. -

Scoperto un gruppo di pedofili su un social network


Scoperto un gruppo di pedofili su un social networkScoperto un gruppo di pedofili su un noto social network. Avevano creato una pagina dedicata ai cani ma in realtà era solo una copertura. Lo spazio infatti era utilizzato da centinaia di utenti da tutto il mondo, anche italiani, per lo scambio di foto e video pedopornografiche.
A scoprirlo è stata l'associazione Meter. "Tutto questo accade malgrado quel network, prima ad accesso libero, abbia introdotto l'obbligo di registrarsi. Esigiamo una spiegazione - dice don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell'associazione -. Su questo social network, che è uno dei più famosi, abbiamo fatto segnalazioni alla Polizia postale italiana. In un anno sono state chiuse 100 comunità e circa 20.000 utenti/profili su 584, ma questo non ha fermato i pedofili. Che continuano a diffondere centinaia di migliaia di foto e video".

Pedofilia: associazione Meter denuncia un noto social network

AVOLA (SR) - Un associazione Meter ha denunciato alla Polizia postale italiana un noto social
network che serviva per lo scambio di foto e video pedopornografiche.
Secondo don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell'associazione, utilizzavano le foto dei
cani come copertura.
"Tutto questo accade malgrado quel network, prima ad accesso libero, abbia introdotto
l'obbligo di registrarsi.
Esigiamo una spiegazione.
Su questo social network, che e' uno dei piu' famosi, abbiamo fatto segnalazioni alla
Polizia postale italiana. In un anno sono state chiuse 100 comunita' e circa 20.000
utenti/profili su 584, ma questo non ha fermato i pedofili.
Che continuano a diffondere centinaia di migliaia di foto e video".
Queste le parole di don Fortunato Di Noto.

sabato 22 maggio 2010

venerdì 21 maggio 2010

Assegnati i premi al Modigliani del concorso Giano Family partnership dell'associazione Meter


Questa mattina al Liceo Artistico Modigliani di Padova, si sono tenute le premiazioni dei viciniori del concorso di idee indetto dall’Associazione Giano Family.
La sfida, lanciata dai partner del progetto a tutte le classi dell’istituto di via Scrovegni, consisteva nel reinterpretare in modo sintetico ed originale gli elementi distintivi del servizio di filtro anti pedofilia che da anni Giano Family porta avanti in partnership con l'associazione Meter e con il patrocinio della provincia di Padova.
Moltissimi gli studenti che hanno messo a frutto le loro capacità e la loro vena artistica per dar vita alla nuova immagine coordinata Giano Family, il servizio di sicurezza informatica per tutte le famiglie. In particolare luce si sono messe le studentesse, premiate dallo sponsor dell'iniziativa, la società di sicurezza informatica Nest2 Spa di Limena con un computer portatile, una fotocamera ed altro materiale hi-tech. Al liceo Modigliani una donazione di duemila euro che la scuola destinerà all'acquisto di materiale di aggiornamento per i laboratori di arti visive.
"Si tratta di un esperimento riuscito di integrazione tra mondo delle aziende, del sociale e della scuola - ha spiegato il preside del Modigliani Roberto Borile - i ragazzi sono stati messi alla prova e giudicati come se si fosse trattato della presentazione di un bozzetto grafico commissionato da un privato. Una esperienza che credo servirà loro quando si approcceranno al mercato della grafica e della creatività".
Soddisfatta dell'iniziativa la responsabile della comunicazione dell'associazione Giano Family: "Abbiamo scommesso sulla creatività dei ragazzi - spiega Ingrid Monaco - e devo dire che non ci saremmo aspettati un numero così alto di lavori e di così alta qualità. Abbiamo avuto davvero l'imbarazzo della scelta per decidere a chi aggiudicare il primo premio".

Questo l'elenco dei premiati:

Vincitori del “Concorso di idee”:
1° Classificata: Alessia Berti
2° Classificata: Alessia Giorato
3° Classificata: Claudia Gusella

I premi della critica:

L’IDEA PIÙ ORIGINALE: Francesca Vanotti
LA MIGLIORE SIMILITUDINE: Veronica Iannaccone
LA BROCHURE PIÙ CURATA E PERSONALIZZATA: Michela Bolzani
LOGO CHE MANTIENE LA SUA CAPACITÀ COMUNICATIVA ANCHE NELLA VERSIONE BIANCO/NERO: Silvia Pesce
LA MIGLIORE IMMAGINE COORDINATA: Selene Bruno

L’addio su Facebook e si getta nel Piave Trovato il corpo del 17enne suicida

Sul social network aveva scritto: «Non dimenticatemi». Poi si era gettato dal ponte della Vittoria. Il ritrovamento a pochi metri dal ponte, dopo 36 ore di ricerche

Luca Furlan (web)

Luca Furlan (web)

SAN DONA' DI PIAVE (Venezia)— L'epilogo che nessuno si augurava ha preso corpo poco dopo le 11 del mattino. Impigliato e trattenuto sotto il pelo dell'acqua dagli arbusti cresciuti tra greto e fondo del Piave, i sommozzatori dei vigili del fuoco di Vicenza hanno trovato il corpo di Luca Furlan. Il ragazzo, avrebbe compiuto 18 anni il 23 giugno prossimo, dopo una lite in famiglia mercoledì sera, aveva lasciato un messaggio su Facebook: «Non dimenticatemi». Uscito di casa, aveva avvisato i genitori per telefono e si era lanciato nel vuoto dal ponte della Vittoria di San Donà.

