giovedì 19 maggio 2011

«Facebook, così l'orco mi ha ingannata»

Le parole che seguono sono tratte dal "Giornale di Vicenza" e sono la testimonianza di una ragazzina che è stata adescata su Facebook dal pedofilo trevigiano.


Vicenza. «Mi ha contattata su facebook. Mi ha detto di essere Luca, l'amico di un amico che credevo di aver riconosciuto. Abbiamo iniziato a sentirci, fino a quando non mi ha fatto mandare delle foto mie. Nuda».
È il racconto, a tratti drammatico, fatto da una studentessa vicentina di 15 anni alla polizia. È una delle vittime dell'orco trevigiano, come è stato definito Giuseppe Motton, 35 anni, di Ponzano Veneto. La squadra mobile della Marca lo ha arrestato nei giorni scorsi, in casa, per detenzione di materiale pedopornografico. Ma lo ha denunciato anche per sostituzione di persona, molestie e minacce.
Sono una dozzina le ragazzine vittime del trevigiano, che ha anche una serie di precedenti specifici. Tutte adescate su internet; una di loro, l'unica maggiorenne, è stata trovata a casa di Motton. Laura - il nome è di fantasia - è al momento l'unica vicentina. Ma potrebbero essercene altre.
La vicenda porta alla ribalta il problema dell'utilizzo di internet e in particolare dei social network da parte dei giovanissimi, spesso non in grado di comprendere chi si celi dietro ad un'immagine virtuale e quali rischi comporti entrare in contatto con perfetti sconosciuti. Sono sempre più numerosi i casi di reati commessi in danno di minorenni attraverso la rete.
«Luca si era presentato dicendo appunto di conoscere questo mio amico e tanti miei conoscenti. I suoi modi di fare mi avevano coinvolto, mi piaceva. Ci siano scambiati i numeri di cellulare, ci siamo mandati degli sms. Ad un certo punto è arrivata la proposta».
L'offerta fatta a Laura, che alla polizia è stata accompagnata dai genitori all'oscuro fino a poco prima di tutta la vicenda, è analoga a quella fatta ad altre ragazzine di varie province del Veneto.
«Lavoro in discoteca, e ho la possibilità di farti entrare come cubista. Hai l'ingresso gratuito, puoi bere quanto vuoi e in più ci guadagni qualcosa». Nell'epoca dell'immagine è moltissimo per una quindicenne. Laura è interessata all'offerta.
Motton, alias Luca, le propone di inviargli delle foto con il cellulare mentre balla. La vicentina esegue. Poi la richiesta si fa più pressante: prima delle foto in abbigliamento intimo, poi nuda. Travolta dal modo di fare coinvolgente, e desiderosa di mettersi in mostra, Laura si spoglia, si scatta le foto, sceglie le migliori e le invia. Il trevigiano non le avrebbe utilizzate, nel senso che non le avrebbe nè vendute nè postate in rete: ma il rischio c'era, ed era piuttosto alto. Rimuoverle da internet è tutt'altro che agevole.
Laura si è resa conto tardi di quanto aveva combinato. Non c'era nessuna discoteca, nessun lavoro da cubista. Solo le sue forme acerbe spedite ad uno sconosciuto.
In casa, a Ponzano, gli investigatori hanno sequestrato una valanga di materiale dal contenuto inequivocabile. Identificare quelle ragazze non sarà semplice, molte di loro, al contrario di Laura, non hanno compreso il pericolo.
«Ho commesso un errore, sono stata leggera, superficiale, ma non avrei mai creduto che finisse così. Che stupida che sono stata».


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