domenica 20 maggio 2012

La rete piange Melissa, il 'piccolo angelo'


La home page di Facebook
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"Ciao piccolo angelo". "Addio" Melissa, "spero che tu possa trovare un mondo diverso dal nostro", recitano i commenti alle foto della studentessa uccisa: il profilo di Facebook e' chiuso, ma le poche immagini visibili a tutti ritraggono la ragazza con le amiche di scuola e all'aperto, con migliaia di post, che si susseguono istante dopo istante.

C'e' chi ricorda il "piccolo angelo volato in cielo", con frasi accompagnate da "faccine tristi" e cuoricini, e chi crea nuove pagine (centinaia quelle comparse in ricordo fin dalla tarda mattinata) per ricordare Melissa, che da Mesagne andava a scuola Brindisi tutte le mattine. Dall'America alcuni utenti condividono le foto con la scritta "killed by mafia". Il social network diventa, ancora una volta, un gigantesco muro virtuale e planetario su cui ogni utente porta un fiore o un pensiero. Stesso copione anche su Twitter.

I commenti sono migliaia: twittano anche Luigi De Magistris, Maurizio Lupi, Sabina Guzzanti ed Enrico Letta, ma il flusso e' continuo per tutta la giornata. E dopo qualche ora dall'attentato compaiono anche i "tweet" dall'estero, in inglese e in francese. Ma sull'uccellino azzurro cambiano i contenuti. Al dolore si unisce una rabbia diversa da quella di Facebook. Piu' politica, piu' razionale. A volte piu' demagogica. Molti, tanti, chiedono la pena di morte per gli autori dell'attentato. Tantissimi invocano una giustizia celere e certa per "i vermi che se la sono presa con le bambine".

Il "Popolo viola" posta le date dei presidi e delle fiaccolate in tutta Italia, ma l'obiettivo si sposta poi sulla politica e sulle "trame oscure", sui "servizi deviati" e su "una nuova strategia del terrore" che "porta indietro l'Italia di 20 anni". Molti utenti tirano in ballo Beppe Grillo e la sua frase sulla mafia che non uccide: "Chiedetegli se lo pensa ancora", oppure "ora chiedetegli da che parte sta", definendo, in generale una "cazzata" la sua frase sulla criminalita' che "non ha mai strangolato" ma, aggiunge il popolo di Twitter, "mette le bombe".

Ci sono strali anche per i giornalisti, che "rincorrono le foto delle ragazzine morte" e che fanno "pettegolezzi" sulle vicende di sangue "e non vero giornalismo", piu' in generale, sulla rete, c'e' la rabbia della gente comune. "Vergognatevi - scrive Sergio su Facebook - vi auguro che i vostri figli, se mai ne avrete, facciano la stessa fine". Ma la frase forse piu' utilizzata, cominciando dal leader di Libera, don Luigi Ciotti, e probabilmente piu' significativa del "cuore della rete", e' stata quella del giudice Antonino Caponnetto: "La mafia teme piu' la scuola che la giustizia".

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