Il tuffo nel nulla poco dopo le 23 di mercoledì, di fronte agli occhi di alcune persone che uscivano dal cinema Cristallo, posto proprio nella golena del Piave. «Abbiamo sentito qualcuno che urlava e chiedeva aiuto in direzione del fiume —racconta un testimone che preferisce restare nell'anonimato —. Era inevitabile che potesse essere una persona in acqua, ed infatti lo abbiamo visto per un attimo poi è scomparso nel buio». Passati alcuni minuti di panico, il gruppetto di testimoni aveva chiamato i soccorsi: troppo pericoloso lanciarsi nel fiume in piena notte.

Sul Piave si erano precipitati carabinieri, vigili del fuoco e sanitari. A vuoto le prime ricerche, con l'uso di un’imbarcazione del 115. Il tutto di fronte agli occhi dei familiari del ragazzo, che, intuito la gravità del momento si erano lanciati in una frenetica ricerca. Lungo la pista ciclabile che costeggia il ponte della Vittoria, i carabinieri avevano trovato lo scooter ancora acceso, il giubbotto del ragazzo, il portafoglio sul sellino. Luca Furlan. si è gettato nel Piave con il casco integrale addosso, recuperato già il giorno dopo dai sommozzatori. La ricerca è andata avanti per oltre un giorno e mezzo: difficile individuare il corpo nell'acqua torbida del Piave, visibilità prossima a zero. Aggrava il dolore per una giovane vita spezzata l'annuncio su Facebook: «Basta, sono stanco di tutto e di tutti, non mi fido più di nessuno, mi fa troppo schifo vivere così ma ci sono troppo dentro per venirne fuori. Voglio andarmene via da qui, mi serve un po' di relax. Chiedo solo una cosa a chi ci tiene a me: non dimenticatemi».

VENEZIA, 17ENNE SI SUICIDA SU FB: "MI FA SCHIFO VIVERE"


foto

17ENNE ANNUNCIA SUICIDIO SU FACEBOOK

'Mi fa schifo vivere non dimenticatemi', poi si lancia da ponte

(ANSA) - VENEZIA, 21 MAG -Un 17enne ha annunciato su Facebook la sua volonta' di suicidarsi e poi si e' gettato nelle acque del Piave. Il corpo e' ancora disperso. 'Mi fa schifo vivere cosi'.

Pero' non dimenticatemi' ha scritto sul social network il giovane, poi ha inforcato il motorino, ha raggiunto il ponte della Vittoria a San Dona' di Piave (Ve), e' sceso dallo scooter e si e' buttato nel fiume. Finora e' stato ritrovato solo il casco. 'Sono stanco di tutto e tutti -aveva scritto- Non mi fido piu' di nessuno'.






Luca. (il Gazzettino)

Il Piave si è preso Luca. Aveva 17 anni, con la maggiore età che si trovava lì a due passi, il 23 giugno. La tragedia nella tarda serata di mercoledì, spinta da un malessere interiore, espressa un paio d'ore prima su Facebook, quando scrive «Basta sono stanco di tutto e tutti, mi fa troppo schifo vivere». Messaggio cui fanno seguito anche telefonate a casa, a Musile, da parte degli amici. Ma verso le 23 Luca Furlan è sul Ponte della Vittoria con il suo scooter. Qualche minuto e dal cinema Cristallo, che si trova in Golena, scatta l'allarme.«Erano quasi le 23.15 - racconta Alessandro Priviero, che con il padre Giuliano gestisce la sala, raccontando la scena che rimarrà indelebile nei suoi ricordi - quando un paio di clienti appena usciti rientrano dicendomi che sentivano delle urla provenire dal Piave. Con loro e un'altra coppia decidiamo di andare a vedere: effettivamente si sentiva una persona che, dal Piave, invocava aiuto. Non si vedeva bene, per cui abbiamo chiesto dove fosse. Dopo avere detto "Papà scusa, ho fatto una cavolata", è scomparso una prima volta, per poi riemergere. Abbiamo dato l'allarme, mentre un mio amico si stava spogliando perché voleva tuffarsi. Ma pochi istanti dopo non si sentiva più». Lo scrive oggi il Gazzettino.

INUTILE INTERVENTO DEI VIGILI Il giovane era stato risucchiato dalle torbide acque del fiume. Nel frattempo arrivano i vigili del fuoco, i carabinieri, gli stessi genitori di Luca. Quindi i sommozzatori di Vicenza che avviano le ricerche. «Si vedeva male, si vedeva male - continua a ripetersi Priviero, quasi non riuscisse a darsi pace - Gli urlavamo di venire verso la riva, che non lo vedevamo, ma lui era sfinito. Una cosa che mi rimarrà impressa nella mente per sempre». I sommozzatori iniziano a scandagliare il fiume, nonostante il buio renda difficoltosa l'operazione. Viene ritrovato il casco, ma del ragazzo nessuna traccia. Alle 2.30 l'interruzione, alle 8 del mattino di ieri si riprende, anche con l'ausilio di un elicottero. Ma ancora nulla. Le ricerche verranno riprese questa mattina.Un episodio che sconvolge per la giovane età di Luca e per come si è consumata la tragedia. Rimane quel senso di forte dolore in chi lo conosceva, ma anche in chi, mercoledì sera, non ha potuto fare nulla per salvarlo e che ora propone di attrezzare l'area per emergenze di questo tipo. «Dovrebbe essere attrezzata per interventi di emergenza - dice Priviero -, magari con un salvagente, una corda o non so cos’altro. Se qualcuno scivola accidentalmente dentro il fiume, non c'è modo per aiutarlo».

oggi compio 5 anni


5 ANNI a tutela dell’infanzia, pioniere contro la pedofilia, la pedopornografia e lo sfruttamento sessuale. Dal 2005 Claudio Greggio quando ancora nessuno conosceva il fenomeno dilagante della pedofilia, in veneto, si è sempre impegnato contro ogni forma di abuso all'infanzia, promuovendone i diritti dei bambini e favorendone la tutela.

