lunedì 18 febbraio 2013

Pedofilia nel negozio di videogiochi. L’orco condannato a 16 anni


Pedofilia (Germogli)
Montecatini Terme (Pistoia), 15 febbraio 2013  - SEDICI ANNI e quattro mesi di carcere per pedofilia a un commerciante della Valdinievole. La condanna più pesante mai pronunciata dal tribunale di Pistoia per violenza sessuale aggravata e continuata su minori.
La tana del lupo era il negozio di videogiochi nel centro di Montecatini. I bambini, affascinati da quel mondo fantastico e virtuale, entravano irretiti dall’idea di un videogioco in regalo. Poi la trappola scattava. Sulle vetrine, all’improvviso, comparivano cartelloni pubblicitari a nascondere l’interno e lì dentro, per due anni, alcuni dei bimbi sono stati costretti a subire atti sessuali di ogni genere. Tutto è finito i primi d’aprile dello scorso anno, quando la polizia ha fatto irruzione nel negozio di via Garibaldi, il «Consolle Point», ormai chiuso, per il sollievo di tutto il quartiere.
«Meno male, dopo anni, l’hanno beccato», scrissero i residenti di Facebook. Gli agenti della Mobile, seconda sezione, specializzata nel contrasto ai reati contro i minori e le fasce deboli (la stessa squadra che inchiodò le maestre del Cip Ciop), avevano piazzato un sofisticato sistema di intercettazione audiovisiva. Fecero irruzione mentre l’uomo abusava di un bambino. Fu arrestato subito e portato nel carcere di Prato, nella sezione speciale.
Il processo di primo grado, con rito abbreviato, è finito nel primo pomeriggio di ieri con una condanna severa del gup Alessandro Buzzegoli. La più pesante mai pronunciata a Pistoia. Paolo Donnini, 43 anni, originario di Pescia, dovrà scontare sedici anni e quattro mesi di carcere. Per lui il giudice dell’udienza preliminare ha disposto inoltre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e un risarcimento provvisionale dai 70mila ai 90mila euro alle parti civili, sei minori tra bambini e ragazzi della Valdinievole, tutti rappresentati, con le loro famiglie, dagli avvocati.
Il pubblico ministero Claudio Curreli che aveva diretto le indagini, aveva chiesto la condanna a venti anni, partendo da una pena base di trent’anni di carcere. Donnini, nove anni fa, aveva patteggiato un anno e otto mesi per violenza sessuale. L’indagine era partita nel gennaio del 2012 da una segnalazione anonima a un consultorio della Valdinievole, inoltrata subito alla polizia, che era riuscita a risalire a un bimbo. Il piccolo si era confidato con la nonna: «Mi è successa una cosa brutta — le aveva detto — ma non la posso dire».
E la Mobile, in quattro mesi, era riuscita a stanare il lupo dalla sua tana.

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