lunedì 4 marzo 2013

Facebook, boom di denunce


Dieci, in media, le denunce che arrivano ogni settimana negli uffici della polizia postale di Savona. Per presunte diffamazioni, calunnie e molestie subite sul web, via facebook e chat, nei vari forum di discussione o commentando messaggi altrui.
Ci si sente diffamati e oggetto di ingiurie ritenute immeritate anche se si “naviga” o “clicca” non con il proprio nome, ma con username o nickname di fantasia. Spulciando la lista di casi seguiti dagli investigatori della postale, da Savona, alle Albisole, passando per Quiliano, Celle e Varazze, c’è il caso della nota avvocatessa trentacinquenne indicata dall’ex fidanzato come una escort e con tutti i suoi riferimenti telefonici e fotografici sbattuti su siti a luci rossefrequentati da chi è in cerca di compagnia di lusso.
Oppure i genitori in lite per gli insulti che si sono scambiate tramite computer le rispettive figlie adolescenti che hanno utilizzato i profili su Facebook di mamma e papà rubandone le rispettive password. Oppure la neosposa che chiede il divorzio dopo aver scoperto che il marito ha navigato su siti pornografici scaricando immagini inequivocabili. E ancora il carabiniere che utilizza il computer del comando per navigare in internet, scaricare immagini, chattare con amanti e colleghi, oltre a inveire nelle varie chat. Epiteti e utilizzo improprio del computer della caserma che gli sono valsi una denuncia in Procura. Sono solo alcuni dei casi di liti e molestie sul web che stanno intasando gli uffici della polizia postale di Savona impegnata in un lavoro di prevenzione nelle scuole, su richiesta degli insegnanti per aiutare i giovani, soprattutto le adolescenti, a difendersi dai pericoli di internet. «Oltre alle liti sta aumentando anche il fenomeno di ragazzine adolescenti che su facebook o in chat modificano i propri profili, comprese le foto, per dimostrare di essere più grandi e quindi a rischio pedofilia » spiega il comandante della postale di Savona, l’ispettore Alberto Bonvicini, nel fare un bilancio di uno dei tanti cicli di incontri appena portati a termine. Proprio oggi è in programma la visita degli alunni delle scuole elementari Astengo agli uffici della polizia informatica di piazza Diaz. A fronte della decina di denunce alla settimana per liti sul web presentate alla polizia postale, sono circa 65/70, sempre alla settimana, invece i casi di denunce per reati attinenti al mondo di internet in generale. In particolare a sfondo sessuale.
Cifre esorbitanti, tali da intasare gli uffici degli agenti della polizia postale chiamati ad un carico di lavoro tale che spesso sfocia nella necessaria mediazione tra i litiganti e nell’invito alla calma sul web. «Non si riesce a fare fronte alla valanga di denunce che ci arrivano, ci si deve rendere conto che internet è una piazza pubblica e abbassare i toni» spiegano al comando della postale. Denunce che nella maggior parte dei casi, una volta identificati gli autori degli improperi o delle molestie (“si lascia sempre una traccia”) finiscono al centro di serrate trattative tra avvocati, in cui vengono richiesti maxi risarcimenti per il ritiro dellequerele. Uno scambio di battute non proprio oxfordiane via web è stato recentemente quantificato, per un caso seguito dalla polizia informatica savonese, in 5 mila euro di risarcimento.

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