SETTA SCOPERTA NEL BRESCIANO: ABUSI SU BAMBINI, MA NESSUNO NE PARLA, PERCHE’?


hallowstregabiancaApro con una domanda:
come mai nessuno ne parla?
Mi riferisco ad un articolo apparso sul numero in edicola del settimanale Panorama. Che denuncia, con una inchiesta molto approfondita e ricca di testimonianze dirette, una sorta di “psico setta” presente in provincia di Brescia.
La setta, da quanto leggiamo su Panorama (che ripeto: vi invito a comprare!) parla di questa sedicente santona, tale Fiorella Tersilla Tanghetti, di anni 53 che come fece ai tempi “mamma Ebe” (ricordate) pare abbia costruito un impero economico, con il terrore.
L’analisi di Panorama (fatta dal giornalista Carmelo Abbate, noto per le sue indagini molto approfondite e particolari), fa emergere oltre a folli raggiri, un mondo fatto di sevizie anche e soprattutto contro i bambini.
Già…leggete un po’ qua:

“bambini costretti a subire docce fredde con gli occhi sbarrati rivolti verso il getto dell’acqua…colpiti con pedate, mestoli in legno, cinture e bastoni…rinchiusi dentro stanze buie, legati per giorni interi al letto o al termosifone, obbligati a mangiare il proprio vomito, ma anche gli escrementi, o quelli dei maiali “ (sì avete letto bene, non è un refuso….!)”. Ed ancora: (bambini) “trascinati con la testa dentro il water e poi infradiciati con un tiro di sciacquone, messi dentro una buca e ricoperti di terra fino al momento, forzati a pregare o a scrivere il rosario per tutta la notte, senza dormire, spinti a lavorare dalla mattina fino a tarda sera al fianco degli adulti”. Tutto questo, con lo scopo di “salvarli dal Demonio (sic) per salvare la loro anima”.
Demonio che ad esempio stava dentro di loro, se vomitavano il cibo (“santo”) e per questo dovevano subito rigurgitare quanto espulso.
Da quanto tempo accade nella Twin Peaks italiana?
Da vent’anni. Sì, anche stavolta avete letto bene: VENTI ANNI.

La comunità sta in una zona che comprende i seguenti paesi in provincia di Brescia, elencati da Abbate: “Muscoline, Gavardo, Prevalle, Caino, Malerba del Garda”, mentre la santona Fiorella Tersilla Vanghetti è molto conosciuta (e rispettata????) negli ambiti parrocchiali e religiosi di tutta la Lombardia per i suoi presunti poteri taumaturgici.
A breve ne riparliamo: qua però chiudo, velocemente, come ho aperto:
perché sui giornali questa notizia non occupa le prime pagine?
M soprattutto in questi 20 anni, chi h protetto la “santona” ed i suoi adepti?

Testimonianze:
PAOLO: tossicodipendente, ospite della comunità religiosa da quando aveva 20 anni:
“sono sieropositivo ma non sono stato curato per seguire le indicazioni che a lei dava Gesù. Io e gli altri malati di aids eravamo costretti a lavorare anche con 40 di febbre. C’era un ragazzo che soffriva di crisi epilettiche. La Vanghetti diceva che bisognava lasciare che si arrangiasse da solo. Un giorno stava troppo male, eppure l’ambulanza è stata chiamata solo quando era troppo tardi: è morto!”.
SILVIA: entrata come volontaria con il marito, ci è rimasta per 10 anni fino al 2003:
“mia figlia è nata lì dentro. Quando aveva 5 anni ho notato dei grossi lividi. Erano i castighi delle maestre: la doccia fredda con gli occhi aperti. A pranzo le facevano mangiare il fegato, a lei non piaceva e lo rigettava, allora la costringevano a leccarlo e rimangiarlo perchè dicevano che il cibo era santo e lei dentro aveva il diavolo che lo sputava”.

Tratto da http://www.massimilianofrassi.splinder.com/

Pedofilia: abusi sessuali su bambina, arrestato

PALERMO - Un uomo di 32 anni è stato arrestato per violenza sessuale su una bambina, figlia della sua compagna.
E' accaduto nel popoloso quartiere di Ballarò, a Palermo.
Nei primi mesi del 2007, la madre della piccola, aveva notato che la figlia aveva delle tracce di sangue nella biancheria intima e sospettando che potesse essere rimasta vittima di violenze, si è rivolta ai medici di un pronto soccorso; dove la bimba è stata ricoverata per traumi da violenza.
L'autorità giudiziaria dopo un pò, ha disposto il suo ricovero presso una comunità alloggio della provincia di Palermo.
Le indagini affidate alla polizia della sezione di P.G. presso la Procura per i minorenni hanno consentito di restingere il cerchio attorno al fidanzato della madre della bambina.
Successivamente è stata la stessa piccola a raccontare gli episodi che l'avevano vista vittima di molestie sessuali e ad indicare come autore l'uomo, che chiamava "papà".
Cosi, dopo la testimonianza della bambina, l'uomo è stato arrestato.
Gli agenti lo hanno bloccato nell'abitazione, dove viveva con la donna, che fino all'ultimo avrebbe cercato di sviare i sospetti sul suo compagno.

giovedì 20 maggio 2010

Associazionemeter.org

È il sito online dell’Associazione Meter, onlus istituita ad Avola in Sicilia nel 1989 e successivamente negli anni diffusasi in diverse città d’Italia, grazie all’apertura di sportelli di ascolto e al lavoro di gruppi di volontari. GliSportelli Meter rappresentano, infatti, uno dei progetti di radicamento nel territorio che l'équipe porta avanti con entusiasmo e successo, con l'intenzione dichiarata di far nascere in tutte le città, nelle parrocchie, ma anche in altre realtà associative aderenti o indipendentemente da esse, uno Sportello Meter a tutela dell'infanzia che opera sul territorio di appartenenza.

