domenica 5 settembre 2010

Pubblico ugualmente per fatto di dignità...

non centra con l'argomento del blog ma è un atto di solidarietà, democrazia e dignità sulla sacralità della vita umana


IRAN: FIGLIO SAKINEH, NUOVA CONDANNA A 99 FRUSTATE

CITTA' DEL VATICANO - Il Vaticano segue "con attenzione" la vicenda di Sakineh, la donna iraniana condannata alla morte per lapidazione per adulterio. Lo hanno riferito fonti della S. Sede, ricordando che "il Vaticano è sempre contrario alla pena di morte".

Sakineh Mohammadi Ashtiani ha subito una nuova condanna: 99 frustate con l'accusa di ''diffondere la corruzione e l'indecenza''. Lo ha denunciato il figlio Sajjad Ghaderzadeh in una lettera aperta pubblicata, tra gli altri, dal sito 'The International Committee Against Executions'.

Per salvare la vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte per lapidazione, serve "un gesto di clemenza" da parte di Teheran. E' quanto ribadisce all'ANSA il ministro degli Esteri Franco Frattini. "Pieno rispetto della sovranità iraniana e nessuna interferenza, solo un gesto di clemenza per salvare la vita di questa persona", precisa il ministro, dopo l'appello del figlio Sajjad che ha chiesto l'intervento del governo Berlusconi e del Papa per salvare la vita della madre.

In un appello al governo, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e a Papa Benedetto XVI il figlio di Sakineh, Sajjad Ghaderzadeh, ha chiesto il loro intervento per fermare l'esecuzione della madre e ha ribadito che solo le pressioni internazionali possono salvarle la vita.

La Farnesina ha già avuto nelle settimane scorse contatti con l'ambasciata iraniana a Roma sulla vicenda di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte nel 2006 per lapidazione. Lo si apprende da fonti del ministero, che sottolineano come della questione sia stata poi investita l'Unione europea. Oltre alla "campagna pubblica" fatta di appelli alla clemenza al governo di Teheran, riferiscono le stesse fonti, l'Italia sta mantenendo aperti canali diplomatici con gli iraniani per arrivare ad una soluzione positiva della vicenda. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, che "segue personalmente e con particolare attenzione la vicenda, ha tra l'altro annunciato la disponibilità ad incontrare il collega iraniano Mottaki a margine della prossima Assemblea generale dell'Onu a New York.

"Quando la Santa Sede é richiesta in modo appropriato perché intervenga su questioni umanitarie presso autorità di altri Paesi, come è avvenuto molte volte in passato, essa usa farlo non in forma pubblica, ma attraverso i propri canali diplomatici". Lo afferma il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla vicenda di Sakineh, la donna iraniana condannata a morte per lapidazione in Iran. In mattinata il figlio Sajjad si era appellato al papa e al governo italiano per salvare la vita della madre.

La Santa Sede - ha ribadito padre Lombardi - segue la vicenda con attenzione e partecipazione. La posizione della Chiesa, contraria alla pena di morte, è nota - ha aggiunto - e la lapidazione è una sua forma particolarmente brutale".

Il figlio di Sakineh ha diffuso una lettera aperta datata il 3 settembre e che si riferisce a un articolo pubblicato dal London Times il 20 agosto scorso, in cui appare un foto di una donna senza velo, e attribuita a Sakineh. "Grazie a quanto siamo riusciti a sapere - scrive Sajjad - da alcune donne rilasciate la scorsa notte dal carcere femminile, la pubblicazione di questa foto ha dato alle autorità del carcere una scusa per accanirsi nuovamente contro mia madre". Il figlio della donna aggiunge che Sakineh "é stata convocata dal giudice che si occupa della cattiva condotta in carcere ed è stata condannata a 99 frustate sulla base della falsa accusa di diffondere la corruzione e l'indecenza, in base a quella foto di una donna senza velo che si presume erroneamente che sia lei". "Per ragioni sconosciute, il London Times ha pubblicato, invece della foto di mia madre, quella di un'altra donna che non indossa il velo - continua Sajjad - ma noi non sappiamo come il Times sia venuto in possesso di questa foto". Sajjad precisa poi di essere venuto a sapere che la foto sarebbe stata fornita al giornale dall'ex avvocato di sua madre, Mohammad Mostafei, fuggito in Norvegia nei giorni scorsi. Secondo quanto riferisce il sito 'The International Committee Against Executions', la foto ritrarrebbe una attivista politica che vive in Svezia. Successivamente il Times ha pubblicato una smentita chiedendo scusa ai suoi lettori, scrivendo che "l'ex avvocato Mostafei avrebbe dichiarato di avere ricevuto quella foto proprio dal figlio". Sakineh è stata condannata a morte per lapidazione, con l'accusa di adulterio e concorso in omicidio del marito e nel 2006 aveva già subito la pena di 99 frustate.

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