martedì 16 novembre 2010

Impiantista pedofilo a Cortina: l'indagine prosegue

CORTINA. Abusi su minori da parte di un impiantista che utilizzava il suo lavoro per avvicinare le sue piccole "vittime": si indaga ancora sul caso che il 4 novembre ha visto una pesante condanna comminata dal tribunale ordinario nei confronti di F.A., un cinquantenne. L'uomo, che fino all'inchiesta dei carabinieri di Cortina era un "insospettabile", è stato condannato a 6 anni dal tribunale per atti osceni, corruzione di minore, atti sessuali con minori e violenza sessuale. Il tribunale di Venezia, competente per pedofilia, lo aveva poco prima (giugno 2010) condannato a 2 anni e 10 mesi per produzione e detenzione di materiale pedopornografico: nella perquisizione i carabinieri si erano imbattuti in diverso materiale che ritraeva minori con il soggetto. Così, se per la sentenza di primo grado c'è stato appello della difesa, per i reati di pedofilia il caso non può considerarsi chiuso: gli investigatori stanno accertando l'esistenza di un'eventuale rete nella quale l'uomo potrebbe essere coinvolto o di casi passati non ancora emersi. Lui è ai domiciliari per effetto della sentenza della Corte Costituzionale, ma ha già scontato 12 mesi di reclusione preventiva. «Un'indagine nella quale la sinergia usata dagli operatori ha consentito una rapida efficacia dell'azione giudiziaria», spiegano il comandante provinciale dei carabinieri di Belluno, Ettore Boccassini, e il tenente Samanta Cimolino, che comanda il nucleo operativo carabinieri della Compagnia ampezzana ed è psicologa dell'Arma (ha seguito direttamente il lavoro). Un'inchiesta «modello». L'indagine dei Carabinieri di Cortina prese le mosse da alcune segnalazioni pervenute al Comando da parte di genitori che, raccogliendo le confidenze dei figli, si erano mostrati preoccupati di ciò che succedeva sulle piste da sci: vicino a un impianto di risalita, un addetto alla seggiovia si lasciava andare ad atti sessuali dopo aver richiamato la loro attenzione. Si abbassava i pantaloni e si toccava compiendo atti osceni. Molti i ragazzini coinvolti, anche turisti: tra questi episodi e quelli legati alla pedopornografia, in generale sarebbero coinvolti una decina di minori, dai 14 anni in giù, anche disabili. Determinante la testimonianza di una madre che raccontò di episodi vissuti con i suoi occhi durante una festa. Partirono così le denunce dei genitori e l'inchiesta ebbe impulso. Grazie a una perquisizione i carabinieri rinvenirono materiale pedopornografico: foto, video, mms prodotti e detenuti da F.A. che ritraevano minori, alcuni dei quali in sua compagnia in indubbi atteggiamenti sessuali. Fu arrestato. Sono seguiti accertamenti che i carabinieri hanno operato in stretta collaborazione con la procura (l'inchiesta del pm Gallego), l'identificazione dei ragazzini e anche la raccolta delle loro testimonianze vissute: con alcuni di questi c'erano stati anche contatti telefonici dell'indagato. Audizioni protette, audiovideoregistrazioni, giochi e disegni liberi, comunicazioni del minore con esperti, coinvolgimento di famiglie e scuola (non sono mancati gli ovvi problemi) hanno consentito la raccolta di prove. Prove finite nei due processi che, per fatti dell'inverno 2008-2009, hanno già prodotto due condanne: a neanche un anno di distanza.

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