Rignano, il racconto dei genitori
«Sentivo che qualcosa non andava»
In aula padri e madri dei bimbi della scuola Olga Rovere nel processo sui presunti abusi sessuali sui piccoli
ROMA - La «paura» che il proprio figlio fosse stato oggetto di giochi sessuali. Così l'orrore, il clima, i sentimenti, le parole di quei racconti sono tornati in aula a Tivoli, dove si celebra il processo sui presunti abusi avvenuti nell'asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio e dove sotto accusa ci sono 3 maestre, il marito di una di loro e una ex bidella. Lunedì mattina sono stati ascoltati in aula i primi genitori.
L'ingresso della scuola Olga Rovere (Ansa) |
LA DIFESA - Di diverso avviso i difensori degli imputati che ribadiscono come «siano emerse in modo incontrovertibile le prove del fatto che i genitori si sono influenzati e suggestionati l'un altro», ha spiegato l'avvocato Ippolita Naso, che assiste una delle maestre. «Quando abbiamo chiesto se i pediatri, nell'immediatezza dei fatti, avessero riscontrato segni riconducibili a lesioni di qualche tipo la risposta è stata netta: nessuno ci ha detto nulla di tutto questo». L'avvocato Cardamone, sul punto, ha ribadito: «Che le testimonianze dei genitori siano de relato non si scopre oggi. Padri e madri hanno raccontato oggi e faranno poi quello che gli è stato riferito dai propri figli. I racconti di oggi sono stati ancora una volta veri e drammatici». La prossima udienza è stata fissata per il 20 dicembre.
SOTTO ACCUSA - Il processo è partito dopo le denunce presentate da alcuni genitori dei bambini che frequentavano la scuola Olga Rovere. Dopo l'inchiesta, è stato chiesto il rinvio a giudizio per le maestre Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti e Marisa Pucci, la bidella Cristina Lunerti e l'autore televisivo Gianfranco Scancarello che devono rispondere, a vario titolo e a seconda delle posizioni, delle accuse di violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni, sottrazione di persona incapace, turpiloquio e atti contrari alla pubblica decenza.
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