
A scoprirlo è stata l'associazione Meter. "Tutto questo accade malgrado quel network, prima ad accesso libero, abbia introdotto l'obbligo di registrarsi. Esigiamo una spiegazione - dice don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell'associazione -. Su questo social network, che è uno dei più famosi, abbiamo fatto segnalazioni alla Polizia postale italiana. In un anno sono state chiuse 100 comunità e circa 20.000 utenti/profili su 584, ma questo non ha fermato i pedofili. Che continuano a diffondere centinaia di migliaia di foto e video".
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