venerdì 22 febbraio 2013

Fuori Mahony dalla Chiesa, insabbio lo scandalo pedofilia coprendo 129 casi di abuso


L’ombra degli abusi sull’elezione pontificia. Il gruppo “Catholics United” ha lanciato una petizione on-line per impedire al cardinale Roger Mahony, sollevato dall’incarico di arcivescovo di Los Angeles per aver insabbiato casi di pedofilia, di partecipare al conclave che il mese prossimo eleggerà il nuovo Papa. «Il cardinale Mahony dovrebbe fare la cosa giusta e stare a casa», sostiene il gruppo, sottolineando che «avendo messo i bambini in pericolo, ha perso la sua possibilità ad avere una voce nella Chiesa». Da parte sua, Mahony sul suo blog ha risposto: «Negli ultimi giorni sono stato ripetutamente umiliato».  

La campagna contro Mahony del gruppo cattolico di sinistra, ripresa dalla stampa americana, ha suscitato un vasto eco negli Stati Uniti, con molte voci schierate contro l’ex arcivescovo di Los Angeles. Per il Washington Post, Mahony è «fortunato a non essere in prigione», sottolineando che la «sua continua preminenza riflette la cultura dell’impunità nella Chiesa cattolica un decennio dopo che la sua tolleranza e complicità nell’abuso dei bambini è stata svelata». Ma non tutti sono di questa opinione: per il reverendo Thomas Welbers della Chiesa del Buon Pastore di Beverly Hills, la posizione di Mahony come membro del Conclave è parte del processo elettivo: «il diritto di voto non è determinato da come gli altri percepiscono la persona», ha spiegato.  

Nonostante sia stato sollevato dall’incarico di arcivescovo, Mahony resta un cardinale in buona salute e al di sotto degli 80 anni, condizioni che lo rendono eleggibile per essere uno degli 11 cardinali americani che si recheranno a Roma il mese prossimo per scegliere il successore di Benedetto XVI. Lo stesso Mahony, all’indomani dell’annuncio del Papa delle sue prossime dimissioni, aveva scritto sul suo blog, dicendo di «non vedere l’ora di recarsi presto a Roma per aiutare a ringraziare Papa Benedetto XVI per il suo servizio alla chiesa e per partecipare al Conclave per leggere il suo successore».Alla vigilia delle dimissioni papali, il decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano avrebbe tentato invano di chiedere al Pontefice una linea «soft» nei confronti dell’arcivescovo emerito di Los Angeles, Roger Mahony, accusato di aver coperto i preti pedofili della sua diocesi. Ora la vicenda torna incandescente in vista dell’imminente conclave. Malgrado sia stato sollevato da tutti gli incarichi, il cardinale americano entrerà nella Cappella Sistina e ciò provoca proteste in vasti settori del mondo cattolico. Gli viene addebitato l’insabbiamento di 129 casi di abusi, ma lui invoca «la grazia di sopportare le umiliazioni». Intanto negli Stati Uniti si raccolgono le firme nelle parrocchie per chiedere l’esclusione del porporato dall’elezione pontificia. L’accusatore di padre Aguilar Rivera, Anthony De Marco, afferma di essere in possesso di 130 pagine che documentano le malefatte del prete e che non erano disponibili l’ultima volta che Mahony ha testimoniato. Il prete, tornato in Messico dopo essere stato avvertito dall’arcidiocesi che un’inchiesta di polizia nei suoi confronti era probabile, è sospettato di avere molestato almeno 26 ragazzini durante i nove mesi di residenza nella diocesi. Il ruolo di Mahony nel cover up ha indotto il suo successore José Gomez a «degradarlo» impedendogli ogni impegno pubblico nel territorio della arcidiocesi. E tuttavia, secondo il Los Angeles Times, l’alto prelato più volte senza successo tentò di ottenere dal Vaticano la rimozione di preti accusati di abusi. 