Come si legge dalla piattaforma di rete Associazionemeter.org, finalità dell’associazione sono il miglioramento della qualità della vita dei bambini e degli adolescenti, per assicurare un sano sviluppo psico-fisico; l’organizzazione di iniziative contro lo sfruttamento sessuale sui minori e contro ogni altra forma di aggressione fisica, culturale, psicologica e spirituale perpetrata sugli stessi; la promozione e il sostentamento di iniziative che agevolino proposte educative della famiglia rivolte alla tutela dei bambini, attraverso un percorso di formazione nel rispetto della loro identità culturale, politica, sociale e religiosa; la realizzazione di progetti di legge volti a migliorare la normativa esistente a tutela dei diritti inviolabili della persona umana e, conseguentemente, del fanciullo.

Meter si batte non solo per la difesa e la tutela fisica dei bambini, ma anche virtuale, visto che la pedofilia, con lo sviluppo e la diffusione dei nuovi strumenti di comunicazione e di accesso alla rete, si sta spostando sul web per irretire giovani e giovanissime vittime, se non quando bambini davvero piccoli. I canali che offrono informazioni e notizie sulla onlus di Don Fortunato Di Noto, si trovano tutti sulla barra di navigazione che attraversa in orizzontale la prima pagina del sito e sono: ‘Associazione’, ‘Meter nel Territorio’, ‘Collabora con noi’, ‘Sostienici’, 'Contatta Sede’, ‘Segnala pedo-pornografia’.

Il sito risulta molto accogliente, da un punto di vista grafico, con un utilizzo diffuso di immagini e disegni colorati, link e fotografie, video e banner pubblicitari ad eventi e manifestazioni. Tante le sezioni dedicate alle informazioni, con titoli molto colorati, come detto, e realizzati con uno stile semplice e vivace, tipico dei modelli di comunicazione per bambini. È infatti probabile che molti adolescenti o anche pre-adolescenti, vista la facilità di approccio alle nuove tecnologie e al web in particolare, possano finire nel sito Meter e accedere a informazioni fondamentali per la loro sicurezza e per condurre un’esperienza della rete al riparo dai malintenzionati.

Lungo il bordo sinistro del sito ci sono diverse aree in cui trovare numerose notizie e canali informativi su: ‘Servizi attivi’, ‘Le attività di Meter’, i ‘Contenuti’, il ‘Multimediale’, le ‘Petizioni online’ e i ‘Corsi di formazione’. Ogni sezione è ricca di documenti di testo e materiale audiovisivo, mentre nella parte centrale dell’home page sono pubblicate le news aggiornate e i comunicati più rilevanti della giornata.

Tanti i partner istituzionali di Meter, tra cui la Presidenza del Consiglio, La polizia Postale e altre associazioni religiose e laiche che sono impegnate a difesa dei più piccoli. L’associazione, inoltre, è presente anche sui principali siti di condivisione di contenuti e di social networking, come Netlog, YouTube, Facebook e Ning, come si può notare nel footer del sito, dove sono riportati i loghi delle aziende. È poi possibile rimanere sempre informati registrandosi alla newsletter o seguendo il blog di Don Fortunato Di Noto: ‘Intrappolati nella rete’, il cui link è nella parte bassa della prima pagina.

Sul bordo destro, sempre in verticale, sono infine disponibili dell’Associazione Meter altri notiziari, i calendari degli eventi e dei convegni, l’agenda degli appuntamenti per l’anno in corso o anche di quelli passati, tutti conservati negli archivi digitali. Ogni percorso del sito risulta essere perfettamente accessibile e sempre accompagnato da documenti multimediali, mentre massimo è il grado di usabilità riscontrato in ogni area, dove l’interazione con il materiale pubblicato è mediamente di ottima qualità.

domenica 16 maggio 2010

un fatto... un dramma... una richiesta di giustizia... (seconda parte)

Questa mattina ho incontrato la ragazzina... è cambiata... normale... esperienze del genere ti cambiano dentro e per certi aspetti fanno sentire te colpevole di quello che è successo. Mi ha abbracciato forte ha pianto... Il percorso di ritorno alla vita è iniziato. Potrebbe terminare domani o tra un anno, non importa, basta darsi il tempo necessario. Per imparare ad amarsi, specchiarsi, ritrovarsi, piacersi. Ricadute nel dolore? Forse. Potrebbero esserci, ma saranno spazzate via dalla speranza che bagnata di certezze impedisce al Male di attecchire nuovamente. Poi un giorno qualsiasi di un calendario che tornerà nella normalità, basterà voltare l’angolo e sarà uno sguardo, un abbraccio, una parola. Puoi chiamarla Vita. Oppure Amore. E ti ricorderà che tutto quel dolore, inutile ed indecifrabile, non ti può più nuocere. Anzi. Sarà relegato in un cassetto, chiuso per sempre ed allontanato dal tuo cuore. Che ha ripreso magicamente a pulsare. Sarai serena. Un giorno pure Madre. E donerai tutto l’affetto che ti è stato rubato. Sono certo che l'incontro di oggi resterà la testimonianza di un giorno passato in cui ad un angelo sono state tagliate le ali. Ma quelle ali oggi stanno ricrescendo ed a quel passato è stato tolto, giustamente, il diritto di continuare a nuocere.
Ciao gioia, Ti vogliamo bene. Con tanta stima.
Claudio e i tuoi compagni

