venerdì 7 maggio 2010

Pedofilia online, Don Di Noto: «Cerchiamo le vittime, non solo i carnefici»

Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'onlus Meter, da 20 anni attiva nella lotta alla pedofilia e la pedopornografia online

Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'onlus Meter, da 20 anni attiva nella lotta alla pedofilia e la pedopornografia online

L’ultimo successo delle indagini contro la pedopornografia online è l’operazione della Polizia postale e della procura di Catania che ha portato stamane a perquisizioni in 17 città italiane e a indagare 18 persone per divulgazione di materiale perdopornografico su Internet.

Gli accertamenti sono nati da una denuncia dell’associazione Meter, che monitora costantemente la Rete e segnala alle forze dell’ordine i contenuti illegali. I siti pedopornografici, italiani e stranieri, scovati dall’associazione tra il 2003 e il 2009 sono oltre 55 mila, quelli trovati nel 2010 già 6 mila.

I filmati sequestrati dalla polizia in questo caso riguardano abusi di adulti su bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, con anche violenze ripetute sulla stessa piccola vittima. Don Di Noto ha dichiarato che «non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo visto e segnalato. Non è possibile dare ulteriori particolari perché questa volta foto e video superano la ‘ordinaria’ infamia dei filmetti e delle foto che i pedofili producono ogni giorno».

Non va dimenticato però che dietro quei video e quelle foto e dietro la rete di pedofili che se li scambiano, ci sono violenze avvenute realmente. Soprattutto, ci sono vittime, bambini a volte piccolissimi. Spesso i bimbi abusati sono ben visibili in faccia e quindi identificabili. E i filmati dell’orrore non vengono certo girati solo all’estero: in molti casi vittime e carnefici sono italiani. Per questo gli inquirenti cercano di risalire ai luoghi esatti dove sono avvenute le violenze, per individuare i bambini e i colpevoli.

È proprio don Di Noto a richiamare l’attenzione su questo aspetto. «Bisogna fare di tutto per trovare quei bambini – sottolinea il sacerdote a Panorama.it –, troppo pochi sono quelli individuati finora».

Dal 2003 al 2008 l’Interpol child abuse image database (Icad) ha raccolto 520.828 foto di piccoli abusati scambiate su Internet. «Serve uno sforzo in più da parte di tutti – continua don Fortunato –. Perché non istituire ad esempio una sorta di ‘Chi l’ha visto?’ con i volti tratti dal web? Ogni bambino ritrovato e salvato serve a spezzare la catena dei carnefici e può spingere altre vittime a denunciare. La nostra associazione è riuscita a rintracciare bambini abusati anche dopo decenni dai fatti, ne abbiamo identificati già 700 in tutta Europa».

Il sacerdote impegnato nella tutela dei minori lancia un altro appello: «Dare un nuovo impulso all’iter per la ratifica definitiva della Convenzione di Lanzarote, che prevede tra l’altro un fondo per le vittime di pedofilia».

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