venerdì 22 febbraio 2013

"I bambini erano costretti a mangiare fino a sentirsi male e a vomitare". Al nido privato "Grillo parlante" Sotto accusa quattro educatrici del nido. Prime segnalazioni arrivate da tre stagiste


Accuse pesanti. Maltrattamenti in concorso nei confronti di bambini che nel 2010 frequentavano l’asilo nido privato, il «Gatto parlante» di Agliana. «Atti di violenza fisica e psicologica», si legge nel capo di imputazione. Bambini costretti a inghiottire il cibo a forza fino a provocargli il vomito, punizioni «umilianti» come essere rinchiusi da soli in bagno quando gli altri bambini mangiavano.
«Grida in faccia fino a farli piangere». Questi alcuni degli episodi riportati nel capo di imputazione nei confronti di quattro educatrici che, tra febbraio e dicembre del 2010, lavoravano al «Gatto parlante», all’epoca gestito da una cooperativa pratese. La struttura è stata chiusa più di un anno fa dal Comune di Agliana in «via cautelativa» ma le indagini della Procura di Pistoia sono andate avanti.
Sull'inchiesta la Procura ha sempre steso un velo — forse ‘brucia’ ancora l’incubo «Cip Ciop» — ma adesso le indagini sono state chiuse con la richiesta di rinvio a giudizio per le quattro educatrici dell’asilo (una cinquantenne di Serravalle Pistoiese e tre trentenni, una della Vallata, una di Montale e una di Agliana) con l’accusa di maltrattamenti in concorso ai danni dei piccoli ospiti del «Gatto parlante» e di tre insegnanti di un liceo pistoiese a cui è addebitata l’omissione di denuncia.
Oggi le sette donne compariranno di fronte al giudice per l’udienza preliminare durante la quale si deciderà se andare a processo oppure no. La vicenda è venuta alla luce dopo la denuncia di tre stagiste, studentesse di un liceo pistoiese, che nel febbraio del 2010 avevano frequentato l’asilo per motivi di studio. Le ragazze riferirono subito alle proprie insegnanti del liceo di aver assistito a episodi «spiacevoli» nei confronti dei bambini del «Gatto parlante», nido privato ma accreditato con il Comune di Agliana. Le studentesse misero per scritto i fatti in maniera dettagliata (indicando giorno e ora, bambini e maestra) nella relazione di fine stage che poi consegnarono a tre insegnanti. Da quel momento, però, è calato il silenzio.
Le insegnanti non hanno denunciato il fatto subito ma hanno aspettato che l’anno scolastico ricominciasse, ossia nell’ottobre-novembre del 2010 quando hanno avvisato i servizi sociali del Comune di Agliana. A fine dicembre, il sindaco, Eleanna Ciampolini, informa la Procura dei presunti abusi. Il fascicolo viene aperto solo nel febbraio del 2011. Subito partono le indagini dei carabinieri che, per prima cosa, sentono i genitori dei bambini che frequentano «Il Gatto parlante».
Le versioni dei genitori sono contrastanti. Alcuni sostengono di aver notato cambiamenti nel comportamento dei propri figli come pianti isterici durante la notte, incubi, paura di restare in una stanza da soli, perdita dell’appetito, aggressività, rifiuto di andare all’asilo, particolare vergogna quando si facevano addosso i bisogni. Altri, invece, sostengono di non aver notato nulla di strano e di credere nei metodi educativi «un po’ rigidi» delle maestre del Gatto parlante. Ma sulle quattro educatrici «pesa» la relazione delle tre stagiste che descrivono minuziosamente episodi di violenza contro alcuni bimbi del nido.
«Legavano i bambini più grandi nei seggioloni dei bimbi più piccoli non solo per farli stare scomodi ma a scopo degradante», si legge sempre nel capo di imputazione. «Gli toglievano le sedie da sotto mentre si sedevano per farli cadere a terra», «Li chiudevano in stanze buie». Alcuni genitori hanno raccontato di aver avuto problemi anche con l’igiene dei figli. Secondo la loro versione, i bambini venivano lasciati con il pannolino sporco dalla mattina fino al pomeriggio causando eruzioni cutanee e arrossamenti. Tutte testimonianze raccolte dal procuratore Claudio Curreli che ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio. Oggi alcuni genitori si costituiranno parte civile.
L’asilo «Gatto parlante» non è estraneo a episodi simili. Un’altra educatrice fu accusata di aver usato metodi poco ortodossi nei confronti di alcuni bambini. La donna, 30 anni di Agliana, fu denunciata e patteggiò per fatti accaduti nel 2009. Nei suoi confronti furono raccontati episodi simili a quelli delle quattro maestre ora sotto accusa da parte della Procura di Pistoia. Si parlava di costrizione a deglutire il cibo fino a provocare il vomito e «umiliazioni» nei confronti di alcuni bambini. La donna fu accusa di «abuso di mezzi di correzione», in quel caso non si configura il vero e proprio maltrattamento nei confronti dei bimbi, piuttosto quell’insieme di metodi bruschi e inadeguati nei confronti di chi è affidato con fiducia alle cure altrui.

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