venerdì 16 novembre 2012

Se l’orco è internet scatta l’autodifesa coi corsi per genitori

Iniziativa Polpost. Pedofilia, ora è punibile l’adescamento Giovani non solo vittime, anche inconsapevoli autori di reati

Una legge c’è, finalmente. Attesa da tempo per combattere i pedofili attivi sulla Rete, è stata approvata dal Parlamento per ratificare la Convenzione di Lanzarote che ha messo un punto fermo per tutti gli stati europei nella lotta ai reati contro i minori. Dal 23 ottobre scorso ad esempio chi verrà scoperto nell’adescamento via internet sarà punito con la pena da uno a tre anni.
Tradotto in pratica questo significa un cambiamento epocale per i milioni di genitori alle prese con le “cattive compagnie” che si incontrano sui social network. Ma se la battaglia contro la pedofilia, che vede ora punita anche l’apologia di questo reato da parte di alcuni siti all’estero, ha fatto un passo avanti, non per questo sono risolti i problemi dei reati sul web, come confermano le cifre delle denunce arrivate alla Polizia Postale dell’Emilia Romagna.
Se gli arresti per reati collegati alla pedopornografia sono passati da tre a sei nel 2011, di cui quattro solo a Modena in altrettante inchieste, molto più alte sono le cifre che legano i più giovani ai reati informatici.
A Modena la Polizia Postale organizza corsi di formazione per i genitori e per i rappresentanti scolastici, in modo da preparare sentinelle aggiornate nel controllare movimenti pericolosi in quel luogo invisibile per eccellenza che è la Rete. Ma a guardare con più attenzione si scoprono realtà difficili da immaginare.
«Il fatto è che gli adulti in genere sono poco preparati ad affrontare questa nuova realtà - spiega il responsabile regionale della Polpost, Geo Ceccaroli - L’adescamento via internet che è punito è un ottimo strumento per gli inquirenti. Il guaio è che i giovanissimi, molto spesso, sono gli autori e non solo le vittime di comportamenti puniti dal codice penale. Dobbiamo prendere atto che oggi i nativi digitali, cioè i ragazzini che sono nati al tempo dell’informatica di massa, sono quasi sempre più esperti nell’uso del computer di mamma e papà.
Difficile quindi immaginare che si possa controllare il computer dove il figlio passa ore, seduto in camera da solo. Sono decine i sistemi software capaci di mascherare sino all’ultimo statdio i siti visitati o le visite ricevute. E poi ormai Facebook, ma più in generale il web e i social network, sono la piazza virtuale dove ragazzi e ragazze s’incontrano e fanno amicizia, al di là degli spazi che li dividono. Grazie ai telefonini, che sono poi tranquillanti elettronici per i genitori, dai dieci anni in poi i giovanissimi sono abituati a usare il linguaggio elettronico per tutto. Persino a dirsi addio in pubblico con un messaggio sulla lavagna elettronica condivisa dagli amici.
Ecco perchè scattano reati, di cui i teen ager sono poco consapevoli. Ad esempio per loro è normale fotografarsi in pose seminude e mettere le immagini in rete, per ironia o per dispetto. Così facendo violano una decina di reati diversi con pene che vanno sino ai dodici anni di reclusione, quando vengono messi in fila.
E così via. Ci sono poi reati molto frequenti in cui il sesso non c’entra nulla. Ad esempio gli acquisti in rete portano molto spesso a frodi, un migliaio all’anno quelle che ci vengono denunciate in tutta la regione. C’è l’incauto acquisto, la ricettazione, la truffa vera e propria. E i genitori sono gli ultimi a saperlo se non c’è un buon colloquio tra genitori e figli.

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