Meter “pedofilia e abusi non sono fenomeni marginali”

Avola (SR) – “Non vorrei che domani tutto si riducesse a una grande e significativa manifestazione di affetto per il S. Padre, ma che tutti i movimenti e le associazioni prendessero coscienza di cosa è la pedofilia e gli abusi sessuali e non all’infanzia. Che tutto si tramutasse in azione pastorale continuata e duratura. Che non riducessimo tutto a facili emozioni e che potessimo, tutti insieme, chiedere come “Chiesa riunita nel nome di Gesù Cristo” perdono e speranza. Passiamo all’azione per prevenire gli abusi e aiutare le vittime.”. È con queste parole che don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’associazione Meter (www.associazionemeter.org), che ha aderito alla Giornata, e interviene sull’incontro che domani in San Pietro vedrà insieme il Papa, Benedetto XVI, e i rappresentanti dei vari movimenti cattolici nati in seguito al Concilio Vaticano II, nel corso del Regina Coeli, la preghiera del tempo pasquale recitata dalla Chiesa cattolica..
“La Chiesa con i suoi fedeli, i movimenti e le associazioni, non deve occuparsi di pedofilia perché alcuni preti e vescovi sono pedofili e hanno commesso gravi peccati o reati contro i bambini ma perché è un “comando di Gesù, è una vocazione specifica del cristiano””, spiega don Fortunato, perché: “La Chiesa, nella sua azione pastorale ordinaria, nelle varie comunità cristiane, sparse in tutto il mondo, deve ritenere una volta per tutte che impegnarsi per la tutela dei bambini e la loro salvaguardia, è un “comando di Gesù” è un invito evangelico, è un impegno da sempre affinchè nessuno sia toccato dal male e quando lo fosse, sia certa chi è vittima, di trovare sempre una chiesa accogliente, premurosa che sappia ascoltare e accompagnare per ridare, alla luce del Vangelo, speranza”.
“Noi di Meter – continua il sacerdote siciliano – ci siamo da sempre e sempre ci saremo, nella nostra missione che ci ha portato ad accogliere e accompagnare 900 bambini e le loro rispettive famiglie con il nostro Centro di Ascolto e Accoglienza. Ci saremo sempre nel continuare a segnalare l’abominio con i nostri 200.000 siti pedopornografici che corrispondono a centinaia di migliaia di volti e corpi di bambini violati; continueremo ad operare nella Chiesa attraverso un costante e significativa proposta di una “pastorale per i bambini” volta, insieme alle famiglie, a rinnovare il “patto educativo”, privilegiata via affinchè i bambini amati non siano abusati ma che crescano in santità, grazia, gioia e diventino uomini e donne responsabili e amanti della vita e non della violenza”, conclude.

Pedofilia: 234 bambini violentati e i due volti di abusatori segnalati

E’ questo il numero dei bambini coinvolti di età tra i 3 e i 10 anni contenute nelle segnalazioni inoltrate alla Polizia Postale e delle Comunicazioni tra ieri e stamattina dall’Associazione Meter onlus (www.associazionemeter.org). E’ solo di pochi giorni l’ultima operazione della Polizia Postale di Catania che ha visto n. 18 indagati e una serie di video con bambini italiani coinvolti e che la stessa Meter aveva segnalato.
La drammatica denuncia dettagliata e inviata come da protocollo alla Polizia Postale e delle Comunicazioni e al CNCPO di Roma (Centro nazionale per il contrasto alla pedofilia online) è la “svolta” dell’azione contro la pedofilia che l’Associazione Meter ha attuato per dare un forte segnale operativo per contrastare questa “grave violazione dell’innocenza – dichiara don Fortunato Di Noto – sotto gli occhi di tutti”.
“Da oggi,- dichiara don Di Noto – fino a quando gli sforzi investigativi e questo vero e proprio orrore non venga maggiormente arginato - conteremo uno per uno i bambini coinvolti e ci appelleremo a chi ha il compito di “individuarli” e rompere questo cerchio di sfruttamento. Uno per uno per far comprendere che il fenomeno non è marginale ma è drammatico.”
Don Fortunato Di Noto, è anche intervenuto in diretta prima del Regina Coeli a Radio Vaticana – intervistato da Luca Colloci – e ha commentato il raduno delle aggregazioni cattoliche in Piazza S. Pietro: “La piazza di svuoterà e auspicio che l’azione continui nelle diocesi, nelle parrocchie e nelle associazioni. Stare con il Papa è stare con le vittime, con i piccoli e i deboli. Non è un “comando umano”, ma che viene dallo stesso Gesù Cristo, è un mandato evangelico difendere l’innocenza”.

martedì 11 maggio 2010

Violenza sessuale su un bimbo bengalese video-shock usato come promo per i pedofili

Il filmato, trovato su un telefonino, gira nella comunità di stranieri: servirebbe ad attrarre i clienti

Un video impressionante, con protagonista un bambino di non più di 5 anni, obbligato da una donna adulta a consumare un rapporto sessuale. E un secondo che mostra una ragazza, nuda, costretta a farsi toccare all'interno di un'autovettura. E' quanto hanno scoperto gli agenti della polizia municipale di Roma indagando nell'ambito della comunità del Bangladesh dopo gli arresti, nell'aprile scorso, di due bengalesi, uno di 34 e l'altro di 22 anni, accusati rispettivamente di violenza sessuale e di rapina.

