lunedì 15 aprile 2013

Sarah Scazzi. Ore decisive, attesa per la sentenza


Cresce l’attesa - ormai è questione di giorni- per conoscere quale sarà la sentenza di primo grado per l'omicidio di Sarah Scazzi. Dopo le ultime repliche, la Corte si ritira in camera di Consiglio


Il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi è giunto alle ultime repliche della parte civile e delle difese. Se l’udienza, ripresa questa mattina nella sala Alessandrini del Tribunale di Taranto, non si protrarrà a lungo, è possibile che la Corte di Assise si ritiri in Camera di Consiglio già da questa sera. Colpevoli o innocenti? Sono ore decisive le prossime in cui i giudici saranno chiamati a pronunciarsi sul destino di Sabrina e Cosima,che hanno sempre difeso a spada tratta la loro innocenza. Mai un tentennamento, mai un “passo falso”, sempre ferme sulle proprie posizioni quasi a compensare Michele Misseri che, invece, non solo ha  cambiato più volte versione ma non ha perso occasione utile per ribadire, a gran voce, la sua colpevolezza. Ma fuori dai talk show televisivi, al chiuso la storia cambia: qui i pubblici ministeri hanno chiesto l’ergastolo, la difesa delle due donne (Franco de Jaco e Luigi Rella per Cosima Serrano; Franco Coppi e Nicola Marseglia per Sabrina Misseri) l’assoluzione piena. Non resta che attendere il verdetto per sapere quale finale è stato scritto nella già complessa trama di questo delitto. Quel che è certo è che Sarah nella villetta di via Deledda è arrivata ancora viva.
Nicodemo Gentile, legale di parte civile di Concetta Serrano Spagnolo, aprendo l'udienza del processo per l'uccisione della quindicenne di Avetrana ha dichiarato  «la famiglia Scazzi non è venuta qui a raccattare giustizia». «Qualcuno - ha aggiunto Gentile - ha cercato di descrivere Sarah come una ragazzina che mendicava coccole. Basta leggere, invece, un messaggio di Sabrina Misseri a Ivano del 6 luglio 2010: “quando mi arrabbio esce il peggio di me stessa per contrastare mia madre e la mia paura più grande è di diventare come lei”. Ecco l'errore fatto da Sarah e da Concetta: l'aver frequentato quella casa perché lì è stata uccisa».
«La famiglia Scazzi - ha concluso - vi ha consegnato il suo dolore e attende una risposta dalla giustizia italiana che non sia muscolare né una vendetta». 

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