martedì 24 maggio 2011

Facebook e Microsoft insieme contro la pedofilia online

Facebook e Microsoft insieme
contro la pedofilia onlineMicrosoft e Facebook uniscono le forze per dare un contributo alla lotta contro la pedofilia online. Il network di Zuckerberg ha annunciato pochi giorni fa, che utilizzerà il softwarePhotoDna della casa di Redmond, per analizzare il suo immenso archivio di album fotografici alla ricerca di immagini di abusi e violenze sui bambini.

Il programma è in grado di creare una sorta di “impronta digitale” di un’immagine, dopo averla virata in bianco e nero e scomposta in vari piccoli tasselli, un’impronta univoca che dovrebbe consentire di riconoscere un’immagine (a partire da un database pre-esistente), anche ove la stessa fosse stata pesantemente alterata dai pedofili per renderla irriconoscibile e sottrarla ai filtri automatici che censurano questo tipo di materiale.

Nelle intenzioni di Microsoft e del 
National Center for Missing & Exploited Children (Ncmec), a cui l’azienda fondata da Bill Gates ha fatto dono nel 2009 di tale tecnologia di riconoscimento delle immagini, quella con Facebook dovrebbe essere la prima di una serie di partnership con i maggiori servizi online di photo sharing per combattere il dilagare di questo orrendo fenomeno.

Secondo Hany Farid, il docente di scienza dei computer dell’Università di Dartmouth che ha sviluppato in concreto il programma per la Grande M, ogni giorno vengono scambiate online almeno 50.000 immagini pedopornografiche. “Non si tratta di un piccolo, oscuro, mondo di nicchia – ha detto il professore al New York Times – il problema è fenomenale”.

Ernie Allen, presidente e amministratore delegato del Ncmec, salutando con entusiasmo l’accordo fra i due colossi del Web, ha ricordato come le vittime di questo tipo di crimine siano sempre più numerose e come l’età media delle stesse tende drammaticamente ad abbassarsi.

“I pedofili – spiega in un 
post sul blog ufficiale di Microsoft - tendono ad accanirsi su bimbi che non padroneggiano ancora bene l’uso della parola e non sono in grado di chiedere aiuto. Dei 3.500 ragazzi che appaiono in foto che vengono comunemente scambiate e sono stati identificati dalle forze dell’ordine, il 10 per cento ha fra uno e due anni e il 67 % non è ancora nell’adolescenza”.

Spesso le stesse immagini vengono riprese dagli stessi siti e continuano a circolare su Internet anche molti anni dopo essere state scattate. Per citare nuovamente Allen: “ogni volta che questa immagini vengono visualizzate, è come se fosse fatta di nuovo violenza alle vittime”.

Negli anni a partire dal 2002, da quando il Ncmec ha avuto mandato dal Congresso per monitorare il fenomeno, i responsabili dell’associazione hanno schedato più di 49 milioni di foto e video di pornografia infantile; di cui dieci milioni nel solo 2010. Sarà da questa sterminata banca dati che PhotoDna pescherà per trovare su Facebook – e in alcuni servizi Microsoft come Bing, Skydrive e Hotmail – le immagini da rimuovere.

Test condotti a Redmond indicano che il programma è in grado di riconoscere una data fotografia, anche nel caso che questa abbia subito pesanti alterazioni, nel 99,7 % dei casi. Si tratta perciò di un sistema molto accurato, che non servirà, purtroppo, a fermare i pedo pornografi. A rendergli la vita un po’ più difficile, però sì. E non è poco.

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