Il video era su un telefonino di proprietà del secondo arrestato, che ha però negato di averlo realizzato personalmente e ha indicato in un altro connazionale il responsabile. Le immagini, impressionanti per il coinvolgimento di un bambino così piccolo, hanno fatto scattare le indagini per scoprire se la produzione dei video nasconde anche un commercio.

Il file del video con il bambino abusato, chiamato 'il prostituto', gira all'interno della comunità bengalese e potrebbe, secondo gli investigatori della polizia municipale dell'VIII Gruppo, diretto dal comandante Antonio Di Maggio, essere una sorta di 'promo' per offrire prestazioni a sfondo pedofilo. "Nel corso delle perquisizioni e
degli accertamenti di questa notte (effettuate nella zona di Centocelle e della Garbatella, ndr) che vedono coinvolti 40 bengalesi tra uomini e donne - ha detto Di Maggio - sono stati trovati 50 cd e fotografie, in molti dei quali si vedono minorenni coinvolti in atti sessuali. Questo fa pensare che la comunità bengalese a Roma abbia al suo interno elementi pericolosi".

A Roma la centrale della pedopornografia sequestrati 50 video, coinvolto un bimbo

Tra il materiale per pedofili molte foto. C'era anche un «promo». Indagate 40 persone della comunità bengalese

ROMA - Scoperti e sequestrati video dell'orrore e dell'infamia. E anche molte foto. Tutto materiale destinato alla pornografia ma con protagonisti i bambini. Quasi cinquanta video che coinvolgono quaranta persone della comunità bengalese di Roma sono stati sequestrati dagli agenti della polizia municipale dell'VIII Gruppo, diretto dal comandante Antonio Di Maggio, dopo le perlustrazioni attivate nella zona di Centocelle e Garbatella dall'alba di martedì. Un video denominato «Il prostituto», girato nell'agosto scorso, serviva come «promo» per offrire prestazioni.

MATERIALE PER PEDOFILI - In un video-shock compare protagonista un bambino di non più di 5 anni obbligato da una donna adulta a consumare un rapporto sessuale. Un altro video mostra una ragazza, nuda, costretta a farsi toccare all'interno di un' autovettura. Questi sono solo due esempi di video sequestrati, che fanno ritenere agli inquirenti di aver scoperto nella Capitale una vera e propria centrale della pedopornografia.
Le indagini sono scaturite dopo gli arresti, nell'aprile scorso, di due bengalesi, uno di 34 e l'altro di 22 anni, accusati rispettivamente di violenza sessuale e di rapina. Il video era stato scaricato su un telefonino di proprietà del secondo arrestato, che ha però negato di averlo realizzato personalmente ed ha indicato in un altro connazionale il responsabile.

LE REAZIONI - La notizia del sequestro dei video choc ha provocato dure reazioni. «Il carcere non è sufficiente per coloro i quali hanno disturbi del desiderio sessuale, detengono, producono e distribuiscono materiale pedopornografico. La castrazione chimica, pratica purtroppo non invasiva e irreversibile, appare attualmente la strada migliore da intraprendere per i reati a sfondo sessuale, ancor più contro i bambini, esseri innocenti ed indifesi troppe volte preda di persone disturbate e depravate, a causa delle quali rimangono segnati tutta la vita», dichiarano, in una nota, Fabrizio Santori, Presidente della commissione Sicurezza del Comune di Roma e Fernando Vendetti, presidente della commissione Sicurezza dell'VIII municipio.

BENGALESI PERSONE MITI - Polemiche anche sull'almbiente in cui sono maturati gli abusi e la produzione dei video. «Questo fa pensare che la comunità bengalese nella città di Roma abbia al suo interno elementi pericolosi», ha detto il comandante dell'VIII Gruppo Di Maggio. «Per ora - ha aggiunto - riteniamo che i video fossero destinati a un giro interno alla comunità. Ma è da accertare se fossero rivolti anche all'esterno. Una vicenda che sorprende, perchè i bengalesi sono persone miti».

lunedì 10 maggio 2010

La Provincia comprera' apparecchi di filtraggio per la sicurezza informatica nelle scuole

La relazione per testare l'afficacia degli apparecchi è stata affidata all'associazione Meter


La Provincia regionale di Catania compartecipa con 30.000 euro all'acquisto di apparecchi di filtraggio, con cui dotare i computer delle scuole superiori del catanese che già posseggono il collegamento a internet. Lo scopo è impedire l'accesso abusivo alla rete, la duplicazione di pass, i furti di identità, la diffusione della pornografia e dei social network hard, il proliferare degli illeciti contro la privacy attraverso le chat.

Per diffondere l'iniziativa, forse la prima in Italia, nella sede della Provincia l'assessore all'Informatica, Giovanni Ciampi, ha organizzato il convegno"Sicurezza informatica nelle scuole", al quale è stato invitato a relazionare un ex hacker che fu persino arrestato per esser riuscito ad penetrare nel sito della Banca d'Italia. Il suo nome è Raoul Chiesa ed è oggi un quasi quarantenne che, smessi da tempo gli abiti del terribile ragazzino con la passione per l'illecito, ha messo a disposizione la sua abilità nell'informatica per affiancare la polizia internazionale e per combattere i crimini elettronici.
Al convegno ha anche relazionato il vice questore aggiunto Marcello La Bella che, in qualità di dirigente del compartimento "Sicilia orientale" della Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha parlato di "Minori. Rischi on-line". L'intervento del vice questore ha acquistato particolare pregnanza vista l'operazione di Polizia compiuta nelle ultime ore in tutta Italia contro i crimini informatici. La relazione su "Internet e minori: il diritto all'utilizzo didattico di internet", è stata affidata al presidente dell'associazione "Meter", don Fortunato Di Noto, che ha lamentato la carenza di risorse pubbliche per la sua associazione, che pure ha il merito di contrastare i crimini legati alla pedopornografia.
L'assessore Giovanni Ciampi ha dichiarato: "L'amministrazione Castiglione non si limita a cofinanziare l'importante iniziativa per la sicurezza informatica nelle scuole. Vogliamo responsabilizzare i ragazzi affinché internet favorisca il contesto educativo alla responsabilità. Per questa ragione ai presidi intervenuti al convegno abbiamo distribuito l'opuscolo "Internet e minori. Navigare sicuri. Alcuni consigli ad insegnanti e genitori", pubblicazione realizzata su iniziativa dell'assessorato provinciale alle Politiche sociali in collaborazione con la Polizia di Stato".
Il convegno si è avvalso anche della presenza del direttore dell'Ufficio scolastico provinciale Raffaele Zanoli e di altri rappresentanti del mondo della scuola.

