martedì 15 maggio 2012

Abusi su minori, serve un'opera di monitoraggio

immagine documentoEpisodio increscioso», «caso sconcertante», così vengono tipicamente definiti i casi di abusi su minori, come eventi casuali, imprevedibili e insondabili. Come il caso della tredicenne violentata pochi giorni fa a Milano da un insospettabile imprenditore trentenne. «Che caso strano, chi l’avrebbe mai detto?». 

E invece casi come questi capitano a decine, che si sommano alle centinaia di altri abusi, di ogni genere, perpetrati su bambini anche piccolissimi. Troppo piccoli per parlare, per far notizia. Piccoli che arrivano negli ospedali pieni di lividi, ematomi, bruciature, spesso quando è troppo tardi. 

Violenze che maturano lentamente e inesorabilmente nel silenzio più totale, nell’indifferenza più o meno colpevole di vicini, parenti e persino dei genitori stessi. Che non vedono, o fanno finta di non vedere, come la mamma della ragazza disabile stuprata dal fratello per sette lunghi anni in Calabria e venuta alla luce solo un paio di mesi fa.

È difficile quantificare il fenomeno, perché, incredibilmente, nel nostro Paese non esiste un monitoraggio sistematico a livello nazionale. Esistono sporadiche indagini locali, i rapporti curati da Telefono Azzurro ed Eurispes (l’ultimo disponibile è di tre anni fa, e riporta le segnalazioni al numero 114) e pochissimo altro. 

Sulla pagina web dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza istituito nel 1997si legge solo un post del 2008 in cui si elencano le sue funzioni, idem per il Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza. L’ultima relazione sulla condizione dell’infanzia dell’Osservatorio disponibile online è del 2008-2009, e, pur toccando molti temi interessanti, non riporta alcun dato o analisi sul fenomeno dei maltrattamenti, violenze e abusi, probabilmente per mancanza o frammentazione delle fonti. 

Eppure il fenomeno esiste, eccome. I dati riportati in un rapporto Eurispes indicano che nei soli 4 anni tra il 1997 e il 2000 gli abusi su minori denunciati alle autorità sono aumentati del 90%. Due bambini al giorno sono oggetto di abusi sessuali, senza contare tutti gli altri tipi di maltrattamenti e violenza domestica che non sfociano in denunce e al massimo si esauriscono al pronto soccorso come finte cadute e sbadatezze. 

Dati internazionali più accurati dei nostri mostrano la gravità di un fenomeno che non accenna ad arretrare, ma anche anzi appare in preoccupante aumento, con conseguenze spesso fatali. Negli Stati Uniti, dove esiste un monitoraggio più sistematico, nel 2010 oltre cinque bambini al giorno sono morti a causa di maltrattamenti, quasi il doppio rispetto al 1998. L’80% di questi bambini aveva meno di 4 anni. 

In Italia il monitoraggio sistematico non c’è, ma chi segue le cronache locali non può non vedere quanto di frequente questi «episodi» capitino anche da noi. 

Perché non ne parliamo? Perché non affrontiamo questo fenomeno non come casi isolati e imprevedibili ma come un problema sociale da affrontare con seri interventi di prevenzione, informazione e cura? 

Perché i recenti suicidi legati alla crisi monopolizzano testate e trasmissioni per settimane intere, mobilitano comitati, manifestazioni e fiaccolate, mentre centinaia di bambini picchiati, maltrattati, violentati ogni giorno non fanno muovere un dito?


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tratto da: italiafutura.it

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