lunedì 22 ottobre 2012

Carmela Petrucci, la lettera del preside del Liceo Umberto I° di Palermo

Palermo, 20/10/2012 - Samuele Caruso, l’assassino di Lucia, la sua ex fidanzata, ha ammesso l’omicidio, ha confessato dopo ore di interrogatorio. “Si, sono stato io - deve avere detto - ho perso la testa”. Samuele Caruso aveva atteso gonfio d’ira e di ‘tigritudine’ con un coltello che non compare da queste parti nemmeno nelle liberty vicende di ‘delitto d’onore’. Così come in queste altre terribili vicende non comparivano telefonate di minaccia ed sms da stalker. Forse sarebbe bastato aprirlo in fretta quel portone che Carmela e Lucia speravano si aprisse, per trovare la salvezza  Forse sarebbe bastato un abbraccio e basta: quell'abbraccio che probabilmente Samuele avrebbe desiderato più d’ogni altra cosa. Invece la follia omicida del ‘tigrotto’, il raptus che ora fa piangere famiglie, parenti.amici e semplici conoscenti. Li fa disperare.

Così ai poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra Mobile di Palermo è toccato scovare, nei pressi della stazione ferroviaria di Bagheria, Samuele Caruso, 23 anni, palermitano, l’omicida di Carmela Petrucci, 17 anni, sorella di Lucia, 18 anni, la sua ex fidanzata, anche lei accoltellata quasi a morte nell’androne della propria abitazione di via Uditore 14 a Palermo.

A fare il nome di Samuele Caruso era stata proprio Lucia, la sorella di Carmela, anche lei vittima della furia del giovane assalitore, poco prima di essere trasportata in ambulanza all’ospedale “Cervello”, dove rimane ricoverata: le sono stati praticati 100 punti di sutura (persino alla lingua) ma non è in pericolo di vita. Lucia chiede della sorella ma non sa ancora che Carmela è morta, trafitta da coltellate in quantità, inferte con una furia bestiale.

Le due sorelle sono state aggredite sotto casa da Samuele Caruso. La Polizia nelle ultime ore ha battuto palmo a palmo i luoghi di principale frequentazione del ragazzo. Gli inquirenti hanno seguito delle tracce di sangue del Caruso, feritosi alla mano durante l’aggressione alle due sorelle. Le tracce hanno portato i poliziotti fino a piazzale Giotto dove era presumibile che il giovane assassino avesse preso un mezzo.

Si è così pensato di monitorare la posizione del cellulare del giovane che è stato localizzato a Bagheria.
Numerose pattuglie sono state fatte convergere nei pressi della stazione ferroviaria del centro palermitano dove il giovane si stava imbarcando su un treno.

Dai primi riscontri sembra che Caruso avesse instaurato una relazione con una delle due sorelle.
Caruso non si era rassegnato alla conclusione del rapporto deciso dalla ragazza nei cui confronti era così scattata una morbosa gelosia ed una pressione assillante.
Quest’oggi Caruso decideva di addivenire ad un ulteriore chiarimento con l’ex fidanzata e la aspettava sotto casa al rientro da scuola .
L’uomo è attualmente sottoposto ad un “Fermo” presso gli uffici della Squadra Mobile in attesa del vaglio della Magistratura.

Il dirigente scolastico del liceo classico Umberto I di palermo, la scuola frequentata da Carmela Petrucci, Vito Lo Scrudato, ha inviato una lettera aperta ai docenti e agli studenti: “Lettera del Dirigente Scolastico agli alunni e al personale del Liceo Classico Umberto I in occasione della morte di Carmela”

Scrive il preside Lo Scrudato: ”La violenza si è presentata veloce e distruttiva nelle nostre vite, si è scagliata con il suo peggiore volto sulla nostra comunità scolastica e con maggiore severità sulla famiglia di Carmela e di Lucia, una famiglia come le nostre, una famiglia che abbiamo deciso essere la nostra."

"Perché avvertiamo forte il dolore della mamma e del papà di Carmela, del fratello che è stato allievo del nostro Istituto, indoviniamo lo smarrimento che si impadronirà di Lucia una volta dissoltisi gli effetti degli anestetici, quando il suo corpo si avvierà a guarigione, come sembra probabile e come noi auspichiamo”.

Scrive ancora nella sua lettera aperta Vito Lo Scrudato, preside del Liceo Umberto I di Palermo:
“Noi abbiamo bisogno delle parole giuste per raccontare un evento che non ha un senso, per narrare una storia che sconcerta e lascia muti. Ci facciamo tuttavia obbligo di narrare per realizzare lo sforzo di capire, anche solo ciò che è possibile capire."

"La storia ci narra di un gesto d’amore estremo, il generoso sforzo di Carmela di dare salvezza alla sorella, facendo scudo col suo corpo alle offese insensate della violenza. La storia ci narra ancora della perdita da parte dell’omicida della facoltà di gestire i conflitti interpersonali col dialogo e soprattutto con l’accettazione e il rispetto delle idee e delle posizioni altrui. La violenza è sembrata in questo caso, e in molti altri di cui ci narra la cronaca, l’unica strada praticabile, l’unica soluzione, laddove, è evidente dagli effetti, la violenza è tutt’altro che una soluzione, essendo semmai il punto di partenza per insanabili e più grandi problemi”.
La storia ci narra di modelli culturali e comportamentali oramai egemoni che rappresentano esplicitamente il mondo dell’affettività e dell’amore, come il banco di prova dell’affermazione individualistica, della realizzazione di relazioni spersonalizzate, di relazioni improntate al possesso”.

"La sfera dell’affettività al contrario è è un incontro tra esseri unici e complessi, in essa si realizza il massimo delle potenzialità umane e culturali degli individui e non è riconducibile ad una pura manifestazione ludica segnata da superficialità e da violenta immaturità”.

"La vita e gli affetti sono quella cosa meravigliosa che hanno cantato i poeti di tutti i tempi, ma non è solo ludus, è anche questo e guai a privarsene, ma l’esistenza non è solo gioco e lo sanno tutti quelli che hanno incontrato il dolore, un dolore capace di abbattere un gigante, lo stesso dolore che in questo momento schiaccia la famiglia di Carmela e Lucia.”

"A loro rivolgiamo l’augurio di ritrovare una qualche serenità, una condizione minima per continuare il loro cammino, la loro vita di famiglia”.

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