venerdì 30 novembre 2012

Pedofilia e satanismo, riti e violenze in chiesa



Il sospetto c’è ed è tremendo. Quello che dietro il caso della madre vestita da suora, scoperta a violentare ripetutamente il proprio bimbo di appena 8 anni, possa in realtà celarsi una setta satanica senza scrupoli è molto più che una semplice ipotesi al vaglio degli inquirenti.

E’ un giro di vite incessante e senza sosta quello che, da mesi ormai, il reparto della Polizia Postale del capoluogo etneo in sinergia con la Procura della Repubblica di piazza Verga ha messo in piedi per far luce sulle tante segnalazioni e sui troppi filmati scovati in rete a proposito della profanazione di chiese e luoghi di culto a Catania e nella provincia. Il fenomeno è più serio di quello che appare. E l’arresto della madre satanista sarebbe solo la punta dell’iceberg.

Una setta capace di creare una rete di protezione su se stessa e che, sulle sottotracce nascoste del web, pubblica filmati non solo a sfondo satanico ma, ancora peggio, a sfondo pedofilo. Video caricati attraverso il procedimento del deep web: un meccanismo non indicizzato da Google e che permette, così, di non essere riconoscibili e mantenere il più assoluto anonimato. Tutt’altro che un gioco: una successione di fatti perversi e criminali.

“Su questo aspetto stiamo approfondendo le nostre indagini", ci dice il vice Questore aggiunto Marcello La Bella . "Stiamo finalizzando ogni ricerca anche nella localizzazione delle chiese dove sono avvenuti questi atti blasfemi. Se c’è una vera e propria setta dietro tutto questo? Le immagini sono tante e bisogna studiare ogni particolare: di sicuro sembra che le chiese utilizzate siano diverse”.

C’è, poi, un dato tutt’altro che rassicurante. Quello che emerge da un recente monitoraggio del Servizio anti-sette Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che cita Catania come la provincia siciliana con la più alta percentuale di adepti alle sette sataniche: ben il 18%. E la linea che divide pedofilia e satanismo non è mai stata così sottile.

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