giovedì 11 novembre 2010

GIP, NO A PERIZIA PSICHIATRICA MICHELE MISSERI


TARANTO, 10 NOV - Non ci sono i presupposti giuridici per sospettare che Michele Misseri non sia capace di intendere e di volere: e' questa la valutazione del gip del tribunale di Taranto Martino Rosati che ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica in sede di incidente probatorio avanzata dal difensore d'ufficio del contadino di Avetrana, l'avv. Daniele Galoppa.
La richiesta era stata depositata l'11 ottobre, quattro giorni dopo che Misseri si era addossato tutte le responsabilita' dell'omicidio della nipote Sarah Scazzi e di aver violentato e occultato il cadavere, ma anche quattro giorni prima che lo stesso reo confesso chiamasse in correita' la figlia Sabrina quale complice del delitto. Sono sostanzialmente quattro i motivi per i quali il giudice per le indagini preliminari ha detto di no alla perizia psichiatrica.
Per il magistrato, la circostanza che Misseri abbia abusato del cadavere, come lui stesso sostiene, potrebbe essere indice di una devianza sessuale, ma non di incapacita' di intendere e volere. Cosi' come le confessioni del contadino, spesso parziali e rivisitate nei dettagli, non significherebbero che Misseri abbia qualche patologia. Elemento non trascurabile indicato dal gip e' che Misseri, prima di essere arrestato, non ha mai fatto uso di farmaci o psicofarmaci; solo nelle ore immediatamente successive all'arresto gli sarebbero stati somministrati, e per non piu' di un giorno, alcuni sedativi. La richiesta di sottoporre Misseri a perizia psichiatrica, sottolinea sul piano giuridico il giudice, potra' comunque essere chiesta in fase dibattimentale, anche perche' questo non comporterebbe la sospensione del processo.
Per Misseri invece, come aveva gia' deciso ieri, il gip Rosati ritiene sia necessario e utile procedere all'incidente probatorio per fissare le sue dichiarazioni, cosa che avverra' venerdi' 19 novembre nel carcere di Taranto. Due i motivi: le differenti versioni dei fatti fornite dal contadino e gli ''elevatissimi rischi di condizionamento'' che potrebbero derivargli dalla pressione psicologica alla quale e' sottoposto, sia per ''il contesto famigliare'' in cui e' maturato il delitto di Sarah, sia per la ''immaginabile ricaduta mediatica'' che la vicenda ha avuto. Tra poco piu' di una settimana, dunque, Michele Misseri dovra' fornire la versione definitiva di quanto accadde quel 26 agosto, quando Sarah scomparve nel nulla dopo essere uscita da casa per andare al mare con la cugina Sabrina e venne uccisa. Si sapra' cosi' se il contadino confermera' la chiamata in correita' della figlia fatta il 15 ottobre, escludendo altre complicita'.
Nei giorni successivi al delitto, ha dichiarato Misseri nell'ultimo interrogatorio del 5 novembre, quando ha addossato a Sabrina anche la responsabilita' materiale dell'omicidio, lui non avrebbe chiesto alla figlia il motivo per cui avrebbe ucciso Sarah, aggiungendo: ''Mia moglie non ha mai saputo nulla''. Oggi in Procura gli inquirenti hanno interrogato alcune persone 'informate sui fatti'; si sarebbe trattato di amici e di un famigliare di Ivano Russo, il giovane amico di Sabrina che l'avrebbe respinta ma soprattutto amico di Sarah, le cui affettuosita', anche benevole, nei confronti della quindicenne avrebbero scatenato, secondo la Procura, l'ira della stessa Sabrina, sino a spingerla al delitto. Il 16 novembre i carabinieri del Ris di Roma cominceranno ad esaminare le cinture sequestrate in casa Misseri e nell'auto di Michele. Ma soprattutto domani si terra' la seconda udienza del tribunale del Riesame sul ricorso per far scarcerare Sabrina. Lei non sara' in aula, hanno fatto sapere dall'entourage della difesa, mentre le parti giocheranno le ultime carte a suon di memorie e risultati investigativi. Il fine settimana, per l'inchiesta Scazzi, sara' comunque col 'botto'.

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