sabato 16 marzo 2013

stupra decine di suoi allievi per 20 anni

Condannato a 302 anni di carcere per aver abusato sessualmente di allievi della sua scuola di arti marziali, alcuni dei quali minorenni, per quasi 20 anni. Ha dell'incredibile il caso shock di pedofilia in Spagna, dove un ex campione di karate Fernando Torres Baena, di 56 anni, è stato condannato. Dal processo è uscito un quadro sconvolgente: «Vere e proprie orge, nelle quali i ragazzi erano costretti ad avere rapporti sessuali con lui, ma anche fra di loro, senza distinzione di sesso, età o numero», ha detto il giudice di Las Palmas, nelle isole Canarie, nel pronunciare la sentenza, dopo che l'uomo era stato giudicato colpevole di un «crimine continuato di abuso sessuale senza precedenti».

È stata condannata anche la moglie di Torres Baena, Maria Josè Gonzales, a 148 anni, e un'altra istruttrice di karate, Yvonne Gonzales, a 126 anni di prigione. Le due donne sono colpevoli di aver partecipato all'organizzazione degli incontri sessuali e delle orge.

«Non dimentichiamoci che si tratta di un caso senza precedenti nella storia» della Spagna, ha dichiarato il giudice nel pronunciare la sentenza, descrivendo la scuola di arti marziali come «quasi una setta sessuale». Le vittime del pedofilo, molte delle quali portano le conseguenze di gravi traumi psicologici, avranno inoltre da Torres Baena e dagli altri condannati risarcimenti da 10mila a 50mila euro.

Fernando Torres Baena fu arrestato nel febbraio 2010 su denuncia di una sua allieva e da allora è rimasto sempre in custodia cautelare, compresi i sette mesi del suo processo. Ma per la Spagna è stato uno shock quando lo scorso settembre una delle sue vittime ha testimoniato di aver subito i suoi abusi quando aveva 9 anni mentre sua madre stava morendo di malattia.

Gli psichiatri che lo hanno esaminato e hanno testimoniato in aula hanno escluso che l'uomo soffra di «malattia mentale», ma hanno descritto Torres Banea come un manipolatore, «un narcisista patologico con un ego smisurato che lo faceva sentire unico». Un uomo «senza alcuna empatia», salvo se quest'ultima «poteva soddisfare il suo bisogno di essere ammirato».

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