Enna, 13enne ucciso: tutti assolti

Condanne annullate in Appello

Sono stati tutti assolti dalla Corte d'appello di Caltanissetta i 4 imputati per l'omicidio di Francesco Ferreri, il 13enne assassinato a Barrafranca (Enna) il 16 dicembre 2005. In primo grado uno dei quattro, Giuseppe Faraci, 25 anni, era stato condannato all'ergastolo come esecutore materiale del delitto. Gli altri tre, Calogero Mancuso, Antonio Lo Bue, e Salvatore Randazzo, erano stati invece condannati per violenza sessuale con pene dai 10 ai 12 anni.

Francesco Ferreri

Il procuratore generale aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado. E invece, in Appello la decisione è stata di assolvere tutti quanti gli imputati.

I 4 imputati, tutti di Barrafranca, insieme a un minore, T.R. (condannato quest'ultimo due anni fa a 8 anni di carcere per violenza sessuale dal tribunale per i minori e poi in appello dichiarato non imputabile perché incapace di intendere), furono arrestati il 15 maggio del 2006 con l'accusa di avere partecipato all'omicidio di Francesco, scomparso da casa il 16 dicembre 2005. Il corpo del ragazzino fu ritrovato in una scarpata nei pressi della diga Olivo.

Ad accusare gli imputati era stato anche un testimone minorenne che sarebbe stato costretto, insieme a Francesco, ad assistere a rapporti sessuali e a subirli in una stalla.

L'omicidio del tredicenne
Francesco Ferreri era stato ucciso con diversi colpi alla testa. Si era parlato di una spedizione punitiva da parte di giovani e adulti di cui era stato vittima: gli imputati, poi assolti, erano stati in precedenza riconosciuti colpevoli di violenza sessuale nei suoi confronti. Soltanto Faraci era però stato ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio, e per questo condannato all'ergastolo.

Sembra che il ragazzino sia stato ucciso perché avrebbe cercato di ribellarsi alle violenze. L'omicidio sarebbe infatti seguito a un tentativo di abuso sessuale di gruppo.

Una parte importante nelle indagini si era dovuta alle informazioni rinvenute nei file dei computer degli indagati, dove era stato ritrovato amteriale legato a siti Internet con immagini di pedofilia.

Dall'autopsia sul corpo di Francesco era risultato che il ragazzino era stato ucciso da quindici colpi alla testa. E la frattura di un braccio confermava che Francesco aveva cercato di difendersi dai suoi aggressori.

"Quel ragazzo chiede giustizia"
"Francesco Ferreri ci chiede giustizia e le sue urla risuonano ancora nelle coscienze di tutti quelli che ritengono intoccabile qualunque ragazzino. In Italia come nel mondo". Lo afferma don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell'Associazione Meter, commentando la sentenza della della Corte d'appello di Caltanissetta.

"Ancora non conosciamo le motivazioni che hanno spinto i magistrati nisseni a decidere in questo senso - osserva don Di Noto - ma questo non vuol dire che il caso sia chiuso. Invito gli inquirenti a riprendere le indagini da zero e garantire giustizia a una vittima di appena 13 anni. Le urla di questo ragazzino, ammazzato come ricordiamo con vari colpi alla testa, continuano e continueranno a risuonare nelle coscienze di chi ha compiuto questo gesto infame e in quelle di chi non farà il massimo per assicurare alla giustizia gli assassini di Francesco. Esprimiamo - conclude don Di Noto - piena solidarietà, come abbiamo fatto in tutti questi anni, alla famiglia di Francesco".

Dopo la sentenza la madre grida il proprio dolore.
Dopo la sentenza che ha assolto gli imputati, Anna Bonanno ha gridato il suo dolore in aula. Poi si è chiusa in se stessa e si è rifugiata in casa con la sorella, che non l'ha mai lasciata sola. "Mio nipote oggi è stato ucciso per la seconda volta - dice lo zio di Francesco, Angelo Ferrigno, sindaco di Barrafranca - Come può un giudice condannare all'ergastolo e l'altro assolvere? Questo vuol dire che la giustizia non esiste e questi da innocenti sono stati in carcere 4 anni". Gli imputati invece sono scoppiati a piangere anche se l'assoluzione non è giunta del tutto inattesa. La sentenza di primo grado, infatti, gettava ombre sull'impianto accusatorio e sulla ricostruzione delle fasi del delitto. Per la corte d' Assise d'appello l'assassino di Francesco è ancora sconosciuto.

domenica 9 maggio 2010

Maxi operazione antipedofilia online: 18 indagati in tutta Italia e numerosi filmati sequestrati


pedofilia_bulgaria

Diciotto persone sono finite sotto inchiesta, in queste ultime ore, per divulgazione di materiale pedopornografico mediante Internet, per la precisione attraverso eMule, tra i più noti software di file sharing.

