venerdì 23 novembre 2012

"Mio padre e mio zio condannati per pedofilia. Ma il mio vero aguzzino è in libertà

Appena ha compiuto 18 anni è scappata dalla casa in cui viveva con la madre e il suo nuovo compagno. E' tornata dai nonni paterni e ha raccontato "tutta la verità": "Ho subito circa sette anni di abusi dall'uomo che abitava con noi. Sette anni in silenzio, sotto la minaccia di violenza e pure di morte. Sono anche stata costretta a denunciare mio padre e mio zio sostenendo che mi violentavano". Il processo si è concluso, entrambi sono stati dichiarati colpevoli e sono in carcere, "nonostante la loro totale innocenza. Il vero carnefice invece è a piede libero. Chiedo che la giustizia intervenga e riconosca come sono davvero andate le cose".

Questo l'appello di Erica, nome di fantasia scelto per raccontare la sua vita di adolescente devastata dal dolore e dalla violenza. "Ho subito abusi fisici e psicologici  dal compagno di mia madre da quando avevo 11 anni fino a poco tempo fa, è successo anche prima della mia fuga da casa tra settembre e i primi di ottobre 2012. Lo stesso  compagno di mia madre ha condizionato anche il mio fratellino, ma lui è rimasto, perché ha paura e non vuole parlare, e poi è minore d’età. Anche io per anni non sono riuscita a dire nulla: ero terrorizzata e plagiata da quest'uomo. Ci persudeva il cervello. E' riuscito a farci credere davvero che i veri colpevoli fossero mio padre e mio zio". 

Tutto è cominciato la settimana in cui la madre, con cui oggi non ha praticamente rapporti, è andata in ospedale per partorire il figlio avuto con l'attuale compagno: "Non potevo oppormi e non potevo fuggire di casa. Ho dovuto aspettare di essere maggiorenne. Subito dopo il compimento della maggiore età me ne sono andata". Erica ha così rivisto suo padre, con cui non aveva più rapporti dal 2006. Una gioia immensa per averlo ritrovato e allo stesso tempo un dolore atroce perché poco tempo dopo lo ha 'perso' di nuovo: "I carabinieri sono venuti a prenderlo e lo hanno portato in carcere perché era latitante".

Il padre di Erica deve scontare una pena di dieci anni, lo zio è stato invece condannato a 16 ed è in carcere da sei."Sono stata costretta a denunciarli: era il dicembre 2006, avevo solo 12 anni. Il compagno di mia madre ha costruito tutta questa la storia: mio padre mi avrebbe venduta a mio zio per rapporti sessuali". Erica è chiamata a testimoniare nell'incidente probatorio al processo. Le sue dichiarazioni 'inchiodano' i parenti più stretti. "Ero plagiata. E quando ho cercato di dire la verità sono stata minacciata più volte, da ultimo anche con un coltello conficcato nella pancia. Lui mi faceva passare per psicopatica, nessuno mi credeva. Quell'uomo è stato anche denunciato a suo tempo dagli avvocati di mio padre e mio zio, ma tutto è stato archiviato. E anche alcune mie contraddizioni nel processo non sono state approfondite".
Dall'inizio di ottobre Erica, attraverso il suo avvocato, ha chiesto a due diversi tribunali di riaprire questo caso: da un lato ha denunciato il suo vero aggressore e dall'altro ha permesso al padre e allo zio di iniziare  la revisione del processo già concluso. Ma da entrambe le parti, per ora, il silenzio: "Spero di non diventare vittima dei meccanismi di una giustizia lunghissima. Dopo quello che ho subito, vorrei solo rivedere a casa mio padre e mio zio. E' assurdo che di fronte alle nuove dichiarazioni della loro principale fonte d'accusa siano ancora in carcere, mentre il vero colpevole gira liberamente. Io li ho scagionati, fornendo dettagli molto precisi. Chiedo giustizia per loro e per me. Ho 18 anni e non riesco a vivere la mia vita. Non riesco a studiare. Vorrei prendere la patente e cercarmi un lavoro, ma in questo momento non riesco a reagire. Ho tanta rabbia dentro per non aver potuto parlare prima e ora ho paura che tutto finisca nel nulla, non so più cosa fare. Aiutatemi, vi prego, ho solo 18 anni".


Un altro caso di pedofilia che vede a oggi impunito l'autore del reato e distrutta psicologicamente la vittima abusata. Tra tutti i casi di manipolazione relazionale o plagio (reato che nel nostro ordinamento era previsto e disciplinato dall'art. 603 del codice penale, che prevedeva la pena della reclusiona da cinque a quindici anni per chiunque avesse sottoposto una persona al proprio potere in modo da ridurla in totale stato di soggezione, e che nel 1981 é stato dichiarato incostituzionale per indeterminatezza della fattispecie criminosa.)
Quello attuato dai pedofili é forse il peggiore in assoluto. I bambini sono le creature più fragili e innocenti che esistano, eppure gli abusi perpetrati nei loro confronti sono in continuo aumento secondo un recente rapporto presentato al Senato da parte dell'organizzazione Telefono Azzurro. Pedofilia e pedocriminalità continuano ad alimentare un mercato ricchissimo e con interessi ramificati in tutto il mondo e la cifra oscura che riguarda questo reato rimane ancora molto alta.

Ipocrisia e omertà rimangono le maggiori alleate dell'abuso all'infanzia dal momento che questa tragedia, molto più diffusa di quanto non si creda, non riguarda soltanto la violenza sessuale perpetrata fin dai primi anni di vita della vittima, ma anche condizionamenti psicologici e molestie morali che fanno crescere il bambino con profondi problemi destinati, il più delle volte, ad esplodere, con effetti devastanti, in età adulta.

Erica narra una storia tristissima che coinvolge l'intera famiglia, quella che dovrebbe essere la base d'appoggio emotivo per ciascun minore, ma che per Erica si trasforma in un inferno: costretta - racconta - a subire violenza, ad accusare il padre e lo zio, minacciata da un criminale senza scrupoli e ora piena di sensi di colpa per aver mandato in carcere due persone care innocenti. In tutto ciò una domanda alla quale non sono riuscita a darmi una risposta: la madre di Erica dov'era mentre si consumava questa tragedia?

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