sabato 24 aprile 2010

I minori in chat e il rischio di adescamento: i dati dell’ICAA

minorichat

SOS dalla polizia postale: metà dei bambini a rischio. Le chat line, secondo quanto documentato dall’esperienza investigativa delle forze di Polizia specializzate, rappresentano il settore di Internet dove si manifestano i maggiori rischi per i minori.

Tali strumenti di comunicazione, infatti, anche se implicano la mediazione di un computer tra i due interlocutori, consentono talvolta rapporti umani (comunicazionali) estremamente intimi, neutralizzando anche alcuni gap di età e culturali che normalmente limitano o selezionano le comunicazioni dirette (faccia a faccia) tra minori e adulti. I rapporti telematici sono inoltre privi di elementi identificativi aggiuntivi (paralinguistici, visivi eccetera) e l’identità dichiarata può essere verosimilmente falsa. La tecnologia della chat offre quindi una certa facilitazione ai pedofili nella fase di contatto iniziale con la possibile vittima e consente loro delle forme di molestia di tipo verbale (condurre il minore su argomenti di tipo sessuale) e dei tentativi di incontro fuori dalla Rete. La fisiologica curiosità sulle tematiche sessuali tende inoltre a far assumere ai bambini dei comportamenti pericolosi facendogli mantenere segreti eventuali contatti con soggetti adulti (pedofili) incontrati on-line. Attualmente, sul fronte della ricerca scientifica sulla pedofilia on-line applicata all’investigazione criminale si segnalano poche iniziative concrete. Gli studi di criminal profiling disponibili in questo ambito sono esclusivamente a diffusione interna al mondo investigativo e sono centrati prevalentemente sulla figura del pedofilo (Strano M., 2003) fornendo quindi un utile aiuto soprattutto nelle indagini undercover all’interno delle reti di scambio di materiale pedopornografico, dove l’investigatore deve fingersi un adulto pedofilo. La necessità per gli investigatori di dover impersonare un bambino per contrastare i tentativi di adescamento on-line suggerisce a nostro avviso l’utilità anche di studi specialistici che consentano la realizzazione di simulazioni verosimili in tal senso.

I pericoli per i bambini si nascondo nella rete , sui siti porno. Il rischio più grande non viene più dalla strada ma da internet. Dati allarmanti vengono dall’ICAA International Crime Analysis Association : il 77% dei bambini leccesi tra i 10 e 14 anni naviga abitualmente su internet e conversa in chat. Il 50% dei ragazzini, per caso o per scelta, è entrato in contatto con siti pedopornografici e il 20% dei bambini è entrato in contatto, tramite chat, con presunti pedofili. L’esperto invita a stare con gli occhi aperti e soprattutto un maggiore controllo da parte delle famiglie.

Gli studi ICAA sul comportamento e sugli atteggiamenti dei minori in chat suggeriscono quindi che una eventuale simulazione finalizzata all’attività undercover dovrebbe “riprodurre” un bambino di sesso femminile e di età di circa 10-12 anni che assume modelli di atteggiamento e profilo di personalità del minore simulato secondo i modelli D ed E (tipologia ICAA) che essendo ad esclusivo uso degli operatori di polizia non vengono pubblicati sul presente articolo. In generale, i profili emersi dalla sperimentazione che vengono suggeriti per un’attività di investigazione undercover “redditizia” riproducono un modello di bambina abbastanza disinibita e curiosa, desiderosa di provare sensazioni “proibite” e abbastanza consapevole di fare qualcosa di trasgressivo. Allo stesso tempo i modelli D ed E, prevedono un atteggiamento abbastanza rispettoso dell’adulto adescatore e in tal senso assecondano il tipico desiderio pedofilo di rappresentare una sorta di maestro del sesso per la giovane vittima (compensando la sensazione di inadeguatezza sessuale presente nella maggior parte di essi). La bambina simulata si mostra quindi entusiasta del fatto di trovarsi di fronte ad una persona molto più grande “che avrà di sicuro molte esperienze da raccontarle” e rassicura il pedofilo sul fatto che manterrà segreto il contatto. L’applicazione di tecniche di simulazione nell’attività undercover necessita comunque di un training complesso ed accurato ed è generalmente condotta con successo da personale investigativo con alcune peculiarità caratteriali e con una notevole intelligenza, oltre che, ovviamente, di una grande capacità di controllo delle emozioni.

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