Le perquisizioni hanno riguardato gran parte del territorio nazionale e sono state eseguite dagli agenti della Polizia postale e delle comunicazioni su disposizione della Procura distrettuale di Catania.

Fondamentale è stata la collaborazione del Centro nazionale di contrasto della pedo-pornografia on-line (Cncpo) di Roma, che ha permesso agli agenti di agire sotto copertura e riuscire quindi ad identificare il maggior numero di persone possibili.

Sequestrato un ingente quantitativo di materiale che riguarda principalmente abusi su bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni. Parte di questi filmati, come reso noto dalla Procura di Catania, ha come protagonisti vittime e carnefici italiani.

Alla luce di questa scoperta sono stati avviati accertamenti per risalire ai luoghi in cui quei filmati sono stati prodotti, così da arrivare ad identificare le giovane vittime ed assicurare i loro carnefici alla giustizia.

Le indagini sono state condotte dal compartimento della polizia postale della Sicilia Orientale di Catania, ed erano state avviate dopo una denuncia dell’associazione Meter.

Le città interessate dalle perquisizioni sono state: Alessandria, Ancona, Bologna, Brescia, Brindisi, Cremona, Cuneo, Lecco, Macerata, Milano, Napoli, L’Aquila, Reggio di Calabria, Crotone, Rimini, Udine e Vercelli.

Choc all'Agrario di Feltre: istitutore in manette per pedopornografia

Molti file compromettenti nel computer del 56enne, che
aveva il compito di seguire gli studenti nel convitto della scuola, le indagini sono partite grazie ad una segnalazione dell'associazione Meter.

(archivio)

BELLUNO (8 maggio) - Finisce in manette per detenzione di materiale pedopornografico un istitutoredell’Istituto Agrario di Feltre "Della Lucia". Molti file sono statai trovati nel computer dell'uomo, S.P, cinquantaseienne originario di Ascoli Piceno.

L'istruttore aveva all'interno dell’istituto feltrino un ruolo particolarmente vicino agli studenti: si occupava di seguirli nel convitto di cui la scuola dispone in orario post-scolastico. Dunque un ruolo delicato, di confidenza con gli alunni, che potrebbe far emergere nuovi dettagli.

L’inchiesta, condotta dalla Procura di Cremona, tratta un vasto giro di pedopornografia minorile online e si è estesa a tutto il suolo nazionale. Dieci gli arresti messi in atto in pochi giorni, fra cui quello dell'istitutore feltrino.

venerdì 7 maggio 2010

li pubblico ancora... non si sa mai










La Vostra Voce: LA NOSTRA VITA.

“A mia figlia hanno rubato gli anni dell’infanzia”

LA CRISI DI UNA MAMMA:

“Non me n’ero accorta”.
A casa il marito era malato. C’erano altri due figli piccoli. Dove la figlia più grandicella, di 10 anni, avrebbe potuto trovare un po’ di serenità se non a casa degli zii? “Invece io non me ne sono accorta e lì c’era lui, un professionista, una persona stimata e ben inserita in parrocchia, che le ha fatto del male”. A tratti vengono gli occhi lucidi a questa madre. La vicenda della figlia le fa male 2 volte.
Una: “Non me ne sono accorta, solo adesso leggo alcuni comportamenti di mia figlia in un altro modo. Una volta mi ha quasi aggredita per un piccolo rimprovero, alle superiori ha iniziato ad avere problemi con lo studio, diceva che non riusciva ad avere amici. L’abbiamo portata dallo psicologo, le abbiamo cambiato scuola, dove poi andava bene”.
Due: “Proprio ad una persona insospettabile, così vicina alla famiglia, che va in parrocchia, che fa catechismo, professionista. Noi la mandavamo dagli zii perché si distraesse da una situazione difficile perché mio marito era molto malato. Altro che stare attenti agli sconosciuti”.
A casa c’erano altre preoccupazioni, di salute, gravi, di quelle che fanno quasi dimenticare il resto anche di una famiglia normale che ai figli presta attenzione.
Poi è arrivato quel giorno:
”mia figlia aveva 19 anni, il suo fidanzato ci aveva raccontato quello che lei gli aveva detto, anche lei c’era. La prima reazione è stata di shock. Ma le abbiamo creduto subito. Lui e mio marito sono andati dallo zio, che ha minimizzato”.
Da lì è partito il percorso giudiziario e personale:
”il giorno dopo siamo andati dall’avvocato ed è stata presentata la denuncia. Ne abbiamo parlato anche col preside di mia figlia perché a scuola gli insegnanti sapessero che stava vivendo un momento difficile. A quel punto è crollata la sua maschera, è uscito il suo segreto, è stato molto difficile, era fragile ma col tempo grazie anche alla psicologa, è riuscita in parte a superare quella vicenda che comunque lascia un segno, quello di un’infanzia rubata”.
E c’è il percorso personale di una madre:
”mi sono messa in discussione, sono andata in crisi, mi sono detta molte volte che avrei potuto intuire qualcosa, se solo avessi capito prima”.
Qui le lacrime agli occhi e la sofferenza si fanno vedere senza filtri.
Rimane ancora un rammarico:
”È vero, è stato condannato, ma che cosa sono 2 anni e mezzo, poi 2 e 4 mesi che ora diventeranno ancora meno?
intanto lui fa la vita di prima.
Noi vorremmo urlarlo al paese, mettere fuori i manifesti”. (g.u.)

ecco il link della maxi operazione condotta dalla polizia postale su segnalazione dell'associazione Meter.