lunedì 18 marzo 2013

Violenze su donne e minori: "È tempo di fare rete"


In un anno al Pronto soccorso di Sassari sono arrivate 212 donne che hanno subito violenze, ma solo il 10 per cento decide di denunciare. Per lo più chi le picchia è una persona che loro già conoscono. Sono solo alcuni dei dati emersi durante il convegno che si è tenuto questo fine settimana e che ha coinvolto forze dell'ordine e medici per fare il punto sulla situazione. Un punto che non deve essere considerato come un arrivo, ma come una partenza, per creare una rete sempre più stretta per offrire alle vittime di violenze approdi sicuri e luoghi e persone che possano convincere a sporgere denuncia.
Quello che si è svolto nell'aula Magna è stato un tavolo inter istituzionale che comprenda la Asl, la Polizia, i Carabinieri, l'Ordine dei Medici e l'Ordine Forense, le varie associazioni che operano nel territorio, dal Progetto Aurora allo Spazio Neutro, coordinato dalla Prefettura che, attraverso le parole del vice prefetto Riccardo Mattei, ha già dato la propria disponibilità “a trasformarlo in tavolo permanente”. Il convegno dal significativo titolo “Dall'abuso sui minori alla violenza sulle donne: combattiamo il silenzio”, è stato promosso dai Lions Club di Sassari, Castelsardo e Porto Torres insieme all'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Sassari e al consiglio dell'Ordine Forense di Sassari.
I vari interventi hanno evidenziato che il problema principale è la rete che deve accogliere e supportare bambini e donne vittime di violenza: allo stato attuale esistono diverse maglie che operano, però, separatamente, o con accordi bilaterali, ma comunque frutto di un dialogo che resta alla buona volontà dei singoli. Sono maglie che devono essere ricucite, e anche in fretta, per poter garantire un vero sostegno alle vittime di abusi e violenze; per raggiungere questo scopo è necessario un protocollo, obiettivo degli organizzatori del convegno.
Dalla tavola rotonda è emersa la necessità di stimolare le donne che subiscono violenza a denunciare. “Anche noi medici del pronto soccorso, formati per affrontare le urgenze ma non le violenze, cerchiamo di spingere le donne a denunciare, anche se la prognosi non supera i 3 giorni di cure, superati i quali si attiva la segnalazione al posto di Polizia. Per capire meglio vediamo i dati: lo scorso anno abbiamo registrato al Pronto soccorso di Sassari 212 donne,vittime di violenza, per fortuna non grave: ebbene solo il 10 per cento circa ha sporto denuncia, le altre hanno dichiarato di essere state aggredite da persone conosciute, senza però fare i nomi. C'è ancora molta omertà, e la modalità di accesso al Pronto soccorso, dove è presente un numero notevole di operatori, non aiuta certo una donna maltrattata a confidarsi” ha raccontato Maria Franca Puggioni, medico al Pronto soccorso del Santissima Annunziata di Sassari.
Importante anche il ruolo delle Forze dell'Ordine. “L'Arma è distribuita in tutto il territorio, anche nei piccoli centri, quindi svolge un ruolo di rilevazione importante: per questo, visto che il personale specializzato è insufficiente e opera a livello nazionale, stiamo lavorando per formare tutto il nostro personale, sulla psicologia di ogni carabiniere, affinché non sottovaluti mai una potenziale violenza. In questa prospettiva è stato preparato una sorta di prontuario di intervento, che è stato distribuito anche nelle stazioni più piccole, per aumentare la sensibilità dei carabinieri e dargli strumenti, anche se piccoli, per notare segnali di violenza ed entrare in confidenza con le vittime. In parallelo collaboriamo, spesso anche in maniera riservata, con centri rifugio per donne in pericolo e strutture di sostegno e accoglienza per donne e bambini che hanno subito violenze. E' positivo che nel 2012 siano raddoppiate le denunce, a fronte di una stabilità dei reati, quindi le donne stanno prendendo coraggio” ha detto il colonnello Pietro Salsano, comandante  provinciale dei Carabinieri di Sassari.
Per Bibiana Pala, vice questore e dirigente della Squadra Mobile di Sassari “la Polizia ha da tempo personale formato in materia, sia nella divisione Anticrimine che in quella Reati contro i Minori e la persona. Con la normativa sullo stalking sono, inoltre, aumentate le denunce, anche se le donne vittime di violenza difficilmente chiedono aiuto direttamente alle Forze dell'Ordine, ci arrivano successivamente attraverso una rete che esiste, anche se non protocollata, ma che certamente deve essere migliorata. Un altro strumento che sta aiutando è l'ammonimento, che abbiamo riscontrato essere un buon deterrente per chi molesta”.
Una denuncia sulle violenze non censite dei minori è arrivata da Pierluigi Delogu, presidente degli Odontoiatri della provincia di Sassari. “Ci si può domandare: cosa c'entra un dentista? Ebbene, lo scorso novembre il Ministero della Salute ha emanato le linee guida per i traumi dentali dei bambini, e l'ultimo capitolo recita appunto “trauma dentale da maltrattamenti e abusi su minori”. Anche noi dentisti possiamo indagare e scoprire se un bambino è stato oggetto di violenza, non solo, dall'esame dei denti possiamo anche diagnosticare la malnutrizione. Si pensi (studi americani) che 3-6 bambini su 1000 sono vittime di maltrattamenti, ma purtroppo in Italia il dato è ancora sottovalutato, tanto che manca un registro”.

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