sabato 13 novembre 2010

Sabrina Misseri resta in carcere per l'omicidio di Sarah Scazzi


Sabrina Misseri resta in carcere per la morte della cugina, Sarah Scazzi. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Taranto sul ricorso presentato dai legali della giovane per chiederne la scarcerazione. Secondo i giudici tarantini sono giustificate le esigenze di custodia cautelare in carcere per la cugina di Sarah Scazzi che é accusata di omicidio insieme al padre Michele Misseri.
Il punto certo, su cui si trovano d'accordo i periti è che Sarah è morta in 2-3 minuti, dopo avere perso coscienza in 8-12 secondi per la forte pressione esercitata sul suo collo. Ma che l'arma del delitto sia una cintura, come sostiene il professore Luigi Strada, il perito incaricato dalla Procura di Taranto, non può essere una certezza per il medico legale Enrico Risso, consulente di parte della difesa di Sabrina Misseri.
Il corpo di Sarah è rimasto troppo tempo immerso nell'acqua, la cute si è distaccata e quindi, scrive Risso nella sua controperizia, «il livello di degradazione raggiunto dai tessuti non può far escludere altri oggetti, come ad esempio una corda (più liscia, di largo impiego nei più svariati ambiti lavorativi)». Impossibile è anche «individuare il genere (maschile o femminile) dell'aggressore e la forza esercitata sulla vittima per produrne la morte».
Per Enrico Risso, infine, nella perizia di Strada sono totalmente ignorate le cicatrici sul braccio di Michele Misseri, perché viene accettata la giustificazione che ne dà il contadino, che se le sarebbe procurate urtando delle canne a becco di flauto. «E' opportuno ricordare - scrive Risso nella sua relazione - che nei casi di strangolamento con tentativo di stupro (posto in essere o no) sono tipiche le unghiature causate dalla vittima che tenta di divincolarsi dalla stretta mortale al collo».

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