venerdì 13 agosto 2010

Massacra di botte il figlio di sette mesi

Nel Barese la follia di una madre:
voleva vendicarasi per le liti con
il compagno. Il bimbo è in coma
GIOIA DEL COLLE (BARI)
È ancora in vita solo per un miracolo Angelo (nome di fantasia), il bimbo di sette mesi in coma dopo essere stato picchiato a più riprese dalla madre e che nel pomeriggio è stato operato al cervello nel Policlinico di Bari. Fratture multiple, al cranio, alle costole, alla dita delle mani, di un femore e di un omero. E come se non bastasse anche due collassi cardiocircolatori che ha superato.

Un bollettino drammatico al quale vanno aggiunte ecchimosi e ferite causate da morsi e, forse, da bruciature, così come non è esclusa la presenza di danni neurologici. Il tutto senza un perchè e senza che mai prima la mamma, una 28enne di origine brasiliana, in Italia sin da piccola, avesse manifestato problemi psichici. Un’inaudita e lunga catena di maltrattamenti che ha avuto l’apice due sere fa quando il padre, un artigiano del marmo di 35 anni, rincasando nell’abitazione in cui vive con la compagna, che ha la cittadinanza italiana, ha trovato Angelo in condizioni disperate.

Il piccolo è stato condotto dai genitori in ospedale. È stato detto che si era fatto male cadendo accidentalmente, ma il racconto non ha convinto. I medici hanno chiamato la polizia che ha messo alle strette la coppia. La donna, riferiscono gli investigatori, alla presenza del pm di turno, ha confessato. Ha spiegato di essersi accanita sul figlio a causa dei continui litigi con il compagno, una specie di vendetta contro l’uomo con il quale erano sempre più frequenti le incomprensioni. E che pare abbia più volte aggredito, anche morsicandolo, visto i segni che ha sul corpo. I maltrattamenti su Angelo andavano avanti da almeno un paio di mesi, hanno sentenziato gli accertamenti diagnostico strumentali, che hanno evidenziato vecchie fratture. Uno dei luoghi preferiti per picchiare il bambino era il fasciatoio. E più il bimbo piangeva, più veniva colpito.

La donna è stata arrestata: dovrà rispondere di maltrattamenti aggravati da lesioni gravissime. Gli agenti della Squadra mobile barese e la Procura, però, non ritengono concluse le indagini. Vogliono capire come mai, visto che le aggressioni si sono ripetute nel tempo, nessuna delle persone vicine alla coppia ne sia venuta a conoscenza e le abbia pertanto denunciate. È questa la ragione per la quale continuano a essere vagliate le posizioni del padre e dei familiari stretti, in particolare i genitori di lui con i quali la coppia divide una palazzina bifamiliare. Soprattutto gli investigatori si chiedono come mai l’uomo non si sia accorto di nulla. Ha raccontato di non aver preso mai in braccio Angelo negli ultimi due mesi e di non essersi pertanto accorto delle lesioni. Nello stesso periodo, inoltre, la mamma vestiva il bimbo con vestiti ampi per impedire che qualcuno potesse accorgersi delle violenze.

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