domenica 26 maggio 2013

Ragazza uccisa a Corigliano Calabro, il fidanzato confessa: "Le ho dato fuoco quando era ancora viva"


“Era ancora viva quando le ho dato fuoco". È la sconvolgente rivelazione fatta agli inquirenti dal sedicenne reo confesso dell'omicidio della fidanzata coetanea a Corigliano Calabro. Il ragazzo ha raccontato i particolari dell'omicidio al pm della Procura di Rossano durante l'interrogatorio avvenuto nella notte.
Il giovane ha ammesso di aver carbonizzato il corpo della ragazza, Fabiana Luzzi, in un casolare abbandonato, provando poi a nasconderne il cadavere in una vegetazione molto fitta poco lontana dal rudere. Ha raccontato tutto al termine di un lungo interrogatorio condotto dai carabinieri cittadini e dal pm di Rossano, Maria Vallefuoco, che lo ha sentito su delega della procura dei minori di Catanzaro. Magistrati e carabinieri lo hanno messo sotto torchio dopo averlo fatto tornare dal Centro grandi ustionati di Brindisi dove era stato trasportato venerdì sera, quando s'era presentato nell'ospedale di Corigliano con ustioni al volto e alle mani.
Aveva raccontato ai medici d'essersele provocate sistemando lo scooter, ma gli investigatori, allertati dai sanitari, non ci avevano creduto, anche perché nelle stesse ore i genitori di Fabiana ne denunciavano la scomparsa. La quindicenne, infatti, che il 13 giugno avrebbe compiuto 16 anni, non era tornata a casa dopo la scuola. Ieri il sedicenne ha provato a depistare le indagini, spiegando d'essere stato aggredito da alcuni giovani, di cui ha pure indicato i nomi, per uno sgarro.
Ma le verifiche immediatamente eseguite dai militari non hanno trovato riscontri alle sue parole. Così in serata, incastrato dalle evidenze e dalle contraddizioni della sua ricostruzione, ha raccontato tutto fornendo anche le indicazioni sul luogo, una contrada di campagna alla periferia di Corigliano, dove aveva abbandonato il corpo della povera Fabiana.

Il sedicenne ha raccontato d'esserla andata a prendere a scuola con lo scooter venerdì mattina per parlarle e chiarire l'ennesima lite (pare che lui fosse ossessivamente geloso). Poi, però, la situazione è degenerata arrivando al dramma nella stradina appartata poco lontano dall'istituto tecnico commerciale frequentato da Fabiana.
Corigliano, comune di 40 mila persone della costa ionica cosentina, stamattina si è svegliato sconvolto per quanto accaduto. Tra l'altro oggi la cittadina è interessata al voto amministrativo per eleggere il sindaco e il consiglio comunale dopo due anni di gestione commissariale in seguito allo scioglimento dell'assise municipale per infiltrazioni della criminalità organizzata.
Fabiana, ultima di quattro figlie avute dal padre in due matrimoni, era conosciuta in paese, così come il suo fidanzatino. Già ieri sera, quando sono cominciate e circolare le prime indiscrezioni su quanto successo, prima i compagni di scuola della ragazzina e poi anche altri cittadini s'erano radunati dinanzi alla caserma della compagnia carabinieri, ma il presunto assassino era già stato trasferito in un altro luogo. Stamattina molta gente è assiepata dinanzi all'abitazione della ragazza. Nella notte il sedicenne è stato sottoposto a fermo di polizia quale indiziato di delitto per omicidio volontario, ma non è escluso che le evidenze investigative possano portare a galla anche la premeditazione.
È il dolore il sentimento dominante tra i parenti e gli amici della sedicenne. Dall'alba si registra un mesto via vai nell'abitazione dei genitori della ragazza. Il padre è un commerciante di ricambi per auto, mentre la madre è casalinga. Parenti, amici e conoscenti da stamani fanno visita ai genitori della vittima nel loro appartamento al primo piano di una palazzina bianca nella frazione Scalo di Corigliano. Poca la voglia di parlare con i giornalisti che si trovano davanti la casa. Sguardi bassi e rifiuto di rispondere alle domande su una tragedia che appare inspiegabile e che ha sconvolto tutti.

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