I documenti pubblicati dall’arcidiocesi rivelano infatti che il cardinale si trovò spesso davanti un muro: la burocrazia romana incline ai ritardi e riluttante ad affrontare un problema potenzialmente esplosivo. Mahony ha ammesso sul suo blog la sofferenza provocata dalle critiche degli ultimi giorni: «Per essere onesto fino in fondo non posso dire di avere raggiunto il punto in cui posso pregare per ulteriori umiliazioni. Sono allo stadio in cui chiedo la grazia di sopportare l’umiliazione subita al momento». «Negli ultimi giorni mi sono trovato ad essere umiliato molte volte. Sono stato affrontato in più di un luogo da gente molto infelice. Posso capire la loro rabbia nei miei confronti e nei confronti della Chiesa», ha scritto il cardinale. La vicenda, tra l’altro, sbarca anche tra i cattolici italiani. Famiglia Cristiana, pubblicando un ampio dossier, ha lanciato un sondaggio online chiedendo agli utenti di esprimere la loro opinione: Mahony al Conclave sì o no? A proposito dello scandalo pedofilia, comunque, interviene monsignor Charles Scicluna, che per dieci anni è stato promotore di giustizia del Sant’Uffizio occupandosi proprio della lotta ai casi di abusi. Su questo, secondo Scicluna, «Benedetto XVI ci lascia un’eredità irremovibile che segna il futuro della Chiesa».«Benedetto XVI - aggiunge alla Radio Vaticana - si è impegnato con molto coraggio in particolare a rompere la cortina di silenzio che copriva molti casi, in rispetto al principio che solo la verità ci rende liberi». l caso Mahony, negli Stati Uniti, sta montando mediaticamente anche perché un gruppo assai determinato di fedeli cattolici ha annunciato una petizione per chiedere al cardinale di rinunciare a partecipare al Conclave -scrive il settimanale-. Intanto, dopo che il successore monsignor Gomez, in una lettera pubblica ai fedeli aveva spiegato, il 31 gennaio, che il cardinale era `sollevato da ogni incarico amministrativo e pubblico, Mahony aveva pubblicato sul suo blog una risposta evidenziando che il suo successore “non una volta in questi anni ha mai avanzato un solo dubbio sulle nostre politiche, pratiche e procedure per affrontare il problema degli abusi sessuali del clero sui minori”. Malgrado ciò, evidenza ancora il foglio paolino, che lancia anche un sondaggio sulla vicenda, Monsignor Gomez, il 15 febbraio, facendo parziale marcia indietro sulle precedenti disposizioni, ha assicurato che sia il cardinale Mahony che il suo ausiliare monsignor Thomas Curry, anche lui colpito da sanzioni, “rimangono vescovi in piena regola nell’arcidiocesi di Los Angeles e possono celebrare i sacramenti e svolgere attività pastorale”. Monsignor Gomez ha «invitato i fedeli a `pregare per il cardinale Roger Mahony mentre si prepara ad andare a Roma per eleggere il nuovo Papa che prenderà il posto di Benedetto XVI». Dunque lo scandalo dei preti pedofili estende i suoi rami velenosi anche sull’imminente Conclave.  

Si infiamma sempre di più il caso del cardinale Usa Roger Mahony, ex arcivescovo di Los Angeles recentemente «punito» dal suo successore per aver coperto decine di vicende di abusi sessuali su minori, che figura tra i 117 «elettori» chiamati a scegliere il nuovo Pontefice ma che un’ampia fetta di cattolici statunitensi vuole ora sia estromesso dal Conclave. Mahony, 77 anni, è stato sollevato da tutti gli incarichi dall’attuale arcivescovo, mons. José Gomez, che lo ha riconosciuto responsabile di aver insabbiato 129 casi di abusi da parte di sacerdoti, e per uno di questi, quello di un sacerdote messicano accusato di aver abusato di decine di bambini nella diocesi di Los Angeles nel 1987, dovrà deporre in Tribunale sabato prossimo, 23 febbraio, quindi proprio a ridosso della sua partenza per Roma. Più si avvicinano i giorni del Conclave, quindi, e più il caso Mahony suscita imbarazzo.Non è difficile comprendere come un «elettore» accusato di una lunga omertà sui casi di pedofilia costituisca una macchia nel processo di designazione del successore di Ratzinger. E che Mahony sia tenuto fuori dal Conclave è la richiesta di un gruppo di cattolici Usa, Catholics United, che hanno lanciato una petizione. «Se un cardinale è privato del suo ruolo pubblico nella diocesi, perché dovrebbe essere premiato con la possibilità di votare per il prossimo Santo Padre? Il cardinal Mahony aggraverebbe ulteriormente lo scandalo e la vergogna per la nostra Chiesa se partecipasse al Conclave», si legge nella petizione che chiede all’alto prelato di restare a casa. 

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